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Autore: cristal_93    20/04/2014    2 recensioni
[Prequel alla storia Una speranza per il futuro, prende spunto sia dal videogioco che dai brevi episodi della serie animata] Leah, una giovane apprendista sensitiva, è in viaggio nel mondo dei Pokémon. Arriva a Borgo Tesoro, e appena scopre che quella è una comunità di soli Pokémon, decide di esplorarla sotto le mentite spoglie di un Espeon di passaggio. Le sue capacità psichiche, però, sono notevoli anche per il Pokémon che ha scelto di impersonare, difatti attirano l’attenzione di un team di giovani esploratori...
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Piplup
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Eccomi qua con un altro capitolo per la mia fan fiction. Buona visione !
 
<<…ed è così che è andata >> finì di raccontare Chimchar più tardi alla Gilda.Gli altri membri , che si erano radunati intorno al terzetto, rimasero impressionati dal resoconto del Pokémon, tanto che qualcuno osò chiedere se per caso si fosse inventato tutto.
A quelle provocazioni lui alzò la testa, gonfiò il petto e li fulminò con lo sguardo uno ad uno, quasi volesse dire che era la verità e che avrebbero fatto meglio a crederci, o se la sarebbero vista brutta. 
Piplup aveva sorriso imbarazzato per tutta la durata del racconto e non aveva detto una parola; anche Leah era rimasta zitta ( fino a prova contraria lei era un’estranea là dentro ), ma si era sforzata di sorridere per non far trasparire il suo disagio.
Appena Gabite aveva dato loro la squama, dopo averlo ringraziato e salutato, i tre ragazzi erano tornati indietro, trascinandosi, o meglio, facendosi fluttuare dietro anche il Team Ventagliente, che avevano trovato ancora privi di sensi, e li avevano lasciati davanti all’ingresso della Grotta Labirinto.
Leah aveva insistito di aspettare che si riprendessero, ma Chimchar aveva ribattuto che era molto più urgente portare la squama alla sorella di Shinx, e si era messo subito in cammino.
Piplup aveva sospirato e si era apprestato a seguirlo, ma prima di andare, Leah, senza farsi vedere, aveva lasciato lì tre Baccarancie.  Quando erano arrivati alla Gilda, sulle prime Leah era rimasta un po’ delusa: si era immaginata una costruzione imponente, e invece era una tenda con la faccia di un Wigglytuff, sbarrata da un cancello. L’unica cosa interessante erano stati i totem ritraenti vari Pokémon posti ai lati di questa.
Oltre a ciò aveva visto anche una strana grata, su cui Chimchar si era posizionato ed era rimasto fermo per qualche secondo, prima che una voce squillante rimbombasse nell’aria, il cancello si aprisse e una miriade di Pokémon uscissero dalla tenda, tutti da un buco nel terreno che Leah aveva notato a malapena. 
Lei e i ragazzi erano stati accolti da urla di giubilo e applausi da ogni parte, e poi erano stati portati dentro.
Chimchar aveva accettato tutto quell’entusiasmo arrossendo, Piplup, invece, era rimasto calmo e aveva consegnato la squama a Shinx, che prima aveva guardato quell’oggetto con gli occhi che luccicavano, poi l’aveva presa ed era corso via; nel giro di mezz’ora era ritornato con la sua sorellina, in perfetta forma e completamente guarita, e non aveva finito più di ringraziare e ringraziare ancora il Team Pokèpals con le lacrime agli occhi. Sia Chimchar che Piplup si erano guardati con imbarazzo ed erano arrossiti violentemente, ma prima che uno dei due avesse potuto aprire bocca, dal gruppo di Pokémon della Gilda erano emerse Sunflora e Chimecho, che avevano riconosciuto Leah e si erano subito precipitate da lei. Le avevano fatto mille domande, rivelandole che, da quando l’avevano salutata a Borgo Tesoro,
non avevano fatto altro che preoccuparsi per lei e chiedersi se stesse bene.
Solo quando le due amiche avevano rivolto la parola alla ragazza gli altri Pokémon si erano finalmente
accorti che Piplup e Chimchar non erano tornati da soli, ma in compagnia di una bella sconosciuta.
Leah aveva sorriso nervosa ai loro sguardi curiosi, ed era arretrata leggermente, e solo il suo orgoglio le aveva impedito di nascondersi dietro Chimchar come una bambina spaventata.
Allora si era fatto avanti Wigglytuff, con Chatot sulla spalla. Leah si era sentita intimidita davanti al Capitano della Gilda, ma lui, molto cordialmente, le aveva chiesto il suo nome. Lei si era presentata, e ovviamente si era diffuso presto un mormorio tra gli altri Pokémon, che però aveva ignorato, perché se non avesse imparato presto a farci l’abitudine  sarebbe impazzita. 
Anche Chatot l’aveva guardata storto, ma Wigglytuff le aveva stretto la zampa e le aveva dato il benvenuto alla Gilda, come se loro fossero stati vecchie conoscenze, poi, molto amichevolmente, le aveva chiesto da dove venisse e come mai fosse in compagnia di Chimchar e Piplup, sorridendo. 
Leah era rimasta disorientata e disarmata di fronte a tanta cordialità, ma per fortuna Chimchar si era intromesso e aveva iniziato a raccontare le loro avventure.
Ovviamente aveva esaltato le azioni di Leah, forse facendola apparire più grandiosa di quanto fosse stata in realtà, tanto che più di una volta tutti i Pokémon presenti avevano rivolto a Leah occhiate stupite, specialmente Chimecho e Sunflora, che non avevano distolto un attimo lo sguardo dalla ragazza , e Chatot, che invece era rimasto presto a bocca aperta, soprattutto quando Chimchar aveva spiegato nei minimi particolari il combattimento contro gli Shiftry. 
Più il racconto era andato avanti, più lo stupore dei Pokémon si era evoluto in ammirazione, e più la ragazza si era sentita nervosa e a disagio. 
Non era abituata ad essere al centro della scena, e se già le aveva dato fastidio che Chimchar solo avesse peso dalle sue labbra, ora che aveva tutti quei Pokémon a guardarla temeva che sarebbe scoppiata da un momento all’altro, e non era decisamente il caso di farsi conoscere in quella maniera.Di buono ci fu che Chimchar sorvolò sui consigli e sui racconti personali della ragazza, e quando qualcuno le aveva chiesto come avesse fatto a combattere i tipi Buio, lei aveva fatto un gesto di fastidio e aveva liquidato la cosa dicendo semplicemente che  era una che si allenava molto. 
A storia finita, però, si sentì invadere da un’intensa tristezza: aveva seguito Piplup e Chimchar nella loro missione perché Chimchar glielo aveva chiesto, ma quasi  fin da subito Leah aveva iniziato a prenderci gusto, e si era divertita davvero tanto in quell’esplorazione, tralasciando forse quegli istanti di incomprensione coi ragazzi o quando aveva temuto che non sarebbero usciti vivi da lì.
Si rendeva conto che, ora che la missione era finita, le sarebbe dispiaciuto dover lasciare Piplup e Chimchar così presto. E poi, la Gilda…..quando ci erano arrivati si era sentita come travolta da un’intensa ondata di energia, ed era rimasta affascinata dalle squadre di esplorazione che aveva intravisto in giro.
Lei, che per anni si era tenuta costantemente alla larga dalle folle, sentiva che stavolta avrebbe voluto entrarne a far parte, e che avrebbe tanto voluto conoscere qualcosa di più su quel mondo. Era come essere attirati da un’intensa forza magnetica e cercare invano di resisterle.
Quel posto aveva già esercitato un fascino particolare su di lei, e lei non avrebbe voluto andarsene da lì, non ancora, per il momento. Ma non poteva imporsi con i ragazzi: già si era comportata da presuntuosa in missione, quando gli aveva chiesto di eseguire i suoi ordini, se avesse chiesto di poter restare ancora un po’ con loro probabilmente avrebbe fatto la figura dell’arrogante. Shinx, che aveva continuato a strofinare il musetto contro quello della sorellina per tutto il tempo che Chimchar aveva parlato, quando questo finì disse, ancora con le lacrime agli occhi:
<< Team Pokèpals, non vi ringrazierò mai abbastanza. Avete aiutato la mia sorellina, sta bene grazie a voi!>>
<< Grazie, Team Pokèpals >> aggiunse la piccola. Chimchar si grattò la testa per l’imbarazzo.
<< Grazie, ma… se proprio devo essere sincero è solo merito di Leah se siamo riusciti a portare a termine la  missione, senza di lei non so come ce la saremmo cavata...>>. Anche Piplup approvò le parole del compagno. Leah arrossì e tenne lo sguardo basso: non era abituata alle lodi, e se continuavano un altro po’ era sicura che avrebbe finito per montarsi la testa. Piplup si fece pensieroso e guardò Chimchar, poi gli si avvicinò e si schiarì la voce.
<< Chimchar, io….avrei bisogno di dirti una cosa >>.
<< Uh? Dimmi pure, Piplup >> fece Chimchar, sorpreso. Piplup prese a grattare il terreno con il tallone e arrossì, poi guardò Leah. Lei capì e gli rivolse un sorriso di incoraggiamento.Piplup allora guardò l’amico negli occhi.
<< Chimchar, io…. resterò ancora un po’ con il Team Pokèpals >> disse, sorprendendo tutti, specialmente Leah e Chimchar, che sbattè le palpebre.
<< D-davvero? >>
<< Si.Ci sono... un sacco di cose che non conosco ancora. Ma…le voglio  conoscere come membro del Team Pokèpals. E spero anche così di riuscire a scoprire cosa mi è successo, un giorno >>.
<< Piplup… >>
<< Perciò facciamo del nostro meglio, patner! >>
<< Oh sì, puoi contarci! >> e batterono le zampe. Leah li guardò commossa. Non sapeva se era grazie ai suoi consigli o per quello che avevano affrontato insieme se Piplup alla fine aveva deciso di restare con Chimchar, ma a vederli così non potè fare a meno di sentirsi veramente orgogliosa di loro. A sorpresa, sia Chimchar che Piplup si voltarono verso di lei, poi si  guardarono tra di loro e si scambiarono un sorriso d’intesa, dopodiché le si avvicinarono.
<< Senti Leah, ci chiedevamo.. che progetti hai ? >> chiese Chimchar.
<< Bè…a dire il vero…. >> rispose la ragazza, un po’ sorpresa.
<< Non ho un’idea precisa….. sì, pensavo… di rimanere ancora un po’ nei paraggi, per il momento. Perché? >>. Chimchar guardò Piplup con aria furbetta, e lui gli rispose con un occhiolino.
<< In questo caso… ti andrebbe di unirti alla nostra squadra? >> disse infine Chimchar.Quella era proprio l’ultima domanda che la ragazza si sarebbe aspettata, e fu talmente improvvisa che la lasciò completamente spiazzata.
<< I-Io entrare a far parte della vostra squadra?! >> balbettò come se non avesse capito bene. Entrambi i Pokémon annuirono energicamente. Leah sbatté le palpebre assolutamente sconvolta. Era vero che avrebbe voluto continuare a esplorare, ma non pensava che quei due le avrebbero chiesto di farlo insieme a loro, non dopo che lei li aveva praticamente obbligati ad obbedirle. 
Era anche vero, però, che aveva egoisticamente sperato che lo facessero, perché si era affezionata a quei due, e sentiva che avrebbe voluto continuare a seguirli per offrirgli tutto l’aiuto possibile. Ora che però il suo desiderio si era inaspettatamente avverato, sentiva che avrebbe voluto rifletterci su con più calma.
Gli sguardi impazienti dei suoi amici e di tutti gli altri Pokémon intorno a loro, però, non sembravano  per niente inclini a concederle tempo, volevano tutti una risposta, e subito. 
Sospirò: detestava essere messa sotto pressione. Tutto sommato però non ci sarebbe stato niente di male ad accettare per il momento. Decise allora che sarebbe rimasta con loro, almeno finchè non fossero stati in grado di cavarsela da soli. 
Le venne quai da sorridere: si sentiva quasi come una mamma che parla dei propri cuccioli, o come un maestro che ha appena iniziato a istruire i suoi studenti, ed era una sensazione nuova, per lei. Forse era anche questo che significava crescere: non farsi più guidare o appoggiarsi a qualcuno ma essere guida e appoggio per qualcun altro.
Sarebbe stata una bella responsabilità, e lei se ne rendeva perfettamente conto, ma la sua stessa vita era sempre stata una sfida, quindi avrebbe fronteggiato anche questa, senza paura e mettendocela tutta, come aveva sempre fatto. Tuttavia cercò di non far trasparire subito quanto fosse entusiasta di accettare la proposta:
<< Non so ragazzi, io… >> e si voltò verso Wigglytuff <<…potrei farlo?… >>
<< Se Piplup e Chimchar garantiscono per te, allora non c’è alcun problema >> rispose sorridente quello. Leah allora tornò a guardare i ragazzi, e non ebbe più dubbi:
<< In questo caso….accetto volentieri! >> disse con entusiasmo. La reazione dei due non si fece attendere: a Chimchar vennero gli occhi lucidi, poi urlò “Sìììììì!” e si mise a saltare in giro, Piplup prese la zampa di Leah con le proprie e le sorrise timidamente, non trovando forse le parole per esprimere tutta la sua felicità.
<< Pero’ …. >> aggiunse ancora il Pokémon rosa, facendo frenare bruscamente Chimchar che per poco non finì contro il muro.
<< “Però”?? >> chiesero i tre ragazzi, sudando freddo. Wigglytuff chiuse gli occhi, incrociò le braccia, e aggrottò la fronte. Tutti nella stanza si ritrovarono a trattenere il fiato per la tensione; Leah inghiottì forte, Chimchar si morse le mani con gli occhi fuori dalle orbite, e Piplup rimase immobile. Alla fine il Pokèmon Pallone si aprì in un enorme sorriso:
<< ...mi sa che ti toccherà dormire con Piplup e Chimchar. Ti dà problemi dormire con due maschi? >>. I presenti tirarono un sospiro di sollievo, Chimchar quasi svenne per terra e Leah sospirò pesantemente, poi scoppiò a ridere e rispose che non ci sarebbe stato alcun problema, e anche i due ragazzi si dichiararono disposti a dormire con una femmina, anche se lo dissero con le gote arrossate, cosa che gli procurò delle occhiate di sbieco da parte degli altri. A quel punto Wigglytuff sorrise e batté le mani, poi fece cenno alla ragazza di avvicinarsi e poi di stare ferma davanti a lui.  Lei obbedì, ma non poté fare a meno di notare che i membri della Gilda si erano tirati precipitosamente indietro, e che sembravano terrorizzati. Le fu chiaro poco dopo il perché: Wigglytuff gonfiò il petto e la investì con un potente attacco Granvoce, che però non la ferì in alcuna maniera.
<< Ora sei ufficialmente un'esploratrice della Gilda, benvenuta tra di noi! >> esclamò Wigglytuff alla fine,
saltellando dalla felicità. Leah si forzò a sorridere educatamente, anche se dentro di sé si sentì sconcertata dalle bizzarre maniere di quel Pokémon che si chiese se non fosse il caso di iniziare a preoccuparsi ad averlo nei paraggi.
<< Un ultima cosa >> disse ancora quello, e le consegnò un distintivo identico in tutto e per tutto a quello che Leah aveva già visto sulla borsa di Chimchar.
<< E' la targhetta dell'esploratore,  il tuo attestato che afferma formalmente che sei un'esploratrice a tutti gli effetti e che fai parte di una squadra di esplorazione. Conservalo con cura, mi raccomando >>.
Leah era così commossa che non trovava le parole per esprimere la sua gratitudine, e riuscì solo a sorridere, lottando per trattenere le lacrime. A quel punto, Piplup e Chimchar  tirarono fuori le loro targhette e  le misero vicine a quella della ragazza.
<< Benvenuta nel nostro Team, Leah >> dissero all'unisono. Lei sorrise ancora di più, e senza pensare
alzò il proprio distintivo, subito imitata dai suoi compagni, e insieme esultarono trionfanti. 
Si sentiva felice, immensamente felice: avrebbe iniziato un'esperienza del tutto nuova, e non vedeva l'ora di cominciare. Quello che non sapeva, però, era che l'avventura che avrebbe vissuto di lì a breve sarebbe stata forse la più importante della sua vita, e l'avrebbe portata a crescere più di quanto avesse potuto immaginare.

 
Più tardi, nella loro stanza, Leah guardava la luna dalla piccola finestra sulla parete, mentre Piplup e Chimchar dormivano beatamente. Era stata una giornata lunga ma piacevole: dopo la sua nomina ufficiale a membro della Gilda, Piplup e Chimchar le avevano fatto fare un giro del posto, fatto vedere le stanze e le avevano presentato tutti i membri della Gilda, e grazie a questo Leah aveva scoperto che tutte le squadre di esplorazione che aveva visto precedentemente non facevano parte della Gilda, ma che questa era aperta a tutti gli esploratori in cerca di incarichi da portare a termine. 
I membri ufficiali della Gilda, o quantomeno gli attuali apprendisti, erano sette, escludendo Piplup e Chimchar: ovviamente Chimecho e Sunflora, che Leah scoprì essere l'esploratrice modello, la migliore apprendista che la Gilda vantava ( era stata Chimecho a presentarla così, e Sunflora era arrossita per l'imbarazzo).
Ad ogni modo, le due sembravano aver preso molto in simpatia la ragazza, e le avevano fatto molte domande, a cui Leah aveva risposto educatamente e con il sorriso; dopo di loro aveva conosciuto Corphish, Loudred e Bidoof: Corphish le era sembrato abbastanza tranquillo, ed uno con la testa ben attaccata alle spalle; Loudred, al contrario, era il classico duro dalla testa calda, e aveva la brutta abitudine di urlare anche quando parlava normalmente. 
A parer suo, però, sotto quella scorza da duro Loudred  nascondeva anche un carattere gentile, difatti, quando lo aveva salutato, sorridendogli con gentilezza, lui era diventato rosso come un peperone, aveva distolto lo sguardo e aveva iniziato a balbettare, cercando di far finta di niente ( cosa che però non gli era riuscita per niente). 
Bidoof, invece, era il prototipo di individuo timido, pasticcione e imbranato; voci di corridoio captate in giro la informarono anche sul fatto che fosse un golosone, e questo la portò a pensate a lui come ad un bonaccione paffutello ma di indole buona e gentile. 
Oltre a quei tre aveva conosciuto Diglett, la sentinella della Gilda: il suo lavoro consisteva nello stare in fondo ad  una buca profonda sulla cui cima c’era la grata posizionata davanti all'ingresso della Gilda; a lui spettava il compito di identificare i Pokémon che arrivavano alla Gilda in base alle loro zampe.
Leah aveva ascoltata affascinata, e si era complimentata molto con lui, dicendogli che essere in grado di
riconoscere perfettamente le zampe dei Pokémon, a quella distanza, era veramente notevole.
Diglett era arrossito e l’aveva ringraziata per la sua gentilezza, mezzo nascondendosi sotto terra.
Da lui aveva saputo che anche suo padre, Dugtrio, lavorava alla Gilda, ma non aveva potuto presentarglielo
perché, a quanto pareva, gli piaceva molto andare in spiaggia ad osservare il mare.
Leah era rimasta abbastanza sorpresa ma non aveva commentato: in fondo, lei che si faceva passare per un Pokémon Psico sapeva combattere i tipo Buio, quindi lungi da lei giudicare un Pokémon di tipo Terra con la passione per il mare. Da ultimo avevano incontrato Crogaunk, ma questo non si era quasi degnato di prenderli in considerazione, ed era rimasto ad armeggiare dentro un pentolone finchè i tre ragazzi si erano scambiati un’occhiata complice e avevano tagliato la corda.
Chimchar aveva prontamente insistito per non andare dal Capitano e da Chatot, e Leah non aveva obiettato, perché in fondo con loro aveva già avuto abbastanza a che fare, e lei doveva ancora riprendersi dalle maniere bizzarre di Wigglytuff.  Tuttavia non riuscì a trattenersi nel porre qualche domanda ai due ragazzi sul suo conto, e loro le risposero quello che lei già sapeva, ovvero che quel Pokémon era particolarmente solare e amichevole verso tutti, e che anzi ( e qui avevano abbassato la voce per paura di essere sentiti) qualche volta gli era sembrato anche un po’ tonto e infantile. 
Qui Leah non aveva detto niente, perché era parso anche a lei, ma al ricordo di quel potente attacco Granvoce aveva preso le sue difese, dicendo che forse se era il capitano ci sarà pur stato un motivo. Piplup allora le aveva dato ragione, dicendo che in effetti aveva sentito delle voci secondo cui Wigglytuff fosse un esploratore eccezionale, nonché un pericolo tremendo verso coloro che avevano la brutta idea di sfidarlo.
Finito di presentarle i componenti della Gilda, i due ragazzi l’avevano portata davanti alla bacheca delle missioni, sitauta al primo pano della Gilda, quelle su cui erano appese le richieste da parte di tutti i Pokémon dei dintorni. Ce ne erano di tutti i tipi: segnalazioni di oggetti scomparsi, consegna di materiale su richiesta, accompagnamento a visitare luoghi sconosciuti, ritrovamento di Pokémon scomparsi. 
Leah non aveva potuto fare a meno di notare il modo con cui Chimchar aveva osservato certe missioni relative a esplorazioni di terre inesplorate: era stato uno sguardo incantato, completamente rapito, come chi si trova davanti ad un frutto proibito ma sa che non può coglierlo perché porterebbe a conseguenze inaspettate. Sapeva bene quanto Chimchar aspirasse a visitare posti che nessuno finora aveva mai calpestato, e gli aveva augurato di poter vedere il suo desiderio realizzarsi prima o poi.
Ad una cert'ora Chimecho aveva poi chiamato tutti, e insieme erano andati a mangiare. La cena era stata principalmente a base di frutta, ma Leah l’aveva trovata la cena migliore che avesse mai mangiato e si era riempita la pancia fino a scoppiare, imitata molto volentieri anche da tutti gli altri Pokémon, cosa che l’aveva fatta sorridere. Dopo il pasto si erano dati tutti la buonanotte ed erano andati ognuno nelle proprie camere. Leah aveva seguito Chimchar e Piplup nella loro, dove già era stato sistemato un giaciglio di paglia in più. 
Alla vista della stanza e dei letti, alla ragazza era venuto un groppo alla gola, e si era fermata sulla soglia.
L ’emozione era stata troppa: lei non aveva mai avuto niente di tutto quello, né un tetto sopra la testa, né un pasto come si deve, né un letto comodo dove dormire.
Non era mai stato un problema per lei e Vaporeon, entrambi avevano imparato ad arrangiarsi come potevano,
senza desiderare niente né pretendere troppo, e anche così erano stati felici.
Ora che però aveva tutto quello sotto i propri occhi si era resa conto per la prima volta in vita sua di quanto a lungo aveva bramato quelle cose senza saperlo nemmeno, e quanto avrebbe voluto che anche lei e Vaporeon avessero un posto come quello, un luogo dove poter sentirsi a casa, dove poter tornare quando volevano, dove ci fosse qualcuno ad attenderli e che gli facesse sentire il calore di una famiglia, come aveva sentito lei, a cena, quando tutti avevano mangiato, riso e scherzato insieme, generando un’atmosfera così carica di allegria che le si era scaldato il cuore. 
Aveva stretto il ciondolo e ricacciato indietro le lacrime: se quei due l’avessero vista in quello stato probabilmente si sarebbero preoccupati e l’avrebbero riempita di domande, e lei non era proprio dell’umore giusto per farlo, non in quelle condizioni.
Nessuno di loro, comunque, si era accorto di niente, e Chimchar, in uno slancio di galanteria, aveva approfittato del fatto che lei si fosse fermata all'entrata: si era posizionato al centro della stanza, si era inchinato e le aveva dato il benvenuto nella loro umile dimora, ed era riuscito a strapparle un sorriso.
Prima di coricarsi, i due ragazzi l’avevano messa al corrente sull'andamento delle giornate alla Gilda: ci si svegliava presto, e la sveglia ( a Leah si era rizzato il pelo quando glielo avevano detto) era eseguita da Loudred, che in genere irrompeva nella loro stanza urlando a pieni polmoni.
Così, invece di svegliarsi, loro finivano sempre per essere ancora più storditi di prima, e ci mettevano il doppio del tempo a riprendersi, ma per fortuna ciò non impediva loro di presentarsi puntuali alla cerimonia
del mattino.
<< Cerimonia del mattino? >> aveva chiesto Leah. I due le avevano spiegato in cosa consistesse: appena svegli, tutti i membri della Gilda si ritrovavano davanti alla stanza del Capitano,  e quando lui usciva dovevano salutarlo con il motto della Gilda. Lo insegnarono alla ragazza: 1, lavorare non fa male; 2, a chi scappa niente pappa; 3, ogni sorriso va condiviso. Dopo ciò, Chatot congedava tutti, ed ognuno andava a lavorare. Leah si era sentita entusiasta e aveva esclamato che non vedeva l’ora di incominciare.
A vederla così su di giri, Piplup e Chimcha l’avevano guardata sorpresi, al che lei aveva sbattuto le palpebre
e aveva chiesto cos' avesse detto di male. Chimchar aveva scosso la testa e aveva risposto che non aveva detto niente di sbagliato, e che semplicemente gli era sembrato che da quando erano arrivati alla Gilda lei fosse diventata sempre più sciolta e tranquilla con il passare del tempo, e che non l'avevano ancora vista così carica di energia.
Leah allora era arrossita dalla vergogna e aveva smesso di sorridere, chiedendo scusa ai due ragazzi, ma loro l'avevano rimproverata dicendole che non aveva niente di cui scusarsi, e che era un piacere vederla felice.
Leah era arrossita ancora di più e non aveva più detto una parola. Nessuno dei due aveva insistito oltre, e  Chimchar si era stiracchiato e aveva dato la buonanotte ai compagni, raccomandandogli di risposare , perchè avrebbero dovuto essere tutti in forma, l'indomani, per affrontare un'intensa giornata di lavoro. 
Piplup aveva seguito il suo esempio, e nel giro di pochi minuti entrambi avevano iniziato a ronfare alla grande. 
Leah no. Abitudine alla veglia a parte, non sarebbe riuscita a dormire lo stesso, primo perchè temeva che così avrebbe recuperato il suo vero aspetto, secondo perchè era talmente eccitata che era certa che non avrebbe preso sonno nemmeno se dieci Jigglypuff avessero usato Canto su di lei. 
Come sempre, aveva trascritto tutto quello che le era capitato dal suo arrivo a Borgo Tesoro fino a quel momento sul diario, e stavolta si era trovata con così tanto da dire che aveva finito per immaginare di scrivere una lettera a Vaporeon, in cui si era rivolta a lui come se fossero stati insieme e chiaccherassero tra di loro:
“...e insomma, ora sono in questa squadra di esplorazione con Piplup e Chimchar, e domani inizierò a lavorare con loro. Ti confesso che sono eccitatissima, non sto più nella pelle, e vorrei che fosse già mattina! E' buffo che io dica una cosa del genere, non trovi? Fino a qualche anno fa saremmo stati quasi terrorizzati  da una cosa del genere: per noi il nuovo giorno avrebbe solo significato sforzarsi di sopravvivere fino alla sera, evitare di cadere vittima di qualche trappola degli umani o cercare di non farci uccidere da qualcuno. 
Forse...forse è solo questo che abbiamo fatto finora: sopravvivere. Non lasciare che ci privassero della  nostra libertà. Impedire che ci separassero. Abbiamo passato la nostra vita a correre, a nasconderci, a lottare per la sopravvivenza. La fuga è diventata l'unica  maniera di vivere che conoscevamo. 
Ma ora è diverso: sento che comincerò un'esperienza del tutto nuova per me, e ti confesso che sono eccitata e spaventata al tempo stesso. Domani, forse, sarò il primo giorno della mia vita in cui comincerò  a vivere sul serio, a conoscere il vero significato di questa parola. Ma ho paura lo stesso, Vaporeon:  paura di quello che succederà, dell' imprevedibilità del domani, di quello che incontrerò.
Sono qui da poco, è vero, ma già questo posto mi piace tantissimo, e vorrei poterci stare senza dover essere sempre  preoccupata. So cos'è veramente a spaventarmi: il mio passato. Ho costantemente paura di dire le cose sbagliate, di fare le cose sbagliate, di rovinare tutto un'altra volta, di venire usata e tradita. 
Se non ci fossi stato tu al mio fianco, io non sarei sopravvissuta, e per questo non smetterò mai di ringraziarti, ma ora che sei lontano ho tremendamente paura: sempre, ogni istante della giornata, i miei demoni mi tormentano di continuo, ed io non ho ancora  trovato il modo per metterli a tacere. 
E’ anche per questo che hai voluto che imparassimo a essere indipendenti, vero? Perchè  imparassimo ciascuno a convivere con il proprio passato, e fare in modo  che non diventi un ostacolo per il presente. Io ti prometto che mi impegnerò per riuscirci , stringerò i denti e mi sforzerò di sorridere, sempre e comunque, ma non sarà facile. 
Di sicuro, comunque, da qui a oltranza avrò molto a cui pensare, quindi non credo che avrò il tempo di deprimermi. Noi tre qui ci muoveremo molto, penso: vedremo tanti posti, incontreremo tanta gente...che non è poi tanto diverso da quello che ho fatto finora, ma sarà comunque differente, perchè stavolta non sarò sola e non sarò protetta da qualcuno:sarò con Piplup e Chimchar, e sarò io a consigliarli e a proteggerli dai pericoli.  
Forse ti sembrerò un po' presuntuosa a pensarla in questi termini, ma è questo ciò che sento nei loro  confronti, e resterò con loro finchè questo istinto protettivo non sarà svanito. Credimi, temo che abbiano veramente bisogno di qualcuno che li guidi: Chimchar è una testa calda, impaziente e impulsivo,  non stà fermo un attimo e non riflette seriamente prima di agire; Piplup è molto più tranquillo, ma non ricorda niente del proprio passato, e so che per questo si sente molto spaesato e fuori posto. 
Con questo ti prego di non pensare che io li consideri dei perditempo fannulloni che hanno bisogno che qualcuno tenga loro la manina, per carità. Sono entrambi molto coraggiosi e di buon cuore, quello che gli manca è solo un po' di senso di responsabilità, ma sono dei tipi in gamba, te lo assicuro. 
Ciononostante, resterò con loro finchè servirà, o almeno  finchè loro decideranno di non aver più  bisogno della balia, e a quel punto penso che mi cacceranno via. Ehehe, scherzo, dai. Ti confesso che sono li invidio un po' . Anche noi l'avremmo voluto, ti ricordi? Qualcuno che ci prendesse sotto la sua ala protettiva, che si prendesse cura di noi con amore, senza abbandonarci né tradirci mai..qualcuno che ci avrebbe fatto sentire al sicuro. Cavolo, forse sto diventando melodrammatica. D'accordo che non è la prima volta che affrontiamo  questo genere di argomenti, però...il fatto è che...quando sono arrivata in questo posto ho visto ciò che non abbiamo mai avuto in tutti questi anni, e questo mi ha commosso. 
Non dico tanto per il fatto di avere  degli amici o cibo, quelli, malgrado tutto, non ci sono mancati. E' la questione di avere un posto in cui vivere e a cui tornare che mi stà a cuore. Per me un posto così  sei sempre stato tu, mi bastava averti al mio fianco per sentirmi a casa. Ora che siamo distanti, però,  sento davvero la mancanza di un punto di riferimento, e forse qui potrei davvero finire per trovarne uno,  o meglio, vivere immaginando di avercelo. 
Spero comunque di non affezionarmi troppo a questo posto,  perché sennò, quando verrà il momento di lasciarlo, non ne sarò per niente in grado, o se lo sarò,  lascerà un vuoto nel mio cuore. Questo non vuol dire che mi comporterò da dura o da menefreghista, sia ben chiaro, anche perché non è nel mio stile e non sono molto brava a fare la prepotente.
Cercherò di imparare ad aprirmi agli altri quanto basta, senza essere né troppo esuberante  né troppo chiusa. Ovviamente non resterò qui per sempre: sono un essere umano, malgrado tutto, e anche se speciale, le mie energie non sono infinite, quindi non so per quanto tempo riuscirò a restare Espeon.
Anche se non ci fosse questo problemino , io non sono fatta per restare in un unico posto troppo a lungo, sono sempre stata una ragazza curiosa, lo sai, e ho sempre desiderato   fare nuove esperienze. Forse è anche per questo che non vedo l'ora di cominciare a lavorare in  questa Gilda: qui le esplorazioni sono all'ordine del giorno, e sono certa che non avrò il tempo per annoiarmi! L'unica pecca, naturalmente, sarà dover fare attenzione per non rivelare la mia vera identità: non sono  mai rimasta trasformata così a lungo, dovrò esercitare la massima cautela.
Anche se mi sa che non  passerà molto tempo prima che qualcuno inizi a fare domande. Già  a solo sentire il mio nome  qui è stato tutto un bisbigliare e sussurrare insopportabile, oltre a occhiate per niente lusinghiere da parte di qualcuno. Sapevo cosa andavo incontro quando ho deciso di mantenere il mio nome, ma a me non è  mai piaciuto mentire e di certo non comincerò  per salvaguardare le apparenze. 
E poi c’è la questione dei miei occhi, ma per fortuna quelli oggi nessuno li ha additati, e se l'ha fatto almeno ha avuto il buon gusto di non farsi vedere. Egoisticamente spererei fosse sempre così, ho paura  che troppe domande potrebbero innervosirmi. Diciotto anni passati a tenere a distanza gli altri e ora mi ritrovo improvvisamente a far parte di una comunità, e mi sento totalmente impreparata e fuori posto, perchè non sono abituata a dialogare o a relazionarmi con gli altri, e di conseguenza mi sto ritrovando  un pochino impacciata a sostenere delle conversazioni come si deve. 
Probabilmente a questo punto potresti pensare “ Ma sei in mezzo a dei Pokémon, con noi non hai mai avuto problemi di questo tipo”, e avresti  anche ragione, il problema è che con quelli che abbiamo incontrato finora le conversazioni ruotavano tutte  ad argomenti semplici come giocare, vivere nel bosco, proteggersi dai nemici e cose così: questi qui  invece...oddio,mi viene il disgusto a concepire una cosa del genere, ma.....sono molto...li trovo molto più.... umani, o civilizzati che dirsi voglia , di qualsiasi altro Pokémon che ho visto. 
E' rivoltante fare questo paragone, lo so, ma è l'unico che mi è venuto in mente, quindi per favore non prendertela con me!  A parte tutto...ammetto che nascondere a questi Pokémon che sono un'umana getta una piccola ombra  sulla mia fedina penale, ma in fondo non ho ancora affermato di essere un Espeon quindi per il momento non ho ancora ingannato ufficialmente nessuno, e mi basterà non alimentare troppo questa cosa per essere in pace con me stessa.” 

Qui si era fermata un attimo e aveva preso un respiro profondo, lottando contro la tristezza improvvisa che l'aveva assalita mano a mano che scriveva quelle parole.
”Vorrei tanto che tu fossi qui con me: mi manchi da morire, e non sai quanto vorrei condividere con te ciò che ho vissuto oggi. Ti piacerebbe molto questo posto: un villaggio di soli Pokémon, in cui gli esseri  umani esistono forse solo nelle favole per bambini, e in cui i Pokémon possono vivere felici e senza preoccupazioni. Il posto che abbiamo sempre sognato, insomma. Ed io come al solito sono qui a odiare il mio destino: se mi è stato fatto il dono di grandi poteri che mi permettono anche di poter parlare con quelli come voi, allora perchè non lo sono nata direttamente anch'io? 
Aggiungi anche il fatto che sono molto  più vicina ai Pokémon che agli umani e che solo quando mi trasformo in Espeon mi sento veramente me stessa  e siamo a posto! Comincio a pensare che non riuscirò mai ad essere veramente felice Vaporeon, ed è in momenti come questi che ti odio, perchè non ci sei. 
Mi manchi da morire, e in questo preciso istante vorrei poter essere con te, sdraiata al chiaro di luna a chiaccherare, a ridere e a scherzare. Ogni giorno non riesco a non pensare al vuoto che la tua partenza ha lasciato dentro di me. 
Vorrei poterti parlare, invece di scriverti come sto facendo adesso. Vorrei poterti abbracciare, accarezzare, stringerti forte a me e sentirmi al sicuro, come quando di notte mi svegliavo da un brutto sogno e tu prima mi prendevi in giro dandomi della fifona, ma poi mi salivi sulle spalle e vegliavi su di me finchè non mi  calmavo e riprendevo sonno.
Averti nel mio cuore non mi basta già più: ti vorrei qui con me, più di ogni  altra cosa. Si, ancora più di Braven. Di che ti stupisci, scusa? Va bene, malgrado il suo abbandono mi bruci ancora,  i miei sentimenti per lui sono sempre forti, però... non lo conosco come conosco te. 
Non ho vissuto e respirato con lui come con te, e non oserei mai, MAI, mettere ciò che provo per Braven allo stesso livello di ciò che tu sei per me, perchè non esiste paragone, nella maniera più assoluta. 
Lui era il mio maestro e lo amo, ma tu.... tu sei tutto per me, e ti voglio tanto, troppo bene. Spero di rivederti il prima possibile. Nel frattempo, vivrò intensamente quest'esperienza anche per te, e quando sarò in missione,  immaginerò di averti al mio fianco. Buonanotte. Ti voglio bene.”
 Su queste ultime parole le era caduta una piccola lacrima che aveva sbiadito un po' la scrittura, ma si era morsa le labbra e aveva messo via il diario: era stanca di piangere. 
Dopo ciò si era messa a fissare la luna piena, giocherellando di tanto in tanto con il ciondolo che portava al collo. Era ormai notte fonda, ma lei era ancora lì, ed era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse di Chimchar.
<< Non riesci a dormire? >> le chiese, stropicciandosi gli occhi. Leah si volse appena nella sua direzione, poi tornò a guardare la luna.
<< No, troppi pensieri per la testa >> disse semplicemente. Chimchar rimase un attimo lì incerto sul da farsi, e Leah, sempre senza voltarsi, si spostò e gli fece spazio sul proprio giaciglio, su cui Chimchar si sedette subito.
<< Anch'io ho la testa in subbuglio >> ammise il piccolo Pokémon arancione, dondolandosi avanti e indietro.
<< Sì, ma al contrario di me tu hai dormito come un ghiro finora, quindi non mi sembri tanto pensieroso >>
ribattè Leah. Chimchar alzò lo sguardo e la guardò imbronciato, lei ricambiò senza mutare espressione e alla fine entrambi ridacchiarono.
<< Davvero, sono serio >> disse ancora Chimchar. << Oggi sono successe talmente tante cose... abbiamo portato a termine il nostro primo vero incarico, Piplup mi ha detto che resterà, e cosa più importante abbiamo una nuova compagna nel nostro Team, di cui ho già perso il conto delle volte che ci ha tirato fuori dai guai e con cui saremmo eternamente grati! >> disse guardandola con immensa felicità. Leah arrossì e distolse lo sguardo.
<< Non serve che mi ringrazi ancora, Chimchar >>.
<< Ma io ci tengo tanto, anzi, d’ora in poi mi impegnerò il doppio per riuscire a  ripagarti!>>.Leah fece un sorriso amaro.
<< Vi siete già sdebitati facendomi entrare nella vostra squadra, ed è più che sufficiente per me >>.
<< Quello non conta affatto, anzi, non è minimamente confrontabile!!! >> esclamò Chimchar agitando le braccia. Leah gli mise la coda sulla bocca e gli fece cenno di fare silenzio, indicando Piplup con un cenno del capo. Chimchar arrossì  e si abbracciò le ginocchia.
<< Dicevo…farti entrare nel nostro gruppo non era il modo con cui avevamo pensato di ripagarti, era solo un favore che volevamo chiederti….un po’ egoistico da parte nostra, lo ammetto, però… >>
<< Se ti può consolare allora siamo in tre ad essere stati egoisti, perché io ho egoisticamente sperato che voi mi chiedeste una cosa del genere >> lo interruppe Leah.
<< Davvero?! >>
<< Davvero >> rispose, poi si guardarono negli occhi e ridacchiarono ancora.
<< Senti, Leah… >> aggiunse poi Chimchar.
<< Sì? >>
<< Posso farti una domanda? >>
<< Dimmi pure >>. Chimchar si tormentò le mani, riflettendo qualche secondo.
<< Ti va di dirmi…cos'è quello? >> disse infine, indicando il petto della ragazza. Lei abbassò lo sguardo e capì che stava accennando al suo ciondolo.
<< E’ tutto il giorno che me lo chiedo: ti ho vista più volte stringerlo, specialmente quando ci hai raccontato di te. Ogni volta che lo hai fatto mi sei sembrata molto triste, per cui mi sono chiesto se avesse un qualche significato particolare per te >>. Leah non rispose e strinse forte la pietra , così tanto  che si ferì il palmo. Chimchar si accorse del suo turbamento e  cominciò subito a scusarsi frettolosamente, agitando  le braccia.
<< Scusascusa, non volevo, non importa se non ne vuoi parlare, ero solo curioso, non pensavo, non volevo turbarti in  questo modo, mi dispiace, io…. >>, ma di nuovo Leah  gli tappò la bocca, solo che stavolta non lo guardò nemmeno. Lo lasciò andare solo dopo qualche secondo, lasciando cadere lentamente la zampa a terra.
Chimchar, che si era immobilizzato già quando lei lo aveva zittito, non fu più in grado di muovere  un singolo muscolo quando vide Leah intristirsi improvvisamente.
Si diede dello stupido per essere stato tanto sfrontato nei suoi confronti, e meditò di farsi picchiare da lei 
finchè non lo avesse ritenuto sufficiente, ma Leah alzò lo sguardo e lo guardò con un sorriso triste.
<< Non sei stato inopportuno, stai tranquillo >> lo rassicurò, addolcendo la sua espressione.
Chimchar la osservò imbambolato come un idiota, e solo quando si rese conto di essere rimasto a bocca aperta scosse furiosamente la testa e si schiaffeggiò le guance.
<< Leah...>> disse pianissimo. << Se non vuoi dirmelo non importa, lascerò perdere, promesso... >>. Lei sorrise ancora, e al piccolo Pokémon si bloccò il respiro.
<< Non ho problemi, davvero. Solo... è la prima volta che ne parlo con qualcuno >>.
<< Ah, d'accordo...>> disse Chimchar. Leah rovesciò la testa all'indietro e contemplò il soffitto, poi la riabbassò di colpo e guardò il compagno.
<< Ti chiedo solo di essere discreto e di non fare commenti a sproposito. Pensi di riuscirci? >>. Per tutta risposta, Chimchar si sistemò meglio sul giaciglio, senza staccare gli occhi dalla ragazza. Lei prese un bel respiro e disse:
<< E' un ricordo di mio fratello >>. Chimchar sbattè le palpebre.
<< Hai un fratello? >>
<< Si, di poco più giovane di me. Si chiama Vaporeon, ed è....il miglior fratello che si possa desiderare...    >> disse Leah malinconica.
<< Gli è successo qualcosa? >> chiese Chimchar impaziente, poi però si tappò la bocca con entrambe le mani e arrossì per la vergogna. Leah lo guardò stupita, e a sorpresa si mise a ridacchiare.Chimchar la guardò come se fosse pazza.
<< Allora è questo che stavi pensando? >> disse lei dopo essersi calmata. Chimchar, confuso, fece debolmente cenno di si. Leah ridacchiò ancora.
<< Hai frainteso, Chimchar. Non gli è accaduto niente, stai tranquillo. E' solo... troppo lontano >>. Di nuovo Chimchar sbattè le palpebre perplesso. Leah allora si voltò completamente verso di lui e lo guardò negli occhi.
<< E' un po’ lunga da spiegare. Per favore, se proprio vuoi sapere tutto cerca di non dire niente fino alla fine, va bene? >>. Altro debole cenno di assenso.
<< Per la verità…io e Vaporeon non siamo veramente fratelli, però….è sempre stato come se lo fossimo. Ci siamo conosciuti che eravamo appena due bambini: eravamo entrambi soli al mondo, ma solo io ero quella spaventata e insicura. Lui…è comparso un giorno dal nulla, e da allora siamo sempre rimasti insieme.
Ci siamo presi cura l’uno dell’altro, non ci siamo mai separati. Vaporeon era…la mia fonte quotidiana di risate,
capace di farmi tornare il sorriso anche se ero dell’umore più nero; il mio straordinario confidente a cui potevo
dire tutto senza timore di venire incompresa; la mia roccia, il mio sostegno. 
Se diventavo triste lui faceva di tutto per tirarmi su di morale, se piangevo mi abbracciava e mi consolava subito. Si è preso cura di me come non ha mai fatto nessun altro. 
Senza di lui…..io ora non sarei qui. Lui….è tutto, per me: la mia casa, la mia famiglia, il mio mondo, il posto a cui appartengo e a cui voglio tornare. Io non potrei amarlo di più se fossimo veramente fratelli >> raccontò la ragazza, ritornando però triste. Chimchar si accorse che gli occhi le erano diventati lucidi, e senza pensare si alzò e l’abbracciò. Leah rimase stupita , ma prima che potesse dire qualcosa, lui sembrò riacquistare consapevolezza all'improvviso, e si staccò di colpo, allontanandosi e dandole le spalle.
Leah sbattè le palpebre sorpresa, gli si avvicinò e abbassò il musetto a livello del volto di Chimchar per guardarlo negli occhi, ma lui arrossì e cambiò nuovamente posizione, prendendosi la testa tra le mani. La ragazza allora sorrise e gli prese delicatamente il viso, obbligandolo a girarsi.
<< Chimchar… >>
<< Mi dispiace, scusa, non so cosa mi è preso! >> si giustificò lui cercando di divincolarsi. Leah gli prese il volto con entrambe le zampe e lo spinse a guardarla negli occhi.
<< E’ stato perché mi hai vista triste, vero? >>. Chimchar diventò rosso come un pomodoro ma fece cenno di sì. Leah gli sorrise dolcemente e gli accarezzò la guancia.
<< Sei stato molto carino, Chimchar. Grazie >>. Lui non rispose, ma diventò ancora più rosso di prima, e si poterono udire perfettamente i battiti impazziti del suo cuore. La ragazza lo lasciò andare e si rimise seduta, subito imitata da Chimchar, che però restò a distanza a lei.
<< E’….è lui che intendevi oggi, quando ci hai detto che esisteva una sola persona al mondo di cui tu ti fidi
ciecamente? >> chiese, dopo qualche istante di silenzio imbarazzante.
<< Si >> rispose lei. << L’unico in cui abbia riposto fiducia e che non mi ha mai tradito… >>. Il Pokémon di Fuoco tenne lo sguardo basso e dondolò i piedi davanti a sé.
<< Quello te l’ha regalato lui? >> chiese poi.
<< Più o meno: una volta, quando eravamo bambini, abbiamo trovato questo sasso per caso, o meglio, Vaporeon lo ha trovato, e subito l'ha spezzato a metà: lui ha tenuto una parte e io l'altra, così, anche se in futuro fossimo stati lontani, guardando queste pietre avremmo immaginato di essere ancora vicini l'uno all'altro, e che in realtà non saremmo mai stati da soli >>. Mentre parlava, Leah guardò ancora la pietra e sospirò: era la prima volta che parlava ad uno sconosciuto del significato nascosto di quel ciondolo, e anche se sentiva un certo pudore nel farlo, non avrebbe saputo dire se quello che stava facendo era giusto o sbagliato.
Aveva ancora paura ad aprirsi, nonostante tutto, e dopo una vita passata nella diffidenza era cert ache ci avrebbe messo molto tempo per riuscire a cambiare il suo modo di fare . 
Confidarsi con Chimchar era già stato un passo avanti, ma ad ogni modo avrebbe continuato a essere prudente e a non lasciarsi andare completamente. Chimchar giocherellò distrattamente con un filo di paglia.
<< Ma....se siete così uniti, come mai lui non è qui? >> chiese, timidamente.
<< Qualche mese fa è saltato fuori con una proposta: che entrambi intraprendessimo un viaggio in giro per il mondo...da soli >>.
<< Cioè, tu senza di lui e lui senza di te? >>
<< Esatto >>.
<< Ma...perchè? >>
<< Perchè non potevamo continuare a vivere affidandoci continuamente a qualcun' altro per andare avanti, ed era meglio che entrambi imparassimo a cavarcela da soli, a diventare autonomi, per così dire >>.
<< Lui si era stufato di te? >>
<< No >> disse Leah, scuotendo la testa ma sorridendo. << Avrebbe continuato più che volentieri a stare con me, ma per il nostro bene era importante cominciare questo tipo di esperienza.  Questo non vuol dire che il nostro rapporto si sia incrinato o sia finito, anzi: ora che è lontano, io lo sento più vicino che mai. E quando guardo questa pietra... riesco a vederlo al mio fianco, e non mi sento sola >> disse, guardando il ciondolo con infinita dolcezza. Chimchar la guardò ammirato, poi abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia.
<< Sei davvero fortunata ad avere un amico così >>.
<< Si, lo so. Non è passato giorno senza che io abbia ringraziato il cielo per l'incredibile fortuna che mi è capitata >>.
<< Io ho sempre sognato di avere un fratello maggiore.... >> disse Chimchar, quasi soprappensiero.
Leah sorrise e tornò a guardare la luna. Ad un certo punto, Chimchar si alzò in piedi e si volse verso di lei.
<< Leah >> disse serio. << Sono contento che tu ti sia aperta così con me. Perciò... ho deciso di fare altrettanto, e di rivelarti un mio segreto >> annunciò con decisione.
<< Ma... >> cercò di protestare la ragazza. << Chimchar, non serve, non... >>
<< Infatti non serve, ma lo voglio io >> disse l'altro in un tono che non ammetteva repliche. Leah lo guardò sbigottita, ma alla fine si arrese, e allargò le braccia come a dire” Fa come ti pare, tanto è lo stesso”. Chimchar allora si tolse il ciondolo che portava al collo e solo allora Leah si rese conto che da quando erano arrivati alla Gilda Chimchar lo aveva tenuto voltato, in modo che la facciata con quel simbolo strano non si notasse.
<< Non voglio che gli altri lo vedano >> disse Chimchar, notando il suo sguardo interrogativo.
<< Potrebbero iniziare a fare domande, o potrebbero addirittura portarmelo via, e questo non potrei mai accettarlo >> e lo tese alla ragazza. Lei lo prese con estrema delicatezza, come se fosse stato fragilissimo, e sfiorò l'incisione riportata sopra: al centro di quel piccolo sasso c'erano disegnati una serie di piccoli cerchi concentrici, da cui partivano quelli che sembravano quattro piccoli riccioli e una serie di coroncine sovrapposte l'una sull'altra. Leah lo osservò affascinata.
<< Questo è il mio Frammento Antico. E' il mio tesoro personale >> spiegò Chimchar guardando il ciondolo
con una certa apprensione. Leah capì il suo disagio e glielo restituì.
<< E' molto importante per te, vero? >>
<< Si. E' il mio punto di partenza, il motivo per cui desidero diventare un esploratore. L'ho trovato per caso un giorno e da allora il mio scopo nella vita è diventato quello di riuscire a capire quale segreto si nasconde dietro a questo disegno. Ma... non avevo il coraggio di chiedere alla Gilda se potevano accettarmi come apprendista. Poi però ho incontrato Piplup, e..... ok, forse sono stato arrogante e l'ho trascinato con me anche se lui non era d'accordo, però... è grazie a lui se sono riuscito a farmi prendere dalla Gilda, quindi gli devo molto... >> disse, guardando verso il compagno addormentato con profonda riconoscenza. Leah lo guardò con dolcezza, poi però le venne un dubbio.
<< Ti è già successo? Cioè: è già capitato che qualcuno abbia provato a portarti via quel sasso? >>. Chimchar si incupì di colpo e abbassò lo sguardo, e Leah lo vide stringere forte il ciondolo.
<< Sì...è già successo >> disse piano. Leah si fece più vicina.
<< Poco dopo aver incontrato Piplup....anzi no, lo stesso identico giorno, due furfanti ci hanno aggredito e me l'hanno strappato dalle mani. Io e Piplup li abbiamo inseguiti e solo dopo un duro combattimento lo abbiamo recuperato. Da allora preferisco tenere nascosta quest'incisione, perchè non voglio che qualcun'altro se ne interessi e me lo porti via.... >> disse stringendolo con entrambi le mani.
<< Ti capisco benissimo >> disse Leah. << Io tengo a questa pietra più che alla mia stessa vita. Se me la portassero via... penso che impazzirei. Immagino sia lo stesso anche per te >>. Chimchar annuì, cullando il suo piccolo tesoro tra le mani come se fosse un cucciolo.
<< Però, Chimchar... >> fece la ragazza, ancora dubbiosa. << Oggi, quando vi ho incontrato, quell'incisione era lì in bella mostra. Come mai...? >>
<< Uno degli attacchi di Shiftry me lo aveva fatto cadere per terra, ed io l' ho recuperato, ma ho dimenticato di voltarlo. Solo quando siamo tornati alla Gilda mi sono reso conto che non era nascosto, e meno male che il Team Ventagliente non lo ha notato >>.
<< Già, mi sono sembrati dei tizi più interessati agli affari che al resto.Sicuro che siano una squadra d'esplorazione?>>
<< Penso di sì, ma io li conosco a malapena: li ho visti solo una volta durante uno dei miei numerosi tentativi di entrare alla Gilda. Erano appena stati banditi e minacciati di non farsi più vedere >>.
<< Forse si sono fatti prendere troppo dalla sete di potere... >>
<< Boh, può darsi >> disse Chimchar, dopodichè tacquero per qualche istante. Leah agitò la coda con fare
distratto, lo sguardo perso nel vuoto.
 << Chimchar....perchè hai voluto dirmelo? >> osò chiedere, infine, senza però guardarlo negli occhi. Chimchar, al contrario, si volse verso di lei e si portò la mano con il ciondolo all'altezza del cuore.
<< Perchè ora siamo una squadra, e tra compagni di squadra ci si deve fidare l’uno dell’altro. Io non voglio avere segreti per te e Piplup, e vorrei che anche per voi fosse lo stesso. Leah, >> aggiunse, prendendole una zampa << qualunque cosa succeda, voglio che tu sappia fin da ora che potrai sempre contare su di me. 
Io non tradirò la tua fiducia, quindi ti prego di non avere esitazioni a confidarti con me, perchè io sarò sempre pronto a darti una mano >>. Leah guardò il Pokémon negli occhi e li vide animati da una strana fiamma. 
Oltre a questo vi lesse anche sincerità, una sincerità che fino a quel momento aveva visto solo in pochissimi sguardi. E si sentì un mostro. Perchè Chimchar aveva iniziato a fidarsi di lei già da quando li aveva salvati la prima volta, anche se era una completa estranea, cosa che le aveva dato fastidio e l'aveva portata a giudicare Chimchar ingenuo e superficiale.
Ora però Chimchar aveva deciso di condividere con lei qualcosa a cui teneva tantissimo, dando prova di una
maturità che Leah non gli avrebbe mai attribuito, motivo per cui ora lei si sentiva tremendamente in colpa due,
no, tre volte. Primo perchè era stata presuntuosa a giudicare il carattere di Chimchar, secondo perchè lui aveva condiviso con lei un segreto probabilmente noto solo a lei e a Piplup, terzo perchè le aveva chiesto di non aver paura a fidarsi di lui, perchè non l'avrebbe mai tradita. 
Si sentiva meschina proprio perchè sapeva che non sarebbe riuscita ad essere completamente sincera con loro, anche perchè solo il fatto che credevano che fosse un Pokémon era  già una menzogna, ma lei non poteva dirgli la verità, non poteva assolutamente farlo.
E ora si era incastrata con le proprie mani, perchè se per caso avessero scoperto la verità, prima le avrebbero dato della bugiarda perchè aveva mentito sulla propria identità, e poi si sarebbero arrabbiati perchè non li aveva ritenuti degni di fiducia se gli aveva nascosto una cosa così.
Le vennero gli occhi lucidi e si voltò dall'altra parte per non farsi vedere in lacrime. Era stato tutto troppo improvviso per lei: dopo aver trascorso la propria esistenza quasi costantemente nell'ombra, senza la possibilità di fidarsi veramente di qualcuno, ora di colpo un Pokémon, un completo sconosciuto le stava offrendo, no, giurando la propria fiducia, e lei non era pronta a questo, non si era mai fidata di nessun altro all'infuori di Vaporeon, e questo la terrorizzava, perchè aveva paura di finire di nuovo per soffrire, come le era sempre accaduto, e perchè non poteva dargli veramente fiducia: anche con tutta la buona volontà possibile, infatti, avrebbe sempre avuto qualcosa da nascondere, e questo la faceva sentire male, le impediva addirittura di respirare come si deve.
Chimchar se ne accorse e le mise una mano sulla spalla per chiederle cosa non andasse, ma lei si voltò e l'abbracciò stretto, poi scoppiò a piangere. Chimchar rimase paralizzato dallo stupore e con le braccia a mezz'aria, ma poco a poco capì il motivo del suo turbamento e ricambiò l'abbraccio, seppur più rigidamente e arrossendo come un pomodoro .
<< Andrà tutto bene, Leah >> le disse un po' impacciato. << Non c'e' fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve. Ma vedrai che....riusciremo a farti ritrovare la fiducia nelle persone, te lo prometto >>.
A quel punto Leah sollevò lo sguardo, e tra le lacrime sorrise. Chimchar ricambiò, così rosso in volto che gli si sarebbe potuto vedere il fumo uscire dalle orecchie.
<< B-eh, ecco… >> disse dopo un po’, guardando per terra. << Insomma, credo che ora sia il caso di riposare… non vogliamo arrivare al lavoro come tre zombie resuscitati, vero? >> chiese impacciato come non mai, dandole dei colpetti maldestri sulla spalla. Leah si asciugò le lacrime e annuì, ed ognuno di loro ,si accovacciò sul rispettivo giaciglio. Prima di addormentarsi, Chimchar sentì ancora la voce di Leah.
<< Chimchar…. >>
<< Sì? >>
<< Grazie >>. Il piccolo Pokémon dovette fare uno sforzo considerevole per non voltarsi di nuovo a
guardarla, e si rannicchiò più che potè sulla paglia, abbracciandosi anche le ginocchia per non  cedere alla tentazione di alzarsi. Per qualche strano motivo, però, non gli riuscì più di addormentarsi, e continuò ad agitarsi inquieto, passando di continuo da una posizione all'altra, lottando contro sé stesso per non non guardare verso Leah. 
Quella ragazza lo aveva completamente conquistato: già da quando gli aveva fatto quei discorsi o quando li aveva guidati durante i vari combattimenti affrontati aveva iniziato ad ammirarla; ora poi che lei gli aveva raccontato quanto dura era stata la sua vita, lui l’ammirava ancora di più, perché, malgrado tutto, andava avanti con il sorriso sulle labbra, e si era dimostrata una ragazza coraggiosa e tenace.
Adesso che faceva anche parte del gruppo, Chimchar aveva capito che avrebbe tanto voluto diventare come lei, un giorno: forte, sicuro di sé e coraggioso.Si ripromise che da quel momento in poi, durante ogni sua azione, Leah sarebbe stata il suo modello, e che si sarebbe impegnato al massimo per essere alla sua altezza. 
Si addormentò improvvisamente nel bel mezzo dell’ennesimo cambio di posizione, come se avesse esaurito di colpo le forze. Mentre perdeva coscienza però ebbe come l’impressione di sentire una voce dolcissima che cantava una ninna-nanna, ma non riuscì a chiedersi se fosse un sogno o meno, perché cadde subito in un sonno profondo,stringendo tra le mani il suo piccolo tesoro come se fosse un talismano che avrebbe scacciato i brutti sogni.
Sopra di lui, Leah lo guardò con dolcezza. Forse non era stato proprio corretto usare i suoi poteri in quel modo, ma lo aveva fatto per una buona causa, quindi non era il caso di pensarci troppo su.
Delicatamente accarezzò il volto di Chimchar: era così sereno che le suscitò un moto di tenerezza.Guardò anche Piplup e sorrise: da addormentati quei due sembravano due cuccioli indifesi, e lei sentiva il proprio affetto per loro crescere ogni secondo di più. Guardò ancora la luna e poi strinse forte il suo ciondolo: su quello che aveva di più caro al mondo giurò che avrebbe protetto quei due a qualunque costo, e sperò davvero, nel frattempo, di riuscire anche a imparare a fidarsi di loro e degli altri.
Prima, però, forse avrebbe dovuto imparare a fidarsi di sé stessa.

 
Il mattino dopo, alle prime luci dell’alba , Leah era di nuovo affacciata alla finestra, nella speranza di riuscire a vedere l’alba anche da lì, quando dei passi pesanti rimbombarono sul pavimento. Immediatamente si ricordò di quello che le avevano detto i ragazzi e si precipitò sulla soglia, giusto in tempo per impedire a Loudred di fracassare i timpani a chicchessia con la sua voce tonante. Per la verità, appena lui la vide, si arrestò in mezzo al corridoio con le braccia spalancate e le guance gonfie, di sicuro già in procinto di cacciar fuori un urlo, che però diventò solo un lungo sbuffo attraverso le labbra quando si vide apparire Leah davanti agli occhi, sveglia e pimpante come non mai.
<< Buongiorno >> fece lei, salutandolo con un sorriso. Loudred sbattè le palpebre un paio di volte, guardando la ragazza come se avesse appena visto un fantasma, e forse, per lui era proprio così, visto e considerato che non era abituato a vedere un apprendista già sveglio e fresco come una rosa  e che rendesse il suo lavoro di addetto alla sveglia inutile. 
Per di più era uno degli ultimi arrivati, e la sua esperienza gli aveva insegnato che erano proprio questi ultimi quelli più indisciplinati di tutti e che più degli atri avevano bisogno di essere messi in riga. 
Questa ragazza però non sembrava una scavezzacollo, e la cosa lo lasciava abbastanza perplesso.
Leah si grattò la testa, imbarazzata dallo sguardo fisso di lui, poi scelse di liberare entrambi da quella situazione e disse:
<< Mi avevano avvertito che ci avresti svegliato tu, ma io in genere mi alzo abbastanza presto, quindi se vuoi
a quei due ci posso pensare io >>. Loudred continuò a guardarla senza dire niente. Leah non aspettò la sua risposta e tornò in camera. Di sfuggita vide Loudred allontanarsi strisciando i piedi per terra, e sperò tanto di non averlo offeso.
Scosse la testa e si chinò sui due ragazzi, scuotendoli delicatamente.
Piplup fu il primo a svegliarsi, e appena vide Leah le diede un “buongiorno” piuttosto  assonnato. Svegliare Chimchar invece risultò impossibile, e la ragazza si chiese se non avesse esagerato, la sera prima , nell'usare i propri poteri.
Dopo averlo scosso più e più volte, Piplup perse la pazienza e si preparò a colpirlo con il suo nuovo Bollaraggio, ma Leah scosse la testa e gli fece cenno, invece, di avvicinare il volto a quello di Chimchar, cosa che fece anche lei, dopodichè inviò un messaggio telepatico a Chimchar.
Questi finalmente mugolò e aprì gli occhi svogliatamente, ma quando si ritrovò quei due a pochi centimetri dal viso, urlò e saltò in aria, e per lo spavento arretrò velocemente verso il muro, solo che fu troppo impulsivo e sbattè la testa.
Imprecando sottovoce si massaggiò il capo, mentre Leah e Piplup se la ridevano sotto i baffi.
<< Non siete affatto spiritosi, voi due!! >> gli urlò contro, agitando furioso un pugno.
<< Eeh, come ti scaldi...raffredda i tuoi bollori, Chimchar >> disse Leah, continuando però a ridere. Chimchar diventò rosso dalla rabbia, ma invece di esplodere trattenne a lungo il fiato finchè la faccia non gli divenne blu, e solo allora lasciò andare tutta l'aria accumulata, respirando affannosamente.
A quel punto inspirò profondamente alzando lentamente le braccia al cielo, poi le abbassò ed espirò.
<< Ok. Ok, ora sono calmo >> disse dandosi delle pacche sul petto.
<< Bene >> disse Leah e quel punto scoppiarono a ridere tutti e tre, così tanto che si rotolarono sul pavimento e iniziarono a lacrimare, senza più riuscire a smettere.
<< Ok, siamo seri ora >> disse poi Leah asciugandosi gli occhi e cercando di darsi un contegno, ma continuando lo stesso a ridacchiare. Anche agli altri due ci volle un po' per riprendersi.
<< Chimchar scusaci, ma non riuscivamo a svegliarti >> disse la ragazza, avvicinandosi.
<< E ringrazia che Leah mi abbia fermato in tempo, altrimenti ti avrei svegliato a modo mio >> disse Piplup, tra il minaccioso e il divertito. Chimchar rise nervoso e si portò una mano sulla testa.
<< Bè, l'alternativa era richiamare qui il tenore con gli ultrasuoni, ma ho pensato che sarebbe stato meno doloroso farti quella “sorpresa” >> disse Leah, strizzandogli l'occhio. Chimchar borbottò qualcosa e si massaggiò lì dove la sua testa si era scontrata con il muro, poi però ebbe come una folgorazione e si guardò intorno disorientato.
<< Non è arrivato Loudred a svegliarci?! >> disse come se gli avessero chiesto se sapesse sputare acqua.
<< No: l'ho visto sulla soglia e gli ho impedito di assordarci tutti, e temo anche che ci sia rimasto male.... >> disse Leah, agitando la coda.
<< Naa, non credo. Comunque sia, ti sono grato, almeno stamattina eviteremo di lavorare con il mal di testa. Andiamo ora, o faremo tardi >> disse Chimchar, e si avviò. Leah e Piplup si scambiarono uno sguardo di intesa.
<< Mai pensato di incatenarlo alla parete? >> chiese Leah.
<< Temo che non basterebbe >> sospirò Piplup, e  lasciarono la stanza.

 Arrivarono che gli altri apprendisti erano già schierati davanti alla stanza di Wigglytuff . Al loro ingresso si voltarono tutti nella loro direzione, e Leah, per nascondere l'imbarazzo, sorrise e diede il buongiorno a tutti.
Qualcuno, come Chimecho e Sunflora, rispose al saluto e sorrise a sua volta, qualcun'altro volse lo sguardo altrove ma arrossì, altri fecero un debole cenno nella sua direzione. Chatot sbuffò impaziente e si schiarì la voce, chiaro invito a lasciar perdere certi convenevoli e a concentrarsi invece su quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
I tre presero posto insieme agli altri, e proprio in quel momento uscì Wigglytuff.
<< Buongiorno Capitano, la Gilda è qui al completo >> disse Chatot con tono solenne.
<< Ronf....zzz... >> fu la risposta del Pokémon che, sebbene avesse gli occhi aperti, evidentemente stava ancora dormendo. Tra gli apprendisti si diffuse subito un vociare conciso.
<< Hai visto che roba? >>
<< Non si smentisce mai ! >>
<< Ohibò, sta dormendo ad occhi aperti >>. Leah si trattenne dal commentare, anche se era molto stupita. Non volendo incrociò lo sguardo di Piplup e Chimchar, e tutti e tre si scambiarono sorrisi furbetti, che si sarebbero trasformati in risolini se Chatot non avesse di nuovo preso parola.
<< Grazie Capitano, la ringraziamo per le sue...ehm...sagge parole >>. Leah dovette mordersi la lingua per restare zitta, e anche Chimchar si premette le mani sulla bocca per soffocare le risate.
<< Ok, Gilda >> disse Chatot, rivolgendosi agli apprendisti. << Recitiamo tutti insieme il motto della Gilda! >>.
Tutti gonfiarono il petto e dissero a gran voce:
<< UNO! LAVORARE NON FA MALE! DUE!  A CHI SCAPPA NIENTE PAPPA! TRE! OGNI SORRISO VA CONDIVISO! >>. Leah partecipò a quell'inno con grande entusiasmo, e anche Chimchar ci mise tutto sé stesso. Piplup fu il più calmo dei tre ma comunque molto partecipe.
<< Ok, Pokémon, è ora di lavorare >> annunciò poi Chatot.
<< Sìììì !!!!!! >> esclamarono tutti, poi ognuno si diresse ai propri doveri. Leah e compagni non fecero in tempo a muovere un passo che subito Chatot li richiamò spazientito.
<< Sempre con lo sguardo perso, voialtri. Beh, venite con me >>. Lo seguirono su per la scala fino al primo piano della Gilda (in tutto la Gilda era composta da due piani: il primo, dove c’erano le bacheche con gli annunci delle missioni, e il secondo, dove c’erano gli alloggi dei membri e la mensa), e Chatot si diresse verso la bacheca posta nel lato est della stanza, ma prima di cominciare si rivolse a Leah.
<< So che sei appena arrivata, ma mi piacerebbe sapere se hai mai partecipato a missioni o risolto situazioni particolarmente difficili >>.
<< Beh… >> rispose lei, grattandosi la testa e gettando uno sguardo soprappensiero ai suoi amici. Chatot sbuffò:
<< A parte quando hai aiutato loro, intendo! >>
<< Eh? Ah…sì. Sì, mi sono trovata spesso in situazioni difficili, ma me la sono sempre cavata >> rispose in modo evasivo Leah. Chatot sembrò soddisfatto, e finalmente iniziò a spiegare loro il compito che voleva affidargli.
<< Ora sceglieremo una delle missioni affisse su questa bacheca >>. Chimchar sbattè le palpebre confuso.
<< Di solito ci affidi le missioni dell’altra bacheca: qual è la differenza tra le due? >>
<< Guardate meglio >>. I tre ragazzi fissarono gli annunci con più attenzione, e notarono che su tutti spiccava l'immagine di un Pokémon.
<< Oh, ci sono così tanti Pokémon diversi. Sono forse esploratori famosi? >> chiese Chimchar incantato.
<< Chimchar... >> fece Leah, ma Chatot la precedette.
<< Non credo proprio. In realtà questi Pokémon....sono dei ricercati >>.
<< Eh?!?! >> esclamarono Piplup e Chimchar all'unisono. Leah invece fece una smorfia: a lei era bastato vedere l'annuncio di alta ricompensa per indovinare subito la natura di quegli individui.
<< Sono tutti dei tipi loschi. E sono ricercati perchè hanno commesso dei crimini >> continuò Chatot come se niente fosse. La ragazza fissò la bacheca a bocca aperta: era vero che da quando era arrivata a Borgo Tesoro non aveva mai smesso di sorprendersi, ma addirittura sentire che esistevano dei Pokémon capaci di commettere atti così atroci da finire su una bacheca di criminali con tanto di lauta ricompensa in caso di cattura era assolutamente incredibile per lei, se non inimmaginabile.
In cuor suo sperò che i crimini commessi da quei furfanti si limitassero a furti di bassa o media scala: pensare che persino i Pokémon, quelle fantastiche creature che lei amava così tanto, potessero arrivare allo stesso livello di quei terribili umani
da cui lei scappava da una vita la riempiva di disgusto, e la faceva rabbrividire.
Strinse la zampa a pugno e si morse le labbra per il nervoso, ma nessuno notò niente, anche perchè Chimchar sembrava spaventato quanto lei, anche se non per lo stesso motivo.
<< T-Tipi loschi, hai detto? >> balbettò.
<< Esatto >> rispose Chatot. << C'è una taglia sulla testa di ognuno di loro. In altre parole, se ne catturate uno, avrete diritto ad una ricompensa. Ultimamente sono spuntati così tanti Pokémon aggressivi che è diventato difficile tenerli a bada >>.
<< E' a causa della distorsione nel Tempo, vero? >> disse Leah.
<< Sì >> rispose Chatot, ma non riuscì a spiegare ulteriori dettagli alla ragazza, perchè Chimchar si intromise tra di loro molto bruscamente.
<< A-Aspetta un attimo, Chatot! T-Tu vuoi che andiamo a catturare dei veri criminali?! E' impossibile! >>
<< Eheh! Non preoccuparti. Ci sono tanti tipi diversi di criminali: alcuni sono cattivi fino al midollo... ma ce ne sono altri che sono solamente ladruncoli da strapazzo. Ce n'è per tutti i gusti, quindi sono certo che troveremo una missione che non richieda la cattura di un Pokémon pericoloso. Ok, >> disse, battendo le ali << ora date un'occhiata a questi annunci, poi sceglieremo un criminale che sembra abbastanza innocuo >>. I tre ragazzi si misero a scrutare attentamente i manifesti: c'erano davvero tanti
avvisi di Pokémon fuorilegge appesi lì, non era per niente facile prendere una decisione. 
Leah pensò che fosse meglio, almeno per il momento, puntare a qualcuno di poco pericoloso, perciò si mise a cercare annunci che promettevano una ricompensa bassa, certa che più bassa fosse stata la taglia, meno pericoloso sarebbe stato il criminale in questione.
Con suo dispiacere, però, ce n'erano pochissimi  così, e la cosa le mise addosso una certa angoscia. Non era tanto perchè aveva paura, più che altro era perché non riusciva a credere che ci fossero così tanti criminali da quelle parti. Chimchar e Piplup erano altrettanto dubbiosi sulla scelta da fare.
<< Eh.... quindi, alcuni non sono molto forti... però restano sempre dei fuorilegge. Tipi del genere mi fanno paura! >> si lamentò Chimchar.
<< Dai, Chimchar, hai già avuto modo di combattere con dei Pokémon pericolosi e di uscirne vincitore, no? >> disse Leah cercando di sollevargli il morale.
<< Per te è facile essere così tranquilla >> brontolò lui. << Tu sei così forte che scommetto riusciresti a sconfiggere tutto quelli che si trovano su questa bacheca in un batter d'occhio! >>. Era davvero amareggiato, e Leah non seppe che altro dirgli. Non si sforzò nemmeno di contestare le sue parole: sapeva che non sarebbe servito a niente.
Piplup era rimasto zitto , ma Leah intuì che anche lui la pensava come Chimchar. Sospirò, ma per fortuna Chatot intervenne prima che la situazione degenerasse.
<< Lo so che può sembrare pericoloso, ma fa parte del vostro addestramento, e sono sicuro che andrà tutto bene. Però... >> disse, grattandosi il mento. I tre lo guardarono con aria interrogativa.
<< Per una missione del genere è necessario che abbiate l'equipaggiamento necessario. Chiamerò qualcuno perchè vi porti in giro per la città. Bidoof? Ehi, Bidoof!!! >>. Dal fondo della scala si udirono dei passi veloci e subito dopo Bidoof fece capolino sul piano, ansimando per la corsa.
<< Puff! Mi hai chiamato? >>
<< Oh, eccoti! Senti, sai bene che questi tre si sono uniti da poco alla Gilda. Accompagnali a comprare il necessario per una missione, per favore >> .
<< Va bene ! >> disse il Pokémon, entusiasta.
<< Bene, fate attenzione ed eseguite i suoi ordini >> disse Chatot rivolto agli altri, dopodichè scese le scale e sparì dalla vista. Leah lo guardò andare via, poi si voltò a guardare verso Biddof, che aveva iniziato a dondolarsi da una parte all'altra.
<< Oihbò, sono così contento >> disse emozionato il piccolo castoro.
<< Come mai, Bidoof? >> chiese Piplup perplesso.
<< Bè, prima che arrivaste voi ero io l'ultimo arrivato, quindi....oggi non sarò istruito io ma sarò io a istruire qualcun' altro. E'...così emozionante...oihbò, mi viene quasi da piangere! >>. Leah ridacchiò e gli mise una zampa sulla spalla.
<< Ci affidiamo nelle tue mani, Bidoof : facci strada >> disse sorridendogli. Bidoof arrossì di botto e Chimchar diede il gomito a Piplup, suggerendogli di tenersi pronto ad intervenire, perchè ancora un po’ e Bidoof avrebbe sicuramente preso fuoco. Piplup ridacchiò, ma vedendo l'espressione corrucciata di Chimchar smise immediatamente. Barcollando, Bidoof si mise alla base della scala, ma prima di andare chiese loro:
<< Voi due siete qui da qualche giorno, ma Leah è appena arrivata: le avete già fatto vedere la Gilda? >>
<< Si, stai tranquillo, le abbiamo fatto fare un giro completo ieri >> rispose Piplup. Bidoof guardò un attimo per terra, poi disse:
<< Ok ,allora: seguitemi >> e salì la scala. Leah e i ragazzi lo seguirono fin fuori dalla Gilda, e da lì fino all'incrocio.
<< Bene >> disse Biddof. << Ora, se volete seguirmi…. >>
<< Ehm, Bidoof? >> lo interruppe Chimchar.
<< Si, che c’è? >>
<< Eh… ecco…come te lo posso dire… lo so che sei contento di poter farci da guida , però… anch'io conosco molto bene Borgo Tesoro. Quindi…penso che potremmo cavarcela senza il tuo aiuto >>. Il sorriso si spense al’ istante sul volto del piccolo castoro, e lui si afflosciò a terra come una pianta secca. Leah fulminò Chimchar con lo sguardo, ma Bidoof si ritirò su e sorrise mesto.
<< Vi chiedo scusa >> disse, cordiale. << Ero così felice di aver ricevuto un incarico del genere che forse mi sono esaltato troppo. Oihbò, voi però potevate dirlo prima che non avevate bisogno d’aiuto >>.
<< Chatot non me ne ha lasciato il tempo… >> si giustificò Chimchar mortificato. Bidoof lo guardò negli occhi ed emise un sospiro rassegnato.
<< Bè, visto che non vi servo, posso anche tornare indietro e cercare un altro incarico. Buone compere >> e iniziò ad avviarsi per il sentiero. Leah si accorse che era diventato triste, e provò  pena per lui: era stato così entusiasta all'idea di poter essere d’aiuto a delle reclute e invece aveva scoperto che le suddette matricole potevano cavarsela da sole.
Le dispiaceva molto averlo deluso così : poverino, lui ci teneva davvero tanto, e loro l’avevano praticamente cacciato via. Mentre lo guardava allontanarsi così abbacchiato,  le venne un’idea, e corse dietro a Bidoof per fermarlo.
<< Bidoof, aspetta! >> disse parandoglisi davanti velocemente e cogliendolo di sorpresa.
<< Oibhò, non apparirmi davanti così all'improvviso, mi hai spaventato a morte! >> disse massaggiandosi il petto.
<< Mi dispiace. Senti Bidoof... scusa se abbiamo sminuito in questo modo il tuo compito. Forse però puoi ancora esserci d'aiuto >>.
<< Leah, cosa … >> fece Piplup, ma lei lo zittì con un gesto. Bidoof la guardò disorientato.
<< E cosa vorresti che facessi, oibhò? >>
<< Bè, tu ascoltami un attimo: noi ora stiamo andando a comprare il necessario per la nostra missione, che consisterà nella cattura di un Pokémon ricercato. Però non l’abbiamo ancora scelto, quindi… ti andrebbe, dopo, di aiutarci a farlo? >>. Non le sembrava di aver detto nulla di eccezionale, ma Bidoof la guardò lo stesso come se lei gli avesse appena offerto il diamante più grande del mondo.
<< D-Davvero? V-Vorresti che io vi aiutassi a decidere la vostra missione? >> chiese con gli occhi che brillavano.
<< Sì, se però prometti di non vendicarti di noi gettandoci in pasto ad un famelico criminale assetato di sangue  e pronto a sbranarci a vista >> disse Leah, facendogli l’occhiolino. L’espressione di Bidoof trapelò gioia da tutti i pori, e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
<< E-Ehi, non fare così Bidoof, per favore! >>
<< Mi spiace, io... oibhò, sono così commosso dalla vostra generosità... >> singhiozzò  felice il Pokémon.
<< No, dai... non serve... >> disse Leah imbarazzata. Bidoof tirò su con il naso e si asciugò gli occhi.
<< Oibhò, grazie mille, davvero >> disse sorridente.
<< Per così poco? Non c'è bisogno che ringrazi >> disse Leah sorridendo a sua volta. Bidoof diventò di nuovo rosso come un peperone, e ricominciò a dondolare il corpo.
<< Beh, allora io...vi aspetto qui. Voi fate pure con comodo >> disse, evitando però lo sguardo della ragazza.
<< D'accordo, a dopo >> lo salutò Leah, e con i ragazzi si diresse verso il Borgo Tesoro. Si accorse però che Piplup e Chimchar la guardavano con una strana espressione  e un sopracciglio inarcato.
Si immobilizzò e spostò gli occhi dall'uno all'altro, iniziando ad inquietarsi: cosa aveva combinato stavolta di scorretto per essere guardata in quel modo?
<< Eh...ragazzi, cosa c'è? >> chiese cauta.
<< Tu sei veramente strana >> rispose Piplup. Leah scattò subito sulla difensiva: detestava a morte quella parola, per lei era sempre e solo stata portatrice di guai, ed era un marchio che l'aveva accompagnata per tutta la vita, appiccicatole da tutte le persone con cui era entrata in contatto. Tuttavia cercò di fare finta di niente e ostentare confusione.
<< Strana? In che senso, scusa? >>
<< In senso buono >> rispose Piplup, d'un tratto sorridente. Leah sbatté le palpebre perplessa.
<< A prima vista ti presenti come una ragazza dolce, gentile e molto generosa, e a tratti anche un po' fragile; quando si tratta di lottare, però, acquisisci una tale grinta che riesci a intimidire chi ti sta intorno, e ti riveli anche coraggiosa, perfettamente padrona di te e delle tue capacità. Ciononostante, non esageri mai da nessuno dei due lati del tuo carattere, riesci a equilibrare queste parti del tuo essere senza problemi. Sei... strana, sì, ma in senso buono, te lo sto dicendo come complimento >> spiegò il Pokémon Pinguino. Chimchar, al suo fianco, sorrise a sua volta e approvò con il capo più e più volte. La tensione di Leah si sciolse in sospiro di sollievo, accompagnato da una risata nervosa. Non ce la faceva proprio, quei due non la finivano più di farla sentire disarmata e sorpresa.
E se lei non faceva altro che stupirli, anche loro sortivano lo stesso effetto su di lei, lasciandola ogni volta completamente disorientata di fronte alla loro indole gentile. Prima Chimchar la sera prima, adesso Piplup... era evidente che quei due ce la stavano mettendo tutta per esserle amici, e non stavano pretendendo nulla in cambio, salvo forse un po' più di fiducia da parte sua.
<< Bè, in questo caso... grazie >> disse arrossendo un pochino. Piplup e Chimchar sorrisero.
<< Però... scusate se ho agito di mia iniziativa.... mi sembrava solo la cosa migliore da fare.... >>
<< Ehi, di che ti scusi? >> la rimproverò Chimchar. << Hai fatto la cosa giusta, ci stavo pensando anch'io veramente, ma tu mi hai preceduta. Quindi smettila di preoccuparti e sorridi >> disse, battendo le mani. Leah sorrise di fronte alla semplicità genuina di Chimchar, poi però si rabbuiò di nuovo.
<< Penso di dovermi scusare lo stesso... insomma, da quando ci siamo incontrati non ho fatto altro che decidere per voi e darvi degli ordini, sono stata presuntuosa.... >>
<< Naa, non ti preoccupare >> disse Chimchar mettendole un braccio disinvolto intorno alle spalle.
<< Ci hai guidato e ci hai aiutato a uscire sani e salvi da ogni pericolo, e a me non dispiace per niente che tu ci dia ordini perchè è evidente che sei dieci volte più esperta di noi in queste cose, sai cos'è meglio fare in caso di pericolo e come cavarsela in ogni situazione. Per di più sei intelligente e sai mantenere il sangue freddo anche se la situazione è critica, se ieri fossimo stati da soli con il Team Ventagliente di sicuro avremmo agito senza pensare e ci avrebbero umiliato nel giro di due secondi >>.
<< Come ovviamente hai fatto con gli Shiftry, giusto Chimchar? >> lo rimbeccò Piplup, incrociando le braccia.
<< Ops, è vero, hai ragione...ahaha.. >> ammise Chimchar imbarazzato, poi però ridacchiarono entrambi, e anche Leah si lasciò scappare un risolino.
<< Per cui, Leah, >> proseguì Chimchar in tono solenne << sentiti pure libera di correggerci e rimetterci sulla dritta via se lo ritieni opportuno >>.
<< A patto che tu non esageri o te ne approfitti >> aggiunse Piplup.
<< Non fare il guastafeste Piplup, il mio era un discorso serio! >> si lamentò Chimchar.
<< Dal tono che usavi sembravi quasi stessi annunciando le previsioni del tempo, non dando consigli >> lo prese in giro Piplup.
<< Gnnnn, quando fai così non ti sopporto! >> esclamò Chimchar , mordendosi le mani per non reagire. Leah rise, poi sollevò la testa e disse:
<< Posso chiedere una cosa? >>
<< Certo! >> rispose Chimchar, svaporando all'istante la sua rabbia e dedicando la sua completa attenzione alla ragazza. Lei compì un movimento fluido con la coda.
<< Posso anche decidere di sculacciarvi, se necessario? >> chiese con un lampo di malignità negli occhi. Chimchar iniziò a sudare copiosamente e a balbettare cose senza senso, Piplup invece scattò all'indietro e si mise in posizione d'attacco. A vedere le loro reazioni, la ragazza scoppiò a ridere.
<< Sto scherzando, ragazzi! >>. I due Pokémon sospirarono di sollievo.
<< Non mi permetterei mai, figuriamoci... >> continuò Leah, in tono molto più dolce.
<< Lo spero! Io comunque mi sono già segnato di evitare assolutamente di farti arrabbiare: dopo averti visto all'opera penso proprio che farti infuriare significherebbe andare incontro a morte certa... >> disse Chimchar in tono scherzoso, ma rabbrividendo nel contempo.
<< Tranquillo, ci vuole veramente tanto per farmi arrabbiare sul serio, e vi auguro di non vedermi mai perdere le staffe. Però, se mi promettete di fare i bravi bambini, io potrei anche pensare di chiudere un occhio, che ne dite? >>
<< Io non sono un bambino! >> protestò Chimchar.
<< Forse non lo sei più, ma certe volte ti comporti ancora come tale >> disse Piplup, pungente. Chimchar si voltò verso di lui con gli occhi che emanavano scintille, e quello, per tutta risposta, lo guardò con sufficienza, come a sfidarlo ad affermare il contrario. Chimchar divenne rosso fuoco dalla frustrazione, poi sbuffò e incrociò le braccia, imbronciato.
Oh oh, mi sa che ho innescato una bomba pensò la ragazza, poi  decise di intervenire prima che uno dei due arrivasse alle mani.
<< Sentite, che ne dite di riprendere il discorso più tardi? Ora abbiamo altro a cui pensare… >> disse guardando l’uno e l’altro con crescente preoccupazione. Piplup annuì e le si affiancò, Chimchar lo guardò storto ancora un attimo poi sbuffò e si apprestò a fare altrettanto.
<< Bene. Andiamo? >> chiese ancora Leah. Senza guardarsi, i due Pokémon si diressero verso il Borgo. Leah affrettò il passo e si mise in mezzo a loro.
“Chimchar, mi dispiace ” si scusò telepaticamente la ragazza.
“Lascia perdere, ci sono abituato. E’ solo che quando fa così lo strozzerei, e la cosa peggiore è che ha ragione ed io non voglio riconoscerlo! “ ribattè l’altro sconsolato. Leah sospirò rassegnata, e sperò che Chimchar non se la fosse presa e che non ci rimuginasse troppo su. Ovviamente, però, era evidente che non conosceva ancora bene Chimchar: poco prima di giungere nei pressi del chiosco con la faccia di Duskull, il Pokémon Scimpanzé smise la sua espressione corrucciata e recuperò all'istante il suo entusiasmo e il suo sorriso.
<< Fermi tutti! >> disse parandosi davanti ai compagni con le braccia alzate. Piplup e Leah lo guardarono straniti.
Chimchar gonfiò il petto,  mise le braccia sui fianchi e disse:
<< Si avvisano i gentili visitatori che ad appena due metri da dove ci troviamo ora entreremo ufficialmente dentro Borgo Tesoro, e ciò significa che il Poképals-Tour sta per iniziare un’altra attività di guida turistica. Se qualcuno ha bisogno urgente di qualcosa parli ora o taccia per sempre >>. Sembrava proprio un comandante. Leah ridacchiò e sorrise come dire “ Tutto a posto non mi serve niente”; Piplup invece alzò un braccio come a chiedere il permesso di parlare.
<< Io avrei qualcosa da domandare…. >> borbottò.
<< Parli pure, assistente! >> concesse Chimchar con tono formale. Piplup sbuffò e disse:
<< ….è proprio necessaria questa messinscena?…. >>
<< Certo, perché così è più divertente! E sciogliti un po’ anche tu, Piplup >> rispose l’altro con un sorriso gioioso a trentadue denti. Il Pokémon Pinguino sospirò rassegnato.
<< E va bene… tanto, anche se ti dicessi di non farlo tu lo faresti comunque, quindi.. >> e allargò le braccia con fare arrendevole.
<< OOOOK! E allora… diamo inizio al Tour!! >> esclamò Chimchar e a passi pesanti, come in una marcia di soldati, riprese a camminare. Gli altri due si scambiarono un’occhiata eloquente, ma mentre Piplup proseguì camminando come tutti i comuni mortali, Leah scelse di stare al gioco di Chimchar, e anche lei avanzò a grandi passi, testa alta e schiena dritta, anche se dentro di sé stava morendo dal ridere.
Se ci fosse stato Vaporeon le avrebbe detto che era ridicola, e forse lo era davvero, ma in quel momento non le importava di quello che gli altri avrebbero potuto pensare : si stava divertendo troppo, ed era una sensazione magnifica.
Adorava Chimchar ogni secondo di più: quel suo modo infantile ed entusiasta di fare le cose, quasi immune alle situazioni serie, le faceva tenerezza; al tempo stesso, però, lui sapeva tirar fuori la grinta quando era necessario, e dava mostra anche di grande coraggio.
Sotto questo aspetto loro due erano molto simili, ma lei non era mai stata così spensierata: anche in quei momenti in cui lei e Vaporeon avevano potuto finalmente smettere di preoccuparsi del mondo esterno e dedicare un po’ di tempo a loro stessi, lei non era mai riuscita a distrarsi completamente, e nei suoi pensieri era sempre stata presente un’ombra, come uno spirito maligno pronta ad assalirla non appena avesse abbassato la guardia.
Forse era perché si era sempre sentita minacciata anche da sé stessa, oltre che dagli umani, che non era mai riuscita a rilassarsi del tutto. Chimchar invece era così allegro e spensierato che forse la stava contagiando con la sua euforia, motivo per cui anche lei si sentiva così in voglia di giocare.
Cominciò a a pensare che forse Chimchar non aveva mai veramente conosciuto la tristezza in vita sua, e che non fosse tipo da deprimersi facilmente. Per un attimo lo visualizzò nella sua mente, e arrivò alla conclusione che vederlo triste sarebbe certo stato come vedere la luce del sole sparire dietro a nuvole di pioggia.
Il Pokémon di Fuoco era sempre così solare e allegro che sarebbe stato veramente terribile vedergli perdere tutto il suo buonumore. Sperò tanto di non dover mai assistere alla scena: anche lei ci sarebbe rimasta male.
Dopo pochi minuti Chimchar alzò il braccio e intimò << Alt!! >> ai suoi subordinati. Piplup alzò gli occhi al cielo e rallentò gradualmente, Leah invece si arrestò di botto e si mise sull'attenti, sforzandosi al massimo per non scoppiare a ridere. Una leggera sbirciatina a dove erano arrivati, però, le fece perdere la voglia di giocare, e iniziò anche a tremare violentemente.
<< Questa è la Banca Duskull >> cominciò a spiegare Chimchar. << Qui possiamo depositare i soldi guadagnati durante le missioni e ritirarli quando ci servono >>. Detto fatto si rivolse al Duskull che stava dietro il banco.
<< Per favore, vorremo prelevare 1000p >>. Il pokemon Spettro diede lentamente le spalle a Chimchar, e altrettanto lentamente gli consegnò la cifra pattuita. Leah li guardò fisso, incapace di proferire parola, mentre rivoli di sudore freddo cominciarono a scorrerle lungo la schiena.
<< Grazie >> disse Chimchar, poi si rivolse alla ragazza.
<< Questo è il posto più sicuro che ci sia dove poter depositare i nostri soldi >> disse , indirizzando un sorriso di circostanza a Duskull, che rispose con un  flebile suono lugubre. Leah ormai tremava così tanto che non riusciva più a stare ferma, e aveva iniziato anche ad ansimare. Se fossero rimasti un istante di più sarebbe collassata.
<< Leah, che cos'hai? >> chiese Piplup preoccupato. Lei fece uno sforzo tremendo per voltarsi verso di lui e sorridergli, ma ormai sentiva di essere arrivata al limite della sopportazione. Per fortuna in quel momento Chimchar riprese la sua marcia militare, ma stavolta Leah corse via come se avesse avvistato un pericolo imminente.
I due ragazzi se la videro passare davanti come una scheggia e fermarsi a parecchi metri di distanza, quasi in prossimità del fiumicello, e si guardarono perplessi.
Certa di essere a distanza di sicurezza da Duskull, Leah respirò profondamente per tre volte prima di riuscire a riprendere il controllo di sé stessa, e con un ultimo sospiro piuttosto lungo finalmente riuscì a calmarsi. Chimchar le si avvicinò cauto.
<< Leah, ma stai bene? >>
<< Sì… sto bene, non preoccupatevi per me.. >> disse lei tra un affanno e l’altro.
<< Sei sicura? Mi sembri un po’ pallida…. >> insistette Chimchar, allungando la mano per sentirle la fronte, ma la ragazza si scostò bruscamente.
<< Ho detto che sto bene! >> ripetè con voce dura. Chimchar rimase un po’ intimidito dalla sua violenza improvvisa, ma non insistette oltre, e riprese il suo discorso da guida turistica, sebbene con meno entusiasmo di prima.
<< Quella laggiù è la Pensione Chansey: lì si portano le uova di Pokémon che si possono ricevere durante le missioni, e i piccoli che nascono vengono accuditi amorevolmente finchè non sono abbastanza grandi per cavarsela da soli >>.
<< Una sorta di asilo, quindi? >> chiese Leah, di colpo interessata.
<< Beh, sì, più o meno…. >> rispose Chimchar, sorpreso dal repentino cambio di atteggiamento della ragazza.
<< Quella laggiù invece…ehm… >> aggiunse poi, agitando il braccio un po’ a caso.
<< “ Quella laggiù” quale? >>> fece Leah, guardando la direzione indicata: accanto alla pensione c’era un’immensa costruzione composta da pietre e pali di legno, con un enorme teschio di Marowak posto sopra l’ingresso.
<< Quello laggiù… non ho idea di cosa sia, non ha ancora aperto >> ammise Chimchar. La ragazza osservò la struttura con occhio critico, ma fece le spallucce e si voltò dall'altra parte, e subito qualcos'altro catturò la sua attenzione.
<< E quella tenda a forma di Electivire? Cosa si fa lì? >> chiese, additandola.
<< Ah, quella è la Combiteca Electivire: lì è possibile potenziare le proprie mosse attraverso un procedimento particolare, o addirittura ripristinare quelle vecchie e che non si usano più >>.
<< Wow, com'è possibile? >> chiese Leah, stupita.
<< Non ne ho idea, e non credo che ce lo spiegherebbero mai >> disse Chimchar alzando le spalle. La fanciulla osservò la tenda con vivo interesse.
<< Voi ne avete mai usufruito? >>.
<< No >> rispose Chimchar, scuotendo la testa. << Io voglio diventare bravo solo con le mie forze, non con simili scorciatoie >>. Anche Piplup si dimostrò d’accordo con lui. Leah li guardò con approvazione.
<< Si, è la scelta migliore >> disse, sorridendo. Chimchar ricambiò con un sorriso timido e arrossendo. Piplup lo guardò di sottecchi.
<< O-Ok. Ora.. da questa parte >> continuò Chimchar, e proseguirono sul ponticello sopra il fiume, e appena arrivati dall'altra parte Chimchar li fece fermare di nuovo.
<< Mooolto bene. Dunque: partendo da sud e proseguendo verso ovest… quella tenda con quello strano Pokémon cucito sopra non ho idea di cosa sia; quello laggiù, invece, è il Deposito Kanghaskan: lì possiamo depositare gli strumenti preziosi o che al momento non ci servono, e prelevarli in caso di necessità; e infine… >>, qui enfatizzò un po’ le sue parole restando fermo immobile con il braccio come se stesse caricando un colpo, difatti di colpo lo puntò in una direzione precisa << …quello è l’Emporio Kecleon, gestito dai fratelli Kecleon: lì possiamo comprare tutto quello che serve per una missione >>.
 << Del tipo? >>
<< Cibo, equipaggiamenti, oggetti particolari, medicine e chi più ne ha più ne metta. Senza di loro non potremmo eseguire il nostro lavoro di esploratori >> concluse Chimchar con fierezza. Leah contemplò a lungo il viavai di Pokémon che giravano per la piazza e i vari negozi sparsi qua e là con un'espressione assente, come se non stesse veramente osservando ciò che la circondava ma invece guardasse molto più in là, oltre la realtà circostante.
<< Questo posto... è casa tua, vero Chimchar? >> chiese soprappensiero e con voce distante, come se a parlare non fosse stata veramente lei ma qualcun' altro. Sia Piplup che Chimchar si voltarono a guardarla.
<< Bè.... >> disse Chimchar. << Borgo Tesoro è la mia città ed io l'adoro. Però....da quando sono entrato nella Gilda sento che è quella la mia casa, e tutti i Pokémon che vivono lì sono quasi come una famiglia per me >>. Leah annuì lentamente, continuando a guardare il centro cittadino. Chimchar si rese conto che era tornata malinconica, come la sera prima quando gli aveva parlato di suo fratello, e sospirò: forse aveva capito cosa stava provando.
Non la conosceva così bene, ma a dispetto di quello che poteva dire Piplup, che pensava che lui la lodasse solo per le sue capacità, Chimchar aveva iniziato presto ad ammirarla anche per il suo coraggio:  Leah non aveva altro al mondo se non suo fratello, che per lei era tutto, ma invece di chiudersi in sé stessa e cancellare dal viso qualsiasi emozione, era piena di voglia di vivere ed era sempre gentile  e disponibile.
Per questo lui nutriva una sincera stima nei suoi confronti, e avrebbe voluto poter fare qualcosa per lei.
Gli sarebbe tanto piaciuto vederla sempre sorridente, ma in fondo, lui non era nessuno per giudicare quel tipo di cose, e non poteva davvero comprendere il dolore di Leah.
Sapeva bene, poi, che più profonda è la ferita più tempo ci vuole affinchè guarisca, e anche le cicatrici continuano a far male. Per la ragazza doveva essere così: lei conviveva con le cicatrici del suo passato ogni giorno, ma si sforzava di ignorarlo, affinché non le impedisse di vivere il presente.
Era una fanciulla ammirevole, ma a Chimchar sarebbe piaciuto riuscire a privarla, un giorno, di quel velo di malinconia che bene o male era sempre presente nei suoi occhi.
Scosse la testa e si portò una mano alla fronte: perchè d'un tratto si stava ritrovando a formulare certi pensieri? Era più forte di lui, ma sentiva uno strano attaccamento verso quella ragazza, e non riusciva a spiegarselo. Ogni volta che la guardava negli occhi, poi...
<< Chimchar? Ci sei? >>. La voce di Piplup irruppe prepotente nei suoi pensieri, e lui si ritrovò d'improvviso a guardare il Pokémon Pinguino che gli sventolava le braccia davanti agli occhi.
<< Eh? Cosa? >> disse spaesato.
<< Tutto bene? >> disse Leah voltandosi verso di loro. Chimchar la guardò negli occhi e distolse lo sguardo, arrossendo.
<< Ehi, sei con noi? Si può sapere che ti prende? >> esclamò Piplup.
<< N..niente, davvero... stavo solo riflettendo su alcune cose... >>
<< Se stavi immaginando la gloria che forse potremmo ricevere dopo aver catturato un criminale pericoloso temo che te la dovrai sognare ancora, perchè se non compriamo il necessario per la missione non ci sarà nessun criminale da acchiappare né tantomeno gloria da ricevere >> ribattè Piplup scocciato. Leah fece per ammonirlo, ma Chimchar lo guardò senza espressione e disse:
<< Lo so bene. Andiamo >>, e bruscamente scansò Piplup e si diresse verso l'emporio. Piplup rimase a guardarlo allontanarsi, incapace di proferir parola.
<< Mi sa che hai esagerato questa volta >> disse Leah da sopra la sua spalla.
<< Io.... >> disse Piplup. << Non... questo non è da lui. Insomma, lo so che è un po' permaloso, ma.... di solito prima si arrabbia con me e poi mi risponde per le rime. Stavolta... non ha detto né fatto niente >> mormorò incredulo.
<< Forse non ha detto niente perché ci è rimasto male sul serio e non ha saputo cosa rispondere. Piplup, >> disse seria, mettendogli una zampa sulla spalla << certe volte il silenzio vale come mille parole. Sta solo a noi decidere quale significato attribuirgli >>. Piplup abbassò il capo mortificato e nascose le braccia dietro la schiena.
<< Da quando siamo insieme l'ho visto di cattivo umore una volta sola, e quando ho provato a parlargli mi ha quasi mangiato. Quella volta ci ha messo un po' per riprendersi, perché lui non è tipo da incupirsi in questo modo, lo so, l’ho visto. Ora come ora, penso che gli starò alla larga finchè non gli sarà passata. Solo...mi dispiace da morire, e spero di riuscire a farmi perdonare.... >> disse mogio mogio. Leah gli sollevò delicatamente il capo e lo guardò negli occhi.
<< La cosa migliore che puoi fare è stargli vicino, ma senza essere invadente, e lasciare che sia lui a fare la prima mossa. Vedrai che quando ti vorrà perdonare te lo farà sapere >> concluse sorridendo. Piplup si scansò dalla sua presa e guardò per terra, poi fece una smorfia.
<< Che c'è ora? >>
<< Hai sempre una buona parola per tutto e per tutti: devi aver avuto una vita veramente intensa per essere così saggia con gli altri, vero? >> disse Piplup senza però la benchè minima nota di sarcasmo nella voce e incrociando le braccia. Leah inarcò un sopracciglio, e fece a sua volta una smorfia.
<< Se con “intensa” intendi una vita passata a risolvere problemi, allora si >> rispose con aria di sfida. Piplup fece un mezzo sorriso.
<< E comunque...ci sono attimi in cui le parole non servono a niente, Piplup, e questo è uno di quelli. L'unica cosa che puoi fare è aspettare >>.
<< EHI, VOI DUE!! >> li chiamò Chimchar da lontano.<< VI VOLETE DARE UNA MOSSA?! >>. Piplup guardò Leah.
<< Dici che siamo sulla buona strada? >> borbottò sottovoce.
<< Andiamo a scoprirlo >> rispose lei, e passandogli davanti gli fece l'occhiolino.
Piplup mugugnò qualcos'altro e la seguì. Appena arrivati davanti all’Emporio, i due Kecleon li accolsero calorosamente.
<< Benvenuti all’Emporio Kecleon!!! >> e ripeterono la stessa performance che avevano dedicato anche a Leah la prima volta.
<< Siete sempre così cordiali, voi due! >> li salutò allegramente Chimchar.  Piplup li salutò con un debole
cenno, ma appena Leah si apprestò a fare altrettanto, i due fratelli scoppiarono in esclamazioni di gioia.
<< Leah!! Ma allora stai bene!! >> disse il Kecleon cromatico entusiasta.
<< Meno male, temevamo ti fosse successo qualcosa! >> esclamò il suo compagno commosso. Piplup e Chimchar sbatterono le palpebre e si voltarono lentamente verso Leah con espressione interrogativa. Lei sospirò.
<< Perchè eravate tutti convinti che io fossi andata a buttarmi nella fossa dei leoni? >> chiese, mordendosi la lingua per evitare di rispondere male.
<< Quando hai detto che avresti visitato un Dungeon anche se ci avresti trovato un Boss pericoloso ci siamo preoccupati da morire! >> disse il Pokémon verde.
<< E' vero, temevamo che saresti finita nelle grinfie di qualche malvivente! Non è successo, vero?! >> esclamò il suo compagno.
<< N-No, certo che no! >> si difese Leah. <>. A quelle parole, i due Pokémon sospirarono di sollievo
<< Grazie al cielo, ci hai tolto un peso dal cuore! >> disse il Kecleon verde. Quello viola si aprì invece in un enorme sorriso.
<< Scusaci se siamo stati così asfissianti, ma siamo davvero contenti di rivederti ! >> disse felice. Anche Leah sorrise, commossa: il pensiero che quei due, con cui aveva scambiato appena due parole, si fossero preoccupati sinceramente per lei le scaldava il cuore. Al solito, però, Chimchar ruppe il momento con la sua irruenza.
<< A-Aspettate un attimo, fermi tutti! Ricominciamo da capo perchè mi sono perso: li conoscevi già, Leah?! >>
<< Non esattamente >> disse la ragazza, voltandosi verso di lui. << Sono arrivata a Borgo Tesoro solo ieri, e mentre stavo facendo un giro per i dintorni loro mi hanno invitato a fare quattro chiacchere. Sono stati molto gentili >> disse sorridendo ai due fratelli che avvamparono e distolsero lo sguardo. Chimchar sghignazzò.
<< Sei tornata a salutarci? >> chiese il Kecleon verde.
<< No, oggi sono qui come vostra cliente >> disse Leah facendogli l'occhiolino. I due fratelli la guardarono increduli.
<< Davvero? Ma allora... >> dissero guardando verso Chimchar, che annuì fiero.
<< Proprio così >> affermò, mettendo un braccio sulle spalle della ragazza. << L' abbiamo incontrata durante la nostra missione...o meglio, lei ha trovato noi, e ci ha salvato la vita. Ci ha accompagnato nella nostra avventura e ci ha aiutato così tanto che alla fine le abbiamo chiesto di entrare a far parte del nostro Team >> annunciò con orgoglio.
I Kecleon li guardarono estasiati.
<< Veramente?! Allora... vivissime congratulazioni! >> disse il Kecleon verde.
<< Sì, congratulazioni a tutti! >> gli fece eco il fratello. Leah sorrise imbarazzata, Chimchar invece gongolò soddisfatto, e Piplup non poté fare a meno di guardarlo. Aveva esagerato prima, e se ne rendeva perfettamente conto. Sperò solo che Chimchar non fosse uno di quelli che portano rancore verso gli altri per troppo tempo per poi rinfacciarglielo alla prima occasione, perché gli sarebbe dispiaciuto dover affrontare ogni volta il suo sguardo accusatore.
Avevano appena iniziato ad andare d'accordo, non voleva che tutto finisse per colpa di uno stupido bisticcio.
<< Allora, in che cosa possiamo esservi utili? >> dissero i fratelli, battendo le mani.
<< Vediamo... >> disse Chimchar controllando nella borsa. << Siamo a corto di provviste ed Elisir Max... >>
<< Elisir Max? A cosa serve? >> chiese Leah curiosa.
<< A ricaricare le energie per le nostre mosse. Solo... >> mormorò Chimchar, guardando con occhio critico la borsa .<< Non so se riusciremo a comprare tutto: abbiamo solo 1000p, e l'Elisir Max da solo ne costa almeno 500, mentre Mele e Bacche sono circa 25p e 80p... siamo proprio degli squattrinati >> rise nervoso. Cercava di sdrammatizzare la situazione, ma in realtà era molto preoccupato.
<< Aspetta, Chimchar >> intervenne Leah. Chimchar sollevò lo sguardo e la vide togliersi lo zaino di dosso.
<< Forse mi è rimasto qualcosa... >> continuò la ragazza, poi mise buona parte del contenuto del suo bagaglio per terra: una buona scorta di Baccarancie ( erano sempre quelle del giorno precedente), qualche Baccapesca e alcuni frutti selvatici, più un sacchetto con delle erbe medicinali e una borraccia d'acqua.
<< Che ne dite? >> disse indicando con un cenno gli oggetti. Chimchar spalancò gli occhi davanti a tutto quel ben di Dio, e se non fossero stati in pubblico probabilmente l'avrebbe abbracciata.
<< Leah, ma dove...? >> riuscì appena a mormorare. Lei fece le spallucce.
<< Viaggio molto,  e ho imparato ad arrangiarmi con quello che trovo in giro. Andrebbero bene, comunque? >>
<< E me lo chiedi? Certo che sì! >> esclamò Chimchar.
<< Però almeno un Elisir lo dovremmo prendere comunque >> intervenne Piplup, che temeva che i fratelli Kecleon ci sarebbero rimasti male.
<< Giusto! >> disse Chimchar, e si voltò verso i Pokémon. << Ce ne potreste dare uno? E anche una Mela, per favore >>.
<< Ma certo! Un attimo solo! >> disse il Kecleon verde voltandosi un attimo. Chimchar aspettò con pazienza che finisse di trafficare tra le merci, quando il suo sguardo fu catturato da un oggetto posto su uno dei ripiani del negozio.
Sembrava un nastro, come quello che indossava lui, solo che era di un viola intenso invece che grigio.
<< Scusa >> disse rivolto all'altro Kecleon. << Cos'è quello? >>. Il negoziante si voltò nella direzione indicata.
<< Questo? E' un Veloviola. E' uno strumento specifico per i Pokémon Psico. E' abbastanza raro per la verità, ma abbiamo avuto la fortuna di trovarlo in mezzo alla merce che ci arriva ogni mattina.Abbiamo segnalato che ce l'avevamo noi, ma nessuno è venuto a reclamarlo, quindi per il momento lo teniamo esposto in negozio >>.
<< Non c'è nessuno interessato all'acquisto? >>
<< No. Ma non è poi così strano, in fondo ci sono pochissimi Pokémon di quel tipo  da queste parti >>.Chimchar rifletté qualche secondo, poi guardò di traverso Leah, che non seguiva la conversazione perché era troppo impegnata a rimettere a posto le sue cose. Chimchar allora si avvicinò di più al banco e fece cenno a Kecleon di fare altrettanto, poi gli chiese sottovoce:
<< Quanto costerebbe? >>
<< 800p >> rispose quello. A Chimchar si rizzarono i peli della testa, poi abbassò lo sguardo sulle monete
che aveva in mano e gli venne lo sconforto.
<< Ecco qua! >> disse finalmente il Kecleon verde riemergendo dal banco con la merce.
<< Un Elisir Max e una mela: fanno 525p >>. Chimchar gli consegnò i soldi e prese gli oggetti, senza però distogliere lo sguardo dal Veloviola.
<< Chimchar, tutto bene? >> disse Leah. Lo scimmiotto si riscosse di colpo e diede velocemente le spalle al banco.
<< Sìsì, certo Leah >> disse cercando di far finta di nulla ma impedendo alla ragazza di vedere la mercanzia dietro di lui. Lei non si accorse di niente e non fece domande, ma si mise lo zaino in spalla e si voltò, mentre Chimchar ripose gli acquisti e i soldi avanzati nella borsa. Proprio in quel momento due vocine si fecero sentire.
<< Signori Kecleon! >>. Tutti loro si voltarono verso quelle voci e dalla strada principale videro sopraggiungere due piccoli Pokémon blu.
<< Oh, i piccoli Marill e Azurill. Buongiorno miei piccoli amici! >> disse il Kecleon verde, sorridendo
cordiale ai nuovi arrivati.
<< Buongiorno. Vorremmo comprare una Mela >>.
<< Ma certo! Ecco qui >> disse il Pokémon Mutacolore prendendo il frutto e consegnandolo ai piccoli.
<< Grazie signori Kecleon ! >> disse Azuril.
<< No, grazie a voi miei giovani amici. Siete eccezionali! >>
<< Arrivederci! >> dissero loro, poi se ne andarono. Kecleon li guardò allontanarsi, poi si rivolse al Team Pokèpals:
<< Sapete, quei simpatici cuccioli sono fratelli. Poco tempo fa la loro povera madre si è ammalata, e quindi quei due vengono a fare la spesa per lei. E’ davvero ammirevole: anche se sono molto giovani, si sono rimboccati le maniche e si danno un gran daffare >>.
<< Signori Kecleon! >> urlarono di nuovo i due cuccioli arrivando di corsa.
<< Oh? Come mai tutta questa agitazione? Che è successo? >>
<< C’era una Mela in più >>.
<< Non l’abbiamo pagata >>. Kecleon scoppiò a ridere.
<< Ahah, quello, miei giovani amici, è un regalo da parte mia e di mio fratello. Potete dividerla e gustarvela ! >>
<< Davvero!? >> esclamò Marill.
<< Evviva! Grazie mille signor Kecleon e signor Kecleon! >> disse Azurill saltando felice.
<< Oh, non c’e’ di che amici miei. State attenti tornando a casa! >>
<< Senz'altro! >> disse Marill, e fece per incamminarsi, ma Azurill, nel bel mezzo del salto, s’impigliò nella coda e cadde addosso al fratello, e la Mela che questo aveva in mano rotolò sulla strada.
<< Ohi ohi… >> si lamentò il cucciolo.
<< Vi siete fatti male, piccoli? >> disse Leah, aiutandoli ad alzarsi.
<< No, tutto a posto. Grazie, signorina! >>
<< Non c’e’ di che. Ma cercate di fare attenzione la prossima volta, d’accordo ? >> disse la ragazza ad Azurill, sorridendo. Lui assentì obbediente e poi si voltò a recuperare la Mela, che però era già stata salvata da Piplup, che si avvicinò e la porse al cucciolo sorridendo dolcemente.
<< Tieni >>. Azurill allungò la coda e la prese, e nel farlo sfiorò la zampa di Piplup.
<< Scusi tanto per il disturbo. Grazie mille >> disse educatamente, ma Piplup non se ne accorse. D’un tratto gli girò la testa, la vista gli si offuscò e cominciò ad avere le vertigini. Il mondo intorno a lui iniziò a vorticare velocemente e nella testa avvertì come uno strappo potente.
In attimo tutto divenne buio, e in lontananza sentì urlare:
<< A-A-AIUTO!! >>.  Durò un istante, e in pochi secondi lui si ritrovò di nuovo a guardare il piccolo Azurill, che lo osservava perplesso.
<< Tutto bene? >> chiese preoccupato. Piplup non sentì neanche la domanda: era troppo impegnato a capire cosa gli fosse successo.
<< Azurill, cosa c’e’? Dai, andiamo a casa >> lo richiamò impaziente Marill.
<< Sì arrivo, eccomi >> rispose il piccolo raggiungendo subito il fratellone.
<< E’ successo qualcosa? >>
<< Nono, stai tranquillo >>.
<< Abbiamo finito di fare la spesa, adesso possiamo andare a cercare una cosa che abbiamo perso! >>
<< Si, andiamo >> e i due cuccioli sparirono dalla vista. Leah li guardò allontanarsi con un sorriso intenerito sul viso.
<< Che simpatici quei due! >> disse Chimchar divertito, poi però notò l’espressione preoccupata di Piplup.
<< Piplup, perché fai quella faccia? C’e’ qualcosa che non va? >>
<< Chimchar, tu..hai per caso sentito qualcuno chiedere aiuto? >>
<< Io? Ehm…no…veramente no. Leah, tu hai sentito qualcosa? >>
<< Uh? Umh…no, niente di particolare >> rispose la ragazza.
<< E voi, fratelli Kecleon? >> chiese ancora Chimchar.
<< No, niente di strano >> disse il Kecleon verde scuotendo la testa.
<< Idem >> concordò il fratello.
<< Visto? Nessuno a parte te ha sentito niente. Sarà stato la tua immaginazione, Piplup! >> disse Chimchar dandogli una sonora  pacca sulla spalla. Piplup, però, continuò ad essere preoccupato. Sono sicuro di non essermelo immaginato pensò. L’ho sentito chiaramente, ne sono certo! L’urlo che ho sentito…era impossibile sbagliarsi: era l’urlo di Azurill!
<< Ehi, yuuuu! >> disse Chimchar, agitandogli le mani davanti agli occhi. << Stai dormendo in piedi per caso? Muoviamoci, dai! >> disse, trascinandolo per un braccio. Prima di andarsene, Leah si rivolse un’ultima volta ai due negozianti:
<< Grazie di tutto, fratelli Kecleon >> disse educatamente, chinando la testa.
<< Di nulla! Buona fortuna, ragazzi! >> li salutarono i due Pokémon, sorridendo. Leah sorrise a sua volta e li salutò agitando la zampa, poi raggiunse i compagni.
<< Cavolo… ce la siamo cavata con poco, stavolta >> si lamentò Chimchar.
<< Che intendi? >> gli chiese Leah.
<< Che abbiamo speso quasi tutto quello che avevamo solo per due oggetti. A questo punto non ci resta che sperare che il criminale che cattureremo sia uno con una grossa taglia sulla testa, perché sennò temo che finiremo sul lastrico! >> gemette Chimchar sconsolato. Leah non seppe cosa rispondergli, anche perché stavolta non avrebbe saputo cosa dire.
Neanche le avesse letto il pensiero, però, Chimchar si voltò verso di lei.
<< Non voglio sembrarti sfacciato, ma non è che per caso hai qualche spicciolo messo da parte? >> chiese, speranzoso. Lei però scosse la testa, facendogli perdere ogni illusione.
<< Spiacente Chimchar, sono al verde >> disse tranquilla. Il Pokémon Scimpanzè però la guardò sconvolto.
<< E lo dici così?! >> esclamò.
<< E come dovrei dirtelo, scusa? Non ho mai avuto bisogno di soldi in vita mia, tutto quello che mi serviva l’ho sempre preso in buona parte dalla natura! >> ribattè Leah sulla difensiva. Chimchar fece per replicare, ma poi rlasciò perdere, sospirando.
Leah vide la sua espressione affranta e pensò di aver esagerato.
<< Chimchar, scusami, io… >> ma lui alzò la mano e la interruppe.
<< Smettila di scusarti ogni volta che dici qualcosa, Leah.  Sono io che ho dato per scontato ciò che non dovevo…di nuovo >>.
<< Bè..la prossima volta allora cercherò di fartelo sapere per tempo. Giusto, Piplup? >> chiese al Pokémon Pinguino, che però sembrava completamente assorto nei suoi pensieri.
<< Piplup? >> tentò ancora, ma in quel momento Chimchar si bloccò in mezzo alla strada, con il risultato che Leah e Piplup sbatterono contro di lui.
<< Perché ti sei fermato? >> disse la ragazza.
<< Guardate laggiù >> rispose quello, indicando il centro del cammino, lì dove la strada si apriva in un grande spiazzo. I piccoli Marill e Azurill erano intenti a parlare con uno strano Pokémon giallo e marrone che Leah che riconobbe subito essere un Drowzee, un Pokémon Psico. I due cuccioli sembravano particolarmente felici.
<< Grazie, grazie tante! >> sentirono dire Marill.
<< Non c’e’ di che >> rispose Drowzee.
<< Ehi, che succede? >> s’intromise Chimchar, avvicinandosi.
<< Oh, salve! >> salutò Azurill.
<< Qualche tempo fa abbiamo perso uno strumento che ci sta  molto a cuore. Lo abbiamo cercato dappertutto, ma non lo abbiamo ancora trovato! Poi però è arrivato il signor Drowzee e ci ha detto che potrebbe averlo visto da qualche parte. Si è anche offerto di aiutarci a cercarlo! >> spiegò Marill entusiasta.
<< E’ fantastico, è un’ottima notizia per voi! >> disse Chimchar.
<< Grazie, signor Drowzee ! >> disse felice Azurill.
<< Di nulla! Dovrei proprio essere senza cuore per non aiutare dei ragazzi come voi ! Forza, ora partiamo e andiamo a cercare il vostro strumento ! >> disse il Pokémon.
<< Sììììììì!! >> esultarono i due cuccioli. Leah sorrise , e si scansò da parte per farli passare, ma ciononostante, Drowzee urtò Piplup per errore.
<< Oh, scusa >> e proseguì per la sua strada. Chimchar li guardò allontanarsi.
<< Quel Drowzee è davvero gentile: con tutti i Pokémon cattivi che ci sono in giro è difficile fare buone azioni >> disse, ammirato.
<< E’ vero. E’ consolante sapere che ci sono brave persone a questo mondo >> convenne Leah. Piplup però non prestò attenzione a nessuno dei due: la vista gli si offuscò  e gli tornarono le vertigini, e nella sua testa avvenne di nuovo come uno squarcio improvviso.
Non ci fu oscurità, stavolta: si ritrovò a guardare uno spazio roccioso, probabilmente di montagna; in una gola senza via d’uscita, vide Drowzee minacciare il piccolo Azurill, e lui urlare terrorizzato, :
<< A-A-AIUTO!! >>. Di nuovo la visione sparì così com'era apparsa, e Piplup si ritrovò ancora a fissare per terra con lo sguardo perso. Chimchar e Leah non si erano accorti di niente.
<< Spero che quei ragazzi riescano a ritrovare il loro strumento >>
<< Già >> disse Leah, poi si voltò verso Piplup, e rimase colpita.
<< Piplup, che succede? >>
<< R-Ragazzi, io…. >> cominciò il Pokémon, visibilmente scosso, e spiegò in breve la situazione.
<< Eh?! Hai avuto un capogiro? E hai visto Drowzee minacciare Azurill e quindi vuoi andare a salvarlo? E’ un emergenza?! >>
<< Chimchar, vuoi darti una calmata per favore? >> lo rimproverò Leah. Chimchar si zittì subito.
<< Piplup… >> riprese con calma la ragazza. << Sei certo di non esserti immaginato tutto? >>
<< Vi dico ce l’ ho visto, accidenti! Non potrei mai mentire su una cosa come questa! >> esclamò Piplup alterato.
<< Calmati, per favore. Senti, non è che non ci fidiamo di te, però… per quanto strano possa sembrare… insomma, non possiamo prendere e andare a controllare solo per delle supposizioni, ci vorrebbe qualcosa di più >>.
<< Questo lo so anch'io, però… era troppo vivido per sembrare solo un’allucinazione… >>. Chimchar si passò una mano sulla testa, incerto su quali pesci pigliare.
<< Non ti offendere Piplup, ma…. a me sembra impossibile. Voglio dire, Drowzee sembrava gentile, no? E mentre si allontanavano, poco fa, sembrava proprio che si stesse divertendo. Sarà stata sicuramente la stanchezza a giocarti questo brutto scherzo, per questo hai avuto un sogno ad occhi aperti ! >> disse dandogli una pacca sulla schiena. Piplup fece un debole sorriso. Sarà così…un sogno ad occhi aperti? , si chiese, dubbioso. A pensarci bene, però…quel Drowzee non sembrava un Pokémon cattivo…si, forse hanno ragione loro…
<< In ogni caso >> aggiunse Chimchar. << Noi siamo delle semplici reclute e non possiamo prendere iniziative. Certo, magari potrebbe rivelarsi davvero una cosa seria, ma…per il momento non possiamo fare altro che completare le missioni che ci vengono assegnate. Forza, torniamo da Bidoof >>.
<< Va bene >> disse Leah. Piplup rispose con un debole cenno del capo, ma rimase ugualmente pensieroso. Leah gli mise un braccio intorno alle spalle e provò a sorridergli, ma di nuovo lui rispose solo con un sorriso appena accennato. Tornarono alla Gilda, dove trovarono Bidoof in trepidante attesa.
<< Ciao! Allora, avete preso tutto? >>
<< Sì! >> risposero in coro.
<< Bene, e allora non ci rimane altro da fare che scegliervi una missione . Seguitemi >> e si diressero alla Bacheca dei ricercati.
<< Dunque dunque… avete solo l’imbarazzo della scelta, guardate quanti tipi loschi >>.
<< Per favore, non sceglierne uno troppo spaventoso >> disse Chimchar guardando la bacheca con apprensione.
<< Sissignore, ve l’ho promesso ! >> disse il Pokémon guardando Leah di sfuggita. Lei gli rispose facendogli l’occhiolino. Bidoof tornò a guardare i vari annunci con le gote lievemente arrossate.
<< Dunque…vediamo… Ambarabà… >>. In quel momento si udì il suono di una sirena d’allarme, e una voce imperiosa riecheggiò dappertutto.
<< Allontanatevi, aggiornamento lista! Allontanatevi, aggiornamento lista! >> e sotto gli sguardi stupefatti dei ragazzi, il pannello si capovolse. Per lo spavento Chimchar fece un salto all'indietro.
<< Argh! Il pannello si è girato. Ch-Che succede? >>
<< La Bacheca dei ricercati e quella delle missioni ordinarie sono affisse su un pannello. Quando questo è capovolto, Dugtrio sostituisce le missioni vecchie con quelle nuove. Si sposta attraverso un tunnel, capovolge, aggiorna, e ricapovolge. Non sono in molti a sapere del suo lavoro, ma lui è molto fiero di ciò che fa >> spiegò tranquillo Bidoof. In quel momento la voce di Dugtrio risuonò di nuovo.
<< Aggiornamento completato! Aggiornamento completato! >> e il pannello tornò al suo posto.
<< Bene, la lista è stata aggiornata. Scegliamone uno >> disse Bidoof, ma improvvisamente Chimchar si mise a tremare.
<< Ehi, cosa ti turba? Perché hai iniziato a tremare? Non fa freddo qui >> disse il piccolo Pokémon Topaffuto, guardandosi intorno per vedere se per caso c’era un qualche Pokémon Ghiaccio nei paraggi.
<< R-Ragazzi! >> disse Chimchar battendo i denti. << G-Guardate lì! >> e alzò tremante un braccio verso la parte sinistra della bacheca. Leah e Piplup guardarono in quella direzione, e anche loro presero a tremare: perché quello in alto a sinistra era un volto che conoscevano bene, e che avevano lasciato appena dieci minuti prima! 
<< Non è possibile… >> mormorò Leah.
<< Quello è Drowzee! E’ un ricercato! >> esclamò Piplup stringendo i pugni.
<< Ma allora.. Piplup, perdonaci avevi ragione tu… >> cercò di scusarsi Chimchar, ma Piplup fece un gesto di fastidio.
<< Non c’è tempo per quello, dobbiamo salvare Azurill! >> sbottò furente.
<< Andiamo, presto! >> disse Leah, non meno irritata di lui, e come un fulmine i tre ragazzi corsero su per la scala e si precipitarono fuori, lasciando il povero Bidoof confuso e stordito. A sorpresa, trovarono Marill all'incrocio, in preda ad una viva ansia.
 << Marill! >> urlò Leah correndo giù per la scalinata. Il piccolo Pokémon blu corse loro incontro, sul punto di scoppiare in lacrime.
<< Dove sono Azurill e Drowzee?! >> chiese Chimchar.
<< Si tratta proprio di loro! Siamo partiti insieme per andare a cercare lo strumento, ma  sono rimasto da solo quando il signor Drowzee è andato da qualche parte con Azurill! Li ho chiamati più volte ma non sono tornati! Mi sono spaventato e sono venuto a cercare aiuto! >> rispose Marill singhiozzando.
<< Dove erano diretti? >> chiese Leah.
<< Verso il Monte Crespo >>
. << Monte Crespo? Monte…montagna! Piplup, hai detto di aver visto quei due in una zona rocciosa, giusto? >> disse Chimchar al compagno.
<< Sì, è vero. Penso che sia quello il posto! >> rispose Piplup.
<< Bene, andiamo allora! >> disse Chimchar risoluto.
<< Vi prego, siate prudenti >> li supplicò Marill.
<< Tranquillo, piccolo >> disse Leah accarezzandolo. << Riporteremo il tuo fratellino a casa sano e salvo, te lo prometto >>.
<< Sì, per favore… >> disse Marill, piangendo. Leah gli asciugò le lacrime e sorrise.
<< Vai a casa anche tu, ora. Torneremo presto >>. Il cucciolo annuì e corse verso Borgo Tesoro.
<< Forza, andiamo! >> disse Leah agli altri due, e si misero a correre a più non posso.
<< Ma sai qual’ è la direzione giusta?? >> urlò Chimchar.
“E’ la stessa che abbiamo preso ieri per andare alla Grotta Labirinto, Chimchar: ho memorizzato bene il percorso sulla mappa, e il Monte Crespo è quella montagna che sorge proprio sopra la grotta! “ rispose Leah mentalmente. Correva come una furia, ed effettivamente, ad ogni secondo che passava lei sentiva la rabbia crescere inesorabile.
Se quel bastardo prova a fare del male ad Azuril,io…io... era così arrabbiata che la collera aumentò le sue forze, tanto che i due ragazzi dovettero triplicare i loro sforzi per starle dietro, ma non cedettero mai, né osarono lamentarsi, perché anche loro erano così infuriati che non si sarebbero fermati di fronte a niente finché non avessero raggiunto la meta. Ognuno di loro aveva in testa solo una cosa: catturare quel furfante di Drowzee e riportare il piccolo Azurill dal suo fratellone.   
   
 
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