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Autore: jeanny991    21/04/2014    4 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo terzo

 

Alla fine delle lezioni Akane si fece accompagnare da Nabiki, come stabilito, dal dottor Tofu. Avrebbe preferito evitare quella visita, anche perché confermava l’idea che le sorelle non credevano minimamente in lei ed erano in pena per la sua salute mentale. Inoltre temeva che se avesse raccontato tutta la situazione al dottore, lui non le avrebbe creduto. Di confusione ne aveva creata parecchia, quel giorno. Così decise che, se non fosse stato strettamente necessario, non avrebbe parlato direttamente della scomparsa di Ranma, piuttosto avrebbe chiesto a Tofu, vista la notevole conoscenza delle pratiche cinesi, se esistesse un modo per cancellare dalle memoria di parecchie persone, l’esistenza di un individuo.
Arrivata allo studio, Tofu Ono la accolse con il solito sorriso gentile, nella sua espressione non vi era ombra di preoccupazione. Nabiki si congedò in fretta lasciando la sorella minore nelle mani del medico, amico di famiglia.

- Akane-chan, è un po’ di tempo che non ci si vede. Come stai? –
- Dottore, non c’è bisogno di tutti questi convenevoli. Cosa le hanno detto le mie sorelle sul motivo di questa visita? –
- Dritta al sodo! Beh, a dir la verità, non ho capito molto il problema espostomi al telefono da Kasumi questa mattina…- nel nominare la sorella maggiore il viso di Tofu era arrossito e i suoi occhiali si erano appannati. Akane immaginò che quella stessa reazione si fosse verificata al sentire la voce della sorella maggiore attraverso la cornetta, dunque non doveva aver colto niente del discorso. Perché si sapeva: il dottor Tofu Ono era stracotto di Kasumi Tendo e quando aveva a che fare con lei perdeva letteralmente la ragione. La minore delle Tendo si sentì sollevata poiché avrebbe potuto attuare il suo piano senza accennare alla scomparsa di Ranma.
- Innanzitutto, mi promette che quello di cui le parlerò non verrà comunicato alla mia famiglia? –
- Certo, sono un medico e sono obbligato a rispettare la privacy di un mio paziente. –
- Neanche se fosse Kasumi a chiederglielo! – lo mise alla prova. Sentendo quel nome Tofu si irrigidì nuovamente. Ma promise non avrebbe parlato ad anima viva quello di cui si sarebbe discusso nello studio.
La serietà del dottore, rassicurarono Akane, la quale iniziò a raccontare della strana esperienza vissuta in quella giornata, modificando leggermente i fatti. Invece di parlare esplicitamente della scomparsa del suo fidanzato, disse di star percependo gli eventi come se fossero diversi dal solito, come se mancasse qualcosa. La percezione della realtà le appariva distorta, soprattutto nelle relazioni con gli altri. Rivelò come, il giorno precedente avesse espresso un desiderio, prodotto da uno stato di insofferenza, che non rispecchiava assolutamente la sua volontà. Tuttavia, la persona con la quale si era confidata, poteva averla presa sul serio e con un trucco magico cinese, aver fatto diventare realtà quel desiderio. Finito di esporre le sue supposizioni, Akane attese una reazione da parte dell’uomo di cui tempo addietro si era infatuata. Tofu Ono era pensieroso e sembrava star rielaborando le parole della ragazza, la quale sperava, con tutto il cuore, di non essere presa per folle.
- È una storia abbastanza strana però dalla luce nei tuoi occhi, percepisco che non stai inventando e non c’è traccia di delirio. Ti conosco da anni Akane-chan, so che stai dicendo la verità. Per questo proverò ad aiutarti. – a quelle parole Akane tirò un sospiro di sollievo. In tutta Nerima, almeno una persona le credeva.

Dopo essersi recato nella stanza annessa allo studio, il medico tornò con un volume spesso e impolverato. Parlava di leggende e strumenti magici cinesi. Sfogliando l’indice del manuale, Tofu individuò la pagina nella quale ci sarebbero potute essere informazioni interessanti per la Tendo.
- Ecco! Qui si parla di un metodo per manipolare la realtà. Però la trattazione è esposta in maniera teorica. Non c’è alcuna esempio che indichi l’esecuzione di tale procedura. –
Ad Akane non interessava se non v’era nulla di concreto. Per lei era importante l’esistenza di qualcosa che supportasse la sua tesi.
Prese in mano il libro e lesse avidamente ciò che c’era scritto. Perché una persona potesse realizzare un desiderio, occorreva, per prima cosa, avere un veicolo che accogliesse il desiderio. Una sorta di pozzo dei desideri. Poi la persona, interessata a modificare la realtà, doveva mettere nel veicolo l’oggetto espressione della sua volontà. A quel punto, il mondo sarebbe cambiato nel passaggio dal giorno nel quale era stato espresso il desiderio, a quello successivo, quindi allo scoccare della mezzanotte. La nuova realtà sarebbe diventata permanente nel caso in cui la persona si fosse lasciata definitivamente alle spalle la vecchia esistenza, perdendo ogni cognizione di essa.

La spiegazione si concludeva in quel modo, senza specificare cosa potesse svolgere la funzione di pozzo dei desideri e non indicava alcun modo per tornare indietro, nella convinzione che, realizzatosi un desiderio, nessuno avrebbe voluto annullarlo. Il problema era che la minore delle Tendo non aveva mai voluto vivere in un mondo senza Ranma. Quando si era sfogata con Mouss, le sue parole erano state dettate dall’orgoglio ferito. Mouss doveva aver travisato i suoi sentimenti e aver modificato il corso degli eventi durante la notte. Rimaneva solo da capire quale oggetto, appartenente alla Tendo avesse utilizzato. Lei non gli aveva mai ceduto o regalato niente. Dunque la cosa migliore da fare era obbligare il cinese a confessare e fargli sistemare quel pasticcio.
 
Dopo aver ringraziato Tofu, si diresse verso casa. Passò le ore che precedevano l’appuntamento col ragazzo cinese ad allenarsi nel dojo, nell’eventualità di dover usare la forza per far emergere la verità. Poi si fece un bel bagno rilassante e si preparò per uscire. Alle rimostranze di Kasumi, si giustificò alludendo ad una cena organizzata con alcune sue compagne di scuola. Sebbene non fosse totalmente convinta la maggiore delle Tendo, acconsentì a lasciarla andare, a patto che tornasse presto.

Quando Akane giunse al parco, trovò Muoss seduto nella stessa panchina della sera precedente. A causa degli spessi occhiali per la miopia, la sua espressione era indecifrabile. La ragazza palesò la propria presenza schiarendosi la voce, al che Mouss le fece segno di accomodarsi accanto a lui. Akane, invece, rimase in piedi preferendo studiarne frontalmente l’atteggiamento.
- Akane Tendo, perché mi hai convocato qui a quest’ora? –
- Dovresti dirmelo tu il motivo. – lo sfidò con tono gelido.
- Dovrei sapere cosa ti passa per la testa? – la rimbeccò il cinese con ironia.
- Smettila di fare il finto tonto! Ho scoperto tutto, è inutile continuare a fingere! – ma il cinese non smetteva di guardarla con perplessità provocando nella ragazza una crisi di nervi.
- So che hai usato una specie di pozzo dei desideri per trasformare la realtà, realizzando un mondo senza Ranma. Forse pensavi che il discorso di ieri sera fosse serio, non è così! Voglio tornare a casa mia, una casa nella quale Ranma esiste! – nel pronunciare quella frase il cuore aveva iniziato a batterle furiosamente e gli occhi le pizzicavano, annunciando un’imminente pianto. In Mouss permaneva un certo stupore.
- Senti Akane, non conosco questo Ranma di cui parli costantemente, tanto meno capisco a quale desiderio tu ti riferisca. L’altra sera abbiamo solo parlato delle tue preoccupazioni circa il nuovo anno scolastico e della mia situazione con Shan-pu. Conosco  la leggenda di un mezzo che può soddisfare i desideri ma non ho mai sentito di casi nei quali se ne sia fatto un uso pratico. Non ho idea di dove poter trovare una cosa del genere! –
Akane era rimasta spiazzata dalla reazione del cinese perché sembrava essere sincero. Tuttavia non doveva demordere, poteva benissimo aver appreso l’arte dell’inganno dalla sua amata Shan-pu.
- Uno strumento del genere potrebbe averlo la vecchia Cologne. Nei suoi magazzini c’è di tutto. Tu sei l’addetto alle pulizie, potresti averlo benissimo utilizzato. Avanti sputa il rospo altrimenti sarò costretta ad usare la forza! – si mise in posizione di guardia, la sua pazienza aveva raggiunto un limite.
- Calmati. Non ho intenzione di combattere con te. Ti posso rivelare una cosa: anche io avverto che c’è qualcosa di strano nell’aria. Al mio risveglio, questa mattina, mi sembrava di aver dimenticato un evento importante. Più provo a ricordare, più mi sento confuso. Le nostre situazioni potrebbero essere connesse. Cercherò di fare il possibile per farmi tornare la memoria. E se quello che ho dimenticato ti riguardasse, ti prometto che sarai avvertita immediatamente. –
La ragazza, a quel punto, non sapeva più come comportarsi. La confessione di Mouss, non era esattamente quel che si aspettava. Sempre meglio che niente. Però aveva ancora dei dubbi. Decise di sottoporlo ad un ulteriore prova: per i combattenti l’onere è tutto.
- Giurami sul tuo onore che le tue parole sono vere e dillo guardandomi negli occhi. – Mouss non si agitò e levandosi gli occhiali, si girò e con tono solenne promise di non aver mentito. Tuttavia lo disse rivolgendosi ad un albero. Akane non se ne stupì molto, era abituata ormai. Accettò per buono il suo giuramento. Era l’unica risorsa a cui appellarsi.
- Un ultimo avvertimento prima di congedarmi. Io farò il possibile per ricordare. Anche tu, comunque, ripensa bene alle affermazioni fatte. Perché da esse potresti ottenere un indizio importante. – detto questo, il cinese non permise alla piccola Tendo di controbattere, salì rapidamente sulla bicicletta, appoggiata alla panchina e pedalò via.

Sulla strada vero il dojo, Akane continuava a ripetersi mentalmente l’ultima frase di Mouss. Ripensare alle sue affermazioni? Il cinese si riferiva al discorso della sera scorsa? Aveva già capito di aver pronunciato delle frasi errate, quali informazioni avrebbe potuto ricavarne? Poi, l’illuminazione!

Alle volte vorrei davvero che non fosse entrato a far parte della mia vita

Akane, non aveva desiderato la fine dell’esistenza di Ranma. Semplicemente aveva espresso l’assenza del ragazzo dalla sua vita. Dunque, lui esisteva da qualche parte. Doveva capire dove. Improvvisamente un nome le si materializzò in testa. Il giorno successivo si sarebbe recata dalla persona che aveva conosciuto il suo fidanzato durante l’infanzia. Ukyo Kuonji.  Chissà che non sapesse quale fosse il luogo di residenza di Ranma.





Angolo autrice
Scritto e pubblicato anche il terzo capitolo! Volevo già postarlo ieri ma non ne ho avuto il tempo. Non è stato facile scrivere la parte del dialogo tra Akane e Mouss, infatti non ne sono molto soddisfatta. L’ho rielaborato diverse volte e questa versione è quella che mi ha convinta più delle altre però ripeto che non ne vado molto fiera. Come sempre se ci sono critiche o qualcosa risulta poco chiaro fatemelo notare, così come eventuali errori, sfuggiti al mio controllo. Ringrazio tutti coloro che leggono la storia in particolare faith84, memole82, ran_ko, Jiulius CX e Gretel85 che hanno recensito. Ringrazio tanto VioletArmstrong2013 per aver messo la storia tra le preferite e berenice07 e Icy_Londoner per aver aggiunto la storia tra le seguite. Anche se in ritardo auguro a tutti una Buona Pasqua e Pasquetta! Alla prossima, sayonara!!
 
 

  
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