This Is A Rebel Love Song
-10.It’s
ours tonight -
Erano magistralmente entrati nel
locale senza farsi
vedere,abituati com’era a camuffarsi per non farsi
riconoscere.
Kirsten li aveva aspettati vicino a
una delle porte di
servizio,schiena al muro,giocando con il cellulare indifferente,mentre
la luce
dell’aggeggio elettronico illuminava il vicolo e il volto
della ragazza.
Appena entrati avevano svoltato a
destra,risalendo una rampa
di scale ferrate ,da cui si apriva una specie di soppalco di legno
quasi grezzo,che
dava piena visuale sul palco.
Andy si stava dondolando sulla sedia,
con il braccio teso a
sostenersi verso il parapetto. Osserva il palco,decisamente piccolo per
i suoi
canoni,percorrendo con lo sguardo i cavi scuri,che facevano contrasto
con le
assi chiare del palco.
Era strano,come un de
javù:un palco,una band emergente,la
staticità dell’aria...il pensiero del passato
tornò fulmineo e vivido nella sua
mente,insieme a quello di Ashy.
Aveva riso poco prima quando Kirsten
aveva accennato al
fatto che la mora
tendesse a farsi
prendere la mano quando saliva sul palco,gli faceva ridere il pensiero
di
vederla a briglia sciolte,visto l’autocontrollo che cercava
di tenere in sua
presenza.
-Non credevo che sareste venuti
tutti- proferì Kirsten
guardando nella direzione di Andy,l’unico con cui avesse un
minimo di
confidenza.
-Bè,non avevamo nulla da
fare-rispose Christian,appoggiando
i gomiti sul tavolo,attirando l’attenzione di Ash,che non perse l’occasione di lanciare una
frecciatina al
cantante,assorto nei suoi pensieri.
-Volevamo conoscere meglio Ashy,no?-
fece,richiamandolo per
attirare la sua attenzione,guadagnandosi
un occhiataccia dal cantante.
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Fissava l’asfalto reso
lucido dalla pioggia,seduta sul
secondo gradino di cemento di una delle porte di sicurezza. Spostava lo
sguardo
nervosamente dalla strada alla sigaretta accesa tra le sue dita e
viceversa.
Qualcosa non andava,non sapeva dire
se fosse un fatto
positivo o negativo:era abituata ad essere in ansia prima di un
concerto,ma
quella volta la pressione le pareva essere maggiore,ed era per quel
motivo,che
quasi sentendosi soffocare,si era ritrovata seduta lì.
Dietro di lei i membri del suo
gruppo,tre ragazze e un
ragazzo poco
più grandi di
lei,trafficavano avanti e indietro per quella specie di stanzino per le
scope
che era il loro camerino,accordando strumenti o sistemando quello che
ormai era
stato definito “look da palco” dalla sua
coinquilina,che non era altro che semplice
warpaint.
Stava smettendo di piovere,quando con
la coda dell’occhio
vide una figura sedersi vicino a lei:quandò si
girò completamente trovò lo
sguardo indagatore ed esasperato di Sarah a fissarla.
Sapeva benissimo cosa voleva dire se
la sua chitarrista ,
incredibilmente empatica nei suoi confronti la
guardava così: si stava,come minimo,comportando
ancora più stranamente del solito e sapeva che sarebbe
finita con il pentirsi
di tutto ciò che le avrebbe raccontato.
-Parla Donna- proferì la
bionda senza staccare lo sguardo
dal suo.
Ecco,era esattamente come pensava.
Cercò di alzarsi come se
nulla fosse,ma prontamente l’altra la tirò per un
braccio,facendola risedere.
-Aho!-sibilò protestando
leggermente infastidita.
-Tu hai qualcosa che non va,non
negarlo. E poi se continui
così qualcuno ti ucciderà.-
-Sono solo un po’
nervosa,tutto qua-
-è una settimana che sei
nervosa,Ashy. Se tanto mi da tanto
hai incontrato qualcuno.-
-Tu sei fottutamente inquietante!-
-No,tu sei tremendamente facile da
capire,a volte. Comunque dopo
il concerto voglio sapere che hai,ora andiamo,sennò uccidono
anche me- così
dicendo,si alzo dal gradino per rientrare,dirigendosi verso il suo
strumento.
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Prese un bel respiro
com’era solita fare,appoggiata alla
schiena di Lucas,che intanto faceva roteare le bacchette tra le sue
mani.
Dovette spostarsi poco prima,in modo
che lui potesse salire
sul palco,per poi attendere che toccasse il suo turno.
Si strinse le mani un paio di volte
per distendere i
nervi,per poi prende la tracolla del basso e salire sul palco.
Vedere era quasi impossibile,ogni
volta ringraziava le
persone che le avevano detto che non si vedeva sul palco a causa dei
riflettori
e in effetti era vero. Tranne forse per le prime file,ma una ventina di
persone
non erano ancora in grado di fermarla nonostante le sue fobie sociali.
In effetti le piaceva,anche se
qualche volta aveva avuto
l’ansia prima di salire sul palco –togliendo
qualche- ,le piaceva suonare
davanti alla gente. Le dava l’impressione di avercela
fatta,di essere riuscita
a realizzare in parte il sogno di una vita.
E si divertiva anche,a fingere di
essere chi aveva sempre
voluto essere,come fanno i bambini.
Era partito come un gioco,tra lei e
Clary,quello di una
tribute band per i Black Veil Brides,ed era finito per diventare un
progetto
che aveva portate anche a un percorso solista.
Continuava a sperare nel destino,in
cui credeva cecamente, e
che insieme ad un
po’ di fortuna le cose
sarebbero andate come aveva sempre sperato.
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Segui le indicazioni che gli aveva
dato Kirsten,trovandosi
esattamente dove erano entrati.
Il buio del vicolo era stato smorzato
dalla luce di
emergenza sopra alla porta,che illuminava la strada bagnata,facendola
luccicare
qua e la.
Si sporse dalla porta quel tanto che
bastava per scorgere l’esile
figura di Ashy seduta su un gradino,con una sigaretta tra le mani e la
schiena
appoggiata al muro,occhi chiusi.
-Ashy- la chiamò
flebilmente il moro,facendosi che la sua
voce si abbassasse ancora di più.
Nonostante la voce risultasse quasi
impercettibile,la mora
aprì gli occhi di scatto,sbiancando.
Ora capiva il perché di
quella sensazione di ansia di
qualche ora prima,era la prova che il suo sesto senso aveva vinto di
nuovo. E
molto probabilmente dopo avrebbe vinto anche l’ istinto
omicida nei confronti
della sua coinquilina.
Si alzò da dove era
seduta,quasi sicura di inciampare nelle
scarpe alte,tanto da stupirsi quando non lo fece.
-Che..ci fai qui?-
sussurrò debolmente.
-Bè..-fece spallucce il
cantante- Ti avevo detto che ti
avrei sentito suonare un giorno -rispose come se nulla fosse.
-E oggi doveva essere quel
giorno,vero?-
Il moro annui,avvicinandosi a lei.
Doveva ammettere che
quella situazione si stava facendo imbarazzante per lei,da come aveva
capito,non voleva che lui la sentisse a suonare. Ma doveva anche
ammettere che
era brava.
Ed affascinante. Ma forse quel
secondo pensiero gli aveva
attraversato la mente più volte,e lui lo aveva represso.
In effetti era stata affascinante
anche quella mattina al
cui risveglio l’aveva trovata accanto a lui che stringeva un
blocco da disegno.
Erano affascinante la delicatezza con
cui disegnava. Era
affascinante la faccia buffa che aveva fatto quando la prima volta che
l’aveva
incontrata l’aveva vista rovistare nella sua tracolla
disperatamente.
Era affascinante il modo in cui gli
sorrideva imbarazzata
quando si accorgeva che la stava guardando.
Era affascinante e innocente.
Era affascinante anche in quel
momento in cui fissava la
strada battuta,con lo sguardo basso.
Si sporse avanti per abbracciarla,in
un gesto involontario.
Ashy sentiva il suo respiro
vicino,troppo,era quasi una
tentazione a cui doveva cedere,non poteva essere altrimenti.
Sentiva il suo respiro caldo sul
collo fargli il
solletico,stuzzicandola dolcemente.
La stava abbracciando in un modo
strano,rispetto al
solito,come se non si decidesse a lasciarla andare.
Come se non potesse farlo,o almeno
così sperava lei,che
anche lui volesse che quell’abbraccio non finisse mai.
Sperava che ricambiasse quello che
provava per lui,ma ne
aveva seri dubbi.
In quel momento si
rese conto di cosa stava inconsciamente facendo:stava
alzando il
viso,per annullare la poca distanza che rimaneva tra loro,poca rispetto
al
solito visto che il ragazzo si era abbassato leggermente per arrivare
alle sue
spalle e lei dal canto suo indossava i tacchi.
Ci mise poco per sentire le sue
labbra posarsi sulle
sue,percependo il freddo metallo del suo piercing ,nello stesso momento
in cui
i rumori intorno a lei le parevano brusii lontani.
Quel bacio inaspettato e
contemporaneamente atteso fu
interrotto quando Andy sentì le lacrime sulle sue
guancie,essendo certo che non
fossero le sue.
Si scostò leggermente da
lei,per poterla vedere il viso.
Stava piangendo silenziosamente,con
le guance tinte di rosso.
Appena si accorse che la stava osservando lascio immediatamente la
presa per
coprirsi il volto con le mani,abbassandolo leggermente.
-Ehi- sussurrò
debolmente,cercando di spostarle le mani dal
viso,ma al suo contatto Ashy si staccò di colpo,lasciando
che le lacrime le
fluissero sulle
gote.
Aveva rovinato tutto,come suo solito.
Per una volta nella
sua vita qualcosa le andava bene e lei lo rovinava,baciando una delle
persone
che aveva vicino e che forse le voleva davvero bene.
Aveva rovinato quel rapporto agognato
da una vita,creato
inaspettatamente e
istintivamente.
E ora si ritrovava a piangere come
una stupida,peggiorando
ancora di più la situazione,rendendosi ridicola.
Sentì il moro chiamare a
voce bassa il suo nome,prima di
riuscire a mugugnare un misero “Io non avrei
dovuto”,ripetendolo più volte e
facendola somigliare a una malata
psichiatrica.
Incrociò di nuovo lo
sguardo del moro,confuso e
curioso,prima di cercare di andarsene.
Sarebbe andata a casa sua,si sarebbe
immersa nella vasca da
bagno piena d’acqua bollente e avrebbe annegato tutti i suoi
dilemmi finchè non
avrebbe trovato il modo in cui si sarebbe dovuta
comportare,probabilmente cercando
di non farsi più vedere dal moro.
Mentre la sua mente vagava su tutti i
metodi immaginabili
per dimenticarsi di lui,senti la mano di Andy che le prese ferramente
il
polso,bloccandola.
Appena si girò,la lascio
andare.
E fu un attimo: un sussurro
“dovevi farlo”,le loro labbra si
rincontravano,le mani di lui che scivolavano sui fianchi della
mora,ormai
arresi a quel sentimento,i loro corpi che premevano l’uno
sull’altro.
L’unico modo che aveva per
farle capire che la voleva
davvero era quello,per quanto poco la conoscesse,era quello:era
insicura e
incasinata,non le sarebbe bastato parlarle.
Quello era l’unico modo
davvero.
Le sue labbra si piegarono in un
sorriso,quando si accorse
che lei tremava come la prima volta che l’aveva
abbracciata,lasciando però che
la sua lingua giocasse con la sua,lentamente,come non gli capitava da
tempo.
Era un bacio dolce,di quelli
inesperti come lo era lei,ma gli
bastava totalmente,sapeva di lei in ogni millesimo di secondo.
Si staccò per riprendere
fiato,osservandola curioso,mentre
si ritrovò a sussurrare di nuovo che doveva farlo,cercando
di asciugarle gli
occhi con una mano in maniera forse goffa,ma strappandole un sorriso,di
quelli
che piacevano a lui.
Tornò a
baciarla,consapevole che avrebbe potuto farlo per il
resto della sua vita,mentre lasciò che le loro mani si
intrecciassero .
“So take your hand in mine
It’s ours tonight
This is a Rebel Love Song
Hearts will sacrifice
It’s do or die
This is a Rebel Love Song
Nea’s
Corner
Io
lo so,dovrei chiedere
umilmente perdono perché ormai non so quanti secoli sono che
non aggiorno,ma
spero di essermi fatta perdonare con l’ultima parte di questo
capitolo...*si
nasconde dietro al muro per evitare di essere presa a pomodori*
Comunque,non
so quando
aggiornerò,ma sappiate che non abbandonerò questa
storia,le voglio troppo bene
per farlo.
Un
Bacio
NeaFallenAngel