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Autore: sku    15/07/2008    2 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11. Era ormai notte inoltrata quando bussarono all'entrata principale del posto di guardia. Leian non riusciva più a connettere, la mente obnubilata dalla febbre, stava in piedi solo grazie a Dreiden che la sorreggeva. Le forti mani dei Nani la aiutarono a raggiungere una stanza dove si stese sopra un letto e, prima di capire cosa stesse succedendo, si addormentò.

Dreiden osservava il viso arrossato della ragazza che giaceva nel letto, coperta e con un panno umido sulla fronte per abbassarle la temperatura. Era preoccupato, sapeva che tutto quello che stava passando era colpa della magia e che lui non avrebbe potuto aiutarla in alcun modo e si sentì inutile. Leian si lamentava nel sonno. Dormiva ormai da quasi un giorno, non si era più svegliata da quando erano arrivati. Hardel, la moglie del comandante della guarnigione, l'aveva spogliata e messa a letto, poi le aveva fatto delle spugnature e le aveva fatto bere un decotto di corteccia di salice come antipiretico, ma la febbre non era ancora andata via. Il sacchetto con le pietre era appoggiato al comodino insieme ai bracciali che aveva tolto dallo zaino e ad una bacinella piena d'acqua. Dreiden si alzò, prese il panno e lo immerse nell'acqua fredda poi glielo passò sul volto detergendole il sudore e rinfrescandola. Si sentiva a disagio, non aveva l'animo da infermiere ma Allanon l'aveva affidata a lui e si sentiva responsabile per quello che era accaduto e non voleva lasciarla troppo da sola. Hardel entrò silenziosa nella stanza immersa nella penombra con la medicina.
- Potete andare giovane Uomo, adesso starò io con lei. - gli disse con il suo solito tono formale. Dreiden non aveva ancora inquadrato la donna ma si prendeva cura della ragazza e gli bastava per il momento.
- La febbre non è passata. - la informò.
Hardel si avvicinò e tolse il panno poi le sfiorò il viso e le prese le mani, quindi la ricoprì. - Però si è abbassata. Dovete avere pazienza. Adesso andate a mangiare, sarete affamato. - L'uomo la trovava fredda e distante. Uscì dalla stanza ma mentre chiudeva la porta poté sentirla - Piccola mia bevi questo, ti farà bene... - Sorrise, almeno era dolce coi malati, questo era l'importante.

Era notte, Leian lo sapeva. Sapeva anche che non era la stessa notte del suo arrivo. Aprì gli occhi e vide che era sola nella stanza. C'era qualcosa che non andava. Sentiva che pioveva, ma non era difficile per lei capirlo. C'erano anche altri rumori ma le giungevano ovattati. Si guardò intorno mentre si metteva seduta. La stanza era spartana, solo un letto, un comodino, una poltrona usurata dall'uso e alcune sedie su cui erano appoggiati i suoi vestiti puliti e in parte rammendati. La pezza le era scivolata per terra e mentre si alzava per raccoglierla le girò la testa e dovette aggrapparsi al comodino per non cadere. Il freddo del pavimento contro le piante dei piedi era piacevole. La febbre non le era ancora passata ma stava meglio. Immerse le mani nell'acqua del catino e si sciacquò la faccia. La sensazione che qualcosa non andasse non la lasciava e fu confermata dai passi veloci fuori dalla stanza e dalle voci concitate che le arrivavano all'orecchio. Si coricò nuovamente. Voleva sapere e il metodo più semplice era usare la sua magia. "Spero di essere abbastanza forte per farlo."

La pioggia peggiorava la situazione, rendeva viscidi i pavimenti di pietra dei camminamenti e spegneva alcune torce. Attraverso il velo d'acqua le sentinelle della guarnigione potevano vedere l'accampamento montato di fretta dall'esercito di Gnomi che era giunto al tramonto. I Nani erano molto preoccupati, da tempo gli Gnomi non si spingevano tanto vicino a loro. Avevano piazzato l'accampamento nel fondovalle ma avevano anche bloccato la strada che conduceva alla fortezza e l'avevano occupata. Per difendersi i Nani avevano ritirato il ponte levatoio e avevano riattivato il sistema di  trappole lungo il percorso. Più sotto potevano vedere gli Gnomi sistemare le scale che avrebbero permesso la loro salita lungo la parete rocciosa che era liscia e quasi verticale. I Nani sapevano che avrebbero cercato di scalarla e avevano preparato i calderoni di olio bollente e di pece. Temevano l'assedio e temevano che sarebbero durato molto tempo. Avevano mandato un messaggero a Culhaven attraverso un passaggio segreto ma ci sarebbe voluto tempo perché arrivassero rinforzi. Le loro difese erano pronte e decise a vendere cara la pelle.
Dreiden osservò attraverso i merli l'accampamento ma la pioggia gli impediva una vista ottimale e non riusciva a valutarne l'estensione. I fuochi ardevano nonostante l'acquazzone. Si riparò dall'acqua e fissò la corda all'arco. La sua abilità con quell'arma poteva essere molto utile e ne era consapevole, anche senza che nessuno glielo avesse chiesto si preparava a dare una mano nella difesa. Non sapeva se sarebbero arrivati ad un corpo a corpo, anche se gli sembrava improbabile che gli Gnomi riuscissero a fare breccia nelle mura. Si sistemò la faretra sulla spalla e si diresse verso il capitano delle guardie per essere assegnato ad una squadra.

- Allanon cosa stiamo combattendo? - Leian sapeva di Rentro, che stava sobillando gli Uomini ad una guerra contro le altre razze. Ma c'era qualcosa di più, lo capiva dalla preoccupazione del druido, dalle lunghe riunioni con il re e il consiglio degli Elfi, con Balinor a Tyrsis e con il consiglio dei Nani. Lei non vi era ammessa naturalmente, ma Allanon le aveva raccontato qualcosa e una volta aveva origliato usando la sua magia ma solo per poco per timore di essere scoperta dal druido.
- Combattiamo contro Rentro. -
- Sì, lo so. Ma c'è dell'altro. - "Lo saprai al momento giusto."
- Lo saprai al momento giusto. -
- Ho diciannove anni, viaggio con te da sette e mi sto addestrando con la magia. Non credi che sia il momento giusto per sapere cosa potrebbe uccidermi? - Non avrebbe voluto essere così sarcastica ma era una vita che sentiva quella frase.
- Hai ragione. Rentro è solo una copertura secondo me, o comunque non è una guerra umana, diciamo così. C'è dietro la magia. Magia nera e molto potente decisa a distruggere. Non so chi l'abbia scatenata, ma i suoi emissari sono le bestie. Hanno una parvenza umana ma quando attaccano la perdono. Si nutrono di vita e bramano la magia. Adesso che sai quale potrebbe essere la causa della tua morte sei più tranquilla? - Un ghigno ironico era apparso sul suo viso.
Leian aveva deglutito e poi aveva mentito: - Sì. Bisogna conoscere il proprio nemico. -

Leian era ancora distesa nel letto, aveva percorso buona parte dell'esteso accampamento nemico, erano almeno duemila Gnomi. Ma c'era qualcosa che ancora non era riuscita ad individuare. Chiuse ancora gli occhi e si affidò alla pioggia.
Una tenda era più lontana dalla altre. Era grande e immersa nell'oscurità. Due Gnomi dall'aria truce stavano di guardia davanti all'entrata ma sembravano inutili, tutti evitavano anche solo di avvicinarsi. Ma due Gnomi, per quanto addestrati, non potevano fermare l'acqua che si infiltrava all'interno. E dentro c'erano due bestie, immobili, che fiutavano l'aria alla ricerca di qualcosa. Ogni tanto emettevano dei suoni gutturali. Poi una alzò il viso deforme e con un ghigno disse: - Magia... - Entrambe si mossero e uscirono dalla tenda erette dirigendosi verso l'estremità dell'accampamento. L'attacco stava per cominciare.

I Nani erano in difficoltà a causa della notte senza luna e della pioggia, che impediva di vedere cosa stesse succedendo all'inizio della strada che conduceva al portone. La tensione serpeggiava nell'aria. Dreiden osservava l'accampamento, qualcosa si stava muovendo ne era certo, sentiva l'eccitazione degli Gnomi che volevano scagliarsi contro gli odiati nemici di  sempre.
La prima freccia incendiaria partì dalle linee nemiche e si conficcò nel tetto di paglia della stalla. L'attacco era iniziato.

Leian sapeva cosa stava per succedere, gli Gnomi avrebbero distratto la guarnigione mentre le bestie, nere come l'oscurità e forti della loro magia, si sarebbero introdotte indisturbate nella fortezza e l'avrebbero presa dall'interno. Doveva avvertirli e doveva impedirlo. Forse era stata lei a condurle fin lì.

Le trappole lungo la rampa erano scattate quasi subito portando alla morte le prime squadre di Gnomi che si erano lanciate all'assalto. Adesso le compagnie seguenti avanzavano più prudenti ma le trappole erano ben nascoste e non erano riuscite ad evitarle. Gli Gnomi contavano sul fatto che prima o poi le avrebbero fatte scattare tutte e allora la strada sarebbe stata aperta fino al ponte levatoio.
Le scale venivano appoggiate lungo la parete ma finora nessuno era riuscito ad arrampicarsi, l'olio bollente e la pece incendiata erano state degli ottimi deterrenti causando morti e feriti urlanti che erano caduti a terra dopo pochi metri. La pioggia e le grida coprivano molto rumori e i Nani non si accorsero delle macchine da guerra che venivano trascinate verso la fortezza finché il primo masso non si infranse contro le mura causando pochi danni. L'aiuto della buona mira di Dreiden e della sua abilità di arciere fu determinante, poiché grazie alle sue frecce incendiarie l'azione delle macchine venne rallentata permettendo ai Nani di organizzare un contrattacco in quella direzione.

Leian corse fuori dalla sua stanza così come si trovava e cercò Dreiden. Sapeva che era sugli spalti a combattere, ne era certa. La sua magia la guidò verso di lui. Era solo e scoccava una freccia dopo l'altra dalle feritoie della torre. Quando lo chiamò, si accucciò e la guardò come se avesse visto uno spettro.
- Cosa ci fai qui? E' pericoloso e tu sei malata! Torna a letto! - La prese per un braccio e la spinse e dentro la porta della torre.
- Non posso, devo aiutarvi. - "Devo essere irremovibile."
- Non è necessario, possiamo cavarcela. E' solo qualche gnomo cocciuto. -
- Sono duemila Gnomi! E ci sono due bestie. -
- Cosa? Come lo sai? - Leian vide il volto dell'uomo sbiancare.
- Magia. Cercheranno di entrare e ci riusciranno perché sono oscure come la notte e non riuscirete a vederle.-
Dreiden sapeva che aveva ragione, le aveva viste all'opera.
- Dreiden, devi ascoltarmi. Io posso far cessare tutto ciò ma devi stare qui e assicurarti che nessuno mi disturbi. E non devi dire a nessuno cosa sto facendo. Però ti avverto che sarà molto pericoloso, potrebbero arrivare le bestie. -
- Cosa vuoi fare? -
- Mi aiuterai? -
- Sì. - Dreiden sapeva di non avere altra scelta; le bestie erano oltre la portata dei Nani e non voleva lasciarla sola. Qualunque cosa fosse successa.
Leian si sedette e scatenò la sua magia, potente come poche altre volte così che le bestie la sentissero senza dubbio e corressero verso di lei e lasciassero in pace i Nani. Si immerse nella terra seguendo le falde acquifere, i rivoli che si erano creati a causa della lunga pioggia e cercò i punti deboli della terra. La valle era un canalone naturale e Leian intendeva provocare una frana enorme che spazzasse via l'accampamento nemico e le bestie. Ma aveva bisogno di un po' di tempo perché doveva trovare i punti giusti affinché il fiume di fango non distruggesse anche il castello.

Dreiden la osservò per un momento, poi tornò a scagliare frecce contro gli attaccanti. Una sensazione di inquietudine lo colse alla sprovvista, qualcosa non andava. Si girò e vide la bestia scavalcare i muro e dirigersi verso Leian. La freccia colpì la bestia nella zampa posteriore provocando un sibilo di rabbia. Nei suoi occhi poteva leggere il desiderio di ottenere la magia della ragazza. Estrasse la spada e si pose tra la vittima designata e il carnefice, che ringhiò e gli disse: - Sei un illuso, ti ucciderò -
- Correrò il rischio. -

Leian aveva trovato ciò che cercava ma non era ancora riuscita a smuovere la terra, era più difficile del previsto. Sentiva che attorno al suo corpo stava succedendo qualcosa ma non poteva distrarsi. La terra cominciava a muoversi molto lentamente, solo piccole crepe che Leian era ben decisa a sfruttare.

Dreiden osservò il suo avversario che girava lungo la circonferenza della torre con sguardo trionfante mentre lui si spostava per essere sempre tra la bestia e Leian. La spada sguainata di fronte a lui gli pareva un giocattolo, non abbastanza per il nemico che doveva fronteggiare. La bestia si gettò contro di lui ma l'uomo riuscì a respingere il suo attacco. Era pesante e forte, forse troppo per lui. Attaccò di nuovo e Dreiden riuscì a schivarla e la colpì alla spalla, ma la bestia sembrò non accorgersene, caricò di nuovo e ancora una volta Dreiden la colpì. Una zampata lo ferì al braccio sinistro, lacerandogli la tunica e provocando delle ferite profonde al braccio. Sanguinante arretrò sperando che Leian si sbrigasse.

Leian sentiva che la terra stava cedendo, che l'acqua riusciva a superare le barriere e ad infiltrarsi nelle crepe, negli spazi  spaccandone la compattezza. La terra si mosse, all'inizio lentamente, con fatica, poi acquistò velocità e la sua corsa divenne presto inarrestabile. Leian vide l'onda di acqua e fango calare verso il fondovalle spazzando via ogni cosa e sentì una stanchezza infinita. Era stato uno sforzo enorme. Si riscosse ma tenne gli occhi chiusi ancora un attimo, i sensi ancora sopiti.

Dreiden parò l'ennesimo attacco ma le forze lo stavano abbandonando. La bestia stava giocando con lui come il gatto col topo. Ancora poco e non sarebbe più riuscito a tenergli testa. La bestia si gettò su di lui, l'uomo riuscì a schivarla ma questa si appoggiò sulle zampe anteriori e lo spinse con forza contro il muro con quelle posteriori. Dreiden cadde a terra e rimase lì semi incosciente.
La bestia si girò verso Leian nell'attimo in cui quest'ultima apriva gli occhi. La ragazza inorridì e saltò in piedi ma era stanca e senza forze. Vide Dreiden a terra e si mise tra lui e la bestia, barcollando.
- Magia... - Si avvicinò all'elfa disarmata lentamente, contando i passi che la separavano dal suo ambito premio. - Magia... - Allungò le zampe e Leian cercò di schivarle ma fu vano. La bestia serrò le dita attorno all'esile collo e la sollevò da terra. La donna scalciò ma non riuscì a colpirla. Cercò di allargare la stretta in cerca di aria ma fu tutto inutile. - Magia...- Sentiva che le forze la abbandonavano, che stava perdendo anche una parte di sé. Chiuse gli occhi per non vedere il godimento e la bramosia negli occhi della bestia. Le forze se ne stavano andando e i suoi calci erano sempre più deboli.
"Non voglio morire..."
  
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