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Autore: manga    22/04/2014    13 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Per le vie del settore omega, camminava una ragazzina di appena dodici anni, dai lunghi capelli rosa, dal capo chino, dal viso triste e dagli occhi spenti, rendendola assente da tutto ciò che la circondava. Spesso,  doveva arrestare il suo cammino per lasciar passare le altre persone che le rivolgevano sempre sguardi di disappunto. Alcuni civili mentre la superavano, la spintonavano e altri, appoggiati ai muri o ai lampioni, sputavano sul suo cammino …. Quella ragazzina era Sakura Yukan e il comportamento ostile dei civili nei suoi confronti, era iniziato subito dopo aver appreso che possedeva il chakra. Era diversa da loro e non accettavano di convivere nello stesso settore con una kunoichi, nonostante suo padre, giudicato sempre un brav’uomo, fosse un civile. La evitavano e non mancavano mai di farle capire quanto fosse un peso per loro.

I primi tempi, Sakura piangeva sempre e suo padre cercava in ogni modo di aiutarla, senza riuscirci; più volte le aveva chiesto di confidarsi con lui, come quando era bambina, ma era inutile, lei continuava a rimanere nel suo mutismo.

Solo una volta parlò esprimendo la sua opinione, quando suo padre le disse che avrebbe parlato direttamente con l’Hokage e l’Uchiha, raccontandogli le difficoltà che doveva affrontare a causa della sua diversità. Sakura si oppose con tutte le sue forze, arrivando addirittura ad inginocchiarsi ai piedi del padre, supplicandolo di non raccontare niente a nessuno e promettendogli che prima o poi, sarebbe uscita da quel tunnel pieno di sofferenza. Entrambi però, sapevano che quella era una promessa impossibile da mantenere: l’ostilità dei civili nei confronti della rosa era molto forte e difficilmente avrebbero cambiato opinione su di lei. Il signor Yukan si sentiva impotente, adorava e amava moltissimo la sua bambina, la sua ragione di vita …. Si sentiva responsabile per averle fatto false promesse, dicendole che sarebbe stata accettata, nonostante la sua diversità, nel settore omega. Decise comunque di assecondarla, non raccontando niente all’Hokage e all’Uchiha.

Disponendo di un buon stipendio e di un equo conto in banca, decise di apportare alcune modifiche all’interno della sua abitazione, per permettere a sua figlia di vivere in pace almeno in casa sua. La loro abitazione consisteva in una piccola villetta con il vialetto d’entrata e un piccolo giardino rettangolare alla destra, mentre il lato sinistro della casa era confinante ad un incrocio stradale. Il signor Yukan, aveva fatto alzare la recinzione in muratura di un paio di metri, , aveva collocato le inferiate a tutte le finestre, mentre, all’interno della casa, aveva fatto sistemare interamente il sottotetto, trasformandolo in una piccola mansarda, diventando poi, il posto preferito della figlia.

Sakura frequentava la prima media e si presentava a scuola sempre all’ultimo minuto sedendosi nel banco in ultima fila, vicino alla porta della classe. Nessuno voleva sedersi vicino a lei e nemmeno gli insegnanti la consideravano, ignorando completamente le sue alzate di mano, ogni qualvolta ponevano una domanda agli alunni. Per fortuna era molto brava a scuola e i compiti scritti lo dimostravano, costringendo gli stessi docenti a darle il voto che meritava: il massimo. Durante la ricreazione, essendo seduta vicino alla porta, usciva sempre per prima dalla classe per andarsi a nascondere da qualche parte per poi ritornare al suono della campanella. La stessa cosa avveniva quando la lezione finiva, ma essendo al secondo piano ….. In quel periodo tornava a casa piena di lividi con i vestiti strappati o sporchi di sangue, ma, essendo dotata di DNA ninja, guariva molto facilmente tanto da riuscire a nascondere i lividi al padre, non facendolo preoccupare. Il signor Yukan sapeva che c’era qualcosa che non andava, ma sua figlia si rifiutava di raccontargli quello che le capitava, diventando anche molto brava a ricucirsi e a rattoppare i propri vestiti. Gli ultimi due mesi di scuola, suo padre era riuscito ad ottenere un permesso speciale nei confronti della figlia facendola uscire un’ora prima da scuola, con la scusa che l’anno successivo avrebbe dovuto frequentare l’accademia dei ninja e che quindi, doveva iniziare a studiare le tecniche legate al chakra. Inizialmente, la direzione si oppose, ma il signor Yukan, mantenendo un comportamento professionale e maturo, informò il preside che avrebbe ottenuto quel permesso rivolgendosi direttamente all’Hokage ….. lo stesso giorno, Sakura, iniziò ad uscire un’ora prima da scuola …..

Anche se era una kunoichi, doveva rispettare alcune regole riguardanti la sua nuova natura: non poteva usare il chakra, saltando sui tetti e correre come il vento. Per farlo, avrebbe dovuto superare un esame a fine anno scolastico accademico, ottenendo il grado di Genin e ricevendo il coprifronte del villaggio. Alla rosa non importava usare il chakra anche perché da quel giorno al monte degli Hogake, non era più riuscita a manifestare il suo potere, chiedendosi varie volte, se fosse veramente  una kunoichi.

Finalmente arrivò a casa sua e, appena entrata, sospirò profondamente …. La casa era in penombra come ogni giorno, poiché lei e suo padre uscivano sempre non prima di aver abbassato tutte le tapparelle per riparare i vetri …. Poco dopo aver apportato le modifiche alla loro abitazione si erano ritrovati dei vetri delle finestre rotte a causa di alcune pietre lanciate dall’esterno …. Anche se la recinzione era stata portata a due metri di altezza, non impediva ad alcuni civili di arrampicarsi e lanciare pietre contro la costruzione …. Quel giorno Sakura trovò la pietra che aveva rotto un vetro con attaccato un biglietto con la scritta VATTENE …. Sapeva che era riferito a lei e per non far preoccupare ulteriormente suo padre, lo aveva nascosto in una tasca della sua casacca.

La rosa appoggiò le sue chiavi di casa sulla piccola mensola posta vicino alla porta di ingresso e si incamminò verso il piccolo corridoio che conduceva alle scale per il piano superiore, alla sua destra, si trovava un piccolo salotto con un divano, un tavolo tondo da quattro persone, un mobile con la tv, mentre la cucina era dietro ad un arco proprio di fronte al tavolo. Vicino alle scale c’era la porta dell’unico bagno di quel piano. Salita le scale, sulla sinistra c’era la camera da letto di suo padre, alla destra la sua stanza e di fronte la porta del secondo bagno con a fianco un’altra piccola scala che conduceva alla mansarda. La casa, anche se era una villetta, non era molto grande, ma essendo solo in due, era più che sufficiente per le loro esigenze. Sakura iniziò a salire le scale, soffermando il suo sguardo su ogni foto appesa al muro …. Erano state scattate tutte durante il primo giorno dell’anno, quando si recava al tempio a pregare insieme al padre …. Le prime la ritraevano quando era piccola e ignara di essere una kunoichi … era sorridente e gioiosa, in braccio o abbracciata al padre, l’ultima invece, la ritraeva con lo sguardo abbassato e voltato di lato senza guardare l’obiettivo, mentre teneva per mano suo padre. Si ricordava ancora quel giorno …. Il fotografo era riluttante nel farle una foto, ma vedendo che era a fianco di suo padre, una persona molto rispettata, scattò quella fotografia …. La stessa cosa era successa anche nelle altre bancarelle …. Nessuno voleva averla come cliente e non poteva nemmeno approfittare dell’influenza del padre, rinunciando così, a comprare e a giocare, specie al suo gioco preferito, quello della pesca del pesce: era un gioco molto difficile e consisteva nel pescare un pesce con un piccolo ventaglio di carta. Il ventaglio si indeboliva appena entrava in contatto con l’acqua e, con il peso del piccolo pesce, si rompeva facilmente facendo ritornare il pesciolino a nuotare tranquillamente dentro alla vasca insieme ai suoi simili …. Era sempre stata bravissima a quel gioco, riuscendo sempre a pescare un infinità di pesci , regalandoli poi ai suoi amici o ai bambini li presente incapaci di compiere quel gioco ….

 La sua vita era cambiata per sempre e non sarebbe stata diversa nemmeno una volta entrata in accademia. Era diversa da tutto il villaggio: figlia di civili ma con il chakra.

Arrivata in mansarda, si andò a sedere nella piccola poltrona al centro della stanza illuminata dall’unico lucernaio posto sopra di essa. Quell’angolo della casa era il suo paradiso personale, dove la sua mente si liberava da tutte le preoccupazioni e sofferenze a cui era costretta a vivere. La mansarda non era molto grande e per di più, non era nemmeno sfruttabile a causa della sua collocazione sotto il tetto, le pareti laterali erano molto basse ed inutilizzabili e l’unica zona sfruttabile era quella in cui Sakura aveva collocato la poltrona sistemando accanto un piccolo tavolino. Alla rosa piaceva molto leggere e studiare, chiedendo a suo padre, in quanto funzionario del palazzo con libero accesso a tutte le istituzioni, di procurarle dalla biblioteca dei ninja, volumi riguardanti le arti magiche e le composizioni dei sigilli: anche se non sapeva usare il chakra non voleva frequentare l’accademia completamente impreparata!

Sakura prese un libro posto sul tavolino riprendendo la lettura interrotta il giorno prima, immergendosi  nuovamente nello studio del mondo ninja. Studiava per molte ore smettendo solo quando sentiva suo padre rincasare dopo il lavoro. Sakura voleva molto bene a suo padre, ma non riusciva più a confidarsi con lui: non voleva dargli altre preoccupazioni … aveva e stava facendo tanto per lei e lo amava tantissimo per questo! La stessa cosa era per il signor Yukan, i suoi sentimenti per la figlia non era cambiati, anzi, erano aumentati dopo aver saputo di aver allevato una bambina proveniente da una famiglia ninja e si sentiva responsabile per la situazione in cui l’aveva costretta a vivere. Rispettava i suoi spazi e i suoi silenzi, anche se per quest’ultimi, avrebbe voluto aiutarla di più, ma lei glielo impediva per un motivo a lui ignaro, al quale non riusciva a darsi una spiegazione logica.

“Sakura? Bambina mia …. Sono tornato!”

“Scendo subito papà!”

La rosa non correva più in contro a suo padre lanciandogli le braccia al collo come era solita fare, ma si limitava a farsi vedere e a rivolgergli un lieve sorriso mostrandogli tutto il suo rispetto e il suo amore …. Sembrava avesse dimenticato come si sorrideva a pieno. Sakura si diresse in cucina per iniziare a preparare la cena, mentre il signor Yukan saliva le scale per andare a lavarsi in attesa che la cena fosse pronta. Sakura era molto brava a fare da mangiare, era portata in cucina e aveva imparato a cucinare durante le lezioni a scuola  di economia domestica.

“Che buon profumino …. Cosa mi hai preparato di buono?”

“Niente di speciale …. Solo degli spaghetti di soia con verdure e qualche involtino di carne …. Ormai è già ora di fare la spesa!”

“Domani mi fermo a farla…. Quindi tornerò più tardi …. Ora mangiamo!”

Sakura non andava più a fare la spesa, perché gli stessi commessi si rifiutavano di servirla, ignorandola completamente. Riusciva ad acquistare qualche genere quando si recava al supermercato poiché non era servita da nessun commesso, ma il problema si presentava alla cassa …. doveva far passare tutti e l’ultima volta, circa otto mesi prima, era rimasta in fila per oltre un’ora. Come sempre non aveva raccontato l’accaduto al padre, ma la sua assenza da casa per oltre due ore, lo aveva insospettito dicendole poi, che da quel giorno ci avrebbe sempre pensato lui alla spese o ad altre compere, fra cui i suoi vestiti.

“Sei bravissima, i miei complimenti …. L’uomo che ti sposerà sarà fortunato di ….”

“Non mi sposerò mai …. Nessuno vorrà avere una come me al suo fianco!”

“Non dire così …. Non è vero!”

“Si che lo è …. E lo sai benissimo anche tu …. Chi credi voglia prendere per moglie una figlia di civili con il DNA di ninja? Gli omega mi odiano e i ninja non rischierebbero mai che il mio DNA civile soffochi il loro, generando figli senza chakra!”

“Non è vero …..”

“Invece si ….. mi sono documentata nei libri di genetica e quello che ho detto è vero …. In me scorre sangue civile e potrebbe essere predominante su quello dei ninja …. Sono e rimarrò sempre una diversa …. Ma non mi importa, basta solo che tu rimanga con me …. Sono fiera di avere un padre meraviglioso come te e sono onorata di essere tua figlia!”

“La stessa cosa vale per me …. Sei la mia bambina, la mia ragione di vita …. Mi hai ridato la voglia di vivere, dopo la morte di tua madre …. Potrai sempre contare su di me!”

Sakura si alzò dalla sedia per abbracciare suo padre …. Era da tanto che non lo faceva e le mancava tantissimo quel contatto ….. Suo padre rispose senza esitazioni, anche se nel suo cuore provava una tristezza infinita …. Un giorno avrebbe dovuto dirle la verità per tranquillizzarla sul suo futuro, avrebbe dovuto sapere di essere una vera ninja e non una civile …. Lui aveva già sessantadue anni e iniziava ad avere qualche piccolo problema di salute …. Non sarebbe rimasto per sempre con lei ……

“Forza e coraggio piccola mia …. Domani è l’ultimo giorno di scuola e potrai dire finalmente dirle addio  concentrandoti sull’accademia …. Non pensare a nient’altro, promettimi solo che continuerai a rendermi fiero di te …. Diventando un’ottima kunoichi! Me lo prometti?”

 “Si, papà …. Te lo prometto, mi impegnerò per diventare un’ottima kunoichi e per renderti fiero di me! ….. Posso chiederti un piacere? Potresti procurarmi i libri di testo per l’accademia? Vorrei iniziare a studiarli, così …. tanto da portarmi avanti …. Sarò molto indietro rispetto agli altri miei compagni e vorrei cercare di recuperare il più possibile per non essere inferiore a loro …. Almeno nello studio!”

“Certo piccola mia …. Ma non voglio che ti affatichi troppo … le vacanze estive servono per riposarti e il nuovo anno scolastico non sarà molto facile per te, dato che dovrai imparare anche a combattere!”

“Non preoccuparti papà …. Sai che adoro leggere …. E poi sarà un passatempo per me …. Non andando più a scuola non uscirò più di casa e ….”

“No, devi uscire …. L’aria ti fa bene!”

“Vedrò di andare in giardino!”

“Sempre meglio che niente! …. Vedrò di portarti qualche fine settimana nelle campagne di Konoha  … magari potrei chiedere un periodo di ferie …. Non siamo mai andati via e ….”

“No papà, niente ferie …. L’accademia prevede un equipaggiamento ninja molto costoso e ….”

“Sakura, non ho problemi economici, posso permettermi le ferie e i tuoi studi, non preoccuparti!”

“Va bene …. Ci penseremo poi!” Sakura si alzò dalle ginocchia del padre, iniziando a sparecchiare per poi lavare i piatti …. Era più serena dopo aver parlato con lui, ma non gli avrebbe mai permesso di spendere altro denaro …. Ne aveva spesi già troppi per apportare le modifiche alla loro casa.

Il giorno dopo Sakura corse a scuola con una carica in più, quello sarebbe stato il suo ultimo giorno e poi non avrebbe più rivisto i suoi compagni … ma purtroppo essendo l’ultimo giorno, tutti gli studenti finirono le lezioni dopo pranzo e la maggior parte volle salutare la rosa a modo loro, sotto lo sguardo indifferente dei docenti e a quello divertito di altri, con palle di fango per le mani ….. Sakura strinse i denti, trattenendo le lacrime ed aspettando che quella tortura finisse …
  
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