"Marina Danny, marina. È così difficile?" domanda Steve sbuffando.

"Marina, esercito... E' la stessa cosa." risponde Danny. "Questo non leva il fatto che non sei più lì! Non puoi andare in giro a minacciare sospettati! Non siamo nel Far West! Vuoi farti sparare?!" continua a lamentarsi, urlando.

Il SEAL al suo fianco alza gli occhi al cielo.

"E non fare quell'espressione, perché sai che ho ragione!" esclama il detective, fissando il collega che guida.

"Stai esagerando Danny." dice semplicemente l’uomo, continuando a prestare attenzione alla strada.

"Esagerando? Io sto esagerando? Qui quello che sta esagerando sei tu! Sei tu che hai rischiato di farti accoltellare, e per cosa? Per farti dire da un delinquente qualsia-"

"E a te cosa interessa?" domanda Steve all'improvviso, interrompendo il collega.

"Come scusa?" domanda il detective, girandosi a fissarlo.

"A te cosa interessa? Voglio dire, non è la prima volta che mi comporto così, e non è nemmeno l'ultima. E tu lo sai. Perché stai facendo tutta questa storia?" si spiega meglio il comandante, girandosi brevemente per ricambiare lo sguardo del collega.

Danny si ammutolisce. Ha ragione Steve: non è la prima volta che si comporta così, e sa che non sarà neanche l'ultima. Non è neanche la prima volta che rischia di farsi ferire. Ma questa volta non è riuscito a restare impassibile...

Il pensiero di non vedere più quegli occhi, di non vedere quel sorriso, di non sentire quella voce… Di non averlo al suo fianco, gli ha fatto perdere le staffe.

E ora non sa cosa rispondere. Perché anche se sono partner, anche se sono migliori amici, non è normale che reagisca così.

"Allora?" domanda il Steve, attendendo una risposta.

"Una persona non può neanche preoccuparsi?" risponde infine, mettendo fine al litigio, facendolo sorridere.
 

"Danny." sussurra il SEAL, fissando le onde del mare infrangersi sulla spiaggia.

"Uh?" sussurra l'altro, rimasto da lui per una cena veloce e ora seduto accanto a lui nella veranda che da sulla spiaggia.

Sa già la risposta della domanda che sta per fare, l'ha capito, ma vuole sentirselo dire da lui. "Perché oggi hai fatto quella scenata?" domanda il comandante, fissando il mare.

"Te l'ho già detto... Mi sono solo preoccupato p-" risponde l'altro, ma viene interrotto dall’altro uomo.

"Non dire idiozie Danny, lo capisco quando menti!" esclama, e il detective si sente come se gli avessero gettato un secchio d’acqua gelida in faccia: respirare è difficile, e il cuore batte sempre più forte.

Dirglielo o non dirglielo?

Indeciso, l'alcol bevuto lo aiuta a prendere una decisione. "Perché ho avuto paura di perderti." risponde, bevendo un altro sorso per distrarsi.

"Paura?" si costringe a domandare Steve, sentendo a sua volta il cuore battere sempre più forte.

 "Sì paura. Perché tu mi piaci Steve. E non come semplice amico. Io… Io non penso che potrei vivere senza di te." risponde Danny, fissando l’uomo accanto a sé.

Steve non dice nulla. Continua a fissare l'oceano, di fronte a sé, perso nei pensieri.

Il detective sospira... Sapeva già che lui non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. Perché per una sola volta nella propria vita non poteva stare zitto?

"Senti, fai finta che io non abbia detto nulla, scorda quello che ho detto ok? Non so cosa diavolo mi è passato per la testa..." dice tutto d'un fiato Danny. "Forse è meglio che torno a casa... Sì torno a casa." continua, passandosi una mano fra i capelli. "Ci vediamo domani." lo saluta, alzandosi.

Steve lo fissa allontanarsi, entrando in cucina e sparendo dalla propria vista.

Sì da dello stupido. Lo sta facendo andare via, gli sta facendo credere che non prova nulla per lui oltre alla semplice amicizia, quando in realtà prova i suoi stessi sentimenti.

Quando sente la porta d’ingresso aprirsi si rende conto della stronzata che sta facendo e si alza, correndogli dietro e buttando vari oggetti per terra lungo il percorso.

"Danny, aspetta!" urla una volta uscito nella veranda, fissando il detective che sta per salire in auto.

"Steve, non c'è bisogno che tu dica niente. Ho capito." lo tranquillizza il biondo, fissando un punto indefinito dietro il SEAL. Un po’ per via dell’alcool, un pò per via dell’imbarazzo.

"No Danny, non hai capito niente." ribatte Steve, le parole che escono da sole.

Adesso il detective lo fissa in attesa che lui dica qualcosa, e capisce che se non gli dice qualcosa adesso non lo farà più. "Anche tu mi piaci." ammette, fissando il collega negli occhi, che si è fermato.

"Non ti ho mai detto nulla perché tu hai Grace, e ho sempre pensato che tu volessi una donna al tuo fianco per crescerla. Mi sono sempre accontentato del ruolo di collega, di quello di partner e amico, perché non vorrei mai perderti. Quando poco fa mi hai detto che anche tu provi lo stesso per me, le parole mi si sono fermate in bocca. Non sapevo che dire, e -" confessa il SEAL, ma viene interrotto dal detective che nel posa le labbra sulle sue, in punta di piedi.

Steve, prima sorpreso, chiude gli occhi, stringendo il biondo a sé dai fianchi, ricambiando il bacio.

"Te l'avevo detto." sussurra Danny sulle labbra dell'altro, interrompendo il bacio.

"Cosa?" domanda Steve, fissando quel viso così perfetto e cercando di imprimere nella propria mente ogni dettaglio di quel momento.

"Sei diventato un sentimentalone." risponde l'altro, facendolo sorridere. "Col cuore tenero... Sembri quasi un essere umano." continua, poggiando una mano sul cuore del SEAL.

"Solo per te." sussurra il comandante, baciando di nuovo il collega.