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Autore: Vanilla_91    21/04/2014    8 recensioni
Chi di voi non ha sentito almeno una volta nella sua vita il detto " Non puoi capire una situazione finchè non ti ci ritrovi"?
Cosa accadrebbe,dunque, se fosse Kagome la ragazza proveniente dal passato che si ritrova bruscamente catapultata nel futuro? Se fosse lei quella che ha lasciato nella sua epoca un amore tormentato e un nemico da sconfiggere?
Una potente sacerdotessa, appartenente ad un mondo esistito circa 500 anni prima, e un ragazzo pienamente soddisfatto della propria vita si ritroveranno catapultati nella stessa avventura. Cosa gli riserverà il destino?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fissai il mio riflesso allo specchio e sospirai. Sango aveva impiegato diverse ore ad arricciare i miei capelli, scegliere il vestito e gli accessori adatti, ma nulla riusciva a mascherare gli occhi arrossati e spenti..nemmeno il trucco più pesante del solito. Erano stati giorni d’inferno e nemmeno la vicinanza costante della mia amica era riuscita ad alleviare le mie pene.
Ero stata una stupida, una cocciuta, ingenua e avventata stupida. Mi ero concessa ad InuYasha pensando che i miei gesti non avrebbero avuto nessuna conseguenza..quanto ottusa ero stata?
Gli avevo detto addio, sperando che allontanarlo da me fosse un modo sufficiente per preservare i miei sentimenti, ma a nulla era servito.
Mi mancava, mi mancava terribilmente e il dolore che sentivo al petto ogni volta che ricordavo un momento trascorso insieme ne era una prova evidente. Mi ero cacciata in quel pasticcio con le mie stesse mani e prima o poi avrei trovato un modo per uscirne.
Avevo solo bisogno di tornare a casa, nel mio tempo, e dimenticare..avevo solo bisogno di fermare quei sussulti dolorosi al cuore, scordare InuYasha e tutto ciò che per lui provavo.
-Kagome, mi fa male vederti così giù- mi sussurrò Sango.
-Non è colpa tua! Mi avevi avvertito, ma io ci sono caduta con tutte le scarpe. Dovrà passare, prima o poi.-
-Mi piacerebbe poter fare qualcosa di più.-
-Fai già molto per me, Sango. Ci conosciamo da poco, eppure mi hai accolto in casa tua.-
Avevo abbandonato villa Taisho il giorno successivo all’ultima notte trascorsa con InuYasha. Dormire nelle lenzuola ancora impregnate del suo odore era una sofferenza che avevo deciso di risparmiarmi, così come il morire giorno dopo giorno nel vederlo tornare a casa ogni sera con una ragazza diversa.
Già, a differenza mia, a lui nulla era importato dell’accaduto.
-Cerchiamo di divertirci stasera.- tentò ancora Sango.
-Penso che Miroku arriverà ad odiarmi, sto completamente monopolizzando il tuo tempo.-
-Non dire sciocchezze! Posso passare con quel pervertito tutto il tempo che voglio, ma questa sera è dedicata solo a noi.  L’obiettivo è uno, ed è semplice: divertirsi e dimenticare i problemi fino a domani.- dichiarò, elettrizzata.
Sorrisi, divertita da tutto quell’entusiasmo.
-Godiamoci al meglio questa serata!- convenni.
I miei problemi sarebbero stati lì anche l’indomani, ma quella sera, almeno per qualche ora, avrei provato a dimenticarli.
 
 
-Miroku, vuoi spiegarmi che cazzo ci facciamo qui?- sbraitai, buttando giù l’ultimo sorso di birra.
Ero nervoso, irritato e costantemente insoddisfatto.
-Siamo in una discoteca..non è uno degli ambienti che preferisci?-
-Mi sono rotto le palle!- ringhiai.
-Non ti è bastato esserti scopato quella moretta appena siamo arrivati?-
Odiavo la sensazione inspiegabile di disagio che mi rendeva così teso ed agitato. Provavo una costante frustrazione, un’insoddisfazione implacabile che neanche col sesso riuscivo a saziare.
-Perché tra tanti posti siamo venuti proprio qui?- domandai.
Il mio amico sollevò gli occhi al cielo prima di degnarmi finalmente di una risposta.
-Sango stasera verrà qui!-
-Stai scherzando? Mi stai dicendo che mi hai portato fin qui perché tu devi tener d’occhio la tua fidanzata? Ma cosa sei un bimbo minghia alla sua prima cotta?- mi lamentai.
-Ehi, sei libero di abbaiare quanto vuoi. Questo posto non mi piace, ed è della mia ragazza che stiamo parlando. Se non ti va di restare qui, va via..nessuno ti obbliga a restare.-
-Tsk!- esclamai, dando un’occhiata intorno.
Miroku poteva essere frivolo, pervertito e molto altro, ma quando si trattava della sua donna affioravano in lui quelle qualità che ancora mi avevano impedito di mandarlo al diavolo.
-Del resto è colpa tua se Sango porterà il suo fantastico sederino in questo postaccio.- dichiarò.
-Colpa mia?- indagai, in realtà poco interessato.
-Sango verrà con Kagome..è qui per farla distrarre.-
Le sue parole catturarono completamente la mia attenzione.
-Cosa c’entra lei?-
-Pare che Kagome sia un po’ giù ultimamente.-
Distolsi lo sguardo, concentrando i miei pensieri su ciò che avevo appena scoperto.  Le parole che quella Kagome aveva usato per “scaricarmi” ancora mi facevano infuriare, ma c’era dell’altro.
Avevo avuto molte altre ragazze dopo quella notte, ma il maledetto desiderio che provavo per lei non si era estinto. Le forme perfette e proporzionate del suo corpo sembravano non  esistere in quelle troppo piene o esageratamente magre delle altre, nessuna aveva quel neo rialzato sul seno destro che tanto mi faceva eccitare e il suo profumo, quello in nessuna ero riuscita a ritrovarlo.
La maledissi per l’ennesima volta, quando al solo pensarla sentii i jeans tirare.
Sorrisi, mentre un piano malefico prendeva vita nella mia mente. Quella stessa sera avrei avuto la mia rivalsa. L’avrei avuta, così da spegnere finalmente quello stupido desiderio e poi mi sarei vendicato scaricandola.. mi sarei liberato del fantasma di quella ragazzina una volta per tutte.
 
 
 
-Mi spiace davvero, Kagome. Non pensavo che quel cretino di Miroku potesse arrivare a tanto.- si scusò per l’ennesima volta Sango.
Buttai giù l’intero contenuto del bicchiere, godendo del bruciore che mi provocava alla gola, prima di regalarle un sorriso falso. Il mio corpo si era accorto prima dei miei stessi occhi della presenza del mio ex amante. Una strana morsa allo stomaco mi aveva costretto a guardarmi intorno e quando i nostri sguardi si erano trovati e indissolubilmente legati ero stata sicura che il destino era deciso a farsi beffe di me e del mio dolore.
-Non preoccuparti, Sango. L’avrei comunque rivisto domani a scuola, non potrò evitarlo per sempre.- dissi, tentando di rassicurarla.
-Te la senti di restare per un attimo da sola? Non resisto alla tentazione di andargli a spaccare immediatamente la testa.- ringhiò.
Esitai, seriamente preoccupata per Miroku, ma acconsentii. Chiesi al barista qualcosa di più forte da bere, tentando di ignorare la parte sadica della mia coscienza che mi spingeva a cercare InuYasha tra la folla che ballava accalcata.
-Ciao, bellezza.-
Degnai appena di uno sguardo il ragazzo seduto al mio fianco, prima di decidere di ignorarlo totalmente. Gli occhi rossi e l’alito pesante mi suggerirono di mantenere le distanze.
-Ciao.- mi sforzai di rispondere, per pura educazione.
-Non ti ho mai vista da queste parti.- continuò, avvicinandosi.
-Perché non sono solita frequentare questi posti.- sussurrai più a me stessa che a lui.
Mi allontanai dal bancone, decisa a raggiungere Sango.
Volevo tornare a casa.
Ero forse rimbecillita negli ultimi mesi? Che fine aveva fatto la parte saggia e matura di me?
Ero andata a letto con uno sconosciuto nella speranza di rendermi più interessante agli occhi di Toru, me ne ero innamorata e ora tentavo di affogare i miei dispiaceri in qualche bicchiere di troppo bevuto in uno squallido locale in compagnia di ubriaconi? No, decisamente quella non ero io!
-Ehi, carina, non fuggire, non ti mordo mica.- insistette il ragazzo, afferrando il mio braccio nell’intento di trattenermi.
Serrai gli occhi, scacciando l’idea di allontanarlo ricorrendo al mio potere spirituale.
-Lasciami andare!- mi lamentai, tentando di allontanarlo da me.
-Ma io vog..-
-Non hai sentito? Ti ha detto di lasciarla andare!- latrò una voce minacciosa.
Mi irrigidii nel sentire quel tono conosciuto.
-Amico, non c’è bisogno di fare l’arrabbiato, non pensavo avesse un ragazzo. Non me l’aveva mica detto..- biascicò, mollando immediatamente la presa sul mio braccio e andando via.
Sospirai, lieta per essermi liberata di un peso, ma sicura di non esser pronta ad affrontare una discussione con InuYasha.
Tentai di andar via, ma le sue parole mi bloccarono.
-Vai via così?-
Sentivo il cuore battere all’impazzata, ma dovevo stare calma. Erano diversi giorni che non incontravo i suoi occhi, che non sentivo la sua voce e mi era terribilmente mancato, ma non volevo che lui si accorgesse dei miei sentimenti.
-Non ho motivi per restare!-
-E così sei talmente disperata da rimorchiare il primo tipo che incontri al bar!-
-Non era mia intenzione rimorchiare nessuno!- mi ribellai, offesa ed indignata per le sue parole.
Ma chi credeva di essere?
Lui forse era abituato a cambiare donna di sera in sera,  a passare di letto in letto senza remore, ma io non ero così.
Mi voltai a fissarlo, pronta a fronteggiarlo. Le iridi ambrate che tante volte avevo visto risplendere di desiderio, scintillavano di rabbia.
-Se pensi di avermi appena salvato, sappi che ti sbagli. Mi sarei liberata di quel tipo anche senza il tuo aiuto. Non sono una damigella in pericolo.-
Erano altre le cose che avrei desiderato dirgli, ma l’avrei ripagato con la stessa freddezza che lui rivolgeva a me.
Era bello e lo desideravo più che mai, ma non avrei commesso ancora lo stesso errore.
-Che ci fai in questo posto?-
-Ci sono forse luoghi dove non posso andare?- replicai.
-Sei così desiderosa di trovare qualcun altro da portarti a letto?-
Mi indignai.
-Non dovresti neanche pensarle certe cose, sai bene quanto me che sei stato l’unico uomo che ho avuto.-
-Potresti spiegarmi allora il tuo comportamento? Quella sera sei andata via senza neanche darmi la possibilità di capire.-
Chinai il capo, scoraggiata dalla sua evidente voglia di non voler vedere le cose.
Quanto era difficile capire che gli avevo detto addio perché temevo di farmi male?
-Quello che stavamo facendo era sbagliato. Io appartengo ad un’altra epoca, sono una sacerdotessa e avrei dovuto preservare la mia purezza.-
-Non accampare scuse inutili, avevamo già superato questi inutili sensi di colpa. Quello che facevamo piaceva ad entrambi, Kagome.- sibilò.
Le sue parole mi provocarono una maggiore rabbia. Il problema era proprio quello, a me piaceva stare con lui, ma non lo volevo solo nel mio letto.
-Che ti importa del perché, InuYasha? Non mi pare che tu abbia impiegato molto a sostituirmi. So delle mille ragazze che ti porti a casa..non sei più felice così? Puoi averne tante e tutte diverse.-
I suoi occhi si affinarono, risplendendo di soddisfazione.
-Sei gelosa per caso?-
-Sì, dannazione, sono gelosa.- ammisi, non riuscendo a trattenermi.
Il pensiero di lui a letto con altre donne mi causava un tremendo fastidio. Non volevo che altre si specchiassero nei suoi occhi resi liquidi dalla passione, volevo essere l’unica a dormire con lui..volevo essere l’unica per lui.
-Sei soddisfatto ora? Era questo che volevi sentirti dire? Sono gelosa! Ora, InuYasha, adesso che sei sicuro di aver vinto per l’ennesima volta, puoi lasciarmi in pace.-
Mi voltai, decisa ad andare via, ma inaspettatamente mi bloccò. Circondò la mia vita con un braccio, costringendomi ad arretrare fin quando non mi scontrai con il suo petto.
-Ne ho avute tante, ma ho continuato a desiderare te.-
Sentii il desiderio di piangere, ma assecondai una fantasia diversa. Feci incontrare le nostre labbra, consapevole del fatto che stessi sbagliando, ancora una volta.
Non importava se per lui fosse sesso, per me non era solo un desiderio carnale, io stavo facendo l’amore e amare non è mai un errore.
 
 
Spalancai la porta, senza mai mollare le sue labbra. Mi era mancata quella bocca tentatrice e il sapore dolce ed eccitante dei suoi baci.
-InuYasha, i tuoi genitori..- sussurrò.
-Sono fuori, possiamo fare tutto il casino che vogliamo.-
Mi rituffai sul suo collo, voglioso di risentire il gusto della sua pelle.
L’adagiai sul divano, spogliandola rapidamente.
-Vuoi farlo qui?-
-Non ce la faccio ad aspettare ancora.-
Le circondai i seni con le mani, soddisfatto di sentire i capezzoli già turgidi. Scesi con la bocca a cercare la sua intimità, deciso a farla impazzire.
Gemette, mandandomi in estasi.
-InuYasha, fermati!-
Le sue parole mi giunsero ovattate. Mi aveva detto di fermarmi? Stava scherzando?
-InuYasha, ho detto fermati!-
-Che ti prende?- domandai, scocciato, eccitato ed insoddisfatto.
-Stai scherzando? Vuoi dire che non hai sentito nulla?-
Tesi l’orecchio per captare qualche rumore. Scricchiolii, passi marcati e fruscii provenivano dal cortile della casa.
Ringhiai, indispettito per essere stato interrotto più che per la probabilità che dei ladri si fossero introdotti in casa mia.
Imprecai, rivestendomi velocemente.
-Resta qui!- le ingiunsi.
Mi concentrai e rimasi stupito quando compresi che i rumori provenivano dalla struttura che celava il vecchio pozzo.
-Hai idea di chi possa essere?-
-Ti avevo detto di restare dentro.- protestai, infastidito dal fatto che Kagome mi avesse raggiunto senza dar ascolto alle mia parole.
-Non eseguo i tuoi ordini e devo forse ricordarti che sono una sacerdotessa e non una liceale quindicenne?-
-Bene, grande sacerdotesse, intendi quindi colpire i ladri con arco e frecce?- la schernii.
-Non sottovalutarmi..potrei stendere anche te se lo volessi.-
Sollevai un sopracciglio, scettico, ma non risposi. Ciò che mi interessava in quel momento era scoprire chi si era introdotto in casa mia e non litigare con quella ragazzina bisbetica.
Raggiungemmo l’antica struttura e quando la porta scorrevole della costruzione venne aperta, rimasi a bocca aperta a fissare l’intruso. Osservando i suoi strambi abiti mi sembrò di esser tornato a pochi mesi prima, per non parlare poi dell’assurda capigliatura dell’uomo.
-Pare che il pozzo abbia fatto ancora da passaggio dimensionale.- dichiarai, comprendendo l’accaduto.
Rimasi sorpreso dell’inaspettato silenzio di Kagome. Mi voltai a fissarla e l’espressione confusa dipinta sul suo volto lasciò spiazzato anche me.
-Kagome..- sussurrò il tizio strambo.
Bene, quindi si conoscevano.
-Non posso crederci..sei proprio tu, Toru!-


Angolo dell'autrice:
Salve people,
perdonatemi se c'ho messo un pò ad aggiornare, ma ecco il nuovo capitolo. Non è lunghissimo, ma direi che succedono tre cose davvero importanti:
-Kagome che si rende conto dei propri sentimenti;
-la riappacificazione dei due idioti;
-l'arrivo di Toru.
Adesso saranno due le gatte da pelare e Kagome non si troverà certo in una posizione facile ^^
Se vi va, mi piacerebbe molto conoscere il vostro parere :) Intanto ringrazio tutti coloro che hanno insierito la storia tra le seguite/ ricordate/preferite. Grazie davvero ^^
Bacioni e alla prossima :D
P.S. Per chi ne avesse voglia, lascio il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
   
 
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