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Autore: Vanilla_91    23/04/2014    7 recensioni
Seguito di "Questioni d'amicizia o d'amore?"
Tre anni sono trascorsi e molte cose sono cambiate. Il legame tra Inuyasha e Kagome ha subito un forte strappo ed è stato logorato dalla gelosia, il tradimento e le menzogne. Kagome sembra aver voltato pagina, ma Inuyasha è determinato a riaverla con sè.
Questioni irrisolte, amori sospesi, gelosie pericolose, verità celate e nuovi sentimenti separano i protagonisti..è proprio vero che il dolore cancella tutti i sentimenti?
Dal prologo:
"E' giunto il momento di far ritorno, di fare i conti col mio cuore. Tutto ciò che mi sono lasciata alle spalle alla mia partenza è il passato..questioni d'amicizia e d'amore ormai dimenticate!"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Questioni di cuore!'
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La stanza in cui mi trovo è sontuosa, confortevole, luminosa, ariosa..diversamente non potrebbe essere per un ufficio della ditta No Taisho.
La compagnia, tuttavia, la fa apparire ai miei occhi stretta, angustiante, soffocante.
Eric mi ha trascinato in una delle sue riunioni e minuto dopo minuto non faccio che convincermi che accettare sia stato uno dei più grossi errori della mia vita. Ultimamente, tutto ciò che penso, faccio o dico mi sembra un errore.
Spesso, in Svezia, l’ho aiutato a sbrigare le pratiche amministrative più semplici, sfoltendo il suo lavoro. Mi piaceva l’aria serena, tranquilla, ordinata, che si creava in quei momenti, ma qui, ora, è completamente diverso. So che l’obiettivo di Eric è quello di trascinarmi il più possibile nella sua vita, ciò che non sa è che lui rischia di essere trainato nei miei problemi.
-Io credo che per il momento dovremmo partire con calma. Avviamo la nostra attività con programmi volti ad espanderci in Giappone, successivamente potremo pensare ad uno scenario internazionale. – propone il mio compagno.
Sono ore che la discussione verte sulle dimensioni che l’impresa nascente dovrebbe assumere. Non so quali fossero i patti e le aspettative iniziali, ma InuYasha sembra deciso a contestare ogni proposta di Eric.
Miroku e Koga hanno rinunciato ad intervenire, chiudendosi in un ostentato mutismo.
Più che una discussione di lavoro, quella che il mio ex migliore amico e il mio compagno stanno portando avanti, mi sembra un vero e proprio scontro di volontà.
-Perché limitarci così? Quella che nascerà sarà una società indipendente, ma le nostre famiglie di provenienza sono conosciute nel settore. Possiamo fare qualcosa in più di ciò che tu proponi, puntare molto più in alto.- replica con strafottenza InuYasha.
I suoi occhi, nervosi, sono puntati con ostentazione nei miei.
Non so quale sia il suo scopo, ma la tensione sta crescendo di minuto in minuto.
-E se la tua strategia si rivelasse un flop? Causeremmo la perdita di centinaia di posti di lavoro e dei capitali investiti. Il fallimento non è un’eventualità che possiamo trascurare, se agissimo come tu proponi le conseguenze sarebbero peggiori.-
-Forse non ci siamo capiti, Holmgren, io non sono un tipo che si accontenta. Se c’è da rischiare, per una cosa che per me vale, io lo faccio senza esitazioni. Ho sprecato già troppo tempo nella mia vita ad esitare ed aspettare, ora voglio agire. Niente e nessuno mi fermerà dall’ottenere ciò che voglio.-
Sbaglio o le sue parole hanno poco a che vedere con l’impresa nascente?
-Davvero belle parole, No Taisho, tipiche di chi è abituato ad avere sempre tutto con facilità. La mia famiglia, a differenza della tua, la ricchezza se l’è creata con sacrifici e lavoro. Io so tenermi strette le cose che conquisto. Prima di agire, penso, valuto e non commetto errori che potrebbero portarmi a perdere tutto.- replica, infastidito, Eric.
Quanto mi piacerebbe poter intervenire e dire ad entrambi che non sono un premio da contendere, ma temo che se lo facessi questa minima parvenza di educazione e formalità che si stanno sforzando di mantenere sparirebbe del tutto.
Fisso Miroku, supplicandolo di aiutarmi in qualche modo.
Dei colpi alla porta sembrano la risposta alle mie invocazioni, ma scopro, con dispiacere, che si tratta solo di uno scherzo dei Kami.
-Avanti!- invita Koga, con aria scocciata.
Nazuna, fasciata in una longuette più che aderente, fa la sua entrata nella stanza.
Perché sapere che lavora qui mi meraviglia tanto?
Sorride amorevolmente a tutti, meno che a me.
Meglio, non dovrò sforzarmi di fingermi gentile o felice di rivederla.
La odio! Odio i suoi capelli tinti, la camicia trasparente che nulla lascia all’immaginazione, le sue gambe chilometriche, ma soprattutto odio il sorriso lascivo che sta rivolgendo ad InuYasha.
-Che vuoi, Nazuna?-
-Volevo informarmi su come procedeva la riunione. Siete giunti a qualche conclusione?- squittisce.
È ufficiale, odio anche la sua voce da papera e le sue labbra riempite dal botulino. No, le sue non sono labbra ma orrendi canotti!
-Lo saprai quando il consiglio d’amministrazione approverà le nostre decisioni.- tenta di liquidarla InuYasha.
-In ogni caso sono qui per avvisarvi che il signor Holmgren voleva essere informato sui progressi compiuti. È in video chat.-
Schiaccia un tasto del telecomando e sul grande monitor compare la figura di Tom Holmgren.
-Salve a tutti!- saluta, allegro.
I capelli biondi e gli occhi chiari sono una perfetta imitazione di quelli del figlio, ma sono anche l’unica cosa che li accomuna. I tratti tondeggianti e i baffi chiari donano al capofamiglia un’aria serena, affabile ed amichevole che è ben lontana dall’espressione misteriosa e impenetrabile che caratterizza il mio compagno.
-Salve.- ricambiano, rispettosi, InuYasha, Miroku e Koga.
-Ciao, papà.- proclama Eric, in tono più familiare.
-Salve, signor Holmgren.-
-Kagome, l’aria del Giappone ti fa davvero bene, ti trovo ancora più bella.-
-La ringrazio.-
-Quante volte ti avrò già detto di non usare tutta questa formalità con me? Stai parlando con tuo suocero, chiamami pure Tom.- mi suggerisce, entusiasta.
-Papà..- lo richiama Eric, infastidito ed imbarazzato.
Ridacchio, in evidente difficoltà.
Mio suocero? No, davvero non sono arrivata a considerarlo sotto questo punto di vista, ma non posso negare di essere affezionata a quel simpatico signore.
La sua famiglia mi ha accolto come una figlia..come non ha mai fatto quella di InuYasha.
-Sì, figliolo, lo so, preferisci che in ambito lavorativo mantenga una maggiore formalità, ma conosco bene le famiglie dei tuoi nuovi soci. Comunque, come procedono i lavori?-
-Va tutto bene.- lo rassicura Eric.
-So che per voi è difficile trovarvi d’accordo su tutto, ma mi auguro che impariate a collaborare. Se vi impegnerete, la vostra attività darà ottimi frutti.-
-E’ quel che speriamo, signor Holmgren.- interviene Miroku.
-Ottimo! Spero di avere presto allora vostre notizie. Non desidero interrompervi. Buon lavoro, ragazzi!- augura, prima di strizzare l’occhio alla telecamera e chiudere la videochiamata.
Sorrido, piacevolmente divertita dai modi diretti di un uomo che ha rinunciato al freddo distacco tipico dei grandi imprenditori.
 
 
Ho una voglia assurda di spaccare tutto, o meglio, mi piacerebbe prendere a cazzotti quel parrucchino biondo, fino a togliergli quel sorrisino ebete dalla faccia.
Perché l’ha portata qui? Cosa spera di dimostrare?
Odio vederli seduti vicini e detesto gli sguardi languidi e schifosamente sdolcinati che lui le lancia.
-Che ne dici di svignartela da questa noiosa riunione?- bisbiglia Nazuna al mio orecchio.
Quando diavolo si è seduta accanto a me?
-Che vorresti, una sveltina nel bagno delle donne?- le rispondo, sprezzante.
-Non mi sembra che tu abbia mai disdegnato le avventure, prima.-
Sospiro, arrabbiato con me stesso più che con lei.
Sono arrivato a non sopportare la sua vicinanza, a considerarla scialba, fastidiosa, proprio come mi era già capitato con Kikyo.
Non dovrei dirlo, ma mi fa pena.
-Credevo di essere stato chiaro, tra noi è finita.-
-Tuo padre non la pensa allo stesso modo, mi ha invitato a cenare a casa vostra stasera.-
-Non mi importa di ciò che dice mio padre, non controlla la mia vita. In ogni caso, ti auguro una buona serata..io non ci sarò!-
-Continui a rifiutarmi per quella mocciosetta!- ringhia, indispettita e frustrata.
Sogghigno, divertito dalla sua gelosia.
Si aspetta che io neghi? Che la rassicuri?
- È proprio questo il motivo: l’unica donna che voglio è Kagome.-
-Peccato che lei stia con lo svedese.-
-Ancora per poco! Intanto, tu trovati qualcun altro per scopare, mi hai stancato.- ammicco, soddisfatto.
Infastidita ed oltraggiata va via, senza aggiungere altro, sforzandosi di fingersi indifferente.
So di esser stato crudele, ma non mi importa.
Incontro lo sguardo curioso e attento di Kagome e Nazuna e le sue proposte sessuali scompaiono completamente dalla mia testa.
I suoi occhi sorridono, probabilmente grazie alle parole gentili che il signor Holmgren le ha rivolto. Mi fa male vedere quanto sia saldo il rapporto che lei ha stretto con quella famiglia. La considerano una di loro e io questo non posso sopportarlo. L’hanno accolta con amore, con benevolenza, come non ha mai saputo fare mio padre.
-Direi che per oggi può bastare.- dichiara Miroku –potremo continuare questa discussione per ore, ma è chiaro che così non troveremo una soluzione. Continuiamo domani. Buona giornata, signori!- ci saluta, prima di andare via.
Che tipo!
Devo parlare con Kagome!
Mi alzo, pronto a raggiungerla, ma Koga mi precede.
Che diavolo vorrà da lei?
-InuYasha, dobbiamo parlare.-
Il sangue comincia a ribollirmi nelle vene al solo sentire quella voce.
-Di cosa, Holmgren? Non dovresti riportare Kagome a casa?-
-Koga vuole parlarle e Kagome sa badare a se stessa. Ciò che mi importa ora, è chiarire alcune cose con te!-
-Non abbiamo nulla da dirci!-
-Cosa ti spinge ad avercela tanto con me?- mi domanda, diretto.
Sorrido, piacevolmente sorpreso dalla sua presa di posizione.
Forse l’ho sottovalutato, non è un completo codardo.
-Apprezzo la tua arguzia, quindi non ti mentirò. Non avrei nessun problema con te, se non fosse che hai messo gli occhi sull’unica donna che io abbia mai amato.-
Non è da me parlare così apertamente dei miei sentimenti, ma se è di lei che si discute non ho esitazioni.
- È Kagome dunque il problema.- sussurra, tranquillo.
Ha sentito quello che ho detto o ha qualche problema di comprensione?
-La tua reazione non fa che confermare le mie ipotesi, non sei adatto a lei.-
-E da cosa lo deduci?- mi domanda.
-Se qualcuno avesse osato dirmi una cosa del genere, l’avrei ucciso.- replico, sicuro.
Sogghigna, mandandomi il sangue alla testa.
-Vedi, è proprio questa la differenza tra noi, No Taisho. Io sono sicuro dei miei sentimenti, della mia relazione con Kagome, non ho bisogno di far ricorso alla violenza per convincermene.-
-La rivoglio al mio fianco e farò di tutto per riprendermela. La amo e sono sicuro che anche lei provi ancora qualcosa per me.-
-Se sono così tranquillo di fronte alle tue parole non è perché io non tengo a Kagome, credimi. La gelosia mi spingerebbe ad una reazione meno lucida, ma c’è una cosa che mi permette di mantenere questa calma. Sai, Kagome non ha mai voluto parlarmi del suo passato, ma solo uno stupido non avrebbe compreso la profonda sofferenza che si porta dentro. Sapevo che da qualche parte nel mondo esisteva uno stolto che era stato in grado di ferirla in un modo così brutale, ma non avevo ancora capito che era proprio te che dovevo ringraziare.-
-Ringraziare?-
- Infondo, è grazie agli errori che tu hai commesso se ora posso avere Kagome al mio fianco. Sei uno sciocco, se anche non ci fossi io, lei non potrebbe mai perdonare qualcuno che l’ha fatta tanto soffrire. Non puoi immaginare fino a che punto la sua disperazione l’abbia spinta, davvero non ne hai idea. In ogni caso, ora so chi devo ringraziare per la mia buona sorte. Grazie per non aver capito fino in fondo che bella persona è Kagome, No Taisho.- dichiara, prima di andare via.
Rimango immobile, paralizzato. Sono furioso, ma non posso negare che le sue parole mi hanno scosso.
Cosa intendeva dire? Davvero ho causato alla mia Kagome una sofferenza talmente grande da non poter essere nemmeno immaginata?
Stringo i pugni,ignorando il dolore che mi sto provocando da solo.
Ho sbagliato, l’ho ammesso mille volte a me stesso, ma non posso cambiare il passato. Le mostrerò quanto sono cambiato solo per riaverla al mio fianco e non lasciarla andare mai più.
 
 
-Ehm, cos’è che dovevi dirmi, Koga?-
Mi volto indietro, sperando di poter essere salvata da qualche arrivo improvviso.
Dov’è Eric quando serve?
Koga mi ha chiesto di potermi parlare in privato e io non ho trovato nessun buon motivo per rifiutare, ma questa situazione e il silenzio pesante calato tra di noi, mi imbarazzano molto.
-Capisco quanto questa momento possa essere fastidioso, perciò perdonami se sarò franco e brusco. So che sono trascorsi tre anni, Kagome, ma io non ti ho mai dimenticata.-
Sospiro, chinando il capo.
Speravo di non dover affrontare situazioni del genere.
-Koga..- tento di fermarlo.
-No, ti prego, lasciami continuare. Ho sbagliato quando stavamo insieme, ma ora, se tu me ne dessi la possibilità, non commetterei più gli stessi errori.-
-C’è Ayame ora nella tua vita, pensavo fossi felice con lei.-
-Lo sono, ma non è la stessa cosa. Per te io sarei disposto a lasciare tutto e tutti, anche in questo stesso momento.- afferma, accorato.
Incontro quei familiari occhi blu e qualcosa dentro me si smuove.
Sono legata a lui, ferirlo è l’ultima cosa che vorrei, ma merita la mia sincerità.
-Koga, le tue parole mi lusingano, davvero, ma le cose non possono andare come tu speri.-
-Ti chiedo solo un’altra possibilità.- insiste, amareggiato.
-Non mi sei indifferente, mentirei se ti dicessi di volerti bene come se ne vuole ad un amico, ma non ricambio i tuoi sentimenti. Tre anni fa avevo cominciato a provare qualcosa di importante per te, ma quel sentimento fioco e debole è scemato nel corso degli anni.- ammetto, sincera.
Il suo viso crucciato e deluso mi provoca una stretta al cuore.
-Scusami, forse sono stata un po’ troppo brutale, ma non fingerò che non fossero queste le mie intenzioni. Non ho alcuna intenzione, in nessun modo, di rivivere il passato. Quegli anni mi hanno segnata in modo troppo profondo per pensare di poterli rivivere, mi fa male anche solo ricordarli.-
Temo di essere stata troppo schietta, di essere sembrata incurante e irrispettosa dei suoi sentimenti, ma voglio che le mie intenzioni siano chiare a tutti.
-Dimmi qualcosa, Koga.- lo supplico.
Non lo amo, ma il suo dolore mi fa soffrire e non voglio perdere la sua amicizia.
-Sei stata sincera e lo apprezzo, Kagome, ma voglio esserlo anche io. Sapevo di non avere speranze con te, ma dovevo almeno provare o non me lo sarei mai perdonato. Vivere col dubbio mi avrebbe ucciso.-
-Potrai mai perdonarmi?-
-Non ho nulla da perdonarti e comprendo la tua decisione, forse, al posto tuo, avrei agito allo stesso modo.  Sappi, in ogni caso, che non ti dimenticherò mai.-
-Neanche io lo farò..resterai per sempre una persona speciale per me, Koga.- ammetto, sincera
-Amici, allora?- mi azzardo a chiedere.
-Amici speciali!- scherza lui, attirandomi in un abbraccio affettuoso, ma che inevitabilmente, per entrambi, ha un retrogusto amaro.
-Kagome, c’è una cosa che vorrei dirti.- mi sussurra.
-Ti ascolto!-
 
 
-Ehi, Kagome, mi stai ascoltando?-
-Eh?-
Sobbalzo, ritornando bruscamente alla realtà. Sono in macchina con Eric, ma la mia mente è persa in luoghi lontani.
-Insomma, ti sto parlando e tu neanche mi ascolti.- mi riprende, scocciato.
C’è una strana tensione tra noi e non so dire se sia a causa mia o sua. È arrabbiato, lo capisco dai modi scostanti e dalle poche parole taglienti che mi rivolge, ma non ho voglia di indagare sul suo comportamento.
-Scusami, pensavo ad altro.- mi giustifico.
Eric riprende a parlare, ma inevitabilmente finisco col distrarmi nuovamente.
Le parole di Koga mi hanno completamente disarmato..possibile che tutto ciò che abbia detto sia vero?



Note dell'autrice:
Ciao a tutti ^^
Intendo, innanzitutto, scusarmi se c'ho messo tanto ad aggiornare questa storia, vi prometto che d'ora in poi  cercherò di farlo più regolarmente.
Che dire? Anche se non sembra, questo è un capitolo assolutamente fondamentale. Le parole che Koga ha detto a Kagome, che scopriremo nel prossimo capitolo, le causeranno molte confusioni e l'aria tesa che si respira tra lei ed Eric farà il resto.  I prossimi saranno dei capitoli abbastanza turbolenti e pieni di eventi :D
Intanto ringrazio tutti voi che seguite questa storia con tanta costanza ed affetto..GRAZIE DAVVERO!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e,come sempre, spero che mi facciate conoscere il vostro parere!
Se vi va, vi invito anche ad unirvi alla nostra pazza cyber family che cresce ogni giorno di più:
Vi aspettiamo qui: https: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 

Vi saluto con un piccolo spoiler :D

-Non mi avevi detto di esser intenzionata a stargli lontana?-
-Lo so, lo so, ma sai anche che non sono mai stata brava a dirgli di no. Il fatto, Sango, è che ho negato, gli ho urlato che tra noi è tutto finito da quella notte di tre anni fa, ma io so che non è vero.-
-Provi ancora qualcosa per lui.-
Sorrido, arrendevole, di fronte alla pura verità.
-Forse con le parole l’ho negato, ma in fondo ho sempre saputo quali fossero i miei veri sentimenti.-
-Questo cambia tutto.-
-No, questo non cambia assolutamente nulla!- nego. –Sango, InuYasha è stato da sempre una presenza fissa nella mia vita e ho sempre saputo, che anche standogli lontana, non mi sarei mai completamente liberata  dell’influenza che ha su di me.-
-Kagome, io capisco che tu ti senta legata ad Eric, ma se tu sei consapevole di amarlo ancora e anche lui ama te, beh, potreste concedervi un’altra occasione.-
Butto giù il contenuto alcolico del mio bicchiere, sperando mi dia le forze di affrontare tutto questo gran casino.
-Ci sono delle cose che dovresti sapere, Sango. I miei sentimenti contano poco, sono intenzionata a non rivivere il passato. In Svezia, per lungo tempo, sono stata in cura presso un famoso dottore, sperando con il suo aiuto di riuscire a superare il mio trauma. Ti sembrerò sciocca, ma il mio era più di un semplice mal d’amore. Io, mi vergogno anche solo a dirlo, ma due anni fa ho tentato il suicidio.-







 
   
 
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