Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: maty345    19/04/2014    2 recensioni
Protagonista è Courtney Barlow, bambina undicenne ispanica dagli occhi neri, che abita, assieme al padre Alfred, in un grande castello. Quest'ultimo, assieme all'assistente Maria, compie nel suo laboratorio sotterraneo continui e macabri esperimenti di cui, nonostante l'uomo tenti di tenere nascosta la natura, la giovane è a conoscenza.
---------------------------------------------------------------------------------------
Estratto dal capitolo 1
"Beh. E' semplice."A Courtney le si illuminarono gli occhi.
"Quello che hai visto erano i cadaveri che tuo padre usava come soggetti per i suoi test. Sopraffatti dalla rabbia quelli deceduti sono stati riportati dal potere di un corso." continuò.
" Per vendicarsi di tuo padre... ma certo. " aggiunse, in fine.
" Cosa?! "esclamò Courtney.
"Quindi mio padre è in pericolo...?"
" Devo andare a salvarlo! "
----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tratto dal celebre gioco "Mad Father" un avventura piena di colpi di scena, sangue e violenza che come unico scopo è quello di resistere ad una maledetta maledizione causata dagli esperimenti di uno scienziato pazzo
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan, Nuovo Personaggio
Note: AU, Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mad Father

Il codice

Quando fu certa che quell'essere fosse morto, continuò ad ispezionare la stanza. Si girò fra le varie librerie, prima di incontrarne una che le piacque. Era il suo reparto, per così dire. Le fiabe e le storie per i bambini.

Lesse i vari titoli ed autori, per incontare poi una storia che l'aveva sempre appassionata: "L'uovo di fuoco".

<< Ah, mi ricordo di questo libro... >> disse, con un sorriso sulle labbra.

<< C'era una ragazza che aveva il misterioso potere di controllare il fuoco... Lei va' in viaggio per trovare la famiglia da quale è stata separata. >>

<< Proclamò: "Brucierò ogni cosa al mio passaggio!", e lei fece esattamente quello che disse. >> assunse poi un espressione affranta.

<< Ma penso sempre alla fine, il suo potere andò fuori controllo e distrusse il mondo... Così lei non incontrò mai la sua famiglia. Rimase sempre da sola. Rimase una povera ragazza sola... >>

S'attristì.

<< Se perdo papà, rimarrò anch'io sola... >> bofecchiò

<< Io non voglio questo... Devo salvare papà! >>

Le venne un lampo di genio. Forse quel codice serviva a qualcosa...

Aprì lo zaino e lo arraffò. Con stupore in viso, cominciò a leggerlo.

<< Passo uno: Barili nella prima stanza sul pavimento della sala east Passo 2: candelieri nella sala d'entrata, Passo tre: bambole rosse nella stanza delle bambole, Passo quattro: dipinti nella sala della reception...>> ogni sillaba veniva espressa con stupore.

<< Hmm... Non so che lingua si tratta, ma potrei imparare un po' alla volta... Vediamo se riesco a ricordare. >>

Decise così, di andare a contare gli oggetti elencati nel codice. Chissà... forse sarebbero riuscita a sbloccare qualche cosa.

Uscì dalla stanza, e optò per andare nella stanza delle bambole, essendo la più vicina. Percorse tutto il corridorio West, e girò l'angolo allo sbocco.

Successivamente, continò dritto per poi girare in quel piccolo angolino dove era presente la stanza.

Aprì la porta di quercia con un lieve tocco delle dita, ed entrò.

Non era mai entrata in questa stanza: suo padre glielo aveva proibito. Diceva sempre: "Quando sarà il momento giusto, potrai stare lì per tutto il giorno..."

La stanza la trovava molto accogliente. Era piuttosto antica, come le altre del resto, ma questa aveva un'aria diversa... Sembrava fatta apposta per lei.

Nella camera dominavano le bambole. Ce ne erano di ogni tipo, tutte vestite con colori vivaci: blu, rosse, gialle, verdi, viola. Erano utte sedute su delle panchine di legno, allineate tutte nello stesso modo. C'era un ordine impeccabile, che nemmeno la camera di Courtney poteva avere.

Oltre a queste bambole, ce ne erana due in particolare molto belle. Erano sedute per terra, vicino ad una sedia di velluto vuota, e sembravano così dannatamente reali: gli occhi, i capelli, le labbra somigliavano tantissimo a quelle di un umano.

Si ricordò dell'annotazione. "Le bambole rosse nella stanza delle bambole..."

Cominciò a contarle.

<< Una, due... quattro >> sussurrò, per tenersele a mente.

Alla fine il risultato fu fatto: erano sei, in tutto.

Stava quasi per andarsene, quando notò un rialzamento sulla tenda, in fondo alla stanza. Che fosse qualche mostro?

Più per mantenere il suo orgoglio, che il coraggio, andò a controllare cosa ci fosse dietro la tenda.

L'afferrò con il pollice e l'indice, e, tenendo gli occhi chiusi per evitare chissà quale orrore, la scostò.

Perse un battito quando scoprì che non c'era nessun morto in putrefazione, ma solo due bambole rosse. Quest'ultime, avevano un non so che di maligno, due grandi sorrisi malvagi dipinti in volto.

"Credevano di potermi fregare! Forse non hanno capito con chi hanno a che fare..." pensò la bambina.

Quindi le bambole rosse nella stanza delle bambole erano otto, e non sei.

Convinta di aver fatto tutto il possibile, uscì da lì.

Le rimanevano da contare i candelabbri, i dipinti, e i barili.

Le venne un colpo a sapere che per attraversare quelle stanze dovesse scendere giù dalle scale, ed evitare gli zombie. Le camere erano proprio là sotto! Doveva sperare nel buon Dio che non si ferisse durante il viaggio. Per quasi un millesimo di secondo, provò la grande tentazione di scappare da una finestra, fuggire, di dimenticarsi del proprio padre e farsi una nuova vita... per un millesimo di secondo.

Accantonò il pensiero, e, con tutta l'energia positiva che aveva in quel momento, corse verso la sala d'entrata.

Gli zombie erano ancora lì, e sembravano più brutti che mai.

Il cervello si azzerrò, quando Courtney scese le scale.

Puntò gli occhi in alto, e vide i candelabbri per un nano secondo.

<< Un, due, tre, quattro... sono quattro... >> bofecchiò.

Uno zombie la notò, e Courtney quasi svenne. Era quello alto, con i capelli verdi. Rideva maligno.

Il mostro emise un verso strano, quasi un urlo di battaglia, e cominciò ad inseguirla.

Se non fosse stato per il sistema nervoso, Court sarebbe sicuramente morta. Perchè fu proprio il sistema nervoso, che lanciò l'impulso alle gambe di alzarsi, muoversi: di cominciare a correre.

Andò per istinto, alla stanza più vicina. La stanza West del piano terra.

Fu come un sogno, toccare il pomello della porta ed aprirla. Ci si fondò dentro come una rana che salta sulla foglia di ninfea più vicina per evitare il famelico coccodrillo.

Lo zombie non riuscì ad entrare.

Per le grazie di Courtney, quegli zombie non erano molto svegli. Appena quest'ultimi non videro con i loro occhi il corpo della ragazza, abbandonarono l'inseguimento come se nulla fosse.

Il cuore di Courtney prese a battere regolarmente, insieme ai respiri che erano molto più lenti. Analizzò la situazione: che poteva fare, ora?

Si trovava in un mini-corridoio, il quale presentava due stanze: una era la porta del bagno, l'altra era la sala reception.

"Dipinti nella sala della reception... "

Si, si! I dipinti! Poteva entrare a contare i dipinti!

Si diresse proprio lì, infatti. Rispetto alle altre stanze, quella era giù più sicura per la sua salute. Aveva due vie per poter fuggire, in caso di pericolo. Poteva uscire da dove era entrata, oppure poteva dirigersi nel giardino che era collegato a quella stan-...

La sorpresa fu enorme, quando scoprì che al posto del passaggio che conduceva alla sua area di gioco ci fosse il ritratto della Monnalisa...

Corse verso il quadro, per poi fermarsi vesro il camino acceso lì accanto.

Aveva sentito dei gemiti... gemiti di dolore.

<< Ho sentito qualcuno... >>

Scosse la testa. Non doveva darci peso. Non poteva fermarsi ad ogni scricchiolio, ad ogni rumore sospetto che udiva... Insomma, doveva salvare suo padre! S'avvicinò al quadro, che per un solo istante a Courtney sembrò si fosse mosso, e lo scrutò.

Era il dipinto di una bellissima donna, il capolavoro più famoso di Leonardo Da Vinci... Ma che ci faceva al posto della porta che conduceva al giardino?

Non riuscì a formulare altro, perchè dal quadro spuntò fuori un mostro tutto rugoso e pieno di venature, che la mordeva e picchiava.

Le faceva un male tremendo, e non avrebbe voluto far altro che si fermasse.

Ma non si sarebbe fermato da solo. Courtney cominciò a scalciare, mordere e malmenare a sua volta il mostro.

Questo opponeva resistenza, e derideva Courtney per i suoi tentativi.

Tutte e due si dimostravano abili avversari: ma solo uno sarebbe riuscito a cavarsela.

Courtney tirò un pugno. Lo tirò, dritto, forte, sulla pancia del nemico, il quale, si bloccò. La bambina fece giusto in tempo per rialzarsi e scappare dalla stanza.

Corse, veloce come il vento fuori. Il cuore prima o poi sarebbe morto d'infarto, con tutti quegl'attacchi che subiva.

Sentendo che il mostro non opponeva resistenza, e non sentendo effettivamente nessun rumore da parte da parte sua, aprì nuovamente la porta.

Come per la bambola in camera dei suoi, anche quella cosa era sparita.

Rientrò, ed ispezionò la camera. L'orologio era fermo a mezzanotte, e il fuoco scoppiettava vivace nel camino. S'avvicinò di nuovo al quadro della monnalisa, e, dal buco creatosi, intravide la galleria che portava al giardino. Scostò quell'opera, ed entrò nel corridoio.

Era diverso. Tutto sembrava diverso, anche se nulla era cambiato. Forse era solo l'aria, o la sua immaginazione che le giocava brutti scherzi.

Sentiva rumori sinistri, porte che si sbattevano, leve che si alzavano e si abbassavano più volte, lasciando rumori pressochè metallici.

Era fastidioso.

Rientò nella reception, e controllò se ci fosse qualcosa di utile. Aprì tutti i cassetti-per uno dovette usare uno sgabello rosso, non ci arrivava!- sdi una cassiettiera, e trovò una cosa che la lasciò stupita: un coltello appuntito. Che ci faceva lì? Alzò le spalle, lo mise in cartella ed uscì da lì.

Si ritrovò di nuovo nella sala West. Non voleva uscire da lì. Non si sentiva ancora pronta di affrontare quegli zombie, anche se sapeva che non sarebbe stato l'ultimo incontro con loro. Rabbrividì al pensiero.

Così, entrò in bagno, che era la stanza successiva. Si poteva presagire che non sarebbe stato fantastico: già all'uscio c'era un'immensa pozza di sangue.

Il bagno era forse una delle stanze più piccole e semplici della casa. Aveva solo una vasca da bagno in centro, nulla di più. Vide qualcosa che luccicava in fondo alla stanza: cosa era?

S'avvicinò per vederla, quando uno zombie uscì dalla vasca-zuppa di sangue, precisiamolo- e sbattè contro il pavimento.

Giusto per precauzione, lo calpestò più volte, per vedere se si movesse.

Nulla, per fortuna.

Camminò verso la cosa che luccicava, e la raccolse. Era la chiave della caffetteria. Ah, la caffetteria... un immensa stanza, celata da un portone immenso, nella sala principale... dove giacevano gli zombie. Ci sarebbe andata più tardi, doveva risolvere il codice... Il codice! Si era dimenticata di contare i quadri!

S'avventurò verso la porta d'uscita, per poi fare una breve corsetta, vedendo che quel mostro uscito dalla vasca cominciava a muoversi.

Non fece in tempo a riprendersi dallo shock, che, al di fuori del bagno, quindi nella sal West, vide una bambola camminare beata, con una lentezza che Courtney considerava infinita.

Parlò solo quando la bambola uscì dalla stanza.

<< Perchè quella bambola si muoveva?... >> sognava così tanto una risposta.

Rientrò nella reception, e contò i quadri. Due. Erano due.

Ora le mancavano solo i barili nella sala east... Ma prima di uscire si assicurò di non aver perso nulla di importante.

Controllò in bagno, ove il mostro si era dissolto, e vide una scatola, racchiusa con pesanti strati di nastro adesivo. Con il coltello, la tagliò.

Con sua grande sorpresa, ci trovò un'accendino vuoto. Cosa le sarebbe servito?

Lasciò il coltello nella scatola, e prese l'accendino.

Convinta di aver fatto tutto, uscì non solo dal bagno, ma anche dalla sala West.

Per sua fortuna, gli zombie erano alla porta d'entrata. A far cosa la bambina non lo sapeva, ma non le importava. Spiccò una corsa che le sembrò infinita, ed entrò nella stanza East.

I barili erano proprio lì. Tutti appoggiati in modo casuale, ma erano lì per fortuna. Li contò. Sette, il suo numero preferito. C'erano altre stanze che poteva controllare, ma in quel momento non le interessavano. Ora aveva il codice. E, forse, aveva capito cosa sbloccava.

Uscì da lì, e Dio fu con lei. Gli zombie erano ancora all'entrata. Salì le scale, facendo i gradini a due a due, a tre, e a volte quattro.

Girò l'angolo, e in meno di un minuto era già nel corridoio, già in camera dei suoi genitori, già davanti al lucchetto.

<< Vediamo se mi ricordo... allora, i barili erano sette. >> disse, premendo il tasto con inciso il numero proclamato.

<< I candelabbri quattro. >> pulsò il tasto.

<< le bambole otto >> schiacciò il numerino bianco che simboleggiava al rovescio l'infinito.

<< Ed infine i dipinti erano due >>

Premette ok.

La cassaforte non emise un rumore, mentre si aprì.

 

 

 

 

Angolo Autore:

Weilà :D Eccomi qua, con un nuovo capitolo! Lo so, potrebbe sembrare leggermente monotono non essendoci dialoghi vivi e presenti, ma vi giuro, ci ho messo tanto impegno! Per dimostrarlo vi metto una foto di Courtney vistata da Aya (la protagonista del gioco) che ho disegnato su paint. Link---> C:\Users\Matilde\Desktop\Courtney_Cry_Fail.png

lo so, il disegno è una merda, ma apprezate lo sforzo e fate finta di niente.

Ps: per quelli che sanno com'è il gioco... lo so, non c'è il corvo e non ci sono le gemme. Però, raga, già la storia è inverosimile, figuratevi se metto Courtney a ciarlare con il corvo, e farle prendere le pietre...

pps: per quelli che non hanno visto il gioco: le armi che Aya (la protagonista) trova, non le usa per difendersi per ragioni ancora ingnote all'umanità. Quindi, non ditemi: "Ma poteva tagliare la gola allo zombie con quel coltello!" No, mio caro/a, non può ù.ù

ppps. scusate se non ho risposto ad alcuni di voi, ma veramente, il tempo è poco!

 


 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: maty345