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Autore: SaraShawol1994    22/04/2014    9 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 22: When Love Stops (part 2)

...a second chance.

 

Jonghyun... m-mi sto svegliando?”

Possibile.”

N-non voglio! Vieni con me!”

Non posso.”

Jonghyun, ti scongiuro... non voglio! Vieni con me!”

Kibum, vai... e scusami... per tutto quello che ti ho fatto...”

Jonghyun!!”

Dimenticami Kibum...”

Jonghyun, non osare! Non puoi restare qui! No! Jonghyun!”

Ti amo... ti amo davvero Kibum, ed è per questo che rimarrò qui.”

 

 

***

 

 

Era tutto così strano. Mi sentivo intontito, stanco.

Una sensazione di déjà vù pervase ogni millimetro della mia pelle. Avete presente quando siete convinti di aver già vissuto una determinata scena nella vostra giornata?

Mi assalirono i brividi nell'istante in cui rinvenni e la prima cosa che notai, furono i miei amici, tutti intorno al mio... letto d'ospedale.

Mi ero svegliato... ma mi ero svegliato consapevole. Consapevole di cosa sarebbe accaduto di lì a poco... e allora dovetti prendere una decisione importante.

Decisi.

Decisi perché non c'era tempo.

Avevo capito che avevo ottenuto una seconda possibilità e dovevo sfruttarla.

Non c'era il tempo di farsi venire un attacco di panico.

Non c'era il tempo di piangere per quello che era accaduto o che stava accadendo.

Non era il momento di riflettere su tutto quello che la mia mente poteva ricordare o sul perché io stessi rivivendo quella giornata.

Il maknae aveva le lacrime agli occhi dalla gioia nel vedere che avevo aperto gli occhi. Il leader e Minho erano sbalorditi, come l'altra volta.

Non chiesi niente, perché già sapevo dove si trovasse la mia vita. Mi alzai con calma, per non destare troppi sospetti, per non essere fermato... e le gambe avrebbero ceduto, se io non avessi saputo. Mi imposi di rimanere in piedi. Dovevo, era necessario questo mio ultimo sforzo.

“Kibum, dove vuoi andare?” il più grande si era allarmato.

Non risposi, ero troppo stanco per poterlo fare; semplicemente mi mossi cautamente, attraversando la stanza chiara dell'ospedale per dirigermi verso quella sala operatoria.

Mi ci recai con le mie forze.

Le gambe non volevano collaborare appieno e se non fosse stato per Taemin, che senza dire nulla mi sorreggeva e sosteneva, non sarei probabilmente arrivato alla meta.

“Kibum che diavolo fai?” i ragazzi erano preoccupati. Ero stato in coma per qualche ora ed era così strano essermi già svegliato, vero? E sopratutto, era strano che come prima cosa io mi fossi alzato dal letto senza dire una parola, per andare in un posto agli altri sconosciuto? Bè... direi di si. Loro non potevano immaginare che io sapevo di Jonghyun.

 

Gli ultimi passi. La spia rossa della sala di rianimazione ancora accesa. Ricordavo perfettamente l'orario in cui Jonghyun si sarebbe... lasciato andare. Avevo ancora del tempo. Non dovevo cedere alla paura e dovevo fare le cose per bene.

“Omma, perché siamo venuti qui?”

“Jonghyun.” avevo detto con le poche forze che avevo. Guardai il giovane e gli sorrisi mentre mi trascinavo.

 

Dalla sala provenivano forti rumori, segno che i dottori stavano cercando di compiere il loro lavoro al meglio. Bussai alla porta e aprì frettolosamente uno dei medici che aveva seguito il mio caso dal principio.

Era rimasto sconvolto dal vedermi in piedi. Gli sorrisi entrando e spaventando tutti i presenti nella stanza. Si erano fermati a fissarmi mentre camminavo lentamente verso il lettino dove Jonghyun era addormentato.

Jonghyun...

Cominciai a cantare mentre mi avvicinavo. Stava per scattare l'ora in cui mi avrebbe abbandonato. Non potevo permetterlo... e non sapevo nemmeno come impedirglielo... mi lasciai semplicemente andare all'istinto.

Naneun ibyeoriran mal mollayo...
(non conosco la parola “separazione”)

Il cuore batteva forte nel petto e sentivo le mani tremare mentre andavo a stringere una delle sue. Le lacrime lasciavano i miei occhi con prepotenza, senza darmi tregua. Sentivo le palpebre pesanti e una voglia di urlare pazzesca.

Tto salmi dahae dasi taeeonado...
(anche se la mia vita finisse e nascessi di nuovo)

Pronunciai con voce singhiozzante, cercando di riprodurre la melodia correttamente, senza far spezzare la voce.

Il tempo sembrò fermarsi ed il mio cuore accelerò i battiti. Sentii distintamente le sue dita stringere la presa. Le... sentii... per davvero. Jonghyun... mi stava ascoltando.

I want you...

Un singhiozzo più forte degli altri usciva dalla mia bocca.

I need you...

Non cercavo più di cantare... erano parole che uscivano spontanee, nonostante seguissero perfettamente il testo.

I hold you...

Strinsi più forte la sua mano e mi chinai sul suo viso, appoggiando le mie labbra sulle sue.

E lo sentii.

Lo sentii respirare più forte. Mi stava ascoltando, non era un sogno, non era una fantasia.

Jonghyun... ti prego...

Saranghandan... sesang modeun mal deohae bwado... naegen mojara that's my heart...
(anche se unissi tutte le parole in un ti amo, non sono abbastanza per me, questo è il mio cuore)

Gli aggeggi elettronici che segnalavano le sue funzioni vitali smisero di fare baccano, mostrando qualcosa che mi fece piangere più rumorosamente. Jonghyun stava respirando.

Stava... lottando.

E... si era stabilizzato.

“Jonghyun... ho bisogno di dirti una cosa... ti prego, resisti!!” avevo urlato. Ed il tempo aveva ricominciato a scorrere velocemente.

E mentre venivo portato via dalla sala velocemente da alcune infermiere, i medici si erano nuovamente riuniti attorno a lui, ritornando a fare il loro lavoro.

Autoritario, il chirurgo che cercava di salvare la vita al mio Jonghyun, dettava gli ordini agli altri medici, spiegando loro quello che dovevano fare.

 

Mi cacciarono dalla sala operatoria e rimasi impietrito. Non sapevo nemmeno cosa pensare.

Il leader, una volta in corridoio, mi abbracciò stretto. Cominciò a singhiozzare ed io con lui. Taemin era tra le braccia di Minho, anch'essi tremendamente spaventati.

Avevo fatto quel che potevo... dovevo solo più fidarmi di Jonghyun. Dovevo solo attendere. Dovevo aspettare che decidesse.

E l'attesa...

...mi fece quasi impazzire.

 

 

***

 

 

“Kim Jonghyun si è stabilizzato, è stato trasferito in una delle stanze al terzo piano.” quelle parole mi fecero quasi morire. Quelle parole mi avevano letteralmente lasciato a bocca aperta.

Non avevo chiesto il permesso, non avevo chiesto se potessi andare a trovarlo il prima possibile.

Semplicemente mi ero alzato dal lettino su cui ero stato costretto a rimanere per ore ed ero corso da lui. Ero entrato in quella che ora era la sua camera ed avevo urlato silenziosamente, dentro la mia testa.

Le flebo percorrevano le sue braccia e alcune bende fasciavano il suo corpo.

Guardava il soffitto poco prima di accorgersi che qualcuno era entrato nella stanza.

“Jonghyun...” dissi piano, ancora incredulo. Probabilmente non mi sentì subito. “Jonghyun...” ripetei, avvicinandomi poco alla volta; una mano a sostenere il cuore accelerato e l'altra sulla bocca socchiusa.

Quando si girò nella mia direzione il cuore esplose, così come i miei occhi e la mia voce. Cominciai a piangere ad alta voce, singhiozzando rumorosamente e freneticamente mentre mi fermavo davanti al suo letto.

Sorrise.

Piansi più forte.

Mi avvicinai ancora per potergli accarezzare piano una guancia. Ero così felice. Gli sorrisi, le lacrime e le guance rosse dovevano farmi sembrare davvero buffo.

“Kibummie... alla fine sono rimasto... non ce la facevo ad andarmene lontano da te... sono... egoista.” sorrise ancora.

“Bentornato, stupido.” pronunciai con voce spezzata.

 

 

***

 

 

Proveniva un leggero soffio d'aria dalla finestra semiaperta, una leggera brezza di inizio primavera. Kibum sospirò, cominciando a respirare più forte e meno regolarmente. Stava uscendo dal mondo di Morfeo dolcemente, svegliandosi in quel luogo così accogliente che ora poteva chiamare casa: le braccia di Jonghyun.

Sbadigliò rumorosamente, portandosi una mano a coprire le labbra a cuore e stiracchiandosi pigramente, ancora assopito.

“Buongiorno.” gli sussurrò il ragazzo più grande in un orecchio, stringendo l'abbraccio possessivamente.

Il biondo fu costretto ad accendere il cervello per poter aprire svogliatamente gli occhi. “Buongiorno Jongie...” sorrise timidamente, con gli occhi semichiusi.

Jonghyun avvicinò le labbra a quelle del suo ragazzo e le assaggiò ingordo, come faceva ormai ogni mattina da quando erano tornati al dormitorio.

Il più giovane miagolò mentre il moro infilava le mani nel suo pigiama sottile per accarezzarlo.

 

 

Era passato diverso tempo da quel brutto incidente e finalmente tutto era tornato alla normalità. Era scoppiato uno scandalo a causa di tutto il trambusto ma, fortunatamente, i ragazzi non si erano mai dati per vinti ed avevano continuato a lavorar sodo per tornare alle loro carriere più in forma di prima. Erano stati per alcuni mesi senza promuovere nuovi album, mini-album o simili, partecipando solo ad alcuni programmi televisivi o radiofonici; finalmente stavano per ricominciare la loro routine.

Kibum finalmente aveva confessato i suoi sentimenti a Jonghyun, aveva aperto il suo cuore ed aveva espresso ogni suo pensiero, ogni sua paura ed ogni preoccupazione che aveva celato per così tanti anni.

Il più grande ne era rimasto talmente colpito che si era messo a piangere come un bambino. Si erano baciati dolcemente ed avevano preso ad amarsi. Ad amarsi per davvero, anima e corpo.

 

 

“Jongie...” sospirò il minore, il viso arrossato.

“Si Kibummie?” chiese l'altro, mordicchiandogli le guance.

“Ti amo.”

Il moro si fece serio e guardò qualche secondo il ragazzo prima di sorridere come un ebete.

Kibum non diceva sovente che lo amava, però, quando pronunciava quelle due semplici parole, lo faceva con il cuore, nei loro momenti più privati e intimi.

“Ti amo anch'io.” Jonghyun baciò le sue labbra dolcemente, prima di cominciare a spogliarlo per poterlo amare ancora una volta.

 

 

 

 

 

Caro Diario,

È davvero passato tanto tempo dall'ultima volta che ho deciso di scriverti, vero? È incredibile. Sto così bene dopo tutto quel trambusto.... sai no? Ora sono così felice... davvero... Jonghyun e io stiamo insieme e ti giuro, il modo in cui mi ha chiesto di diventare il suo fidanzato mi ha fatto piangere come una ragazzina per giorni. Ti ricordi di quando ti parlavo delle sue dimostrazioni di affetto? Che di quando avevo perso la memoria... il modo in cui mi trattava era così... dolce... ECCO. Dimenticalo. È stato diretto e sincero. Mi ha fatto così tenerezza... aveva le lacrime agli occhi ed era stato talmente impulsivo da lasciarmi pietrificato per diversi minuti... ma ho amato questo suo lato. FINALMENTE! Ho pensato...

ok, scusa... mi sto imbarazzando a ripensare a certi eventi accaduti dopo...

Ti dico solo che abbiamo fatto l'amore! L'abbiamo fatto questa volta... non è stato solo fumo. Non era uno dei miei soliti sogni erotici. L'abbiamo fatto ed è stato bellissimo.

 

Ora, torniamo seri per un attimo.

Mi sento rinato da quando sia io che Jonghyun siamo usciti dall'ospedale e... ho bisogno di confessarti un paio di cose.

Credo... di aver avuto una seconda possibilità. Magari me lo sono immaginato... ma... sai... non penso fosse un sogno! Allora, ti spiego... è tutto confuso e complicato.

 

Avevo praticamente vissuto la morte di Jonghyun dopo l'incidente... e sembravo impazzito... e gli SHINee si erano sciolti a causa della sua morte. Minho e Jinki avevano smesso di essere idol, il ranocchio era tornato a fare il modello e l'attore a tempo pieno... il leader era andato a lavorare dai suoi, partecipando di tanto in tanto a eventi speciali... mentre Tae aveva intrapreso la carriera di solista.... io... mi sono suicidato dopo esser stato rinchiuso per diverso tempo in un... manicomio?

Non capisco, magari è un sogno, ma sento i brividi a pensarci. Se ci penso... sento distintamente la punta della penna penetrarmi nella carne... nei polsi. Ho questo strano formicolio alle braccia...

I sogni dettagliati inquietano, vero? Mamma mia...

Stasera esco con lui, ti scrivo più tardi qualcos'altro se ho tempo e voglia.

 

 

***

 

 

“Kibum...” Jonghyun aveva sussurrato al mio orecchio qualche parolina dolce e ora era improvvisamente diventato serio. Eravamo sdraiati nel suo letto a coccolarci da un'oretta. La giornata era stata ricca di impegni e cose da fare. Non eravamo stati un attimo fermi e ora finalmente potevamo goderci un po' di meritato riposo l'uno nelle braccia dell'altro.

“Si Jongie?” chiesi timido, strusciando il naso leggermente freddo sul suo collo, come un gattino.

“Avresti... voglia di farmi leggere il tuo diario?”

Cosa?

Il cuore mi si fermò. Davvero Jonghyun voleva LEGGERE il mio diario? No, no e ancora no. E poi, era davvero tanto che non lo toccavo, perché ora se lo era ricordato improvvisamente?

“Sai, l'altro giorno ti ho visto scriverci sopra...”

“A-ah...” balbettai sorpreso. Non pensavo se ne fosse accorto dato che era mezzo addormentato in quel momento.

“Se non vuoi non fa niente... semplicemente è passato tanto tempo...” sorrise accarezzandomi una guancia con il dorso della mano.

Mi sciolsi come la neve al sole mentre mi dava un leggero bacio sulla fronte e decisi. Avrei lasciato che leggesse... ma non solo alcuni pezzi, quelli più comodi. No. Gli avrei fatto leggere ogni parola, ogni virgola.

Dopotutto, glielo avevo promesso, no?

“Mh... per me è ok se lo leggi.” sorrisi ansioso.

“Sei sicuro?” mi rassicurò.

Mi alzai annuendo e mi diressi verso l'armadio per recuperare quel quadernetto che per diverso tempo era stata la mia unica consolazione.

Glielo porsi e mi sedetti sul letto, impacciato. Jonghyun si mise a fianco a me rigirandosi il diario tra le mani, probabilmente combattuto tra il leggerlo per davvero o no.

Appoggiai una mia mano sulla sua gamba e gli sorrisi ancora, cominciando a parlare con il cuore in mano. “Jonghyun. È stato un periodo difficile della mia vita... e... vorrei che conoscessi ogni mio pensiero di allora.”

“Non mi sembra corretto però...”

“Ma se fino a un attimo fa volevi leggerlo!” mi imbronciai.

“Non pensavo che avresti accettato...” rise.

“Leggilo, Jong...”

 

“Leggimelo tu...” sorrise malizioso, mordendosi le labbra. Aveva per caso aperto una pagina e aveva sbirciato ad una riga e... ovviamente aveva letto una frase della serie “I sogni dolci ed erotici in compagnia di un dinosauro nano”* perché si, avevo deciso di descrivere anche alcuni miei sogni particolarmente... vivaci.

 

Aiuto! Pensai mentre lui cominciava a dare un'occhiata veloce a quelle parole.

“Leggitelo da solo!” Sbuffai imbarazzato.

“Facevi questo genere di sogni su di me?” ridacchiò.

Avvampai. Non potevo negare, era scritto nero su bianco... ma affermare voleva dire che potevo benissimo scavarmi una fossa e rinchiudermici dentro per la vergogna!

Decisi di abbassare semplicemente la testa, arreso. Sospirai chiedendogli di cominciare dal principio e lui sospirò, tornando serio.

“Va davvero bene Bummie?”

“Leggi Jonghyun. E potremo finalmente chiudere questo capitolo della nostra vita.”

Sorrise incerto e mi diede un tenero bacio a stampo sulle labbra. Adoravo quelle dimostrazioni d'affetto così naturali e spontanee, mi facevano sentire così... amato.

“Allora... apro?”

“Apri...”

Ribaltò il diario andando alla prima pagina scritta e sospirò un'ultima volta guardandomi. Prese una mia mano e la baciò velocemente, cominciando a leggerne il contenuto.

Con quel passo, stavo svelando ogni cosa. Avevo deciso di far sapere al ragazzo che avevo sempre amato i motivi della mia depressione, così che potesse aiutarmi a essere felice. Stavo togliendo le ultime maschere in sua presenza, rimanendo nudo e... vero.

Jonghyun avrebbe saputo tutto di me... e, delle parti mancanti, gli avrei parlato io: con il cuore in mano e le lacrime agli occhi probabilmente.

Era la cosa migliore.

Si schiarì la gola e cominciò a leggere ad alta voce.
 

Caro diario...”

 

Happy Ending.

 

 









 

*In riferimento a una frase nel capitolo 15.

--

Mi vorrete probabilmente uccidere per l'attesa che vi ho dovuto far sopportare! T_T madò... non so come scusarmi... e pensare che avevo pure detto che avrei fatto in modo di aggiornare abbastanza vicino al capitolo scorso... *si prepara a ricevere una secchiata d'acqua gelida in faccia*

Ok. Con questo, la fan fiction è conclusa... finalmente! Non ne potevate più ne? Ahah, soprattutto dopo quel capitolo drammatico, finalmente allegria pura (?)... no. *sclera*

Spero vi sia piaciuto... e spero vi sia piaciuta la storia in generale. È stata la mia prima e vera Long (portata a termine)... e vi sono grata per avermi seguita e supportata. Sono cresciuta tanto nella scrittura (rileggendo per caso i primi capitoli mi sono accorta che li modificherei completamente xD... ma, non ho intenzione di revisionarla). Questa è stata così e pazienza, spero seguirete anche le mie prossime storie... per ora ho in corso una MiniLong (che so che qualcuno di voi legge già, vi amo!). Questo è il link – > Il mio corpo per la tua vita.

Grazie delle recensioni che mi avete lasciato in questa fan fiction. Grazie a chi ha messo in preferite, in ricordate e in seguite. Siete tanti... e... quasi piango. Vi adoro, non potete sapere quanto! Grazie, grazie di cuore!
Vi aspetto nelle mie prossime storie.

Grazie.

-Sara.

   
 
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