Beckett era convinta che nel suo lavoro le coincidenze non potessero
esistere. L’assassino di Paul Mack era nella sala dell’obitorio di Lanie. La
moglie, proprio lo stesso giorno, subiva un incidente grave. Troppi morti,
troppe stranezze.
Kate chiamò l’ospedale e si fece passare il medico che l’aveva appena
operata. Usciva in quel momento dall’intervento.
«In che condizioni è la signora Mack?»
«Non buone. È in rianimazione, detective. Se devo essere sincero, non so
nemmeno se sopravvivrà. I danni sono estesi.»
«È il testimone chiave di un omicidio, dottore. Possiamo venire lì e parlare
con lei?»
«In condizioni normali lo sconsiglierei.»
«Queste non sono condizioni
ordinarie.»
«Mi dispiace, sarebbe inutile. Non è vigile. Non può parlare con nessuno
nemmeno se lo volesse.»
Beckett salutò il medico e appoggiò il ricevitore.
«Siamo in un vicolo cieco.»
«Hai ragione, ma non ci arrenderemo.»
«È stata investita da un pirata della strada. Nessuno ha visto la targa,
non ci sono dettagli.»
«Molto strano. Sembra che tutti i testimoni di questa vicenda siano in
pericolo di vita.»
«Già…»
«Non fa niente, Beckett. La traccia è ancora calda. In fondo, un omicidio
l’abbiamo risolto: Forrester è l’assassino di Paul Mack. Tra qualche giorno,
Lanie ci porterà i risultati delle analisi nell’appartamento di Forrester e
avremo la sua autopsia. Scopriremo di più e verremo a capo di questo
labirinto.»
«Nel frattempo chi altri potrebbe morire?»
Kate aveva fatto la domanda soprapensiero. Era quasi una domanda retorica.
Improvvisamente, però, entrambi sussultarono.
«Lewis!»
Lo convocarono immediatamente al distretto.
«Signor Mack! Abbiamo ragione di pensare che lei sia in pericolo.»
«Perché mai?»
«Chi sta cercando la pietra lunare non si ferma davanti a niente e nessuno.
Hanno ucciso sia suo fratello che Forrester. Tutt’e due sapevano dove si trova
il nascondiglio. Sua cognata è in fin di vita, purtroppo. Lei è il prossimo.»
«Il prossimo… cosa?»
«Il prossimo sulla lista delle persone da uccidere.»
Lewis non sorrise e nemmeno si preoccupò.
«Ma io non so nulla! Comunque, tra due giorni riparto per un viaggio di
lavoro. Stavolta in Giappone. Là dovrei essere al sicuro.»
«Nel frattempo, le forniremo una scorta.»
«Papà, credo di non aver capito.»
«È semplice, Alexis. Le cose stanno così: Paul Mack ha accettato di aiutare
un amico astrofilo molto ricco a entrare in possesso di una pietra lunare
rubata. Dopo la consegna, si è pentito e, invece di consegnarla all’amico, l’ha
nascosta per restituirla al legittimo proprietario, cioè il museo da cui è
stata rubata.»
«Fin qui è chiaro.»
«Allora questo amico ricco, che si è sentito ingannato e defraudato, ha
pagato Forrester per ucciderlo. E poi ha ucciso lo stesso Forrester perché non
rivelasse nemmeno lui il luogo del nascondiglio.»
«E la moglie?»
«È la stessa cosa. L’ha fatta investire da una macchina perché anche lei
conosceva il nascondiglio.»
«Però non siete sicuri.»
«No.»
«E adesso credete che possa venire ucciso anche Lewis, il fratello, anche
se dice di non conoscere questo famoso
nascondiglio di cui nessuno ha mai sentito parlare.»
Lo scrittore annuì, ma la ragazza scosse i capelli rossi.
«No, papà, non capisco.»
«Alexis! Non ti riconosco più! Sei mia figlia, dovresti essere più
intuitiva!»
«Infatti lo sono.»
«Brava ragazza!»
«Secondo me le cose non sono andate così.»
«Ah no…?»
«Ricordi? Paul Mack ha aperto al suo assassino. La porta non era
scassinata.»
Lo scrittore annuì.
«Secondo te, avrebbe aperto a Michael Forrester, che non conosceva, vestito
da alieno e con un revolver in mano? Forrester era un amico di Susan. Quante
possibilità ci sono che il collezionista ricco assumesse proprio un amico della
ex moglie per uccidere Mack?»
Castle rimase in silenzio per un minuto.
Alexis lo guardava cercando di studiarne i pensieri. Un minuto di silenzio
in una conversazione è moltissimo.
«Ehi? papà? Sei ancora vivo?»
Lui si alzò e la baciò in fronte.
«Alexis, sei un genio!»
Infilò la giacca e uscì di corsa dall’appartamento.