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Autore: ashugme    22/04/2014    2 recensioni
Margaret e Ashton sono completamente diversi. Gli opposti. I due poli.
Ma riusciranno mai ad innamorarsi superando tutti gli ostacoli che troveranno nel loro percorso?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1.
 
So I'm never gonna get too close to you
Even when I mean the most to you
In case you go and leave me in the dirt
But every time you hurt me, the less that I cry
And every time you leave me, the quicker these tears dry
And every time you walk out, the less I love you
Baby, we don't stand a chance, it's sad but it's true
I'm way too good at goodbyes

Sam Smith - Too Good at Goodbyes

 

Era bella Melbourne, soleggiata con qualche nuvola qua e la. Aveva messo un ombrello nella borsa perché sapeva benissimo che il tempo poteva cambiare da un momento all'altro.
L’Hayes College Reinhart era grande, molto grande. Di mattonelle rosse, stile antico e imponente. Si sentiva così piccola quando scese dal taxi che l’aveva portata vicino al centro. 
Alloggiava lì di fronte come tutti quelli che frequentavano quel college, e quando vide gli appartamenti le si mozzò il fiato. Erano tutti in fila, colorati e con delle finestre enormi.
Le avevano assegnato l’appartamento 2805, che era dall’altra parte della strada, così ne  approfittò per farsi una passeggiata e cominciare ad esplorare quel posto magnifico.
L’aria fresca le scompigliava i capelli, ma lei non le diede neanche conto tanto era interessata ed emozionata. Il sorriso non l'aveva abbandonata mai da quando era salita sull’aereo.
Il viale era pieno di ragazzi e ragazze, tutti indaffarati ad andare a prendere gli orari, a raggiungere la biblioteca per acquistare gli ultimi. Si sentì un po’ fuori luogo, ma subito scosse la testa, non voleva permettere a niente e nessuno di farla sentire sbagliata. L’unica cosa che doveva fare era andare nella segreteria del dormitorio e prendere le chiavi.
A pochi metri da lei il cartello della segreteria accorse ai suoi occhi facendole accelerare il passo. Per fortuna la coda si dileguò quasi subito.
Una donna sulla sessantina le sorrise calorosamente e “Buongiorno, desidera?” le domandò.
“Buongiorno avrei bisogno delle chiavi per l’appartamento 2805” parlò piano, con la sua solita calma.
“Certo, ecco tieni. Buona giornata e benvenuta” le sorrise di rimando prendendo tra le mani la chiave rossa e dirigendosi nel corridoio M.
La sua porta era in fondo, proprio di fronte a lei che sorrise sentendo un calore nel cuore. Iniziava la sua nuova vita che sperò le riservasse solo felicità e spensieratezza.
Infilò la chiave nella toppa della porta che si aprì dopo due clack. L’odore di chiuso subito le arrivò nelle narice e le fece salire una sensazione di nausea che scacciò via all'istante.
Entrò trovandosi alla sua destra una cucina marrone, il tavolo abbinato perfettamente alle pareti bianche con due sedie in legno scuro. Di fronte a lei c’era un letto matrimoniale con al fianco un piccolo comodino marrone. Due passi avanti  a lei, a sinistra del letto c’era l’armadio in mogano, grande abbastanza per una persona. La cosa che le piacque maggiormente, però, fu il gradino in marmo alla destra del letto che si affacciava sul giardino e quindi sul college. Si sentì felice dopo molto tempo. Quel posto le donò una sensazione di tranquillità. Poggiò a terra la sua borsa e cercò con gli occhi la valigia rosa accanto alla porta. Avrebbe fatto il letto dopo aver pulito bene l'appartamento.
Tirò fuori il telefono per chiamare zia Monica e poggiò sul comodino la foto che teneva sempre in tasca. La sua mamma.
 
“Mamma posso tingermi i capelli di rosso?” le domandò implorandola con gli occhi da cerbiatto.
“Margie hai solo 8 anni, non si può. Quando sarai più grande e andrai al college li potrai tingere” rispose la donna bionda che stava preparando il frullato di fragole. 
“Ma mamma..” la bambina che era seduta sul tavolo con le gambe a penzoloni cominciò a tirare su con il naso. 
“ Facciamo così, ti farò tingere una sola ciocca ok? Però mi devi promettere che non piangerai più” asciugandosi le mani sul grembiule la donna asciugò le lacrime di sua figlia abbracciandola.
“Quando andrò al college me li potrò tingere di rosso tutti vero?” le sussurrò all’orecchio. Lei rise annuendo e scosse la testa “sei una piccola furbetta”. Risero insieme.

 
Le lacrime le punsero gli occhi, minacciandola di scendere. Le mancava sua madre, ma niente poteva cambiare ormai. Si asciugò quindi la faccia e si alzò pronta per uscire.
Si sentì strana per un attimo, come se avesse uno sguardo puntato addosso. Ma quando si girò non vide nessuno. Intimorita chiuse subito il finestrone che aveva aperto per far uscire il cattivo odore e guardando fuori si accorse che c’era un gruppo di ragazzi dall’altra parte della strada che parlava ridendo in continuazione. Li osservò bene, cercando di non dare nell’occhio. C’era un ragazzo con dei bei capelli biondi e occhi azzurri, dedusse. Un sorriso si apriva grande sul viso, ma non coinvolgeva gli occhi. Di fianco a lui il ragazzo dalla pelle olivastra teneva in mano una sigaretta facendo dei piccoli cerchi con il fumo. Gli occhi erano neri e le labbra piccole mostravano i denti perfetti. Un ragazzo, però la colpì. I capelli sbarazzini e biondicci svolazzavano leggermente, il maglione grigio e i jeans risaltavano un corpo atletico. Gli occhi color ambra le sembrarono un pozzo di emozioni pronte ad essere tirate fuori. Le labbra piene e rosee.
Scomparve dietro al muro non appenà incontrò il suo sguardo, calmandosi  dopo la figuraccia appena fatta.
Si tirò su intenta a dimenticare quei occhi e si diresse in bagno pronta per ultimare gli acquisti della casa.
Sarebbe stata una lunga giornata.
  
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