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Autore: Willows    23/04/2014    2 recensioni
Odette muore misteriosamente durante una festa a casa di amici. Tutti pensano che si tratti di un suicidio, ma Erin, la migliore amica di Odette, sa che non è così.
Cosa succederà quando tutti i ragazzi presenti alla festa inizieranno a ricevere delle minacciose lettere firmate O?
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È curioso come basti un unico, singolo evento a sconvolgere la vita delle persone.
Il giorno prima la tua vita scorre liscia, sei felice, magari non troppo, ma nella media.
Hai degli amici, un ragazzo e pensi che magari la vita non sia così crudele come la dipingono gli altri, non è detto che debba sempre fregare tutti, magari tu sei l’eccezione.
Ma ti sbagli.
Il giorno dopo tutto di colpo cambia, vedi la tua vita andare alla deriva, e tu non puoi fare niente per fermarla.
Ti senti così impotente e chiudi gli occhi spaventato da quello che possano vedere.
Alla fine però li riapri e ti rendi conto che la situazione è peggio di quanto avresti mai potuto immaginare. Alla fine della tempesta, ti rendi conto che la cosa peggiore non è aver perso gli altri, ma aver perso te stessa.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
 
Erin costringe sua madre a guidare al doppio della sua solita velocità, deve arrivare all’ospedale il prima possibile perché Megan potrebbe cambiare idea, potrebbe rifiutarsi di parlare e lei si troverebbe punto e a capo. La signora Horan guida in silenzio, pensa che la figlia sia preoccupata per le condizioni di Megan considerando che, l’ultima volta che una sua amica è finita all’ospedale, poi ci è uscita in una bara. La donna rimane sconvolta dai suoi stessi pensieri, da quando è diventata così insensibile? Mentre scuote la testa per liberarsi di tutti i pensieri, decide che è meglio se si concentra solo sulla guida.
 
«Sì mamma sono sicura- ripete per la milionesima volta Erin prima di scendere dalla macchina- vai pure a casa, Harry mi darà un passaggio»
La ragazza in realtà non è nemmeno sicura che Harry si trovi ancora lì, ma non vuole che sua madre entri con lei in ospedale perché è sicura che poi insisterebbe per andare a trovare Megan e Erin non riuscirebbe a parlare in privato con la ragazza. Tutta presa dal suo piano Erin non ha considerato una cosa, l’ultima volta che è entrata in quel ospedale è stato circa sette mesi prima quando Odette è morta e non appena mette piede nella struttura viene assalita da un ricordo.
 
Harry le stringe la mano mentre si affrettano per i corridoi del Saint George Hospital, non hanno la più pallida idea di dove stanno andando, al pronto soccorso gli hanno che la ragazza è stato portata in sala operatoria, ma non hanno specificato quanto gravi fossero le condizioni. Finalmente dopo tanto girare, Erin vede Zayn seduto su una sedia, gli occhi chiusi e le mani strette a pugno, Louis è in piedi di fianco a lui, ma sembra sul punto si svenire tanto è pallido.
«Come sta?» chiedono i ragazzi all’unisono.
«Non ci hanno ancora detto un cazzo-  mormora Zayn quasi ringhiando –esco a fumarmi una sigaretta, chiamatemi se succede qualcosa»
«Louis ma che diavolo…?» domanda Erin, che non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo.
Si ricorda solo di essersi svegliata sul divano di casa Stevens al suo delle sirene dell’ambulanza, tutti che correvano e gridavano, ma nessuno che sapesse darle delle spiegazioni.
«Stava male, un attimo prima stava bene, poi ha iniziato a vomitare, le girava la testa» mormora Louis a bassa voce, come se stesse parlando con sé stesso. Erin chiude gli occhi nel tentativo di non piangere e stringe con forza la mano di Harry. Perché si trova lì? Perché nessuno le dice cos’è successo?
 
 
«Erin!» la voce profonda del suo migliore amico la strappa con forza dal ricordo in cui era immersa.
«Harry- l’abbraccia la ragazza di slancio- come sta Megan?»
«Una gamba rotta, ma a parte quello solo qualche livido e graffio- la rassicura il ragazzo- vieni, è da questa parte»
Erin segue il ragazzo come un automa, ogni tanto si guarda intorno per vedere se riconosce qualche stanza o corridoio che ha visto la sera in cui Odette è morta, ma alle fine si rende conto che si assomigliano un po’ tutti e quindi si arrende. Dopo due rampe di scale e qualche corridoio arrivano di fronte alla stanza 345 ed Harry fa per entrare, ma Erin lo ferma prima che possa aprire la porta.
«Devo parlarci da sola» afferma sicura guardandolo negli occhi.
«Potresti avere bisogno di me» ribatte il riccio.
«Chi? Io o lei?» domanda Erin perché non è cieca ne tantomeno scema. Non gli è sfuggito il modo in cui Harry, di recente, guarda Megan, ne tantomeno il fatto che lui sia l’unico, fra i loro amici, ad essere andata a trovarla in ospedale.
Harry, rimasto senza parole, apre e chiude la bocca un paio di volte, come un pesce.
«Harry io non so cosa mi voglia dire Megan, ma c’è un’alta probabilità che non siano cose belle e non voglio che tu le senta ok? Io starò bene e anche lei» lo rassicura.
Il riccio annuisce, ma prima che la ragazza possa entrare nella stanza le fa una domanda.
«Credi che sia stata davvero lei? Credi che Megan abbia potuto uccidere Odette?»
«Non lo so- risponde la ragazza con sincerità- ma devo scoprirlo»
 
 
Erin entra senza bussare, certa che Megan la stia aspettando. La piccola stanza d’ospedale è piuttosto buia, l’unica fonte di luce proviene da una lampada che si trova sul tavolo nell’angolo. Le pareti sono bianche e c’è la classica puzza di disinfettante che si sente in ogni ospedale. Al centro della stanza c’è il letto in cui è stesa Megan, una gamba fasciata e sollevata e qualche taglio qua e là, che si magia nervosamente le unghie delle mani, mentre fissa la parete di fronte a sé.
«Anche a me è venuta la nausea» mormora a bassa voce.
«Come?» domanda confusa Erin. Megan ha la nausea? Vuole che chiami un infermiera?
«Appena mi hanno portato qui, l’odore di disinfettante, le pareti bianche… anche a me è venuta la nausea perché mi ricorda quella notte» spiega nervosamente la ragazza ed Erin si limita ad annuire perché prova la stessa identica sensazione.
Erin la osserva, i capelli neri sono raccolti in una coda disordinata ha il viso pallido e gli occhi sono circondati da due profonde occhiaie, ha la faccia di una che non si fa una dormita decente da mesi.
«Di cosa volevi parlarmi Megan?» domanda sedendosi su una delle sedie, e prendendo un sospiro profondo.
«La notte in cui lei è morta- inizia con voce tremante- c’è una cosa che non ti ho detto»
Erin sente quasi l’adrenalina scorrerle nelle vene, è a tanto così dalla verità, finalmente Odette avrà giustizia e chiunque sia a mandare le lettere la smetterà di tormentarli.
«Intendi quando sei sparita? Cosa stavi facendo Megan? Hai messo il veleno nel suo bicchiere?» chiede la mora cercando di mantenere un tono tranquillo, anche se è difficile rimanere tranquilli mentre si sta accusando di omicidio qualcuno.
«No, no non l’ho uccisa io te lo giuro- esclama Megan, iniziando a piangere- la detestavo per quello che aveva fatto, ma non sarei mai arrivata ad ucciderla. Sono andata a letto con Louis, sono stata una stronza lo so, ma credevo che se lo meritasse, quella era la mia vendetta. Non avrei mai potuto ucciderla Erin, te lo giuro sulla mia famiglia»
«Allora dimmi dov’eri» pretende di sapere Erin.
«Devi giurare di non dirlo a nessuno- e dopo aver visto Erin annuire continua- ero con il signor Barnes. Noi avevamo una storia e lui abita vicino alla casa di Zayn e Odette quindi avevo deciso di fare un salto da lui, ero un po’ brilla e non avevo pensato al fatto che sua moglie fosse a casa. Comunque lei non mi ha visto e siamo rimasti mezz’ora a parlare insieme, o meglio litigare, ecco perché mi hai visto entrare dalla cucina. Ero appena tornata»
«Il Signor Barnes? Il nostro professore di filosofia? Megan ma che diavolo…?» sbotta Erin, sconcertata dalle parole dell’amica.
«Lo so Erin, non ho bisogno che tu mi faccia la predica, mi vergogno già abbastanza così. Comunque era un periodo di merda, tutto stava andando male, tra la storia di mio papà e la prigione e mia mamma che aveva perso il lavoro,  lui era sempre lì ad ascoltarmi. È una storia chiusa da tempo comunque, ci siamo lasciati poco dopo quella notte-conclude mentre si asciuga le ultime lacrime rimaste- adesso mi credi?»
«Megan dovrò chiedere al professor Burnes. Non è che non mi fidi di te, è che devo essere sicura che non mi stai mentendo e l’unico che può confermare il alibi è lui» spiega Erin, ancora sconvolta dalle parole dell’amica.
«Basta che non venga a saperlo nessun altro, è un brav’uomo e non merita di perdere il suo lavoro per una cazzata del genere»
«Resterà fra me e te» la rassicura Erin.
Dopo qualche secondo di silenzio la ragazza si alza e fa per uscire dalla stanza, volendo lasciare all’amica tempo per riposarsi, ma la voce di quest’ultima la blocca.
«Adesso la smetterà vero?» è la domanda che le fa l’amica ed Erin si gira confusa, non capendo di cosa stia parlando.
«La smetterà chi? Di cosa stai parlando?»
«Sai la lettera che abbiamo ricevuto tutti? Dopo il nostro incontro al bar, ho iniziato a riceverne cinque o sei al giorno, le trovavo ovunque: nell’armadietto a scuola, nella cassetta delle lettere e poi le chiamate e quella voce. Stavo impazzando te lo giuro e sono sicura che è stato lui a spingermi giù dalle scale»
Ecco il secondo grande interrogativo, chi può tenere così tanto ad Odette  da spingersi fino a questo punto per scoprire la verità? Chi è che continua a tormentarli mandando lettere e imbrattando i loro armadietti a scuola?
«Mi dispiace un sacco per quello che ti è successo Megan, non so chi stia mandando quelle lettere, ne perché lo stia facendo» la conforta Erin carezzandole il braccio, poi si china leggermente e le lascia un bacio sulla guancia.
«Ti lascio riposare» sussurra prima di uscire dalla stanza.
 Il viaggio in macchina con Harry è silenzioso, il ragazzo vorrebbe chiedere, ma non osa ed Erin è troppo stanca per raccontare tutto così, poca prima di scendere dice:
«Non è stata lei»
«Sicura?» domanda Harry stringendo le mani sul volante.
«Megan sarà anche andata a letto con Louis, ma non è stata lei ad uccidere Odette, ne sono certa» afferma, mentre la macchina di Harry di ferma proprio di fronte al suo vialetto.
«Buonanotte Erin» sussurra Harry, dal suo tono di voce traspare un certo sollievo, probabilmente derivante dalla notizia appena appresa.
«Buonanotte Harry»
Quando scende dalla macchina vede una figura nell’oscurità e si sarebbe spaventata se non avesse riconosciuto le converse rosse di Liam.
«Non sapevo fumassi» dice Erin ad alta voce, vedendo il ragazzo appoggiato al muro con una sigaretta fra le labbra.
«Un brutto vizio che dovrei smettere- dice spegnendo la sigaretta sulla suola della scarpa- se mia mamma mi becca mi uccide, le avevo promesso che avrei smesso»
«Allora ti consiglio di non venire più qui a fumare, se mia mamma ti dovesse beccare farebbe la spia in tempo zero» lo avverte la ragazza ridendo.
«Tutto a posto, sì? Sembri parecchio sconvolta, senza offesa» chiede Liam sedendosi sul marciapiede e facendo segno a Erin si accomodarsi al suo fianco.
«Uhm a dir la verità no. Lunga storia, per farla breve: Megan è finita in ospedale, a quanto pare qualcuno l’ha spinta giù dalle scale, le ho parlato di nuovo e non è stata lei ad avvelenare Megan»
«Sta bene adesso? E come fai a sapere che non è stata lei ad avvelenarla? Prima sembravi piuttosto sicura che fosse stata lei…» chiede Liam, guardandola negli occhi.
«Si, si sta bene, una gamba rotta, ma a parte quello tutto a posto. Comunque a quanto pare quella sera era dal suo, non so nemmeno come chiamarlo, fidanzato? E non l’ha detto prima perché si dà il caso che il suo fidanzato fosse il nostro professore di filosofia» spiega Erin strofinandosi gli occhi con le mani, è esausta, quella è stata davvero una lunga giornata.
«Erin, non per offenderti, ma sei esausta e si vede, vai a casa continueremo domani questa conversazione»
La ragazza annuisce, accettando la mano di Liam che l’aiuta ad alzarsi.
«Buonanotte Liam e grazie» lo saluta la ragazza prima di entrare in casa.
 
Erin quella notte, sebbene sia esausta, non riesce a chiudere occhio. Le parole di Megan le risuonano continuamente nella testa e se da una parte è sollevata nel sapere che Megan non c’entra nulla in quella storia dall’altra non può fare a meno di sentirsi delusa. Credeva di aver scoperto la verità, di poter metter finalmente un punto e dimenticare per sempre quella situazione. Credeva di poter andare avanti con la propria vita, invece si ritrova al punto di partenza, più scoraggiata e confusa di prima. Una sola domanda in testa: se non è stata Megan, chi ha avvelenato Odette Stevens?
 
 
 
 
 
Hey ho.
Dopo mesi che non mi faccio sentire eccomi tornata. Lo so che praticamente non ci sarà più nessuno a seguire questa storia, ma finalmente sono riuscita a scrivere un capitolo e quindi tanto vale postarlo no? C’è stato il confronto con Megan e sorpresa! Non è stata lei ad uccidere Odette, ve lo aspettavate? Chi è stato secondo voi? Lasciatemi un commento se vi va, scusate per eventuali errori, a presto A.

Passate dalla mia nuova One shot
 Slow dancing in a burning room
e dall'altra mia long On the other side
Ask


Ecco Megan :)
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