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Autore: gioraja    19/04/2014    1 recensioni
Yui è una ragazza come tante altre, ma ancora non sa che la sua vita sta per cambiare. Per sempre.
P.S. Ragazzi fate qualche recensione dai! Sono curiosa di sapere che ne pensate! Non mi offendo, ogni critica è ben accetta!!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto girava vorticosamente intorno a me. Una voce mi chiamava da lontano, ma ero troppo distante per scorgere la persona a cui essa apparteneva. Cercai di aggrapparmi a qualcosa, ma non vi era nulla. Sentivo che la mia nausea saliva sempre di più, ma non riuscivo a fermarmi. Tutto ad un tratto si fece buio. Aprii gli occhi lentamente. La prima cosa che vidi fu il vecchio aeroplanino di mio padre, appeso al soffitto. Dopo la sua morte la mamma lo aveva sistemato ed ora, al posto del pilota, si trovava una lampadina, creando una specie di lampadario Mi alzai lentamente. La nausea non era ancora sparita. Mi infilai le ciabatte e decisi di scendere le scale e andare in cucina, dove probabilmente la colazione era già stata preparata. Non appena svoltai l’angolo venni subito travolta dal profumo di miele. Come previsto, la tavola era già stata imbandita, così mi sedetti. “Buongiorno tesoro! Dormito bene stanotte?” -”Per niente” - “Hai avuto ancora quell’incubo?”. Annuii. Mia madre mi si avvicinò, e mi strinse tra le sue braccia calde e morbide. “Vedrai che passerà. Il dottor Johnson dice che è un effetto post-traumatico e che passerà presto” - “Già”. La mamma mi baciò sulla fronte e uscì di corsa. Guardai l’orologio. Le 7.38. Ero ancora in tempo, per prendere l’autobus. Salii in fretta le scale e andai a passo spedito verso la mia stanza. Era il disastro più assoluto. Quella notte dovevo essermi mossa veramente tanto, perchè le lenzuola del letto erano talmente aggrovigliate tra loro che sembrava fosse passato un tornado. Presi i libri comprati la settimana precedente e li misi in cartella, insieme a qualche quadernone ad anelli. Era il mio primo giorno di scuola del 4° anno di liceo e non sapevo con esattezza quali materie avrei avuto durante la mattinata. Scesi velocemente le scale, presi le chiavi dal mobile all’ingresso e chiusi a doppia mandata. Corsi verso la fermata del bus, già in zona di sosta e, mentre le porte si chiudevano riuscii a sgattaiolare dentro. I posti a sedere erano tutti occuapati. Dovevo immaginarmelo. Cercai una zona vicino all’uscita, tirai fuori l’iPod, mi misi le cuffiette e premetti su play. Dopo 20 minuti il veicolo si fermò davanti alla mia scuola. Scesi in più fretta che potei, ma la massa contorta di ragazzine frementi per il primo giorno nella nuova scuola mi travolse, trascinandomi all’entrata. Mi nascosi dietro un angolo e aspettai che la folla proseguisse. Passarono alcuni minuti. Nessuno in circolazione, bene. Salii velocemente le scale ed entrai in aula. Il professor Raizer aveva già iniziato la lezione da 10 minuti. “In ritardo come al solito, signorina Howes”- disse con aria di superiorità. Non alzai neanche lo sguardo - “La sveglia non ha suonato”. Quello fu tutto ciò che dissi quella mattina. La campanella della ricreazione aveva suonato da un pezzo oramai, ciò significava che erano passate tre interminabili ore e che io avevo dimenticato la merenda, come al solito. Tirai fuori dalla tasca del giubbino il mazzo di chiavi e staccai con cura la chiavetta per le macchinette, sperando che qualcuno si sia ricordato di ricaricarla. Mi diressi verso il distributore più vicino e inserii la chiave. 9.73 euro. Grazie mamma. Premetti il pulsante 13D e il pacchetto delle patatine iniziò a scivolare. Iniziò perchè non scese più. Un classico. Mi guardai in giro. Nessuno, perfetto. Cominciai a tirare qualche pugno, seguito a un calcio. La scuola tremò. Mi fermai. Un rombo scosse la scuola un’altra volta. Ma che diavolo stava succedendo? La campanella antincendio cominciò a suonare a più non posso, spaccandomi i timpani. Tentai di raggiungere la scala antincendio, ma un grosso pezzo di soffitto crollò improvvisamente, scatenando il panico. Mi accucciai per terra, sperando che niente mi colpisse. Poco dopo presi coraggio e guardai in alto, e non credetti a quello che vidi. Un ragazzo, più o meno sulla trentina, stava sospeso a mezz’aria tra il pavimento e il soffitto rotto. Spaventata, mi accorsi che mi fissava con uno strano sogghigno sulle labbra. Si avvicinò sempre di più, mentre io cercavo di indietreggiare ancor di più. Nulla da fare, era troppo veloce. Sentii il freddo contatto sulla mia pelle del muro. Dannazione ero in trappola. Mi guardai attorno e vidi che quasi tutti oramai erano risciti a scappare e ad uscire fuori da quell’inferno. Tutti tranne me. Ma il ragazzo misterioso non sembrava curarsene troppo. Sembrava piuttosto incantato. Mi fissava con un’aria stupita e meravigliata, ma bramosa allo stesso tempo. Presi coraggio. “Che cosa vuoi da me!” - urlai. Appoggiò dolcemente i piedi sul pavimento. “Ti ho trovato, finalmente!” - “Chi sei! Cosa vuoi da me!” - ripetei ancora più forte. La sua risata rimbombò per tutto il corridoio, ormai deserto. “Il mio nome è Ravel” - disse - “ho viaggiato per molto tempo per trovarti, Kana” - “Hai sbagliato persona! Il mio nome è Yui!” - “Questo lo so benissimo” - disse, fissandomi con i suoi occhi, freddi come il ghiaccio - “vedo che Jenna non si è risparmiata a tacere sulla tua vera natura” - “Di cosa stai parlando?” - ”Di a tua madre che Ravel è tornato, più potente che mai! È che presto ripredserò ciò che mi spetta!” - e con una fragorosa risata, uscì dall’enorme foro che aveva creato per entrare.




Note: è la mia prima ff, perciò recensite, sbizzarritevi!! Vorrei sapere cosa ne pensate, quali sono i miei difetti, cosa dovrei migliorare, se vale la pena o no continuare ecc.. Baci baci! -Gio-
  
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