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Autore: _K_    23/04/2014    2 recensioni
Sono ormai passati mesi dalla sconfitta di Madara e tutto sembra tornare alla normalità, ma un nuovo pericolo, pare essere alle porte.
Riusciranno Naruto e i suoi amici a sconfiggere il male un'altra volta?
Dal Capitolo 1: "Nonostante avesse battuto Madara, sentiva di valere meno di zero. Aveva fallito, non aveva riportato il suo migliore amico a casa. Al termine del conflitto, Sasuke se n'era andato senza dire niente a nessuno e non sapeva neanche se fosse ancora vivo."
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo capitolo! Ci tenevo a ringraziare molto chi ha recensito, chi ha messo la storia tra i preferiti o tra le seguite e anche chi ha solamente letto.
Siete davvero..  Non so come dire, ma mi avete resa felice :'D
Grazie ancora!


Controllo



Aveva capito bene? Il "Clan Hyuga"?
-Muoviamoci!- Esclamò Shikamaru, iniziando a correre in direzione della loro meta.
Naruto era confuso. La famiglia Hyuga era la più diligente del villaggio e non combinava disastri di quel genere di sua spontanea volontà.
Possibile che fossero stati attaccati?
Man mano che si avvicinavano al quatiere, la nebbia si faceva sempre più fitta e l'aria più pesante.
Sakura prese a tossire per via della polvere che si era sollevata.
-Tutto ok?- Le domandò Rock Lee, posandole una mano sulla spalla.
La rosa farfugliò un "sì", per poi alzare lo sguardo.
La visione rivelatasi davanti ai loro occhi non appena arrivarono a destinazione, fu agghiacciante.
Gran parte della zona più vecchia del quartiere era stata rasa al suolo e gli abitanti, erano fuori dalle loro case, terrorizzati.
Bambini che si nascondevano dietro ai loro genitori dalla paura e adulti, che probabilmente attendevano il ritorno di persone rimaste sotto le macerie.
C'era una donna che, seduta a terra, si disperava urlando -E' tornato!- , mentre il marito la stringeva tra le sue braccia, cercando di tranquillizzarla.
Naruto sentì le gambe cedergli, come se improvvisamente, non avessero più le forze per sorreggere il suo peso.
-Ha detto che è tornato! Non è possibile!- Esclamò, con i nervi che iniziavano ad essere parecchio tesi.
Shikamaru scosse la testa.
-Adesso calmati, ok? Quella donna è fuori di sé, meglio non dare molto peso a ciò che dice.- Disse, mantenendo il sangue freddo.
Sakura, nel frattempo, si avvicinò ad un anziano signore sulla settantina e, con molta dolcezza, ma anche preoccupazione, gli chiese -Mi scusi, saprebbe spiegarmi cos'è successo?-.
L'uomo parve svegliarsi da un lungo sonno.
Voltò lentamente il capo verso di lei, rivelando un volto privo di espressione, che fece deglutire la ragazza, che rimase senza parole.
Non ebbe risposta a quella domanda, perciò, dopo essersi scusata, tornò frettolosamente dagli altri e disse -Andiamo a vedere.-
Corsero fino ad arrivare davanti alle macerie.
Naruto annusò l'aria, notando che non c'era odore di esplosivo, ciò significava che era stata una tecnica particolare a provocare quel disastro.
-Merda!- Esclamò, digrignando i denti.
Shikamaru gli lanciò uno sguardo d'intesa.
-L'hai notato anche tu, vero?- Domandò poi, serio.
Il biondino annuì, ancora in preda al nervoso e alla paura. Paura che Madara, non fosse morto, ma che in qualche modo, fosse riuscito a salvarsi. Se così fosse stato, tutto quello che aveva fatto in passato, sarebbe risultato inutile. Tutte le morti, non sarebbero servite a niente. Dunque lui era rimasto anche senza l'unica persona che lo aveva fatto sentire parte di una famiglia, senza un motivo bene preciso, perchè anche il suo maestro Jiraya, non c'era più. Però non era possibile, era stato lui stesso ad uccidere il nemico, l'aveva visto morire con i suoi occhi.
A riportarlo alla realtà, fu la voce di Rock Lee.
-Guardate, c'è Hinata!- Esclamò il ragazzo, indicando una figura femminile, distante qualche metro da loro.
I ragazzi non se lo lasciarono ripetere e schizzarono verso la giovane ninja, intenta a parlare con Kiba.
-Hinata, che è successo?- Domandò Sakura, preoccupata.
La Hyuga, era visibilmente turbata, metre Kiba era inquieto.
Prese un lungo respiro ed infine, dopo essersi fatta coraggio, parlò.
-Non so. Stavo per uscire e.. Si è sentito il rumore di un'esplosione. D-dopo essere corsa di fuori, ho visto che molte case erano crollate e qualche istante più tardi, altri palazzi sono stati fatti saltare in aria.- Spiegò la corvina, leggermente in imbarazzo, ma anche un po impaurita.
Naruto, senza pensare, scattò  in avanti e le mise le mani sulle spalle.
-Sai chi è stato? Hai visto qualcuno?- Domandò, affannato dalle sue stesse ansie.
Hinata arrossì, ma poi scosse il capo e mortificata disse -Mi dispiace, ma non ne ho idea.-.
Naruto strinse la presa, innervosito, ma anche impaurito.
Hinata, ancor più confusa, parve diventare ancor più triste. Forse, pensava di averlo deluso.
Shikamaru diede una gomitata al biondino, che pareva essersi incantato a guardare il nulla.
-Naruto, riprenditi per favore. Ci sono molte cose da fare.-.
-Shikamaru ha ragione. Bisogna vedere se ci sono dei morti e portare i feriti all'ospedale.- Fece Kiba.
-E possiamo farcela da soli?- Domandò Sakura, dubbiosa.
-Credo di sì, ci sono anche molti ninja del mio clan in giro.- Rispose Hinata, ancora molto scossa.
-Bene, allora diamoci da fare. Propongo di dividerci.- Sospirò Shikamaru.
-Già, è più conveniente.- Accordò Kiba.
-Infatti. Kiba, tu verrai con me, Sakura andrà con Rock Lee e Hinata con Naruto. Tutti d'accordo?- Fece Shikamaru, sbrigativo.
Hinata arrossì lievemente, per poi annuire come fecero tutti. Naruto le fece cenno di andare e lei lo seguì, senza obiettare.
Sentiva il cuore scoppiarle nel petto. Un po per l'emozione di essere affianco al ragazzo che amava e un po per la paura. Aveva già perso Neji, non voleva vedere altre persone a lei care morire. La scomparsa di suo cugino, l'aveva segnata abbastanza, tanto che al suo funerale, non riuscì nemmeno a guardare la lapide, mentre posava un bianco crisantemo sul marmo grigio e gelido. L'unico membro della sua famiglia che aveva abbattuto i pregiudizi su di lei, imparando anche ad apprezzarla per ciò che era, non c'era più e di tanto in tanto, piangeva ancora per ore, a causa della sua morte.
Entrarono in un edificio che a malapena si reggeva in piedi
-Tieni gli occhi aperti, questo posto potrebbe crollare da un momento all'altro.- Si raccomandò Naruto, con fare premuroso.
-.. Sì.- Ripose semplicemente Hinata, per poi precipitarsi a curiosare, sempre con la massima cautela.
In realtà, la corvina non avrebbe mai voluto essere lì assieme a lui. Ricordava benissimo come, nello scontro con Pain, lei gli avesse confessato il suo amore, venendo poi schiacciata dall'insormontabile forza del nemico, rischiando addirittura di morire. Si sentiva ancora umiliata, anche se erano passati quasi due anni da allora.
Lei e Naruto non avevano parlato molto dal termine della guerra e il fatto che lui non avesse neanche tentato di chiarire la situazione con lei, le frantumò il cuore in mille pezzi, facendole capire che probabilmente, era ora di rinunciare al suo amore. Non sapeva come avrebbe fatto, dal momento che l'idea di dimenticarlo, per lei era talmente folle e dolorosa, da fargli credere che sarebbe stato di gran lunga preferibile morire quando aveva affrontato Pain, piuttosto che vivere, sperando in un'altrettanto importante fonte di felicità.
Fece qualche passo, ritrovandosi davanti ad una rampa di scale. Senza pensarci due volte, iniziò a salirle.
-Sei impazzita? Non reggeranno mai!- Esclamò Naruto, cercando di fermarla e facendola sobbalzare.
La ragazza non si voltò, ma rispose comunque con un apparentemente sereno -Non preoccuparti.-.
Il biondo, non del tutto deciso, la lasciò andare senza aggiungere una parola e tornò ad ispezionare le altre sale della casa.
-Certo che si trattano proprio bene quì.- Sospirò, mentre si guardava intorno, scorgendo oggetti di valore e notando che le stanze non finivano mai.
Riflettè. Non c'era traccia di esplosivo da nessuna parte e questo, confermava la teoria sua e di Shikamaru: l'esplosione era stata provocata da una tecnica, perciò era ovvio che si trattasse di un attacco ben programmato, ma di chi? Gli Hyuga di certo non erano tipo da farsi la guerra tra di loro.
Fece per riaprire la porta del bagno, quando sentì un urlo strozzato, provenire dal piano di sopra.
Sobbalzò, per poi gridare il nome della giovane Hyuga, mentre si apprestava a salire le scale in fretta e furia.
Scorse subito la sua figura seduta a terra, davanti ad un immenso cumulo di macerie.
Le si avvicinò in preda all'ansia e a fatica iniziò a dire -Hinata, tutto b..-, ma cessò di parlare non appena comprese cos'era accaduto.
La ragazza aveva la faccia disperatamente nascosta dalle mani bianche e tremanti, ma non stava piangendo, stava coprendo i suoi occhi, da ciò che era davanti a lei.
Quell'ammucchiamento di massi e polvere, lì presenti per via del crollo del tetto, nascondevano ciò che rimaneva del corpo di una bambina di sei, o forse sette anni, che Hinata aveva liberato, credendo fosse ancora viva.
Naruto posò lo sguardo su di lei. Le condizioni in cui era ridotta erano terribili e, dagli occhi ancora spalancati nonostante il tragico e forte incidente, traspariva la forte paura che aveva provato negli istanti che avevano preceduto la sua morte.
Il ragazzo si portò istintivamente una mano sulla bocca, sentendo lo stomaco in lieve subbuglio per via di ciò che stava vedendo.
-.. Mi dispiace..- Mormorò infine, in tono avvilito.
Hinata prese diversi respiri, molto profondi ed infine si alzò senza guardare.
-Questa.. Era l'ultima casa, vero?- Domandò, facendo persino fatica a parlare.
Naruto annuì preoccupato.
-Bene, andiamo.. A fare rapporto, allora.-.
Naruto rimase sorpreso dall'atteggiamento della ragazza. Hinata era sempre stata emotivamente fragile e vedere che non aveva versato neanche una lacrima, davanti ad una scena del genere, gli fece capire che anche lei, durante la guerra, avesse conosciuto l'inferno e la cosa lo fece sentire ancora peggio.
Hinata era buona e le persone buone non meritavano di vedere simili orrori, ma la felicità, i colori vivaci, i profumi gradevoli, le belle giornate.
Mentre usciva da quella casa, sentì il cuore stringerglisi nel petto dalla tristezza, che dovette provare a sopprimere per continuare a concentrarsi sul lavoro da svolgere.
Una squadra speciale di medici, rimosse il corpo della bambina, che era stata l'unica vittima. I feriti invece, erano nove e vennero portati immediatamente in ospedale.
  
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