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Autore: CapitaneCoraggiose    22/04/2014    12 recensioni
Tutto quello che avreste voluto sapere su Capitan Harlock e nessuno vi ha mai detto
(ma forse non ve lo diremo neanche noi...)
Raccolta di One Shot dal vago sapore demenziale e non solo...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Breve premessa:  Ciao a chi si appresta a leggere, le Capitane Coraggiose quest’oggi sono Harlocked, Azumi e Cowgirl Sara. Perché siamo più di due.
Questo delirio, vi avvisiamo sin da subito che è frutto di una serata di risate e tiramisù alle fragole fatto dalla Cowgirl Sara, ma che ebbe i suoi natali dopo la prima visione del film. Confidiamo nella vostra ironia, perché quello che andrete a leggere è molto ironico e abbraccia tutto l’universo femminile di Capitan Harlock, personaggi che noi amiamo tutti in egual misura. Non intendiamo mancare di rispetto all’opera di Matsumoto né al maestro stesso né altresì al fandom.
Come sempre: lettori avvisati, lettori mezzi-salvati ;)
Buona lettura e lasciate ogni speranza o voi che leggete!
Azumi, Cowgirl Sara e Harlocked.


La leggenda dell’uccello del Capitano

Diario del Capitano (Harlock ovviamente):
Data astrale: indefinita
Luogo: Arcadia – Cabina del Capitano


Meeme osservava il Capitano indossare la sua tuta di cuoio e pensava: Voi credete che io sia la donna più fortunata dell’universo, a poter osservare la vestizione del Capitano, ma in realtà non sapete cosa questo comporti. La notte lo osservo dal mio posto privilegiato, allungata come un geco sulle travi della sua cabina. Quest’uomo così misterioso e imperscrutabile…
Ascolto i suoni che lui produce nella notte e non ho mai capito da quali punti del suo corpo provengano. Lo guardo mentre si immerge nella sua vasca, mentre si lava le ascelle, inframezzo le dita dei piedi, poi passa metodico a ripulirsi anche le orecchie.
Ho dedicato la mia vita a quest’uomo, come ben tutti voi sapete… l’ho sempre aiutato ogni mattina a vestirsi, a pettinarsi, gli sono stata di sostegno in ogni sua difficoltà, ho bevuto con lui vino e fatto anche partite a tresette - e ora che ci penso, mai uno scopone scientifico - e mi sono sempre domandata una cosa…

Meeme si girò verso il Capitano e disse : “Harlock… tu sai che io sono la donna che ti ha dedicato la vita e vorrei sapere… ma come mai un tu me l’appoggi mai mai mai?”
Harlock si voltò lentamente, le regalò uno dei suoi impenetrabili sguardi e fra sé e sé pensò O che gl’è preso a questa stamani?  Poi, con la sua voce calda e sensuale le disse “Meeme… sai che ho distrutto la Terra e nel fare questo grave errore ho distrutto anche l’IKEA… e così non posso avere le istruzioni per montarti, perché mia cara… non so dove hai la vulva.”
L’aliena tranquillamente gli disse: “Spiegami cos’è e ti dirò dov’è…”
Harlock a quel punto sollevò una mano nella sua direzione, come a voler declamare qualcosa, si schiarì la voce e con tono impostato disse: “La vulva… è quella cosa che… uhmmm quelehmm pertugio… uhm una specie diiii fessuuuura che gli esseri di sesso femminiiiile… come dire… hai presente la tua arpa Meeme?”
Meeme annuì docilmente come se finalmente avesse capito.
“Ecco cara. Vai a prenderla e suona qualcosa per me!”
Meeme si diresse a prendere lo strumento pensando Ecco lo sapevo che anche stavolta andava a finire così!

***

Diario del Capitano (Harlock ovviamente):
Data astrale: indefinita
Luogo: Arcadia – Plancia di Comando

Il Capitano fece il suo ingresso, smantellando come sempre a destra e manca, col suo vento incorporato che gli faceva frusciare elegantemente la chioma, mentre la Dark Matter aleggiava intorno a lui rendendolo cupo e torbido.
Kei sentì subito il turbamento dentro di sé appena lo vide.  Quando lui ricambiò il suo sguardo, lei sentì come se il suo tanga si liquefacesse all’istante.
Il Capitano guardò le sode e perizomate natiche della bionda e pensò: Vai eccone un’altra. Anche questa l’è sempre pronta. Speriamo che non faccia domande come quell’altra perché a questa mi tocca rispondergli. Poi si concentrò su quello che doveva fare e senza neanche pensare, diede il primo ordine:
“Kei, non perdiamo tempo, me la dai subito per favore!”
Il biondo primo ufficiale si voltò di scatto arrossendo violentemente, mentre Yattaran s’infilò le dita nelle orecchie perché non voleva sentire, hai visto mai che gli chiedessero di fare un ménage à trois?
“Ma come Capitano, qui davanti a tutti???” fece lei.
Il Capitano si accigliò e incrociò le braccia al petto, scandendo: “E dove me la vuoi dare la posizione…in cabina?”
A Kei partì un Colossal di posizioni impossibili che al confronto il Kamasutra sembrava l’abbecedario dei bimbi delle elementari, ma venne bruscamente interrotta dal tono duro del Capitano “Sto parlando della posizione attuale dell’Arcadia… Signorina Yuki”
Al che il primo ufficiale si girò e riprese ad armeggiare con il suo computer, pensando mestamente E anche stavolta, niente da fare.
Il Capitano si voltò, facendo volteggiare il mantello stizzito, pensando Queste donne saranno la mia rovina. E così si diresse a passo di marcia verso la sala del Computer Centrale.

***

Diario del Capitano (Harlock ovviamente):
Data astrale: indefinita
Luogo: Arcadia – Cabina del Capitano
orario: sconosciuto

Mentre il Capitano si apprestava a togliersi il mantello, l’anta del suo antico e intarsiato armadio di mogano scuro si mosse e l’aria fu pervasa da un lieve profumo di antitarme. Una figura evanescente, dalla pelle diafana apparve. Il Capitano ebbe un sussulto: “Chi è là?”
“Come non mi riconosci più…  Harlock?” chiese la figura, con la sua voce dai toni rochi e sensuali.
“Raflesia…”
Al Capitano caddero le braccia e pensò disperato Ci mancava anche questa! O unn’era esiliata?
Raflesia si avvicinò sinuosa, offrendo al suo sguardo la generosa scollatura che terminava con una freccia indicante la… vulva per l’appunto.
“Nei miei lunghi pellegrinaggi ho udito che tu non conosci le gioie della carne, ho pensato che ero l’unica che poteva porvi rimedio. Perché diciamoci la verità sono anni che voglio... darti un par di colpi!” fece afferrandolo per le spalle per poi limonarselo voracemente.
Il Capitano in debito di ossigeno cercò sgambettando di liberarsi dalla sua presa, ma la sovrana di Mazone non si fermò e in un clangore di fibbie, cinghie e cerniere lo privò della sua uniforme steampunk, chiedendogli d’improvviso “Harlock ma questi bracciali a Xena-la-regina-guerriera?”
Lui tentò di rispondere, ma lei glielo impedì con un altro bacio soffocante, continuando a risciacquargli le tonsille.
Aiuto, qualcuno spieghi a Raflesia che non devo essere ripulito come un mitilo* Pensò Harlock in preda al panico più profondo, mentre le mani della regina, continuavano stile piovra a privarlo dei suoi numerosissimi indumenti.  Stava finalmente per mettere le mani sull’agognato TESORO DEL PIRATA.
Ma…
una volta liberato dai suoi aderenti pantaloni di pelle, si accorse che la sua parte inguinale era composta da un granitico blocco unico completamente inutilizzabile. (Avete presente la mutanda di plastica color carne di Ken?) Harlock, colto da un moto d’isteria urlò: “ORA L’AVETE CAPITO O NO PERCHE’ NON VI TROMBO?”
Raflesia, rivolte le braccia e lo sguardo al cielo, disse amareggiata “Maestro perché... perché non gliel’hai disegnato?”
(*voce fuori campo - si suppone di Matsumoto:
PERCHÉ LUI COMBATTE PER LA LIBERTÀ, NON PER LA PASSERA… E COMUNQUE UN UCCELLO GLIEL’HO DISEGNATO*)
Si sentì gracchiare e Tori si posò sulla spalliera della poltrona, guardò in camera e disse: “Sono io l’unico vero uccello del capitano! CRAA”

***

Epilogo
Diario del Capitano (Harlock ovviamente):
Data astrale: indefinita
Luogo: Arcadia – Cambusa
orario: imprecisato

Dopo quella stramba giornata, Harlock aveva pensato di farsi fare una tazza di rilassante tè verde. Anche perché aveva male alle tonsille.
La rassicurante presenza di Masu-san lo faceva sentire a suo agio e tranquillo a riparo da altri attacchi ormonali. Sorseggiava pacifico la bevanda e si stava finalmente rilassando quando l’anziana signora gli si avvicinò con un sorriso smagliante.
“Caro ragazzo, so che queste giovani donne intorno a te sono un po’ troppo aggressive, se tu dovessi avere bisogno di qualcosa di più…”
Il capitano la guardò sospettoso.
La vecchia signora a quel punto si tolse con un rapido gesto la dentiera dalla bocca e mostrandogliela facendogli l’occhiolino disse: “A buon intenditor… poche parole!”
A quel punto Harlock franò rovinosamente nella sua tazza di tè, ustionandosi il naso.



Capitan Harlock non ha subito danneggiamenti dalla stesura di questa fanfiction. Siamo altresì certe che nasconda dei meravigliosi attributi perfettamente funzionanti ma non è questo il caso. Chiediamo umilmente scusa al maestro Matsumoto per averlo indegnamente utilizzato.
Ah a proposito
*MITILO=COZZA

Disclaimer: Tutti i personaggi di Captain Harlock sono © di Leiji Matsumoto. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.




  
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