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Autore: feilin    23/04/2014    1 recensioni
Una ragazza invisibile, nel vero senso della parola, incontra l'unico essere umano in grado di vederla. Una convivenza a volte forzata ma spesso piacevole. Un nuovo amico per lei, e una nuova amica per lui. Amicizia, amore e scoperte inaspettate.
Non sarà troppo lunga come cosa, spero vi piaccia. Buttateci un occhio :D
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 Dicembre 2013

- Jonghyun!!! Scendi che fra poco scartiamo i regali!! -  urlò la mamma di Jong dal piano di sotto. Erano passati esattamente diciannove giorni da quando Sekyung lo aveva lasciato, e ormai si poteva dire che Jonghyun aveva passato il momento critico della separazione. Non aveva fatto domande sul come sapessi della loro lite, aveva solo deciso di usarmi come rifugio sicuro dove potersi rintanarsi nel caso in cui si fosse sentito triste. Qualche volta diceva che era felice che ci fossi, che la mia presenza lo confortava, altre volte invece voleva che uscissi e che lo lasciassi in pace.
- Vieni – disse guardandomi e sorridendo – non vorrai passare il Natale chiusa in camera mia vero? -
- Non festeggio il Natale da un bel po’ di tempo Jong. Lascia perdere, vai a festeggiarlo tranquillamente con i tuoi, io starò qui - dissi sorridendo di rimando.
- Appunto perché non lo festeggi da un po’, vieni con me, giusto per sentirti nello spirito natalizio – insistette lui, ma io dissentii con la testa – Dai! - esclamò lui prendendomi per mano e trascinandomi fino alle scale, dove mi mise davanti a lui, evitandomi il passaggio per tornare indietro. Sospirai, e scesi le scale guardando nuovamente tutti gli addobbi natalizi che c’erano in tutta casa. La ringhiera era piena di addobbi, proprio come il camino e il tavolino in salotto. L’alberò si trovava in un angolo della stanza con sotto alcuni regali.
- Dai, manca poco a mezzanotte, mettiamoci tutti seduti! - disse Sodam catapultandosi sul divano. Sorrisi, guardando Jonghyun che mi incitò a continuare a scendere le scale. Mi andai a sedere in un angolino e Jong venne a sedersi proprio accanto a me, aspettando che arrivasse anche il padre e la madre. Una volta che fu arrivata la mezzanotte, ci fu lo scambio dei regali. Sodam e Jonghyun avevano messo i soldi da parte per regalare ai loro genitori un viaggio per due ad una sorgente termale per tre giorni, e ne furono davvero entusiasti.
- Vedete di usarli! Non ho lavorato sodo per niente - commentò lei puntandogli il dito contro. Li sentii ridere e ringraziarono, dando il loro regalo di Natale, ovvero il nuovo cellulare a cui agognava tanto Sodam e una chitarra nuova per Jonghyun.
- Ma siete matti? Costa troppo - esclamò lui imbracciando la sua nuova chitarra.
- Esatto, proprio perché costa troppo vedi di trattarla con cura e di fartela durare per i prossimi trent’anni - commentò il padre facendo ridere tutti, compresa me.
- Dai, fratellino, facci sentire qualcosa! - disse Sodam precipitandosi nell’unico posto vuoto accanto a Jong, ovvero dove ero seduta io. Mi venne letteralmente addosso, ma ovviamente non se ne accorse.
- Attenta! - esclamò Jonghyun rimproverandola, lanciandomi uno sguardo mentre mi alzavo, staccandomi da lei.
- Tranquillo Jong, sto bene, non mi ha fatto niente. L’unico che può toccarmi sei tu - dissi facendogli vedere che stessi una favola.
- Attenta a cosa? Non ti ho nemmeno sfiorato. Jong è da un po’ che volevo chiedertelo, ma ti senti bene? - chiese lei guardandolo confusa.
- Che vorresti dire? Certo che sto bene -
- Ti sento spesso parlare da solo, e porti sempre del cibo  e dell’acqua in camera tua anche se hai appena finito di pranzare o cenare - lo accusò lei – ora, io non voglio intromettermi nella tua vita, ma non posso fare a meno di pensare che tu sia impazzito -
Ci fu un momento di silenzio, nella quale i miei occhi incontrarono i suoi in uno scambio di pensieri silenziosi.
- Nella mia camera c’è una ragazza di diciotto anni che solo io riesco a vedere. Per sopravvivere ha bisogno di cibo e acqua, quindi io gliene procuro quel quanto basta tutti i giorni, e spesso passo le giornate a chiacchierare con lei o a giocare alla playstation - confessò Jong.
- Stai scherzando spero -
- Certo che sto scherzando! Ma ti pare possibile una cosa del genere? Ora smettiamola con queste assurdità e fatemi andare a prendere il tuo regalo - concluse lui alzandosi e andando fuori.
- Sodam, ma sei impazzita? Ha ragione tuo fratello, perché dici assurdità? - chiese la mamma rimproverandola.
- Ma è vero! -
- Finiamola qui, è natale, non voglio liti in famiglia a natale - concluse il padre giusto in tempo per guardare Jonghyun rientrare in casa con panno in mano.
- Beh? Mi hai regalato uno straccio? - chiese lei guardandolo schifata. Lui sbuffò, mettendo quell’involucro di lana a terra. Sembrava muoversi, e in poco tempo ne uscì un cucciolo di cane, piccolo piccolo.
- Oh santo cielo - mormorò la mamma di Jong portandosi una mano sul cuore.
- Un cane? Ma Jong, qui non c’è mai nessuno, morirà di solitudine - disse Sodam.
- Non preoccuparti, non morirà di solitudine - sorrise lui lanciandomi uno sguardo – l’ho preso perchè così se qualcuno di noi sta a casa non si sentirà solo -
Forse… l’hai comprato per me?
- E quanto l’avresti pagato? - chiese il padre non scomponendosi più di tanto.
- Non l’ho pagato. Una signora ha trovato dei cuccioli abbandonati in un cassonetto, e cercava disperatamente qualcuno a cui darli. E’ una femmina, e da quello che ha detto il veterinario è un bassotto, non crescerà molto, non creerà problemi. - disse lui sorridendo e prendendo il cucciolo che entrava nella sua mano.
- Va bene, vediamo se è fattibile come cosa, ma ti avverto, se me ne dovrò occupare solo io, lo diamo via prima di subito - disse la mamma dando una carezza alla piccola testina nera del cucciolo. Aveva un musino molto carino, e aveva le zampette e alcune parti del muso marroni, con il resto del corpo completamente nero.
- Serve un nome però - commentò il padre guardando la cucciola.
- Roo, chiamiamola Roo - disse la sorella di Jong. Sorrisi divertita, pensando al fatto che in Italia il nome Roo era tipicamente maschile.
Dopo gli auguri di natale, decisero di andare tutti a dormire, così seguii Jong in camera, che portava con se la piccola Roo. A quanto pare avrebbe dormito in camera con noi per quella notte.
- Ti piace? - chiese Jong facendomi vedere il cucciolo.
- Si molto. È davvero carina -
- L’ho presa per te - sorrise lui – Mi spiace lasciarti a casa perennemente da sola quando sto a scuola o quando devo uscire. Almeno vi terrete compagnia a vicenda -
- Ma Jong, non sono sicura che sia la scelta giusta questa… lo apprezzo davvero tanto, ma hai mai pensato che forse il cucciolo potrebbe non vedermi ne sentirmi come tutti gli altri? -
- Dicono che gli animali vedano cose che noi umani non possiamo vedere, quindi ho pensato che forse Roo sarebbe riuscita a vederti - commentò porgendomi il cane. Non ero convinta della sua teoria, ma infondo non avevo mai provato ad avvicinarmi ad un animale. Provai a far schioccare la lingua, osservando i movimenti del cucciolo, per vedere se si girasse o meno, ma senza successo.
- Adesso è tardi, sta letteralmente dormendo. Riproviamo domani, ora andiamo a dormire - disse lui prendendomi le coperte e il cuscino, aggiungendo a terra anche l’involucro di lana di Roo.
- Ah, Feffe – mi chiamò lui – buon Natale - disse sorridendo.
- Buon Natale Jong - ricambiai il sorriso.
 
8 Febbraio 2014

- Roo! Vieni qui! Dove ti sei cacciata? - la chiamai cercandola per tutta casa. Erano passati due mesi da quando Roo faceva parte della famiglia, ed era cresciuta un po’ da quel giorno. Alla fine Jong ci aveva visto giusto, la piccola Roo poteva vedermi e sentirmi, e ce ne accorgemmo proprio il giorno dopo il suo arrivo quando la ritrovai raggomitolata vicino a me per ripararsi dal freddo. Era incredibile come potesse vedermi e sentirmi, proprio come Jonghyun. Mi ero davvero affezionata a lei, e anche lei sembrava apprezzare molto la mia compagnia, dopotutto passavamo spesso il tempo insieme. Le avevo insegnato a mettersi seduta e a dare la zampa, e mi seguiva praticamente ovunque. Ero davvero felice che Jonghyun me l’avesse regalata.
- Eccoti qui, che stai facendo? Quelle sono le pantofole di Jong? – commentai vedendole rosicchiare le ciabatte del suo padrone – lo sai che non la passerai liscia? - sorrisi prendendola in braccio, staccandola dalle pantofole e portandola in salotto dove agguantò la pallina per giocare.
- Sono tornato! - annunciò Jonghyun rientrando in casa. Roo cominciò a correre per la stanza scodinzolando, felice del suo ritorno.
- Ciao!! – urlò lui mollando tutto per terra e buttandosi a giocare con lei – si si mi sei mancata tantissimo anche tu - dissi lui accarezzandola con foga mentre lei lo leccava. Sorrisi divertita, aspettando il momento in cui Jong avrebbe visto le pantofole, che non tardò ad arrivare.
- Chi ha fatto questi buchi?? Roo!! – esclamò Jonghyun guardando la piccola che si andava a nascondere sotto al divano con la coda tra le gambe – vieni qui! Subito! -
- Dai Jong, non l’ha fatto a posta, stava solo giocando - la scusai avvicinandomi a lui con un sorriso divertito.
- Yah! Di quattro paia di ciabatte perché sempre le mie deve rosicchiare? Non so quante ne ho buttate per colpa sua! -
- Hai preso tu Roo, ora assumiti le tue responsabilità - commentai.
- Io l’ho presa per te! -
- Ma io sono quella invisibile, ricordi? -
- Certo, usiamo sempre la stessa scusa - borbottò lui andando vicino al divano, chinandosi e infilandoci un bracco sotto per poi tirare fuori Roo per la collottola. La portò fino a me lasciandomela in braccio.
- Più tardi penso che andrò a provare con gli altri - commentò lui aprendo il frigo per guardarci dentro. Da un mese a quella parte Jonghyun aveva formato con qualche suo amico una band con cui suonava. Spesso si esibivano la sera nei locali per racimolare qualche soldo, quindi creava spesso musiche nuove da poter suonare ogni volta. Non era un genere ben definito, passavano dal pop alle ballad, agli assoli di piano. O almeno era quello che mi raccontava lui, non li avevo mai visti o sentiti suonare, però potevo assistere alla creazione di alcune canzoni che faceva Jonghyun al pianoforte o alla chitarra.
- Vuoi venire? Ti sgranchisci un po’ le gambe, e poi volevo sapere cosa ne pensi. Ti presento anche i miei amici così - commentò lui sorridendo, prendendo della frutta.
- Presentarmeli? - chiesi non convinta.
- Nei limiti della nostra situazione ovviamente. Ti va? -
- Certo, mi farebbe molto piacere -
 
Verso il pomeriggio camminai con Jong fino alla casa di un suo amico chiamato Kibum, dicendo che non essendoci i genitori a casa, sarebbero stati liberi di suonare quanto volevano. La casa sembrava più grande di quella di Jonghyun, con un piccolo giardino che ospitava quello che sembrava uno Yorkshire piccolino.
- Ciao Coco - salutò Jonghyun quello scricciolo di cane che abbaiava annunciando il nostro arrivo al padrone. Kibum era più alto di Jonghyun, con dei tratti più soffici ma felini. Aveva un fisico asciutto, al contrario dell’altro, e sembrava prendersi molta cura del suo corpo. Era davvero bello.
- Ciao Jong, vieni, sei arrivato in orario oggi - scherzò l’altro aprendo il cancello e facendolo entrare. Una volta entrati in casa la osservai. Era molto carina, arredata con un certo gusto. Arrivammo in garage, dove c’erano gli altri tre amici di Jonghyun. Avevano tutti i capelli dalle tonalità diverse, tendenti però allo scuro. Kibum aveva i capelli neri come la pece, che faceva molto contrasto con la sua pelle bianca come il latte, e lo stesso era per un altro componente del gruppo, che poco dopo capii si trattasse di Taemin. Da quanto avevo capito da Jonghyun, Taemin era il più bravo a ballare, e nel gruppo era quello che suonava il pianoforte. Anche lui aveva lineamenti molto morbidi, con delle guance piene e un aria molto simpatica e da bambino, con capelli castano scuro e un fisico asciutto, ma tendente ai muscoli che esistevano grazie alla danza che praticava, rispetto a Kibum. Un altro componente, quello che sembrava più alto, era probabilmente Minho, il rapper insieme a Kibum, che aveva la voce più bassa del gruppo. I suoi occhi erano i più grandi fra i cinque e i capelli più corti e scuri, anche lui dotato di muscoli come Jong.
L’ultimo era Jinki, o Onew, come lo chiamavano le fan. Aveva voluto lui quel nome d’arte perché non amava particolarmente il suo. Lui era uno dei cantanti principali insieme a Jonghyun. Aveva i capelli un po’ più chiari degli altri, e a differenza di Minho, aveva gli occhi più piccoli, tipicamente coreani come tutti gli altri. Nell’insieme erano tutti molto belli e affascinanti.
- Bene, cominciamo? - chiese Onew guardando gli altri  e prendendo il microfono.
- Che cantiamo? - domandò Taemin posizionandosi alla tastiera con un sorriso stampato in faccia.
- Possiamo fare Colorful? – chiese Jonghyun sorridendo mentre si sedeva con la chitarra in mano – sapete ragazzi, questa canzone è dedicata ad una persona che mi ha aiutato molto quando mi sono lasciato con Sekyung -
- Ah si? E chi sarebbe la fortunata? - chiese scherzando Onew.
- E’ una persona che è piombata nella mia vita dal nulla, è la mia confidente, la mia migliore amica -
- Wow è una cosa seria allora - commentò Minho guardandolo.
Guardai Jonghyun, sentendomi stranamente in imbarazzo. Senza la consapevolezza che nessuno poteva vedermi, probabilmente sarei voluta sparire.
Ma lui può vedermi, lo sa che ci sono.
L’hai davvero scritta  per me Jong?
- Aaah Jong sei il solito romanticone tenerone - lo canzonò Kibum scompigliandogli i capelli.
- Yah! – urlò Jong risistemandoseli – Non sono romantico, né tenero, ho solo voluto farle un regalo per la sua pazienza - borbottò lui abbassando la testa.
Stai arrossendo??
- Si ma dovresti cantarla davanti a lei se davvero vuoi farle questo regalo - disse Taemin.
- Prima o poi la sentirà, quindi intanto alleniamoci -
Mi andai a sedere a terra, proprio davanti a loro, curiosa di sentire la canzone. Era molto allegra, e ognuno di loro cantava, mettendo una frase per uno, creando una bellissima canzone che mi scaldò il cuore
- tu rendi la mia vita colorata-
Non riesco a smettere di sorridere come un idiota.
- “ penso tu sia magica, penso tu sia meravigliosa. Grazie a te il mio cuore è colorato “ - cantò Kibum cominciando insieme a Minho il rap della canzone. Più continuava, più mi piaceva, era così piena di vita che mi sembrava impossibile che fosse dedicata a me. Una volta arrivati alla fine applaudii, sapendo però che solo Jong poteva sentirmi.
 
- Davvero l’hai dedicata a me? - chiesi mentre camminavamo verso casa. Avevano continuato a provare svariate canzoni , una più bella dell’altra, finché con il calare del buio, Jonghyun aveva salutato tutti per tornare a casa.
Lo vidi voltarsi verso di me e sorridere appena mentre infilava una mano in tasca per prendere l’auricolare e infilarselo nell’orecchio.
- Diciamo che me l’hai ispirata. Mi sei sempre vicina quando sono giù di morale, e colori le mie giornate -
- Grazie- commentai sorridendo lusingata – sai, mi hai fatto passare un bel compleanno- lo vidi fermarsi e guardarmi sorpreso.
- E’ il tuo compleanno?! – chiese sconvolto. Annuii – e quando pensavi di dirmelo?? -
- Non lo festeggio da anni, non lo trovo neanche più importante -
- Stupida. Il giorno in cui si è nati è sempre importante -  commentò lui lanciandomi un breve sorriso. La strada per tornare a casa era insolitamente trafficata e Jonghyun non poteva permettersi di parlarmi come se fossi lì con lui.
- Grazie comunque - commentai dopo svariati minuti di silenzio. Quando arrivammo a casa sua fu Roo la prima a venirci incontro tutta contenta.
- Com’è andata? - chiese la mamma di Jong a quest’ultimo.
- Bene. -
- Quando pensi di farmi ascoltare qualche pezzo? - chiese lei offesa dal fatto che il figlio non le avesse ancora fatto neanche ascoltare da lontano le sue creazioni.
- Quando ci sentiremo pronti mamma. E poi lo sai che c’è gente timida nel mio gruppo, non vogliono ancora farsi ascoltare da qualcuno - commentò distrattamente lui mentendo spudoratamente. Jonghyun non aveva ancora detto ai suoi delle serate nei locali, perché non voleva che cominciassero a stressarlo troppo.
- Si certo, la verità è che sono sicuramente scarsi e sapendolo si vergognano a farsi sentire dagli altri. - commentò Sodam scompigliano i capelli a Jonghyun mentre gli passava accanto per entrare in cucina.
- Yah! Non siamo scarsi! – urlò lui offeso, aggiustandosi i capelli – dici così perché non ci hai mai ascoltati -
- E’ vero Sodam, e poi solo considerando che Jonghyun sappia suonare e cantare già benissimo di suo dovrebbe essere un buon segno, non ti pare?- disse la mamma difendendo suo figlio.
- Se non mi da mai l’occasione di sentirli nel complesso, come pensa di potermi convincere del fatto che non siano uno scempio? - rispose lei prendendo del succo di frutta dal frigo.
Sorrisi divertita nel sentirli bisticciare, quando mi accorsi che Roo aveva una pallina in bocca e mi guardava implorandomi di giocare con lei. Le dissi di no, ma lei cominciò ad abbagliarmi contro e fare dei piccoli saltelli nella mia direzione, suscitando l’interesse del resto della famiglia. Sgranai gli occhi, guardando Jonghyun che non sapeva cosa fare.
- Ma che ha Roo? Con chi ce là? - chiese Sodam guardando la piccola che continuava ad abbagliare a me, o meglio, al vuoto.
- Avrà visto una mosca - commentò Jonghyun cercando di apparire rilassato e intimandomi con gli occhi di andare altrove. Annuii e scappai su per le scale con Roo che mi rincorreva credendo stessi giocando.
Dopo cena, Jonghyun salì in camera, portandomi furtivamente una ciotola di riso al curry con un po’ di pane. Fortunatamente nessuno aveva badato più di tanto a Roo, e avevano continuato con le loro chiacchiere per tutta la serata.
- Ho qualcosa per te - disse lui improvvisamente non appena ebbi finito di mangiare. Lo guardai perplessa, vedendo poi un muffin con una candelina sulle sue mani. Accese la candelina e cominciò a cantarmi “tanti auguri”. Dal canto mio non sapevo se essere più imbarazzata o felice.
- Jong, non dovevi, davvero -
- Buon compleanno Feffe - disse lui stampandomi un bacio sulla guancia a tradimento, lasciandomi spiazzata.
- G-Grazie… -
Uno dei più bei compleanni di sempre.


Angolo di Feilin
Ebbene salve u.u eccomi qui con un altro capitolo :D piaciuto? spero di sì. aspetto ansiosamente dei commentini *^* ora però ho una brutta notizia da darvi. il prossimo capitolo tarderà un pochino ad arrivare perchè ho delle cose importanti da sbrigare e non avrò il tempo materiale per finirlo ( perchè ovviamente l'ho gia iniziato u.u spoiler: valentine's day <3) però abbiate fede che appena posso lo pubblico u.u un bacione a tutti!
  
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