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Autore: Nerhs    22/04/2014    11 recensioni
(SEGUITO DELLA FF 'Student and teacher',SECONDO CAPITOLO).
"Venere,la dea della bellezza e dell’amore. La dea più bella. La dea più venerata dai Romani. La dea dal nome che viene affidato da ogni mamma alla propria figlia,sperando che essa sia bellissima e abbia quel amore che non tutti riescono ad avere."
Dal primo capitolo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10-Part Two.
 
 
HARRY’S POV.
 
Ero entrato in quella chiesa con un sorriso tanto finto da far concorrenza ai fiori posti ordinatamente sul altare.
Mi sentivo mancare e mi ripetevo di rimanere integro solo per Venere, che si era rifiutata di rimanere accanto alla madre e al suo nuovo patrigno.
Ero entrato in quella chiesa accolto da mille sguardi. Chi cercava di giudicarmi, chi invece si esaltava, perché il mio arrivo significava anche l’arrivo della bellissima sposa.
Ero entrato in quella chiesa con mille sogni infranti, ma credevo ancora in qualcosa. Credevo in quel dannato finale da favola, in cui lei lasciava quel inetto sul altare, per poi correre tra le mie braccia e mandare all’aria il matrimonio, per rimanere mia per sempre.
Lo avevo anche sognato quella notte, quel particolare. Lei che con la sua bellissima voce squillante, emetteva un sonoro “No” per poi correre da me. Ma si sa, i sogni non diventano mai realtà. E proprio in quel momento, seduto su quella panca, ne ero sempre più convinto.
Era ormai arrivato il momento delle promesse e poi si sarebbero scambiati il loro fatidico “Si”.
La voce di Thomas, sonora e sicura, emise quel suono, così convinto di venire ricambiato.
Il mio cuore ormai era spezzato, e si trovava ai miei piedi.
Venere ormai aveva dato il libero sfogo alle lacrime e si era rintanata nel incavo del mio collo, per liberare silenziosamente qualche singhiozzo che mi riduceva ancora di più a miseri pezzi.
Venne poi il turno di Nausicaa.
La guardavo implorante. Implorante di dire di no. Di lasciarlo stare e di venire da me. Ma ormai le possibilità erano sotto lo zero.
Non riuscii ad incontrare il suo sguardo, fin quando lei, titubante sulla risposta da dare, si girò a fissare me e Venere.
La bambina aveva ormai sollevato lo sguardo e i suoi occhi rossi e gonfi di lacrime, fecero cadere una lacrima anche a me, sopportata poi da altre compagne, che avevano deciso di invadermi il viso per dar dimostrazione della mia abnorme tristezza. Lei ci guardò. Le vidi le iridi verdi prendere fuoco e iniziare a brillare. Il cuore inevitabilmente accelerò i battiti.
Lei si voltò di nuovo, per dare un ultimo sguardo al ragazzo che aveva di fianco, che intanto aveva preso un orribile colorito verdastro in viso e la sua voce suonò per l’intera cappella.
 
‘No. Non lo voglio.’
 
Pronunciò.
Alzai lo sguardo senza capacitarmi di ciò che aveva detto. La guardai come per essere sicuro che ciò che avevo udito fosse vero.
Venere si irrigidì tra le mie braccia e smise di piangere, anche lei incapace di credere a ciò che la nostra donna aveva risposto.
Ci guardò con le lacrime che ormai le avevano abbandonato gli occhi, per cadere libere sulle guance, e ci sorrise. La bambina iniziò a dimenarsi tra le mie braccia e la lasciai andare.
Iniziò a correre verso la donna e si buttò tra le sue braccia urlando e gridando, piangendo e ridendo. Lei era felice. Neanche Venere lo voleva quello lì.
Iniziai a sorridere come un ebete. Come uno stupido. Come uno che aveva appena sentito dire dalla donna che ama, che non si sarebbe più sposata. Che probabilmente sarebbe stata sua per sempre. Perché, logicamente, dopo Thomas, c’ero io.
Osservai Nau e Venere stringersi forte l’una con l’altra.
Thomas era paralizzato e si era lasciato cadere sullo scalino del altare con la testa chiusa tra le mani.
Il sacerdote sorrideva soddisfatto, probabilmente anche lui era dalla nostra o semplicemente era felice perché lei non aveva suggellato quel patto sacro invano.
La gente intorno a noi si lasciava andare ad atti di pazzia scellerata o ad attacchi di pianto convulsi.
I genitori della sposa la guardavano accennando appena un sorriso, sconvolti ma pur sempre contenti della scelta della loro pupilla. I genitori dello sposo erano accorsi da quest’ultimo, urlando pesanti accuse contro la mia donna.
Sophia e Liz vennero verso di me, sorridendo e battendosi il cinque e mi spinsero verso la sposa che ora aveva lasciato a terra Venere per dedicarsi ai miei occhi.
Avanzò verso di me sotto lo sguardo di tutti e si accostò al mio orecchio.
 
‘Portami via, ti prego!’ sussurrò dolcemente
 
Annuii prontamente e presi in braccio Venere e strinsi forte la mano di lei.
Le trascinai fuori da quella struttura, stringendole talmente forte, come per paura che da un momento al altro mi sarei svegliato, sudato nel mio letto, accorgendomi che in realtà era stato tutto un maledetto sogno.
Quando però tutti iniziarono ad urlarci contro, di tornare indietro, di non andarcene, mi accorsi che era tutto vero.
Aprì da lontano la macchina e vidi Nau salire cautamente ma con ansia, come se la mia macchina fosse stata l’unica ancora a cui lei potesse aggrapparsi per fuggire a quel destino che lei non voleva.
Poggiai Venere sul sedile posteriore e le sistemai bene il vestito.
Salì poi al posto del guidatore e chiusi la portiera.
Mi fermai un attimo per respirare e cercare di realizzare ciò che era appena successo. La guardai e lei sorrise divertita.
 
‘Dai, parti!’ disse
 
Le ubbidì e misi in moto la macchina.
Le risate di mia figlia riempivano l’abitacolo mentre Nau cercava di spiegarci la sua strambissima risposta. Per quanto strana, pazza, diversa dal normale fosse stata la sua scelta, io ero l’uomo più felice del mondo. Il mio cuore si era ricomposto e aveva ripreso a battere, accelerando di tanto in tanto i suoi battiti. Lei non aveva ancora proferito parola riguardo ad un futuro “noi”, ma come la mia preveggenza sul suo “No”, sentivo che ci sarebbe stato e sarebbe durato per sempre.
 
‘Mamma, perché allora hai detto di no?’ urlò Venere
‘Perché mi sono accorta di amare ancora tanto un’altra persona.’si voltò verso di me
‘Papà?’ domandò finalmente la bambina
‘Si…è papà.’
 
Ero io.
Lei mi amava ancora.
Lei aveva rinunciato ad un futuro assicurato per lei e per la bambina, perché amava me.
Lei non si era mai dimenticata di ciò che c’era stato tra noi.
Lei non si era mai dimenticata di quanto ci eravamo amati.
Lei si era sempre accorta di quanto io ancora la amassi.
Ed ora poteva essere mia per sempre.
Avremmo potuto avere un futuro fatto solo di “Noi”.
Di me, di lei e di Venere.
Bloccai la macchina e ci fermammo nel grande parco in cui eravamo venuti la mattina dopo aver scoperto che Venere era mia figlia.
La feci scendere dalla macchina e Nausicaa nel frattempo ci aspettava dal altro lato dell’automobile.
Non c’era molta gente, anzi, a parte un uomo anziano con una bambina, non c’era nessuno.
Presi la bambina tra le braccia e guidammo la nostra donna nel vasto campo di margherite, occupato solo da noi.
Nau si lasciò cadere a terra e prese una manciata di fiori, per poi incastrarli tra i capelli della figlia.
Mi sedetti accanto a lei e la guardai all’opera. Venere poi si liberò alla sua presa e iniziò a scorrazzare per tutto il prato.
Lei si girò verso di me e portò le sue mani intorno al mio collo. Mi slacciò con grazia la cravatta e la piegò ordinatamente per poi infilarla nel mio taschino. Prese poi il fiore che tenevo li e lo sistemò tra i suoi capelli.
 
‘Perché lo hai fatto?’
‘Perché non lo amavo.’
‘E chi ami, allora?’
‘Te. Solo e soltanto te.’
 
Sentii quello strano organo scoppiare di gioia.
Ero così preoccupato che anche lei potesse sentire tutto il rumore che stava procurando, e sembrò accorgersene perché iniziò a ridere e a stringermi forte tra le sue braccia.
La feci stendere sotto di me, sopra quel mare di fiori bianchi, e poggiai le mie labbra sulle sue.
Finalmente un bacio allo scoperto da tutti, non più rubato per caso, per bisogno nel corridoio di casa sua. Un bacio vero. Voluto estremamente da entrambi, di cui entrambi avevamo bisogno.
Si staccò dalla mia bocca e sorrise.
Mi strinse forte, facendomi poggiare la testa nel incavo del suo collo e mi sentivo a casa. Per la prima volta, dopo tanti mesi, lei era tornata ad essere mia, la mia casa, la mia vita, la mia donna.
Venere iniziò a lamentarsi. Diceva che non la calcolavamo, che c’era anche lei e che anche lei voleva le coccole. La presi per un braccio e la feci stendere accanto a me, sentendo la sua risata contagiosa, riempire l’aria che respiravamo, fino a farne essenza pura e necessaria.
 
‘Dai, andiamo a casa, questo vestito inizia a darmi fastidio!’ bofonchiò Nau
 
Mi sollevai dal suo corpo e la bambina fece la stessa cosa.
Le tesi la mano e la sollevai. Le posai un braccio intorno alle spalle e lei si accucciò sotto la mia spalla, lasciandomi teneri baci sul petto a volte.
Tornammo a casa e le ragazze si spogliarono nel salone, lasciando i loro vestiti accanto alla porta.
Infilammo la bambina nel suo lettino e dopo dieci minuti, i suoi piccoli sospiri assonnati arrivarono fino alla camera dove eravamo io e Nau.
La vidi stendersi sul letto, bellissima.
Mi avvicinai a lei, e mi tolse la giacca e la camicia, per poi lasciarle da qualche parte insieme ai pantaloni.
Picchiettò il palmo della mano sul lenzuolo accanto a lei, e mi stesi dove mi aveva indicato.
Feci aderire il mio petto con la sua schiena nuda e mi convinsi di essere in Paradiso.
Ora la mia vita era perfetta.
Avevo le due donne della mia vita accanto a me.
Mia figlia e quella che poi sarebbe diventata la mia futura moglie.
Perché poi, dopo che Nausicaa parlò con tutte le persone che secondo lei aveva deluso e sistemò la situazione con Thomas e con i suoi genitori, le chiesi di sposarmi.
E lei mi disse di sì.
Ed ora, dopo quasi tredici anni, io, Venere e lei viviamo in una bellissima ma modesta villa appena fuori Londra.
Siamo tornati nel luogo del nostro incontro e viviamo qui, insieme alla nostra bellissima bambina che ormai ha sedici anni e la bellezza della madre.
Io, grazie al mio diploma, gestisco una grande azienda che riesce a soddisfare tutti i nostri bisogni e anche di più. Nausicaa continua ad insegnare e la nostra bambina, è una studentessa provetta.
Ma la gelosia di padre ovviamente non è mai troppa, perché forse capisco cosa vuol dire avere qualcuno che ronza come una mosca intorno a tua figlia.
E Venere, come Nausicaa, sarebbe stata per sempre mia, ma, ovviamente, non fu propriamente così…
 
 
 
 
 
Nerhs’s box.
Non vi avevo avvertito lo so, ma ve lo dico ora:questa fan fiction termina qui!
Non disperatevi, non strappatevi i capelli, non uccidetevi (okay, la smetto!) ma…SIATE FELICI!
Perché?
Perché vorrei continuare anche questa di storia con un seguito!
Il seguito avrà come protagonista Venere e uno dei ragazzi!
Scrivetemi nelle recensioni cosa ne pensate, se si può fare, se siete contente, se vorreste uccidermi…accetto tutto!
Poi, BUONA PASQUAAA!
Anche se in ritardo, ma guardate che bel regalo che vi ho fatto <3
Vi amo ragazze, grazie di tutto:)
Nerhs xx
  
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