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Autore: overboard98    22/04/2014    0 recensioni
L'estate era ormai finita.
Le giornate cominciavano ad allungarsi, l'aria a raffreddarsi e tutta la mia vita in generale sembrava così noiosa.
Come se mi fossi svegliata dopo un sogno bellissimo e fossi tornata alla triste realtà.
In qualche modo sembrava che tutto il divertimento fosse finito e avesse lasciato il posto ad una normalissima e noiosissima vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'estate era ormai finita. 

Le giornate cominciavano ad allungarsi, l'aria a raffreddarsi e tutta la mia vita in generale sembrava così noiosa. 

Come se mi fossi svegliata dopo un sogno bellissimo e fossi tornata alla triste realtà.

In qualche modo sembrava che tutto il divertimento fosse finito e avesse lasciato il posto ad una normalissima e noiosissima vita. Continuai a ripetermi queste cose, quando arrivai a casa dopo aver passato tutta l'estate a casa dei miei nonni, al mare. Quei tre mesi erano stati i migliori della mia vita finora: feste, serate in discoteca, mare, amici, ragazzi.Dire addio a Dan forse era stata la cosa più difficile di tutte. Ma si sa, gli amori estivi non sono destinati a durare. Scesi dal treno, lasciandomi tutto alle spalle. Ora dovevo solamente ritornare mia vecchia vita: la scuola, i genitori, Abby. Sorrisi ricordando la mia migliore amica. Quest'estate ci eravamo dovute separare, lei era andata a Parigi con i suoi genitori. Ci sentivamo quasi ogni giorno, ma alla fine i genitori di Abby non volevano che mi chiamasse più perchè da Parigi alla Florida si spendevano un sacco di soldi. Non vedevo l'ora di riabbracciarla: eravamo migliori amiche dalle seconda elementare. Le volevo un gran bene, era quasi una sorella per me. Arrivata alla stazione cercai la macchina di mio padre che era venuto a prendermi. Sorrisi riconoscendo la sua vecchia 500 rossa. Mi avviai verso di essa, e quando aprii la portiera, riconobbi subito mio padre. Dio, quanto mi era mancato. 

«Ehi tesoro!» escalmò mio padre non appena mi vide. 

«Ciao papà» risposi, abbracciandolo. 

«Come hai passato le vacanze?» 

«È stato tutto perfetto, i nonni sono fantastici.»

«Mi fa piacere che tu ti sia divertita» disse.

«E tu e la mamma? Come avete passato le vacanze?»

«Bene» rispose, ma c'era qualcosa di strano nella sua voce.

Forse era arrabbiato perchè non avevo passato l'estate con lui e la mamma, ma che cavolo, non vedevo mai i miei nonni. No, non doveva essere questo. Avrà scoperto che mi sono trovata un ragazzo? Lo sapeva solo nonna Beth, e non credo che abbia fatto la spia. Mio padre pensa ancora che io sia una bambina, nonostante abbia già 16 anni. Pensa che abbia passato tutto il tempo a fare castelli di sabbia, andare ai pigiama party con le amiche e robe del genere. Stavo giusto per chiedergli cosa c'era che non andava, ma lui mi anticipò:

«Contenta di tornare a scuola?» mi chiese.

Gli lanciai un'occhiataccia e lui scoppiò a ridere. 

Il viaggio fu abbastanza tranquillo, ma non appena arrivai a casa notai subito che c'era qualcosa che non andava. Attraversai il vialetto e corsi incontro a mia madre, che mi stava aspettando davanti alla porta.

«Mamma!»

«Drew!»

La andai ad abbraciare fortissimo.

«Mi sei mancata tantissimo piccola mia» mi sussurrò all'orecchio.

«Anche tu» Sciogliemmo l'abbraccio e andai a cercare, Grey, il nostro cagnolino. Lo trovai subito che stava dormendo sul divano, così lo presi in braccio e comiciai ad accarezzarlo dietro le orecchie, proprio come piaceva a lui. 

I miei mi raggiunsero in salotto, trasportando i miei bagagli. 

«Jake?» chiesi ad un tratto.

«Tuo fratello è uscito, ma dovrebbe tornare a momenti» 

«Oh. E Abby?»

Mio padre e mia madre si lanciarono un'occhiata. Sapevano che stavano per dirmi qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa. 

«La sua casa è ancora chiusa, così immagino che sia ancora in Francia» continuai.

«Drew, tesoro...» iniziò mia madre. Io la guardai, aspettando che continuasse. Ma non lo fece. Distolse lo sguardo e si coprì una mano con la bocca.

«Che succede?» chiesi, non riuscendo ancora a capire. 

«Abby ha avuto un incidente» 

«Che cosa??»

«Drew...»

«Dov'è?» chiesi, non mi ero accorta di gridare fino a quando i miei mi guardarono con aria spaventata.

«Non ce l'ha fatta, Drew, mi dispiace» rispose mio padre.

Non poteva essere vero. Non stava accadendo davvero. No, mi rifiutavo anche solo di pensarci. 

«Vieni qui tesoro» disse mia mamma abbracciandomi.

Io però mi scostai:«Quanto tempo fa è successo?» domandai, con la voce che mi tremava.

«Un mese fa.»

Non sapendo cos'altro fare, mi lasciai cadere sul divano. 

«Perchè non mi avete detto niente?» sentii le lacrime cominciare ad uscire, ma non feci niente per fermarle.

«Noi... Non volevamo rovinarti l'estate. Il funerale l'hanno fatto a Denver, quindi comunque non saremmo potuti andarci. Ci dispiace così tanto piccola."

Ad un tratto smisi di piangere. Non riuscivo ancora a crederci.

La mia migliore amica era morta.

La mia migliore amica era morta.

La mia migliore am...

Così alla fine mi arrabbiai:" La mia migliore amica è morta e voi non mi avete detto niente?" urlai. 

Poi corsì su per le scale e mi chiusi in camera. Mi buttai subito a letto, immergendo la testa nel mio cuscino preferito.

Era questo che intendevo, a proposito del sogno: ad un tratto ti svegli e scopri che tutto è finito. Che nella vita reale la felicità è solo quell'attimo di sospensione tra un periodo di merda e l'altro.

Mi rifitavo ancora di crederci. Alzai la testa e guardai la foto mia e di Abby che avevo nel comodino: eravamo entrambe sorridenti, in costume da bagno, con il mare in sottofondo. Era stata scattata 5 anni fa, durante una vacanza in Grecia con le nostre famiglie. Non riuscivo a crederci che era tutto finito. Che, da quel momento, niente sarebbe stato più lo stesso. 

Passò una settimana, ma quasi non me ne accorsi. Restai tutto il tempo a casa a piangere. Rifiutavo di mangiare, uscire, perfino guardare la tv. Tutto mi sembrava così sbagliato senza di lei. Inutile dire che non mi ero mai sentita più sola. Abby era l'unica amica che avevo. Lei era simpatica, solare, intelligente. Di solito era lei quella che faceva colpo sui ragazzi, mentre io ero molto timida e non mi piaceva stare sotto i riflettori. Essere invisibile ha i suoi vantaggi, dopotutto.

Da quel momento però tutti avrebbero avuto pena per me, compassione, ed era mille volte peggio. Non volevo che tutti mi compatissero solo perchè la mia migliore amica era morta. Ma le cose stavano così, e non le potevo cambiare. Abby non sarebbe mai più tornata indietro. Mi aveva lasciata per sempre. 
  
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