Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehikidrauhl    20/04/2014    2 recensioni
-Non ho una tattica sono davvero arrabbiata.- mi costava dirglielo. Mi morse la guancia e mi baciò per tante volte, quante? Non contai i baci, che sfaticata. -Mi devo arrabbiare più spesso.- lo punzecchiai per un pò. -Dai baciami.- accontentò la mia richiesta. Sembrava tutto così normale.
CONTINUO DI "what's gonna make you fall in love?".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-I fly like paper get high like planes, if you catch me at the border I got visas at my name.- cantai per la novantacinquesima volta. 
-Aravis, stai zitta.- disse Justin seduto al piano. 
-Oh nonono honey, you better sit down and look around.- 
-Uhm, taci.- si girò a guardarmi io ero troppo impegnata a ballare come una cretina. 
-Why don't you love me, tell me baby why don't you love meee? And why don't you need me?- smisi di cantare e iniziai ad andare avanti e indietro per il salotto facendo strane mosse di ballo che nessuno voleva vedere, Justin mi prese per mano e mi fece sedere sulle sue gambe mi tolse le cuffie e mi prese l'indice facendomi suonare. Ah sì se non vi ricordate io sono Aravis Fletcher, quella stupida che per anni si è fatta mille e mille complessi per stare con Justin Bieber, e ora vivono insieme, spero vi ricordiate di me. Insomma in questi pochi mesi, non è successo niente, proprio niente, abbiamo adottato un elefante, ci siamo trasferiti sull'Everest, viviamo con i monaci Buddhisti, mangiamo nutella ogni secondo e no niente, viviamo ad Atlanta così per noia, e a me manca New York. 
-Sei felice ora?- annuii -Mi lasci finire?- scossi la testa. 
-Ti porto a New York per il fine settimana se mi lasci finire.- 
-Puoi portarmi anche per il resto della vita, non mi sposto da qui fino a quando tu non mi caghi un pò. Il piano si chiama Aravis?-
-No, ma sai non puoi mangiare se non finisco questo.- 
-Molla il piano.- 
-Aravis.- 
-Sì? Non l'ho costruito mica io, devi stare con me oggi.- 
-Tu costruisci le dighe.- 
-Come si chiama quello che costruisce le dighe?-
-Digoforo.- lo guardai perplessa. 
-Digoforo? Justin l'animale.-
-Ahh...- 
-Sìììì, i castori!- 
-Giusto i castori!- 
-Che carini aw.- 
-I carini!- 
-No i castori.- dissi ridendo. 
-Eh sì i castori. E' uguale!- 
-Sei dislessico.- 
-Non mi fai pensare.- mi diede un bacio sulla spalla. -Comunque sono più carine le marmotte. I castori hanno la coda troppo...- 
-...Grossa? Ma è una coda grossa, spessa e dolce quindi ho ragione. Finisci in fretta sfaticato.- gli diedi un bacio e mi dileguai con una camminata da granchio, era abbastanza teatrale sì. In preda alla noia iniziai a riempire i croissant di nutella, ci spalmavo dentro la nutella con grazia e eleganza, come se fosse la marmellata della Regina Elisabetta. Magari Queen 'Lizabeth mangia la nutella... umh. Presi il latte e il gelato e feci un milkshake, mangiai come un maiale, la noia fa brutti scherzi, fa sempre brutti scherzi. Tornai da Justin che aveva finito ma era chino sul piano che rileggeva. -Gentile concessione della tua ragazza.- dissi mettendo tutto sopra il piano. 
-Uh. Quanta dolcezza.- 
-I hate you, don't leave me, i feel like i can't breathe just hold me, don't touch me, and i want you to love me, but i need you to trust me, stay with me, set me free.- dissi quasi cantando. 
-Accidenti, come faccio a tenerti senza toccarti?- 
-Farò la brava e farò finta di crederci, vedendo il fallimento del nostro rapporto e della nostra vita.- 
-Più che altro vedrai fallirmi il piede visto che si sta spappolando.- 
-Aw, ti sto facendo male al piede?- 
-Sì.- disse con una strana faccia triste. 
-Ma non è neanche il piede del vescovo.- 
-Ma è il mio piede.- 
-Il tuo piede è brutto.- 
-Deve morire per questo?- 
-No. Ma mi stai in poche parole dicendo che sono grassa, e mi hai offeso.-
-Scusa Aravis, se ti ho fatto credere che di pensare certe cose, non le penso, sei perfetta così, stai benissimo, soprattutto perché hai le tette grandi. Ti amo.- lo baciai e lui mi abbracciò. -Sei felice ora?- annuii e andammo a dormire, abbracciati sotto le coperte, come persone ormai adulte bisognose d'affetto. E io amavo lui, nel bel mezzo della notte ci saremo abbracciati, e nel bel mezzo della notte, mentre dormiva tranquillo e mi sarei indubbiamente fermata a pensare sempre di più a quanto avevamo lottato per esser così felici, lontano da casa, realizzando i sogni, lui era tutto quello che importava per me.
 
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salve a tutti, avevo solennemente promesso che il primo capitolo della seconda parte sarebbe arrivato a giorni, esattamente due settimane. vi avevo anche promesso che vi avrebbe stupito, ma a partire dai prossimi capitoli, come sempre ci saranno dei capitoli più interessanti, belli e divertenti di altri. magari questo non vi ha entusiasmato, ma è soltanto l'inizio. spero di non deludervi. 
baci, ehikidrauhl- michela.
  
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