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Autore: FuyukoKurono    21/04/2014    2 recensioni
Miranda è una ragazza un po' introversa che preferisce i videogiochi alla gente, dopo essersi assentata per diversi anni dalla sua città natale torna a viverci assieme a suo fratello. Lì rincontrerà una sua vecchia conoscenza, Jamie, che sembra essere diventato ancor peggiore di quanto non ricordasse... Ma sarà davvero un ragazzo così problematico e irrecuperabile?
Dal quarto capitolo:
"Ogni tanto il ragazzo la osservava con la coda dell'occhio, lei faceva tutto ciò che era in suo potere per fingere di non essere preoccupata, però era lampante che lo fissasse in maniera quasi maniacale mentre lo sguardo di lui era posato altrove. Non sapeva veramente spiegarsi perché i problemi di quel tipo la mandassero tanto su di giri, era veramente un mistero, ma non riusciva a smettere di pensare e ripensare al suo sguardo vuoto e triste."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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«Quindi oggi ci vediamo a ricreazione?»

Chiese ostentando falsa pacatezza Miranda camminando accanto a Jamie mentre scendevano dall'autobus, l'altro annuì guardandosi attorno, sembrava ancora parecchio assonnato. La ragazza si chiese se non fosse arrabbiato con lei dopo ciò che era successo il giorno prima, avrebbe voluto scusarsi ancora ma, allo stesso tempo, non voleva tirare fuori l'argomento.

«Certo, come sempre»

Rispose lui senza degnarla di troppa attenzione, lei sorrise appena continuando a camminare verso la scuola. Si rese conto che loro due erano rimasti un po' indietro rispetto al resto del gruppo, non che la cosa la preoccupasse particolarmente ma si sentì strana vedendosi praticamente sola al suo fianco. Fortunatamente l'edificio scolastico non era poi così distante.
Continuava a guardarsi le gambe quando una mano le si posò sulla spalla destra facendola girare con un balzo spaventato da quel gesto imprevisto. Si ritrovò davanti un grosso tipo con una faccia già vista, ma era qualcuno di cui non si ricordava con precisione.

«Ma guarda un po', ci sono la tavoletta e il demente»

Ghignò malignamente quel tizio, un altro energumeno lo raggiunse. Miranda capì: erano sicuramente i due tipi che avevano aggredito Jamie quella fatidica sera, circa mezzo mese prima di allora. Lei li guardò sbiancando in viso, gli tirò una ginocchiata allo stomaco seguendo l'impulso del momento per poi afferrare la mano del suo compagno e trascinarselo dietro in una corsa a perdifiato.

«Non c'è bisogno di scappare, lo sai»

Borbottò lui guardandola stralunato, lei fece uno sguardo truce. Non ne era certa ma aveva pessima sensazione riguardo a quella storia e, inoltre, non voleva mettere a repentaglio sé stessa né Jamie, non voleva davvero che si facesse del male e ricorresse ancora una volta alla violenza. Girò appena il capo accorgendosi del fatto che ora quei tipi erano in tre, e li avevano alle calcagna.

«Cazzo»

Ringhiò a bassa voce la ragazza riportando l'attenzione sulla strada che stava percorrendo, anche l'altro si voltò a controllare la situazione, facendo una buffa espressione divertita. Prese lui il comando accelerando il passo e svoltando improvvisamente verso uno stretto vicolo. L'altra non disse nulla, rimase ammutolita a guardarlo senza capire bene cosa stesse succedendo a quel punto. Il ragazzo si accasciò dietro a un grosso mucchio di scatoloni vuoti lasciati sul retro di una boutique.

Dopo un sospiro, il tipo dai capelli rossicci si lasciò andare a una rumorosa risata, lei alzò un sopracciglio perplessa prima di tappargli la bocca sentendo i passi veloci, si appiattì schiacciandosi contro il muro. Gli inseguitori passarono velocemente al loro fianco ma non li notarono.

«Si può sapere cosa t'è preso?»

Ridacchiò ancora lui guardandola, lei arrossì appena incontrando quegli occhi.

«Non so. Ho pensato che se fossimo rimasti sarebbe finita in maniera... Poco pacifica...»
«E allora? Ti avrei difeso, dovresti saperlo»

La sua attenzione si fissò meglio sul volto della giovane, ancora testo, le sue guance presero ulteriormente colore mentre Miranda provò ad evitare di osservarlo ma non ce la fece, e riportò presto la coda dell'occhio verso quel tipo che tanto la attiravano.

«No... Non è questo. Avevo paura per te... E non voglio nemmeno che tu infranga la promessa»

Sospirò dopo qualche attimo di silenzio lei abbassando appena il volto verso il terreno. Anche lui allontanò gli occhi da lei portandoli verso il cielo nuvoloso di quella mattina, sentì uno strano calore attraversargli lo stomaco per un solo attimo, fu una sensazione vagamente piacevole, una sensazione che non provava veramente da molto, sempre ammesso che l'avesse mai provata.

«Si saranno arresi?»

Domandò poi lei sviando quel discorso imbarazzante. Lui rimase in silenzio per un istante studiando l'ambiente che aveva attorno, la sua vicina fece lo stesso mettendoci tutta l'attenzione possibile. Le cose parevano essersi decisamente calmate.

«Pare di sì ma credo sia meglio aspettare ancora»

Sentenziò alla fine lui tornando a guardarla, accennò un minuscolo sorriso che svanì fugacemente prima di lasciarsi andare poggiando le spalle al muro lasciandosi andare a un lungo sbuffo dall'aria penosa attirando così l'attenzione dell'adolescente che fece un'espressione preoccupata. Tutto d'un tratto gli occhi di Jamie erano tornati ad essere vuoti e distanti, fino a poco prima erano divertiti. Ripensandoci la giovane notò che più loro due si avvicinavano più lei riusciva a vedere nuovi lati di lui e nuove emozioni su quel volto così dannatamente attraente.

«Adesso vivi solo con tuo fratello, giusto?»

Chiese lui, l'altra non s'aspettava neppure lontanamente quella domanda, fino a quel giorno avevano passato vario tempo a parlare del più e del meno ma, a dirla tutta, non avevano mai discusso delle loro vite private o di cose serie. Miranda si rese conto che in effetti non sapevano praticamente nulla l'uno dell'altra.

«Già»
«E non ti senti mai... Sola?»

Quelle parole uscirono un po' tremanti dalla gola del sedicenne che ancora scrutava le nubi nel cielo, lei lo studiò con più attenzione. Non sapeva davvero cosa gli stesse passando per la testa ma sembrava veramente depresso, come la maggior parte delle volte in cui lo vedeva.

«Sì, ovviamente. Però poi ripenso al fatto che, nonostante quanto si possa pensare, mia madre mi ama davvero e poi ho sempre Alan che si prende molta cura di me. Certamente da quando è morto mio padre mi manca moltissimo e vorrei avere sempre accanto la mamma com'era fino a poco tempo fa ma... Sto bene e so che se mi fermo a guardare sempre e solo i lati negativi della mia esistenza non farò che crearmi problemi da sola»

Rispose aprendogli completamente il cuore.

«Oh, non sapevo di tuo padre... Mi spiace molto...»
«Non ti preoccupare. Me ne sto facendo una ragione, ci sto provando»

Sorrise tristemente lei fissandosi ancora una volta gli anfibi neri, lui invece continuava a concentrarsi su di lei, allungò la mano verso di lei per poi strofinarle i capelli castani, il viso della giovane arrossì nuovamente, anche se non esageratamente.

«Tu, piuttosto? Anche se vivo qui da un po' non ho ancora incontrato i tuoi genitori...»

Rimbalzò la domanda all'interlocutore che sbuffò raggomitolandosi su sé stesso come un gattino indifeso con l'aria di chi vuole nascondersi. Ancora una volta quella tipica espressione triste e abbattuta che purtroppo lo caratterizzava, per l'ennesima volta Miranda ebbe la sensazione che quel tizio fosse sul punto di scoppiare in lacrime, e sentì una stretta al cuore.

«Se non vuoi parlarmene non sei obbligato. Anzi, è meglio andare a scuola. Ormai è da un pezzo che siamo qua fuori»

Aggiunse timidamente prima di scattare in piedi come una molla, lui le afferrò rapidamente la mano stringendola con decisione, lei lo guardò mentre lui aveva ancora il viso chinato. Non riusciva a vederlo bene ma notò delle lacrime scivolare sulle sue guance pallide. Lei si gettò di nuovo a terra accanto a lui stringendolo in un caldo abbraccio, le parve di rivivere la scena del giorno prima coi ruoli invertiti. Si chiese se anche lui avesse provato quella voglia di farla stare bene che ora lei sentiva nei suoi confronti.

«Miranda...»
«Sono qui, Jamie, non ti lascerò»
«Io...»

Iniziò il ragazzo mentre il cuore di lei accelerò i battiti, proprio in quel momento però una risata maligna li assalì alle spalle, una voce cupa e irritante. Quella di quel bullo da quattro soldi da cui stavano fuggendo in quell'esatto momento. Un brivido terrorizzante salì per la schiena di lei.

«Che scenetta romantica»
«Voi stronzi non potevate trovare un momento peggiore?»

Ringhiò lei continuando a stringere a sé il ragazzo con tutta la forza che aveva, lui la scostò per poi asciugarsi le lacrime cercando di ricomporsi e riprendere un'aria dignitosa prima di alzarsi e fulminare con lo sguardo il gruppetto di tre teppistelli che li osservavano divertiti, lei fece lo stesso afferrandogli un bracco, lui si voltò a guardarla.

«Andiamocene»

Biascicò lei guardandolo con aria disperata e cominciandolo a trascinare dalla parte opposta rispetto a quei tizi inquietanti. Jamie la osservò per poi sospirare e dare le spalle agli aggressori iniziando a camminarle al fianco.

«Non così velocemente»

Commentò sghignazzando uno dei tre avvicinandosi velocemente ai due e afferrando il ragazzo per la maglia attaccandolo poi al muro, incredibilmente la giovane si ritrovò di fronte alla stessa scena avanti alla quale s'era ritrovata la sera in cui aveva incontrato quel tipo strambo.

«Lascialo!»

Gridò Miranda aggrappandosi al braccio del tipo che teneva il suo amico e stava per colpirlo con un pugno, un altro ragazzo però la prese trascinandola via benché lei si divincolasse in ogni modo, alla fine non era riuscita ad impedire a Jamie di ricevere un pugno in pieno viso. Lui non si mosse.

«Jamie!»

Strillò ancora lei in preda alla disperazione sentendo gli occhi gonfi di lacrime. La ragazza riuscì a spingere via il ragazzo che la teneva facendolo cadere di schiena, si avventò ancora sul tipo che picchiava il suo vicino dandogli uno spintone per allontanarlo dall'altro che pareva indifeso. La ragazza non riusciva veramente a capire perché si lasciasse picchiare in quel modo.
Due dei malviventi si avventarono su di lei ma quello che era appena stato spintonato fece un gesto facendoli fermare mentre tirava fuori un sorriso malefico e puntava la ragazza che indietreggio di colpo portando gli occhi sul suo vicino di casa che era ancora fermo lì. Voleva avvicinarglisi e trascinarlo via come aveva fatto alla prima tentata aggressione ma nel mezzo c'era quel tipo raccapricciante che le si stava avvicinando con aria troppo decisa per i suoi gusti. Lo sconosciuto allungò la mano, lei strinse gli occhi spaurita, si sentì tremare accorgendosi della sua mano fra i capelli e del suo alito sul collo.

«Non la sfiorare»

Tuonò il ragazzo dal bell'aspetto colpendolo da dietro. Lei riaprì gli occhi per poi afferrare una seconda volta la mano del ragazzo trascinandolo via con sé fino ad arrivare a scuola.

L'angoletto di Goth:
Stavolta sono stata celere, eh? Finalmente ce l'ho fatta a non farvi aspettare un secolo... Spero però che la qualità non ne abbia risentito, come al solito se ci sono errori segnalatemeli. 
Grazie di seguirmi, spero che la storia continui ad essere di vostro gradimento ^^
Bacioni, da Goth

   
 
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