Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: startariot    22/04/2014    0 recensioni
«Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti;
amare profondamente ci rende coraggiosi.» -L. Tze
[Larry]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Visto che la storia l'ho interamente scritta, ho pensato che lasciarvi anche il primo capitolo sarebbe stata la cosa migliore, per cui eccolo cui :) 
La canzone citata nel capitolo è Your Biggest Mistake di Ellie Goulding. x
Alla prossima. 
C.




‘Take cover 

Signs don't show 

You drove me off the road ‘

 

 

 

****

 

 

“Sei sicuro di dover partire? Non puoi lavorare da casa?”, chiesi agitato mentre dispettosamente cercavo di togliere i vestiti che Harry aveva accuratamente piegato e messo nel borsone. 

 

“Te l’ho detto Lou, devo andare. E’ finire il lavoro più velocemente. Si tratta solo di qualche settimana, tornerò prima che tu te ne accorga. E piantala di farmi dispetti, me ne sono accorto, sai”, mi rispose dolcemente sorridendomi. Amavo il suo sorriso. Quello che coinvolgeva anche i suoi occhi perché se lui sorrideva, di riflesso lo facevano anche quelle splendide pozze verdi che tanto amavo. 

 

“Va bene, però mi mancherai lo stesso. E devi chiamarmi tutti i giorni, Haz”, dissi io sorridente pizzicandogli un fianco. Cercavo di mantenere un tono scherzoso ma già sapevo che mi sarebbe mancato più di quanto davo a vedere. Non volevo fargli pesare la partenza però, perché sapevo quatto fosse difficile anche per lui. 

 

“Non c’è bisogno che me lo chiedi, sai che lo farò”, disse Harry abbracciandomi dolcemente e strofinando il naso nell’incavo del mio collo. Era una cosa che adorava, me lo aveva detto una sera mentre ci coccolavamo sul divano, quando stesi sul divano mi teneva stretto a se nascondendo la testa vicina al mio collo e i suoi ricci mi solleticavano la guancia. ‘mi piace sentire il tuo profumo Lou, starei ore così per imprimermelo addosso e tenerlo sempre con me’.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

‘Move, move closer

Maybe you can right all your wrongs’

 

 

 

 

Erano passate due settimane e mezzo e Harry ancora non era tornato. Aveva detto che in una settimana avrebbe finito di lavorare e sarebbe tornato subito a Londra. Mi chiamava tutti giorni, mi raccontava del lavoro e di quanto fosse entusiasta di quello a cui stava lavorando in studio. Ci vedevamo su Facetime tre volte a settimana, ma non era la stessa cosa. Non era stato un bel periodo ultimamente per noi, litigavamo spesso e questa lontananza era arrivata nel momento sbagliato. La stanchezza per il lavoro, lo stress e l’agitazione per il nuovo album e le imminenti prove per il nuovo tour ci avevano reso stanchi e nervosi quindi spesso litigavamo per sciocchezze. Avevamo anche deciso di allontanarci, per un pò, ma non ne eravamo stati capaci. Avevamo resistito una settimana. Io a Doncaster, lui qui a Londra. La mattina del settimo giorno mi ero ripresentato alla porta di casa nostra dimostrando così, che non eravamo in grado di stare lontani. E da allora le cose erano migliorate, poco ma andava meglio, stavamo cercando di conciliare il lavoro e la nostra storia. 

E adesso, mi mancava terribilmente, più di quanto potessi immaginare. Mi mancava svegliarmi con lui al mio fianco, il suo sorriso e i suoi limpidissimi occhi verdi appena sveglio, le sue stupide battute, il profumo della colazione che mi preparava tutte le mattine, i nostri pomeriggi sul divano giocare alla playstation mentre cercavo d insegnargli a giocare a FIFA e finivamo puntualmente stesi sul divano a coccolarci. 

Ognuno di noi ha qualcosa che lo fa sentire a casa. Per qualcuno è un oggetto, per altri un profumo, per altri ancora un immagine. La cosa che mi faceva sentire a casa? Un suo abbraccio. Erano la cosa che mi mancavano di più…..i suoi abbracci. Quelli che ‘riscaldavano il  mondo’, come dicevo io perché al suo fianco, tra le sue braccia mi sentivo protetto, come se nulla potesse raggiungermi o ferirmi. Lui mi proteggeva. La sua stretta era calda, confortante e ti avvolgeva completamente. Era quel tipo di abbraccio, il suo, in grado di trasmettere tutto l’amore del mondo. 

 

 

 

 

In quelle due settimane ero rimasto a casa per la maggior parte del tempo, non mi andava di uscire per cui ero rimasto semplicemente a casa a vedere film e giocare alla playstation. Oggi, però, Zayn aveva deciso di cambiare i miei piani:

andiamo Lou, vieni..saremo io, te e qualche amico. Non puoi restare a casa finché non torna Harry’, così mi aveva detto, invitandomi a casa sua. Mi aveva detto che saremmo stati con pochi altri amici, ma conoscendolo sicuramente sarebbe stata una festa vera e propria. Per questo avevo  chiesto ad Eleanor di accompagnarmi. Andavamo d’accordo, nonostante l’assurda situazione in cui eravamo costretti dal management. Inizialmente eravamo molto  amici, poi ci eravamo pian piano allontanati. A Harry lei non piaceva, non erano mai andati d’accordo. E spesso era stata il motivo delle nostre litigate, soprattutto ultimamente. 

 

 

 

Ci saremmo visti direttamente alla festa, guardai l’orologio, segnava le sette. Dovevo prepararmi. Salii in camera, infilandomi nel bagno e facendomi una doccia. Mi asciugai i capelli e li fermai con una fascia, li avrei sistemati dopo. 

Mi avvicinai all’armadio cercando qualcosa da mettere, quando vidi il maglione grigio di Harry poggiato sulla poltrona. Lo aveva lasciato qui apposta, ne ero sicuro. Sapeva che mi piaceva indossare i suoi maglioni.

Per cui lo indossai inspirando prima il suo profumo ancora ben presente; misi  un paio di pantaloni neri e le mie vans nere; mi avvicinai allo specchio e cercai di sistemare i capelli togliendo la fascia. Presi il giubbino, le chiavi della macchina e uscii di casa. 

 

 

 

 

Arrivai a casa di Zayn dopo circa 20 minuti e come avevo ipotizzato, aveva organizzato una festa vera e propria. ‘tipico di Zayn’, sorrisi al mio stesso pensiero. 

Trovai Eleanor sulla soglia di casa di Zayn, doveva essere arrivata da poco anche lei.

 

“Ciao, Louis. Come stai?”, mi chiese sorridente. Indossava una maglia larga, lunga  rosa con un paio di leggings neri e delle vans colorate.

 

“Bene, El. Tu come stai?”, chiesi educatamente. 

 

“Bene! Ho finito la sessione d’esame proprio oggi”, disse allegramente. 

 

Bussammo alla porta e Zayn ci venne ad aprire salutandoci calorosamente. Doveva aver già bevuto qualcosa. Mentre camminavamo per raggiungere il salotto Zayn mi si avvicinò

 

“Ehi, Lou come va? Hai sentito Harry oggi?”, chiese sorridente e con un tono di voce un pò instabile. Si, aveva decisamente bevuto qualcosa. 

 

“Bene, Zaynie. L’ho sentito ieri sera in verità perché oggi era molto impegnato, mi ha detto che torna la prossima settimana, ha ancora delle cose da sbrigare.” dissi malinconico. 

 

“Capisco, dai adesso cerca non pensarci e pensa a divertirti”, mi disse dandomi una pacca sulla spalla. 

Avrei voluto Harry con me, ma ci avrei provato. 

 

 

 

 

Dopo due ore e tanto alcool dopo, mi trovai con Eleanor a ballare una stupida canzone nel salotto di Zayn. Non ero proprio quello che si definisce ‘sobrio’, mi sentivo leggero, non pensavo a nulla, non stavo pensando ad Harry e cercavo di divertirmi. 

Mentre ballavamo, improvvisamente El inciampò crollandomi addosso, cercai di sorreggerla come potevo e le chiesi se stesse bene. 

 

“Tutto bene, El?”


“Si, scusami deve essere l’alcool che non mi aiuta.”, disse ridendo. Tutt’un tratto alzò gli occhi, e mi guardò diventando quasi seria. E fu allora che accadde. 

 

 

 

 

‘It's a shame you don't know

What you're running from

Would your bones have to break

And your lights turn off

Would it take the end of time

To hear your heart's false start?’

 

 

 

Non me ne resi nemmeno conto; me la ritrovai a due centimetri di distanza, e il secondo dopo mi stava baciando. Non so nemmeno perché ricambiai quel bacio, ma lo feci. Appoggiai le mani sui suoi fianchi avvicinandola a me e in quel bacio misi tutto quello che avevo dentro.

L’alcool. La rabbia. La solitudine. La mancanza. 

Il senso di colpa. Perché sapevo che stavo sbagliando, sapevo che se Harry lo avesse scoperto non me lo avrebbe mai perdonato, che quello che stavo facendo era un fottuto errore ma in quel momento non me ne curai. Volevo solo curare la mia solitudine, nonostante quello fosse il modo sbagliato

 

Continuai a baciarla per qualche minuto quando improvvisamente, in un momento di lucidità ritrovata, un pensiero si affacciò nella mia mente. O meglio, un nome. 

 

Harry.

Cosa stavo facendo? Come avevo potuto fare una cosa del genere a lui? Improvvisamente la mancanza e la solitudine che aveva cercato di reprimere e di curare con lei, tornarono a galla e mi colpirono dritto allo stomaco. Come avrei potuto guardarlo di nuovo negli occhi? Sapevo quanto non sopportasse Eleanor, ma l’avevo baciata lo stesso. 

Lui non c’è, è a LA. Sei solo.’, diceva la mia testa. 

Lo stai tradendo’, diceva il mio cuore. 

Il mio cuore aveva ragione lo sapevo. 

Non potevo sapere quanto la mia testa si sbagliasse. 

Mi separai bruscamente da lei, realizzando l’errore che avevo fatto.

 

‘El, non poss-‘, le parole mi morirono in gola quando alzai lo sguardo e alle spalle di Eleanor vidi due gelidi occhi verdi che mi stavano fissando. 

E allora ebbi la conferma. La mia testa aveva torto, non ero solo. Il mio cuore aveva ragione, l’avevo tradito

 

 

 

 

You know this is your biggest mistake 

What a waste, what a waste, what a waste ‘

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: startariot