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Autore: Bloodwriter98    20/04/2014    5 recensioni
Logan ha diciassette anni. Figlio di un'importante famiglia di Elythra, è destinato a diventare guardiano di uno dei quattro elementi.
Eve, invece, è una ragazza umana di diciassette anni che ama stare da sola e non ha amici.
Quando questi due ragazzi, apparentemente molto diversi, si ritroveranno catapultati in un altro mondo nel quale saranno costretti a lottare per sopravvivere, si accorgeranno di avere molte più cose in comune di quante credevano.
Dal testo:
Mi guardò negli occhi sorridendo teneramente.
-Non sei ciò che gli altri dicono tu sia, ma ciò che scegli di essere-
Nonostante il momento critico non potei fare a meno di sorridere.
-E queste frasi sagge dove l'hai lette, su internet?-
Lui scoppiò a ridere.
-Sai, a volte so essere molto poetico - rispose facendo un sorriso sornione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18 - Shadows from the past

 
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Eve
 
Aprii di soppiatto la porta e mi infilai nello studio di Robert. Avevamo appena finito l’allenamento e indossavo ancora la divisa che mi aveva portato Ariana la sera prima.
Era una specie di tuta, composta da un paio di pantaloni aderenti, degli anfibi e una giacca con la zip e senza cappuccio. Tutto, poi, rigorosamente nero.
La tuta, a detta degli anziani, avrebbe dovuto in qualche modo facilitarci l’utilizzo dei nostri poteri, e sembrava funzionare.
Quando avevo visto Logan accendersi completamente come una torcia ero rimasta impressionata dalla resistenza della tuta che non si era carbonizzata.
All’inizio avevo faticato a indossarla, era talmente aderente che credevo impossibile riuscire a entrarci, poi però era arrivata Ariana e con la sua grazia da lottatore di sumo me l’aveva ficcata a forza.
Dovevo ammettere che alla fine non era per niente scomoda.
Appena indossata non riuscivi a respirare ma dopo che ti eri abituato, risultava davvero comoda.
Mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti alla scrivania cominciando a frugare dappertutto.
Se Robert mi avesse trovato nel suo studio mi avrebbe fucilato sul posto ma ero disposta a correre il rischio.
Dovevo trovare assolutamente qualche documento o qualsiasi altra cosa sulle nascite che c’erano state l’anno in cui ero nata.
La mamma mi aveva detto che mi aveva dato lo stesso nome dei miei genitori biologici perciò non sarebbe stato troppo difficile.
Aprii un altro cassetto e mi ci fiondai letteralmente dentro.
Non c’era assolutamente niente che mi servisse, quello studio era inutile proprio come il proprietario.
Ero talmente presa dalla foga della ricerca che, quando sentii dei colpi di tosse, alzai di scatto la testa sbattendola contro la scrivania.
-Fatta male, principessa?- chiese Logan scoppiando a ridere.
Era appoggiato contro lo stipite della porta a braccia incrociate e mi guardava di traverso.
-Che ci fai qui?- continuò con un sorrisetto divertito mentre io mi massaggiavo il punto della testa in cui, sicuramente, mi sarebbe venuto un bernoccolo.
-Cercavo il bagno? – dissi rendendomi conto, solo dopo, di aver formulato una domanda. Stupida Eve, dissi dandomi una botta sulla fronte, stupida.
Lui scoppiò a ridere. – Mi chiedo come hai fatto per tutti questi giorni senza sapere dove fosse il bagno –
Mise le mani dietro la schiena e si avvicinò alla scrivania dondolando.
-Cosa cerchi di bello? – fece guardando la marea di fogli che avevo buttato in aria con le sopracciglia alzate.
Inspirai stirando le labbra. – Il registro con le date di nascita –
-E perché lo cerchi qui?-
Lo guardai di traverso. – Perché non ho la più pallida idea di dove si trovi?-
-Giusto – rispose lui ridendo. – Sai, forse se andassi in biblioteca saresti più fortunata –
Gli occhi mi scintillarono. – E me lo dici adesso? – chiesi alzandomi talmente in fretta che lo feci sobbalzare.
-Se avessi saputo cosa stavi cercando te lo avrei detto prima … -
Non gli lasciai il tempo di finire la frase.
Lo afferrai per un polso e mi diressi a passo spedito verso la biblioteca trascinandomelo dietro.
 
Era un ora che cercavamo quel dannato registro, Logan si occupava del piano inferiore mentre io cercavo sopra, nel ballatoio.
Tutto quello che eravamo riusciti a trovare erano solo vecchi libri polverosi di storia e altri argomenti, ma nessuno era quello che ci serviva.
-Quando tempo credi ci metteremo ancora? – fece Logan sbuffando.
-Non lo so – ammisi con un sospiro. Dopo un ora di ricerche inutili stavo cominciando a perdere la speranza.
-Eccolo! – urlò trionfante.
Prese tra le mani un volume non troppo grande con la copertina blu scuro.
-Nascite del 1996 – fece orgoglioso – Che giorno sei nata? –
-11 Febbraio – dissi scendendo dalla scala in legno su cui mi ero arrampicata.
-Ecco qua, Febbraio 1996, c’è solo un nome per quel giorno –
Cominciò a scorrere con il dito quando sbiancò di colpo.
-Logan che hai? – feci preoccupata.
Scesi a due a due gli scalini della scala a chiocciola che portavano al piano inferiore e mi avvicinai a lui di corsa.
-Non può essere … - disse con un sussurro. Quando incrociai i suoi occhi mi sentii percorrere come da un brivido. Sembrava quasi spaventato.
Allungai il collo per vedere cosa c’era scritto sulla pagina e, quando lessi il nome, il respiro mi si bloccò di colpo.
 
Eve Nikole Van Damme
Data di nascita: 11 Febbraio 1996
Data di morte: 16 Maggio 1996
 
Arrancai qualche passo all’indietro portandomi una mano alla bocca.
-Non può essere giusto – disse lui sfogliando le pagine avanti e indietro – Ci deve essere un errore … -
-Sono la sorella di un mostro – sussurrai con gli occhi sgranati.
Logan lasciò cadere il libro a terra e mi circondò con le braccia.
Mi guardò negli occhi sorridendo teneramente. 
-Non sei ciò che gli altri dicono tu sia, ma ciò che scegli di essere- 
Nonostante il momento critico non potei fare a meno di sorridere.
-E queste frasi sagge dove l'hai lette, su internet?-
Lui scoppiò a ridere. 
-Sai, a volte so essere molto poetico - rispose facendo un sorriso sornione. -E poi non so nemmeno cos’è internet -
Abbassai di nuovo lo sguardo sul libro.
Ero sicura che, qualunque fosse stata la verità sulla mia nascita, l’avrei superata ma non ero preparata a quello.
Appena arrivata ero solo la semplice umana che tutti guardavano dall’alto in basso mentre adesso ero diventata l’ultima dei Van Damme che erano rimasti a Elythra, figlia di un uomo considerato un traditore e sorella di un pazzo egocentrico con manie omicida.
-Non prenderla a male – cominciò lui scostandomi i capelli dal viso – Ma tu non dovresti essere morta? –
Lo guardai scioccando la lingua. – Evidentemente no, visto che sono qui –
Lui stirò le labbra annuendo.
-Adesso la domanda è, come fai ad essere ancora viva? –
Entrambi ci girammo di scatto verso l’altro, evidentemente avevamo avuto la stessa idea.
 
Logan
 
-Sicura di volerlo fare? – chiesi poco convinto.
Non credevo fosse il massimo vedere come Eve era riuscita a salvarsi dall’incendio che aveva distrutto la sua casa ma lei era stata irremovibile.
-No – ammise – Ma devo farlo –
Mi guardò con gli occhi tristi e la presi per mano. – Pronta, principessa? –
Lei annuì incerta e posammo entrambi la mano sulla sfera di cristallo chiudendo gli occhi.
Improvvisamente mi sentii più leggero e quando riaprii gli occhi mi ritrovai in mezzo alle fiamme, ero solo una proiezione ma riuscivo comunque a sentire il calore del fuoco a pochi passi da me.
Mi guardai accanto e vidi che ero solo.
Quando si usava la sfera non si riusciva a vedere l’altra persona con cui stavi rivivendo il ricordo ma riuscivo a sentire comunque una pressione sulle dita.
Abbassai lo sguardo e vidi che la mia mano stava stringendo qualcosa di invisibile. Sollevai l’angolo della bocca in un sorriso, anche se non potevo vederla sapevo che Eve era lì.
In quel momento sentii dei colpi di tosse e mi accorsi che nella stanza, rintanata in un angolo, c’era una figura.
Mi avvicinai spedito passando attraverso una lingua di fuoco e mi ritrovai davanti una donna, rannicchiata su se stessa e con qualcosa stretto tra le braccia, avvolto in una copertina azzurra.
Non sapevo chi fosse ma dalla somiglianza con Vincent capii di chi si trattava, Elisabeth Van Damme.
Aveva i capelli scompigliati e il vestito rosso cremisi che indossava era bruciato in alcuni punti.
Vedendola lì, in quello stato, mi si formò un nodo alla gola.
Aveva il viso sporco di fuliggine e si dondolava avanti indietro sotto una piccola cupola che la riparava dalle fiamme. A causa del fumo, la donna si stava indebolendo e la barriera, che aveva eretto per proteggersi, con lei.
La cosa che aveva tra le mani cominciò a tossire e a scalciare e il cuore mi si fermò di colpo.
-Eve, ti prego non piangere – fece la donna cullando la figlia tra le braccia. Vedendo che però non riusciva a calmarla cominciò a cantare una ninna nanna e la riconobbi subito, era la stessa che avevo sentito cantare a Eve.
Si strappò il ciondolo che portava al collo e depose la bambina sul pavimento.
Quando capii cosa stava per fare avrei voluto distogliere lo sguardo.
Cominciò a tracciare le linee sul marmo con il piccolo mozzicone di un cristallo, ormai quasi finito, e aspettò che il portale si aprisse, era talmente piccolo che sarebbe riuscito a trasportare a malapena una persona.
Prese nuovamente la bambina tra le braccia e le baciò la fronte mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto.
-Addio amore mio – sussurrò facendo attraversare alla bambina il portale.
Quando questo si richiuse scoppiò in lacrime coprendosi il volto con le mani.
Ormai le fiamme avevano invaso tutta la stanza e un denso fumo nero stava ricoprendo tutto.
La cupola crollò e lei cominciò a tossire sempre più forte.
Sopra il rumore delle fiamme sentii un cigolio di qualcosa che cedeva, alzai lo sguardo e rimasi a fissare con gli occhi sgranati la trave che si staccava lentamente dal soffitto.
Mi buttai istintivamente in avanti ma mi sentii sollevare in aria.
Non ora, urlai dentro di me mentre la vista mi si offuscava.
L’ultima cosa che vidi fu la trave che si staccava dal soffitto e lei che alzavo lo sguardo impaurito, un ultima volta, verso l’alto.
 
Strizzai gli occhi più volte per riabituarmi alla luce che c’era nello studio di Aaron.
Eve si alzò di scatto ribaltando la sedia e le gambe le cedettero facendola finire a terra, aveva gli occhi gonfi e arrossati e cercava in tutti i modi di ricacciare indietro le lacrime.
Mi alzai anch’io buttandomi accanto a lei e circondandola con le braccia, non sapevo cosa dire così la strinsi più forte affondando la testa nell’incavo tra la spalla e il collo.
Non l’avevo mai sentiva piangere e, a ogni singhiozzo che emetteva, mi si stringeva sempre di più il cuore.
-Allora l’hai scoperto? –
Alzammo entrambi la testa di scatto verso Aaron che ci guardava con aria triste.
-Tu lo sapevi? – chiesi alzando il tono della voce.
-No, ma l’avevo intuito – disse piano – Non capivo come, ma sapevo che eri legata in qualche modo a Vincent, poi Lucy mi ha raccontato di come ti ha trovata e ho avuto la conferma-
Si fermò qualche istante. – E poi me lo hai sempre ricordato –
Eve si staccò da me cercando di mettersi in piedi.
-E adesso? – chiesi alzandomi – Se gli anziani dovessero scoprire chi è veramente, sarebbe il finimondo –
-Questo è sicuro – disse lui annuendo – Avevano paura di te e di quello che eri capace di fare già da quando sei arrivata, se adesso scoprissero che sei una Van Damme … - lasciò la frase in sospeso aggrottando le sopracciglia.
Aaron le si avvicinò facendole una carezza.
-Quando tuo padre se n’è andato gli avevo promesso che mi sarei preso cura di Vincent – si fermò facendo una smorfia – Non sono riuscito a mantenere la promessa e farò di tutto per non lasciarti da sola –
Eve gli rivolse un mezzo sorriso. – Grazie – sussurrò piano con la voce incrinata dal pianto.
 
Cominciavo a essere seriamente preoccupato.
Eravamo stesi sul suo letto da mezz’ora e nessuno aveva detto una parola da quando avevamo lasciato lo studio di Aaron.
Eve guardava il soffitto e io guardavo lei.
-Stai bene? – feci arricciando per l’ennesima volta l’indice attorno a una ciocca dei suoi capelli. Sapevano di fragola.
-Non lo so –
Si girò anche lei su un fianco e poggiò la fronte contro la mia. Riuscivo a sentire il suo respiro sulle labbra ma nessuno dei due sembrava imbarazzato dalla vicinanza.
-Mi sento uno schifo – ammise sollevando gli angoli della bocca.
Le passai le dita sulla guancia dandole un leggero bacio sulle labbra.
-Sai che puoi contare sempre su di me, vero principessa?-
-Oh, lo so –
Fece uno di quei sorrisi inquietanti che le venivano quando aveva per la mente delle idee balorde.
-Ho paura quando mi guardi così – dissi aggrottando le sopracciglia.
Lei scoppiò a ridere e mi baciò di nuovo.
-Credo che dovremo prendere un’altra volta in prestito qualcosa dallo studio di Aaron – fece con gli occhi che brillavano.
Le sorrisi anche io. Sapevo che mi stava coinvolgendo in qualcosa di assurdo e pericoloso ma il fatto di averla fatta sorridere di nuovo mi faceva sentire meglio.
-Quando vuoi principessa – mi tirai su a sedere e la feci alzare – Ma prima dobbiamo fare una cosa –
 
Entrai in camera mia spingendo la porta con le spalle.
-Logan perché ci hai radunati qui … - cominciò Axel ma vedendo quello che avevo in mano si bloccò.
-Che diavolo ci devi fare con quelle? – chiese inarcando le sopracciglia.
Posai sulla scrivania le tre bottiglie di alcolici che avevo sottratto dallo studio di Robert e mi girai verso gli altri guardiani.
-Visto che dovremo morire a breve – cominciai stappando una bottiglia e versandone il contenuto in quattro bicchieri – Propongo di fare un brindisi contro tutte le persone che ci odiano affinché gli possa andare peggio –
Tutti rimasero a guardarmi a bocca aperta.
Eve ed io li avevamo riuniti in camera mia per dar loro la notizia sulla vera identità di lei poi ero sparito con la scusa di dover fare una cosa della massima importanza.
Eve scoppiò a ridere afferrando un bicchiere e gli altri fecero lo stesso.
-A Robert – iniziai alzando il bicchiere. – Che nonostante sia arrogante, presuntuoso e odia da morire la mia principessa – continuai guardando Eve – Riesce ad essere ancora più odioso –
-A Robert – fecero gli altri in coro e buttammo giù il primo bicchiere.
-Al professor Miller – fece Axel riempiendo i bicchieri – Che non mi sopporta e sta cercando di farmi bocciare ma io morirò prima e lui rimarrà fregato –
-A Noa –
-A Nadia – disse Eve ridendo – Che è talmente stupida da odiarmi perché morirò al posto suo –
-A Nadia-
-Al Signore Oscuro – fece Ariana – Che non aveva nient’altro da fare che dichiararci guerra –
-Ma si chiama davvero così? – chiese Eve con la voce strascinata.
Gli effetti dell’alcool stavano cominciando a farsi sentire.
-No, dovrebbe chiamarsi Gordon qualcosa – risposi portandomi una mano al mento in modo teatrale e lei scoppiò a ridere.
-A Gordon Qualcosa, allora-
-A Gordon Qualcosa – ripetemmo ridendo.
Buttai giù l’ennesimo bicchiere e la gola cominciò a bruciarmi.
-A tuo fratello – dissi appoggiandomi contro la scrivania per non cadere –Che ci ucciderà tutti –
-A Vincent –
-Ragazzi, abbiamo un problema – ribattei con una smorfia guardando l’ultima bottiglia sulla scrivania – Abbiamo finito le persone da maledire ma ci rimane ancora questa –
-Uh, dalla a me – fece Eve strappandomela dalle mani.
-Ad Ariana – cominciò riempiendo i bicchieri – La migliore amica che potessi avere e a cui voglio bene  nonostante mi faccia vestire come una prostituta-
-Ci piaci vestita da prostituta – risposi fischiando e lei mi lanciò contro un  cuscino.
-Ad Ariana –
-Ad Axel – riprese – Che essendo il più grande tra noi è costretto a tenerci sempre sottocchio. Mi dispiace ma ti servirà ben altro per liberarti di noi che farti ammazzare –
Lui scoppiò a ridere.
-Ad Axel –
-A Logan  - disse sorridendomi e voltandosi verso di me – Che, sin da quando sono arrivata, ho voluto prendere a calci ma alla fine mi ha aiutata ad attraversare di nascosto un portale per la Terra –
-Gita romantica? – fece Axel alzando un sopracciglio.
-Le sarebbe piaciuto – ribattei guardandola di traverso e lei alzò il bicchiere.
-A Logan –
Le presi la bottiglia dalle mani dandole un bacio sulla guancia e riempii i bicchieri l’ultima volta.
-A Eve – risi ormai completamente sotto l’effetto dell’alcool – La ragazza più folle che potessimo incontrare e che, se non dovessimo morire comunque, ci avrebbe pensato lei con le sue idee assurde –
-A Eve –
 
Mi lascia cadere sulla poltrona a sacco ed Eve mi si rannicchiò contro.
Ariana si era gentilmente impossessata del mio letto e Axel della poltrona grande, così mi ero dovuto accontentare di dormire per terra.
-Comoda? – feci con la bocca impastata.
Annuì impercettibilmente poggiando la testa sul mio petto.
Cominciai ad arrotolare il dito attorno ai suoi capelli mettendomi l’altro braccio dietro la testa.
-Ho paura – cominciò rompendo il silenzio.
Girai la testa incontrando i suoi occhi che mi guardavano tristi.
-Se dovesse succederti qualcosa … - lasciò la frase in sospeso.
Non ci avevo mai pensato, o forse non volevo pensarci.
Se le fosse capitato qualcosa prima che a me mi sarei sentito morire.
-Andrà tutto bene, capito? – risposi facendole una carezza con l’indice.
Lei annuì stirando le labbra e riappoggiò la testa.
-Secondo te c’è qualcosa dopo la morte? –
-Secondo me sì – risposi ridendo – Non riuscirai a liberarti di me così facilmente –
Lei scoppiò a ridere.
-Ora dormi, domani abbiamo un bel po’ da fare –
Alzò la testa di scatto e mi guardò male.
-Non credere che rifarò una camminata come l’altra volta – mi minacciò con gli occhi ridotti a due fessure – Andremo a cavallo –
-So che ti sarebbe piaciuto che ti avessi portato in braccio ma credo opterò per il cavallo –
Sollevò gli angoli della bocca in un sorriso.
-Notte – fece avvicinandosi e poggiando le labbra sulle mie.
-Notte principessa -
 
 
Note dell’autrice:
Ciao gente :)
Finalmente sono iniziate le vacanze e ho avuto molto tempo libero da dedicare alla storia ^^
Come molte di voi avevano già intuito, sì, Eve è una Van Damme, nonché sorella di Vincent :3
Questo capitolo è davvero lungo ma odiavo l’idea di tagliarlo xD
Come mio solito ho inserito la scena dell’incendio e di come Eve si è salvata .-. non picchiatemi per aver fatto fare quella fine a Elisabeth, mi sento già in colpa >.<
Sinceramente non sono molto sicura che quella parte si capisca tanto :/
Se avete dei dubbi, non esitate a chiedere ;)
Un bacione e alla prossima <3
 
p.s. Questo è già il terzo capitolo della storia principale che inserisco quindi il prossimo aggiornamento sarà uno spin-off. 

 
  
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