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Autore: Colpa delle stelle    20/04/2014    5 recensioni
E se Katniss non avesse resistito alla chiamata dell'arco e delle frecce e avesse provato qualche tiro durante le sessioni di Addestramento?
E se i Favoriti si fossero accorti della sua bravura e le avessero proposto un'alleanza?
Se lei avesse accettato?
Questa non è la storia dei due "innamorati sventurati".
Questa è la storia di come una semplice ragazza lotterà per ritornare alla sua vita, per riabbracciare la sorella, per camminare ancora una volta nei boschi del Distretto 12.
E di come due paia di occhi grigi, intrisi del suo stesso odio e della sua stessa determinazione, la spingeranno fino al limite.
Katniss è la ragazza in fiamme e non può vivere senza Gale, il fuoco che l'alimenta e la tiene in vita.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Favoriti, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 7




La possibilità che gli Strateghi possano punirmi per l'omicidio di Marvel scompare presto dalla mia mente.
Ho ucciso un Favorito, ma allo stesso tempo anche io lo sono.
Sin da quando ho accettato la loro proposta, il primo giorno di allenamento, sono diventata una Favorita e nessuno potrà togliermi mai più questo titolo di dosso se non sarò io a volerlo.
La voglia di abbandonare Cato e Clove al loro destino si fa ogni giorno più forte.
Loro sono amici da tempo, sono stati compagni di allenamento per anni al loro
Distretto e hanno condiviso tutto il loro tempo di preparazione agli Hunger Games.
Sono uguali, hanno un affinità che quasi fa invidia a quello che ho io stessa con Gale, e la cosa mi disturba.
Mi disturba vederli ridere intorno ad un fuoco, mi disturba la loro calma esasperante, ma più di tutto, mi disturba il loro sangue freddo.
Sono la causa di più della metà della morte dei Tributi nell'arena e non se ne preoccupano, non sanno nemmeno cosa voglia dire avere i sensi di colpa.
Ma in un certo senso, a loro confronto, mi sento più umana.
Meno burattino di Capitol City, proprio come non vuole essere Peeta.
La ferita sulla sua gamba non l'ho dimenticata, ma il fatto che la sua foto non è ancora apparsa nel cielo mi tranquillizza.
Da quando gli ho offerto un modo per scappare, di tanto in tanto mi ritrovo a pensare a come possa essersela cavata, se Haymitch gli ha inviato qualche aiuto.
Tutti i doni degli Sponsor che ho ricevuto negli ultimi giorni li ho usati saggiamente e senza esporli troppo alla luce del sole.
Per lo più frecce nuove e una pomata più efficace delle foglie per le punture degli aghi inseguitori.
Visto che so cacciare e ho l'acqua costantemente a pochi passi da me, non potrei sperare in niente di meglio.
Ma in fatto di perfezione, non bisogna mai sottovalutare Capitol City.
Il suono delle trombe, appena dopo l'inno che non ha visto la morte di nessun Tributo, ci annuncia l'imminente inizio di un festino alla Cornucopia.
-Questo non è un festino normale. Sappiamo che ognuno di voi ha un disperato bisogno di qualcosa.-
Le parole di Claudius Templesmith mi lasciano basita e all'istante capisco che non sono io alla quale è destinato il dono alla Cornucopia, ma a Peeta.
E in un istante, mentre Clove e Cato immaginano trepidanti cosa ci aspetterà l'indomani mattina, il piano d'azione si è già formato nella mia mente.
Ho l'occasione di fare un favore a Peeta e di annullare una volta per tutte il nostro debito.
Sapere che è là fuori al freddo, da solo e con una gamba ferita, mi ha fatto pensare per tutta la notte.
Il pubblico del Distretto 12 sicuramente mi sta guardando.
Ci sta guardando.
E quella potrebbe essere una buona occasione per non sfigurare, per dimostrare a tutti che la mia umanità c'è ancora, anche se ben nascosta sotto il finto strato di forza e determinazione che sto ostentando in questi giorni.
E non mi basta sapere di aver salvato Peeta una volta.
Nel Distretto 12 odiavo contrarre debiti che poi non avrei saputo risolvere e negli Hunger Games, quando basta un secondo per vincere e il tuo tempo di vita non è mai deciso, devo sfruttare ogni occasione a mio favore.
Perché non posso vincere con il peso di una promessa non mantenuta sulle spalle.

 

Quando il sole raggiunge le cime degli alberi e l'alba finisce, Clove ed io siamo già appostate nei pressi della Cornucopia, pronte ad entrare in azione al momento opportuno.
E mentre il terreno si apre e spunta il tavolo con i vari doni, non possiamo che maledirci alla vista di Faccia di Volpe che sbuca dalla bocca della Cornucopia, afferra il sacco del proprio Distretto e scappa a gambe levate verso il bosco.
-Inseguiamola!- grida Clove, iniziando già a correre. -Ai nostri doni ci penserà Cato.-
La seguo per quelli che mi sembrano neanche venti metri e non posso fare a meno di fermarmi davanti al tavolo.
Quello è il momento giusto, sono da sola nella radura e nessuno mi può vedere.
Sto per afferrare il piccolo zainetto arancione, l'ho giusto sfiorato, quando un coltello mi si conficca nella mano, mandandomi a cadere all'indietro dalla sorpresa.
Urlo di dolore, ma non faccio in tempo ad estrarre la lama che Clove mi è addosso.
Lottiamo per un po' a terra, ma poi il dolore alla mano è troppo forte e sono costretta a cedere contro il peso della mia ormai ex-alleata.
-E così hai deciso di tradirci nel momento peggiore.- commenta, disgustata. -Volevi forse portare lo zaino a Peeta? Lo vuoi curare, per poi ucciderlo con le tue stesse
mani?-

Ringhio e scalcio, ma il sangue che sgorga dalla mia ferita alla mano mi rende debole.
-Considerati fortunata di essere stata una Favorita.- aggiunge, sprezzante. -Avrai una morte veloce, proprio come l'ha avuta la piccola Rue.-
La rabbia monta prepotente e provo per l'ultima volta a scrollarmela di dosso, con poco successo.
Almeno finché non vedo Clove letteralmente venire sollevata in aria e scaraventata a terra, lontana da me.
-Avete ucciso voi Rue!-
Tresh l'afferra di nuovo per la giacca e la sbatte contro la parete dorata della Cornucopia, con forza.
-No, non è vero!- protesta Clove, totalmente inerme di fronte alla forza del suo avversario.
-Ti ho sentita!- ribatte Tresh, scuotendola di nuovo.
Clove rinuncia a lottare e chiama a gran voce Cato, in un ultimo disperato tentativo di salvarsi.
Ma Tresh non gliene da tempo.
La butta a terra di nuovo e la colpisce brutalmente alla testa con un masso, che non mi sono nemmeno accorta avesse in mano, tanto la paura è grande.
Quando punta lo sguardo rabbioso su di me, non posso fare a meno di indietreggiare, senza nemmeno provare ad alzarmi e a scappare.
-Perché ha nominato Rue?- mi domanda, arrabbiato. -Che legame aveva con te?-
-Mi ha aiutata quando stavo male per le punture degli aghi inseguitori. E io in cambio l'ho vendicata, uccidendo quello del 1. Non ho potuto salvarla però, mi dispiace.- balbetto.
Sono quasi tentata dal chiudere gli occhi e morire al buio, quando Tresh abbassa il sasso insanguinato e mi punta un dito contro.
-Tu hai vendicato Rue e io non ti uccido. Siamo pari. Capisci?-
Annuisco in fretta, prima che cambi idea, e lo osservo mentre afferra il suo zaino e quello del Distretto 2 e scappa di nuovo verso il campo di grano.
Chi è nato nei Distretti remoti, proprio come noi due, sa bene cosa significa avere dei debiti e odiare di averli.
-Clove! Katniss!-
La voce di Cato mi riscuote e faccio appena in tempo ad alzarmi e a buttarmi di nuovo in terra accanto a Clove che lui sbuca dagli alberi, correndomi incontro.
Il disgusto che provo verso me stessa ha raggiunto apici che nemmeno avrei pensato esistessero.
Ho usato il buon cuore di Rue per salvarmi la vita.
E la cosa che più mi dispiace, è la consapevolezza di non meritarmi di essere viva.
Cato si lascia cadere dall'altro fianco della sua compagna e gli afferra la mano, preoccupato.
Gli occhi di Clove sono aperti, ma distanti.
Il suo petto si solleva in piccoli e veloci respiri e dalla sua bocca escono versi strozzati tutt'altro che rassicuranti.
Deve essere in coma.
-Cos'è successo?- mi domanda esasperato, guardandomi per la prima volta in faccia.
Spero vivamente di riuscire a mascherare al meglio tutte le emozioni contrastanti che
sto provando in questo momento.

-Ce l'avevamo quasi fatta, avevamo quasi preso lo zaino, quando Tresh ci è arrivato alle spalle e ha colpito Clove alla testa con un sasso. Ho provato a difenderci, ma alla
fine ho dovuto cedere.- invento sul momento, mentre mi stringo convulsamente la ferita alla mano e nascondo nella manica della giacca lo zaino arancione del mio Distretto.

Il cannone spara in quel momento e Cato sospira.
-Addio Clove.- sussurra, chiudendole gli occhi.
Sembra quasi sul punto di scoppiare a piangere contro ogni aspettativa, quando si rialza e fissa il tavolo che prima portava tutti gli zaini.
-Dove sono gli altri?- domanda, con voce spezzata.
-Il mio mancava già. Siamo arrivate appena in tempo per vedere Faccia di Volpe prendere il suo zaino e scappare.- comunico, mentendo di nuovo.
D'altronde, cosa posso fare in una situazione del genere, così in bilico tra la vita e la morte?
-Non mi stupirei se adesso mi volessi abbandonare e continuare da sola.- dice a un certo punto Cato, dopo vari minuti di silenzio.
I suoi occhi sono ancora puntati alla Cornucopia, in un vano tentativo di evitare il mio sguardo e di nascondere la sua rabbia.
Rabbia per non essere riuscito ad arrivare prima e salvare Clove.
-Ti sbagli. Sei forte e la tua alleanza mi serve.- ammetto, mio malgrado. -E non potrei fare molta strada con questa mano.-
Proprio in quel momento, un mancamento mi fa sbilanciare e Cato mi afferra con entrambe le braccia, salvandomi da una rovinosa caduta a terra.
-Vediamo di trovare qualcosa per quella ferita, hai già perso troppo sangue.-
Un familiare scampanellio però spezza l'aria prima che possiamo compiere un solo passo e il paracadute argentato si posa delicatamente sul terreno, vicino ai miei piedi.
-Il primo Sponsor al momento giusto.- commenta Cato, reggendomi con un braccio e raccogliendo nel frattempo il contenitore.
Se solo sapessi quanti altri doni ti ho nascosto Cato, probabilmente non mi vorresti più come tua alleata, mi rammarico, vorresti uccidermi tu stesso.
Cato apre la scatola, incurante dei miei funesti pensieri, e legge velocemente il biglietto di Haymitch, prima di afferrare una strana siringa e avvicinarmela al braccio.
-Che fai?- protesto, allarmata dalla punta affilata dell'ago e dallo strano liquido trasparente che si intravede dal vetro.
Il solito ghigno si apre sulla sua faccia. -Non mi dirai che hai paura di un ago?-
-Che dice il biglietto?- chiedo, evitando la sua domanda.
È chiaro che un ago così spaventerebbe anche lui se solo si trovasse nella mia situazione, a parti invertire.
-Il tuo mentore dice di infilartelo nel braccio e di mandare la medicina a scorrere nelle tue vene.- ironizza, aiutandomi a sedere. -A meno che tu non preferisca una morte per dissanguamento.-
Gli faccio una smorfia e sollevo con delicatezza la manica della mia giacca con la mano sana.
Ormai tanti puntini neri balenano nel mio campo visivo e nemmeno mi accorgo dell'ago nel mio braccio e del liquido denso che penetra nelle vene.
Subito tutto si sa sfocato e sento chiaramente di essere in procinto di svenire.
Provo ad avvertire Cato, ma ho la bocca impastata e non riesco nemmeno ad aprirla per parlare.
-Non preoccuparti, non ti lascerò qui.-
La mia paura più che altro è di morire proprio per mano sua, ma non lo do a vedere e mi limito ad annuire.
In questo momento, è l'unico aiuto di cui dispongo.
Vedo che dice altre cose, perché la sua bocca si muove, ma le parole non raggiungono le mie orecchie.
Mentre i miei occhi si chiudono inesorabili in un sonno artificiale, non posso fare a meno di sperare che per Peeta non sia troppo tardi.
La sua medicina è ancora legata al mio braccio, pronta per essere consegnata.
E se Peeta muore, la pietà di Tresh e la morte di Clove non varranno più niente.

   
 
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