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Autore: I_MissYou    21/04/2014    2 recensioni
Immaginatevi una Hinata estroversa, sfacciata e coraggiosa ma con un cuore d'oro mandata a Villa Uchiha per un viaggio studio di un anno... ma sicuri che sia solo per questo?
Dal capitolo 8 :
Andarono alla fontanella del parco e Hinata si inginocchiò vicino ad essa. Sasuke fece lo stesso e dopo che il piccolo getto d'acqua le colpì le mani piene di sangue sporco e raggrumato, il ragazzo prese le mani della corvina e cominciò a lavare via la sporcizia. Mentre le toccava le mani si accorse di quanto, in confronto alle sue, erano piccole e delicate. Gliele massaggiava delicatamente sotto l'acqua finchè la pelle risultò diafana e pulita come quella di sempre. Lei lo guardò con gli occhi persi, lui sapeva che stava ancora pensando a quello che successe. Glielo leggeva negli occhi.
Si accorse che la guancia destra di Hinata era un pò sporca, così con la mano umida, le passò il pollice sopra togliendo via quello che rimaneva del sangue.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perfect life doesn't exist



- Sai!! - gridò il nome del ragazzo correndo a perdi fiato per i corridoi già deserti dopo che tutti gli studenti si ritirarono nelle proprie classi per continuare le loro lezioni.
Un lampo di genio: se gli avessero fatto qualcosa in pubblico sarebbe intervenuto qualcuno quindi tutti avrebbero saputo della rissa ma nessuno aveva detto niente; quindi non rimane che pensare che sia accaduto in posto dove nessuno se ne sarebbe accorto. Per adesso l'unico luogo che le veniva in mente era il bagno: durate la pausa pranzo gli studenti non giravano lì intorno, preferivano stare all'aperto dopo aver terminato di mangiare.
- Sai!! - gridò di nuovo fiondandosi  nel bagno dei maschi. Trovò il ragazzo appoggiato al lavandino intento a pulire via quel fiume rosso che usciva dalla sua narice destra.
- Che ti hanno fatto?? - era senza parole. Si avvicinò a lui - Dai, ti porto in infermeria -
Notò che l'occhio destro era cerchiato parzialmente da un colore bluastro - Ti hanno picchiato - strinse i pugni - Dai vieni, andiamo -
Perchè non reagiva? Perchè l'unica sua preoccupazione era togliersi le tracce del pestaggio? Perchè non si preoccupava di se stesso e non gli gridava in faccia quello che pensava di loro?
Mille pensieri tempestavano la testa di Hinata quando qualcuno entrò in bagno - Ragazzi, il pro... - il ragazzo non finì la frase che corse subito verso Sai preoccupato. Era lui, quello che ha fatto la figuraccia il primo giorno di scuola: occhi azzurri, capelli biondi, idiozia e allegria messe insieme.
- Sai ti hanno picchiato! - gridò furibondo quasi rosso in viso.
- Aiutami a portarlo in infermeria - 
Naruto si precipitò in soccorso dell'altro ragazzo e lo aiutò sorreggendolo per un braccio.
Si recarono in infermeria dove Sai venne accuratamente medicato. Naruto e Hinata seduti nelle sedie vicino il lettino.
- Questa me la pagheranno, lo giuro - fece la ragazza.
- Non pensavo che Sasuke potesse arrivare a tanto, davvero - c'era dispiacere e rabbia negli occhi celesti del ragazzo. Come se provasse odio e allo stesso momento senso di colpa.
- Sasuke è solo un ragazzino capriccioso che non ha niente da fare e se la prende con gli altri - Hinata non ci vide più dalla rabbia.
il ragazzo cambiò subito argomento, come se lo volesse evitare - Ah, tu sei la ragazza nuova! Piacere, io sono Naruto! - sorrise.
- Piacere mio, Hinata! - Si sentiva un pò a disagio, sapendo la situazione che sta vivendo Naruto e che lei era l'unica persona che poteva fargli da tramite con i suoi rispettivi genitori.
- Io vado a dire al prof cosa è successo - 
- Ti raggiungo tra 10 minuti - 
Il ragazzo uscì dalla stanza.
Sai si accorse che la ragazza lo fissava sorridendo - Perchè sorridi? -
- Perchè se regali un sorriso prima o poi ti ritornerà indietro -
Gli angoli della bocca del ragazzo salirono su lentamente e impacciatamente. Osservò l'occhio nero più gonfio di prima - Lo sai? Non riesco a capire una cosa - lo guardò seria, questa volta - Perchè lasci che ti trattino in quel modo? dovresti reagire, non farti mettere i piedi in testa da persone come quelle. anzi animali come quelli -
Il suo sorriso divenne piccolo, timide e triste - Io non sono come loro. Preferisco parlare civilmente che fare a pugni. Preferisco una tazza di cioccolata calda ad una birra. Preferisco stare a casa il sabato sera a leggere libri piuttosto che andare in discoteca. I ragazzi come me vengono considerati deboli e fragili e hanno raggione. Sono debole. Vengo considerato gay perchè avere una ragazza è l'ultimo dei miei pensieri - fece una pausa sospirando - Nessuno mi vuole essere amico perchè mi ritengono strano. Sono solo -
Gli prese la mano fra le sue e la strinse - Tu non sei solo e sei la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto. Hai il coraggio di gridare al mondo con il tuo silenzio che sei fatto così e che non vuoi cambiare. Alcuni ragazzi si perdono nell'odio proprio perchè soffrono. Ma tu non ti sei fatto condizionare da nessuno e questa è la più grande prova di coraggio che un essere umano possa superare. E poi tutti abbiamo punti deboli, anche le persone che riteniamo forti sotto tutti i punti di vista. Vivi la vita come ritieni sia giusto ma senza che gli altri ti mattino i piedi in testa. Sei così forte Sai, in questo momento t'invidio tanto - gli sorride debolmente rassicurandolo.
La guardava, anzi la osservava e voleva sapere cosa ci sia di tanto splendente in quella ragazza da farla sembrare un raggio di luce che squarciava l'oscurità della sua solitudine. Contemplava i suoi modi di fare nei suoi confronti: erano così diversi da come lo trattava Sasuke e gli altri. Era sincera, lo sentiva e forse quel raggio così abbagliante poteva essere la soluzione a tutto. A tutti i suoi pensieri, a tutti i suoi problemi.
Le sorrise mentre la sua mano strinse quella di lei, ricambiando.



Entrò in palestra correndo come una furia, rossa in viso per la rabbia. Il suo unico obbiettivo? Sasuke.
- Io giuro che ti ammazzo!! Bastardo!! - con una furia omicida si focalizzo solamente nella sagoma slanciata del ragazzo per buttarsi a capofitto su di lui. Lui, con il suo solito sguardo impassibile non si mosse dalla sua postazione. La guardò come se tutto quello che stava facendo era la normalità. I suoi occhi parlavano e le dicevano ' chi sei per rivolgerti a me così?'.
Due braccia possenti cerchiarono da dietro la vita della ragazza bloccandole le mani - Hinata! Calmati!! Stai solo facendo quello che vogliono!! - 
Lei voleva raggiungere quei occhi e cavarglieli con una mano ma Naruto continuava a bloccarla - Stai calma! - la fece girare verso di lui - Devi stare calma -
Entrambi con il fiatone si accorsero che gli occhi di tutti erano puntati su di loro.
La liberò dalla sua stretta e le cerchiò le spalle con un braccio - Dai, andiamo.. -
Si diressero verso gli spogliatoi - Non possono trattarlo così, questa storia deve finire -
- Hinata, qui funziona così: sei forte e bello? Comandi tue tutti ti sbavano dietro. Sei debole? Puoi marcire in un angolo mentre ti prendono a calci - 
- Beh significa che cambierò le cose -
- Non puoi.. -
- Si invece, se ammazzassi quei tre... -
La interruppe - Non puoi. Diciamo che anch'io vivo in una situazione del genere e credimi non puoi cambiare nulla - la guardò serio.
Una ragazza si avvicinò a loro - Avete idea del casino che avete combinato di là? - capelli rossi, occhiali da vista, orgoglio alle stelle.
- Non c'interessa per adesso cugina -
- Avete fatto bene! Se lo merita proprio! Hai visto la faccia di Suigetsu? Stava per pisciarsi sotto ahahahah - rise a crepapelle.
Hinata e Naruto, prima seri, guardarono Karin e si misero a ridere.
- Ho fatto una cazzata, vero? - chiese la mora.
- Eh già! Comunque piacere, io sono Karin. La cugina di questo essere inutile -
- Heeeeey - il ragazzo mise il broncio.
- Piacere mio, Hinata -



- Non so se ce la farò per molto - 
Hinata non avrebbe mai creduto che queste parole le sarebbero uscite di bocca, un giorno. Ogni sua missione era andata perfettamente bene grazie alla sua serietà e al suo sangue freddo. Ma adesso come poteva fare l'indifferente davanti a un ragazzo che aveva bisogno del suo aiuto? Forse era questo il problema: per tutta la durata della missione, sino ad adesso, non aveva mantenuto il suo comportamento standard da spia dello stato. Aveva superato i limiti e doveva rimediare in qualche modo ma non sapeva come. Continuare così o fingersi una malata mentale che ha un alter ego e fare la fredda? 
' Ma come ci riesce Sasuke a mantenere quella compostezza? Perchè non ci riesco?' 
Si tormentava la mente da ore e Gaara continuava a fissarla - Ormai hai svelato la tua vera natura e secondo me devi continuare così. Se cambi sicuramente dubiteranno di qualcosa. E poi scusa, tu non stai facendo la spia agli Uchiha? Gli altri non centrano niente -
Forse il rosso ha ragione, come sempre daltronde. O forse no?
- Dio mio che casino! La mia mente non ragiona più! - gridò esasperata alzandosi dalla panchina. Guardò l'orologio e gli occhi rimasero immobili fissando l'aggeggio per qualche secondo per focalizzare meglio. Forse si sbagliava?
Le 7.30.
- Oh Mio Dioooo!! E' tardi tardi!! Devo andare, stasera la cena con gli Uchiha!!  Ciao - si mise a correre come una pazza verso casa.
Gaara guardò la sua sagoma svanire piano piano e sussurrò - Non cambiare -



Aprì la porta piano, senza il minimo rumore e ritrovò Itachi davanti.
- Posso spiegare - le uniche parole che riusci a far uscire dalla bocca come un suono stridulo.
- Non importa, vieni con me - 
Salirono in camera del giovane.
- Che succede? - era decisamente preoccupata.
- La cena è saltata, papà è bloccato all'aereoporto di Detroit per mal tempo -
Itachi era turbato, si vedeva lontano un miglio. Lo guardò - Che hai? -
La osservò sorpreso - No, niente.. -
- Ripeto: cosa ti succede? - 
La prese per mano e la fece accomodare sul letto - Domani ho una tesi da presentare ma non ce la farò in tempo prima che arrivi mio padre - 
- Continuo a non capire -
- Non sto studiando legge... ma medicina. Domani mio padre sarà qui in tempo per sentire l'ultima parte e.. -
- Ci penso io a tuo padre, non ti preoccupare - sorrise.
- Davvero? -
Annuì con la testa sorridendo - Ma.. perchè nasconderglielo? -
- Papà crede che sto studiando per entrare a far parte delle forze dell'ordine ma io non posso anzi non voglio. So qual'è la mia vocazione, quello che desidero fare nella vita -
- E lo stai facendo di nascosto... ma prima o poi dovrai dirglielo -
- Si ma non adesso, mio padre è capace di fare tutto - fece una piccola pausa e la guardò - Allora... per domani niente matematica? -
- Noooo!! - si lamentò.
- Dai prendi i quaderni - rise.




Primo: questo non è un ritardo.
Secondo: non ho potuto avvertirvi per vari motivi che non sto quì ad elencare.
Terzo: scusate per l'assenza ma sono stata molto male a causa dell'anemia e sono stata ricoverata per qualche mese.
Ma adesso sono quiiiiiiiiii!!! E hinata e Sasuke ne combineranno di grosse. Questo capitolo l'ho scritto alla c**** ed è un pò striminsito, scusate di nuovo e.e
A domenica prossima con il quinto capitolo!!
Love you all <3 :3
  
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