Note veloci:
La storia sta entrando nel vivo, urgono assolutamente alcune spiegazioni
tecniche in modo da non doversi porre domande inutili nel bel mezzo del
racconto.
Mimi ha venti anni, ho modificato il primo capitolo dove avevo scritto
diciotto. E' meglio invecchiarla di due anni per le situazioni della storia. E'
tornata in Giappone dove a breve inizierà un corso di cucina.
Taichi, Sora e Yamato hanno tutti ventuno anni e frequentano tutti
l'università più o meno vicino casa.
Taichi studia un'università alberghiera.
Sora un corso da stilista.
Yamato il corso di ingegneria aereospaziale.
Koushiro ha la stessa età di Mimi, e studia informatica e computer.
Jou ha ventidue anni e frequenta l'università di scienze e chimica.
Hikari, Takeru, Taichi e Ken, diciottenni, stanno terminando l'ultimo anno di
superiori.
Miyako ha terminato gli studi, e per ora da una mano al supermercato dei
suoi.
Iori frequenta la quarta, diciassette anni.
Cassidy, Larry, Michael e Ashley hanno tutti venti anni, e frequentano
l'università.
Cassidy studia arte.
Ashley restauro e ceramica.
Michael l'università di marketing.
Larry informatica e computer, come Koushiro.
Il fuso orario tra Tokyo e New York è di nove ore.
Tutti i dialoghi in grassetto sono in lingua americana. Siccome
entreranno in scena gli amici stranieri della nostra digiprescelta preferita, ho
convenuto, per comodità, e soprattutto perchè non so una cippa di inglese, di
lasciarli in italiano, al fine di evitare spiacevoli...ehm...figuracce :P
CAPITOLO 6: CERTE NOTTI C'E' QUALCHE FERITA...
Traballante si avviò verso il piano superiore, desiderando con tutte le forze
il suo morbido letto dove buttarcisi e nascondersi sotto le lenzuola.
Era sempre attaccata al cellulare con l'orecchio destro, il naso che
gocciolava, gli occhi lucidi e bagnati.
'Sei un disastro amica mia'.
'Te l'ho detto, mi sono uscite quelle parole all'improvviso!'.
'Mimi te l'ho ripetuto cento volte, che devi correggere quel tuo lato
impulsivo!'.
'Dannazione Cassy, avrei voluto vedere te, al mio posto!'.
'Prima di tutto, io avrei affrontato subito Sora non appena scoperta la carta
dell'ecografia, e sicuramente non mi sarei fatta accompagnare a casa dal ragazzo
che mi piace appena appresa la notizia'.
'Si certo come no...son capaci tutti a dire così, adesso! Ma ti avrei voluta
vedere in scena prima. E poi...chi è che ha detto che Yamato mi piace?'.
'Tu'.
'Ah si? E quando?'.
'Tra un singhiozzo e l'altro, dieci minuti fa. Tra la parola 'macchina' e 'un
bel casino''.
'....Te lo sei inventato!'.
'.........'.
'Ok. L'ho detto'.
'Good. E adesso?'.
'Adesso cosa?'.
'Mimi...'.
'Adesso è un problema Cassy. Mi sento un verme per aver spifferato tutto.
Eppure, non riesco a non provare un po' di soddisfazione.. Insomma. Me l'ha
tenuto nascosto'..
'Non è quella che si può definire una situazione semplice da risolvere, ma
vedrai che ci inventeremo qualcosa!'.
'Non so che fare'.
'Credo che, per prima cosa, dovresti chiarire con Yamato. E poi, parlare con
Sora'.
'Chiarire...parlare??? Sei pazza???Non ne avrò mai il coraggio!'.
'Beh, fattelo venir fuori. Sai anche tu che è la soluzione migliore'.
'Si, però...'.
'Senti. Parliamoci chiaro. Quello che hai fatto è stato un colpo basso nei
confronti di Sora, però neanche lei si è comportata molto da amica con te.
Sappiamo entrambe che non avevi intenzione di svelare tutto, tu non sei quel
tipo di persona. Eri solo...frustrata, ti sentivi tradita ed hai agito
d'istinto. Assumiti le tue responsabilità, ma non colpevolizzarti più di quel
che serve. E poi, ormai è fatta, inutile piangerci su, no?'
'Si. Hai...hai ragione'.
'Ecco. Ora stenditi e dormi un pochino, ok? Dovranno essere le due di notte,
no?'.
'Le tre'.
'Ah, ecco! Qui invece sono le quattro di pomeriggio, tra poco vado al
parco'.
'Salutami tutti!'.
'Certo! Appena ti svegli chiamami, ok? Che ne parliamo ancora'.
'Si! Cassy...grazie davvero'.
'Nothing'.
'Ti voglio bene!'.
'Anche io'.
Ma il cellulare, quella sera, aveva tutt'altro programma per la nostra digiprescelta.
Avviso di chiamata, uno.
Messaggio, uno.
Avviso di chiamata, due.
Messaggio, due.
Messaggio, tre.
Timorosa, prese delicatamente il telefonino rosa, schiacciando veloce alcuni tasti.
Come aveva previsto, l'autore di tutta quella confusione sul suo cellulare era lui:
Yamato.
Piriririrpriririripririri.
'Dannazione' pensò:' Mi sta provando a chiamare! Che diamine faccio che
diamine faccio che diam...'.
Silenzio.
Mimi sospirò pesantemente.
Riflette veloce sul da farsi, ben consapevole dell'impossibilità di evitare
il biondino per sempre.
Piriririrpriririripririri.
Di nuovo.
'Ok adesso rispondo'.
Piriririrpriririripririri.
'Ok, ora si'.
Piriririrpriririripririri.
'Dannazione che qualcuno mi aiuti!'.
BIP.
Avvicinò piano il cellulare all'orecchio, tremando lievemente.
'S-si?'.
'Mimi? Sono Yamato'.
'Ah, c-ciao Yamato' non sembrava arrabbiato. Perlomeno, non con
lei.
'Possiamo vederci ora?' secco.
'Oh...ah...' diede una rapida occhiata ai pantaloncini del pigiama che aveva
addosso.
'Sono fuori casa tua'.
'Oh..io...'.
'Ti aspetto'.
Clik.
Quella che si dice una conversazione rapida!
Mezzosecondo per decidere, altri due per togliersi il pigiama ed infilarsi il
primo paio di jeans dentro la cassettiera.
Stando attenta a non svegliare la zia, si diresse verso la porta d'ingresso,
dove il fresco venticello l'accolse, facendola pentire di non essersi presa
almeno un maglioncino.
E lui era là.
Appoggiato contro la macchina rossa, la testa china.
La notte era limpida e costellata di tante stelle luminose. Decisamente poco
adatta a quella situazione.
'S-sono qua' azzardò lei, titubante.
Il ragazzo alzò piano il viso, puntando gli occhi celesti su quelli nocciola
di lei.
Si lasciò scivolare sul marciapiede che costeggiava il giardino, stendendosi
sull'erba fresca.
Mimi era confusa. Non capiva perchè Yamato si comportasse così.
Lentamente, un passo alla volta, si avvicinò al biondino, sedendosi accanto a
lui.
La luna splendeva alta nel cielo, color crema. La luce del lampione vicino
era continuamente assalita da una miriade di insetti, alla ricerca disperata di
un po' di luce.
Silenzio.
Un silenzio carico di tensione.
Perciò da evitare.
Eppure nessuno dei due sembrava deciso a violarlo.
E Mimi non intendeva minimamente fare la prima mossa. Decise di aspettare che
Yamato cominciasse a parlare.
Forse passarono secondi, forse minuti.
'Mimi'.
'Si'.
'Penso tu sappia già il perchè ti ho chiamata'.
'....si'.
'Quindi...adesso dovrei chiederti di spiegarmi bene la situazione,
giusto?'.
'...suppongo...di...si'.
'Bene'.
'Bene'.
E ricadde il silenzio.
Le parole non ne volevano sapere di lasciare la bocca della ragazza, che si
sforzava nel cercare di ricomporre i pezzi di quello che sarebbe stato un lungo
discorso.
'Ecco, io...' balbettò: 'Ecco...io...'.
Strizzò forte gli occhi, cercando un coraggio che in quel momento non
aveva.
E poi, d'improvviso.
'Sora mi ha detto di essere incinta prima ma non sa chi sia il padre ho
pensato a te perchè sei stato il suo ultimo ragazzo ma non è sicuro anzi
probabilmente mi sono sbagliata'.
Sputò fuori tutto in una manciata di secondi, lasciando interdetto
l'amico.
'Mi dispiace', concluse, sottovoce.
>Yamato si prese la testa tra le mani, lasciandosi scivolare in avanti.
Mimi l'osservo, triste.
'Dannazione!' esclamò, facendola sobbalzare un pochino.
'Dannazione dannazione! Io non so come si fa il padre, io non posso ora, non
ora, non adesso, non un bambino no..'.
'Ma...non è sicuro che...che il padre..che il padre sei tu' mormorò,
cauta.
'Già, abbiamo sempre usato le precauzioni, sempre...ma ho paura che forse
qualche sera di ritorno dai pub forse...forse ce ne siamo scordati..'.
Il cuore di Mimi ebbe un sussulto.
Allora è vero, si disse, Sora e Yamato l'avevano fatto...e non solo
una volta...
Inghiottì il boccone amaro: 'Come fai ad esserti scordato di una cosa tanto
ovvia?' non resistette dal chiedergli.
'Ma che ne so...è successo che l'abbiamo fatto dopo aver bevuto qualche
bicchierino in più...dannazione...spero che non sia andata davvero così..'.
'Ma' la ragazza raccolse tutto il suo coraggio, per formulare una domanda
importante quanto pericolosa: 'Il bambino...ecco...Sora potrebbe anche essere
restata incinta di...di...'.
'Taichi' concluse il ragazzo per lei.
Annuì, piano.
'Da come me la raccontava lui, prima che si lasciassero...beh...non credo
avessero avuto molte occasioni per stare insieme da soli, se capisci cosa
intendo'.
Certo che capiva. Capiva benissimo. Sora e Taichi non l'avevano mai fatto.
Chiaro. Semplice. Conciso.
E tremendamente triste.
Abbassò gli occhi, osservandosi la punta delle scarpe.
E quindi, al novanta per cento il bambino era di Yamato. Come si sentiva
svuotata, tutto d'un colpo!
Un groppo in gola le impediva quasi di respirare, mentre sentiva le lacrime
pungerle gli occhi.
Si girò cauta verso l'amico, ancora con la testa fra le mani, in una
posizione alquanto disperata.
Piano, appoggiò la mano sulla spalla, cercando di dargli un po' di
conforto.
'Mi dispiace' disse, con un fil di voce.
Il ragazzo scosse la testa.
'E' colpa mia. Se avessi taciuto, a quest'ora tu non staresti così'.
Il biondino sollevò la testa, incrociando gli occhi nocciola.
'Ma che stai dicendo, Mimi? Avresti preferito che l'avessi scoperto in
ospedale?'.
'No, no, però...te l'ho detto in un impeto di rabbia. E questo non va
bene'.
'Forse si, però...è stato meglio scoprirlo ora. Questa sera. Soprattutto da
te'.
'Oh!'
'Si ecco...piuttosto che saperlo da... Taichi o da altri, preferisco da
te'.
'Oh io...posso chiederti perchè?'.
'Beh...perchè sei la sua migliore amica'.
'Ah'. Eh beh, certo....per quale altro motivo sennò??
'E perchè...' fece un respiro profondo: 'Non lo so, sinceramente. Ma sento
che con te...è diverso, con te riesco ad essere più...me stesso, non so...forse
dipende dal fatto che siamo stati lontani per molto tempo..oh, scusami, ti sto
facendo confondere!!'.
'Oh, no, no'. E invece si...che senso ha tutto questo??
Sorrise veloce, gli occhi azzurri sempre velati di preoccupazione.
La ragazza gli prese la mano, dolcemente. E chi se ne importa!
Lui appoggiò la testa sulla spalla di lei, e stettero così per ore? Minuti?
Secondi?
Si persero nel silenzio, nel calore dell'altro, nella pace dentro la
tempesta, in quel piccolo ritaglio di tranquillità.
Dovrebbero essere state le quattro, quattro e mezza del mattino.
Dovrebbero.
Perchè avevano perso completamente il senso del tempo.
Ma c'era una domanda che occupava insistentemente la testa di Mimi e che non
aveva il coraggio di chiedere al ragazzo.
Che farai adesso?, semplice, seppur tremendamente
complicata.
'Oh! Sono già le cinque!'.
Il biondino staccò la testa dalla spalla dell'amica, guardando il
cellulare.
'Oh!'.
Si alzarono piano, quasi a voler concludere degnamente quel momento di pace,
fissandosi sempre negli occhi.
Era l'ora. Di chiederglielo.
Aspirò una grande boccata d'aria, poi formulò quella fatidica domanda, d'un
fiato.
'Ora che farai Yamato? Come ti comporterai con...con Sora?'.
Il ragazzo abbassò la testa, forse deluso dalla velocità con cui Mimi li
aveva riportati alla realtà dei fatti.
'Assolutamente niente, Mimi. Ci ho riflettuto, prima. Non farò assolutamente
niente. Mi comporterò come al solito. Certo, ora che so, cercherò di
aiutarla ed agevolarla in quel che posso. Però non la andrò ad accusare di non
avermi detto nulla, o cose così. Stai tranquilla' e le sorrise amaramente.
Mimi scosse la testa.
'Non intendevo questo. Mi sento già un verme per quel che ho fatto. Non..non
credo di essere capace di andarle a dire che ti ho rivelato tutto' si fermò, poi
riprese, piano: 'Almeno, non ora'.
Yamato annuì, ma la ragazza non era sicura che avesse afferrato completamente
il concetto.
'E...e con Taichi?'.
Il biondino parve pensarci su: 'Idem, credo. Fintanto che non si sa chi sia
il padre...beh...fintanto che non si è certi che il padre sono io...mi
comporterò come al solito. Anche perchè altrimenti Sora ne soffrirebbe'.
'Già'.
Il ragazzo cominciò a dirigersi verso la propria macchina, armeggiando nelle
tasche in cerca delle chiavi.
'Senti' azzardò, dopo un po': 'Posso..posso fare io una domanda a te,
adesso?'.
La ragazza annuì, cauta.
'Perchè...perchè mi hai rivelato questo segreto? Voglio dire, è ovvio che
Sora non me l'avrebbe mai detto fino al momento opportuno, certo, ma
pensavo...ecco...che...tu...che tu...'.
Ea imbarazzato, ma Mimi aveva capito dove voleva andare a parare.
Che tu dovessi tenere chiusa la bocca visto che sei la sua migliore
amica.
'Perchè anche io l'ho scoperto stasera. Perchè lei non mi aveva mai detto
niente, fino a poche ore fa'.
Yamato rimase senza parole.
Probabilmente era pronto a qualsiasi tipo di spiegazione o scusa, mettiamola
così, ma sicuramente non a questo.
'Capisco'.
'In un impeto di rabbia l'ho detto. Anzi urlato. E di questo mi vergogno. La
odio per avermi tenuto nascosto questo, ma odio ancora di più me stessa per
l'orribile cosa che ho fatto' sorrise amaramente.
Il ragazzo le si avvicinò, cingendole la sottile vita. L'attirò verso di se,
piano. Poteva sentire l'inconfondibile profumo di vaniglia.
Lei appoggiò la testa contro il suo petto.
'Non credo tu sia orribile' sussurrò: 'Hai soltanto agito d'istinto, rabbia e
nervosismo non sono un bel mix, soprattutto alle tre di notte dopo una serata in
discoteca'.
La digiprescelta abbozzò un sorriso.
'Però dovresti dirglielo. Questo si. Io non ti forzerò, ma secondo me
dovresti'.
Annuì, poco convinta.
'Non lo farai, vero?'.
'Per ora no. Scusami, davvero'.
Scosse la testa.
>'Non ti preoccupare'.
Stettero così abbracciati per un po', consapevoli del segreto che avrebbero
dovuto custodire fino a quando Sora avesse deciso di parlarne.
Le cose non sarebbero state più le stesse, né per Yamato né per Mimi.
Avrebbero dovuto mostrare buon viso a cattivo gioco, misurare le parole, evitare
di lasciarsi sfuggire troppo.
Yamato ripartì sfrecciando con la sua mini cooper, mentre la ragazza restò un
secondo a fissare la scia dei fanali che scompariva lontano.
Sospirò.
Si stava preparando ad affrontare una parte della sua vita decisamente non
facile.
E lei, era pronta?
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Nello stesso momento, oltreoceano...
'Hey, ragazzeee!!'.
Due teenagers sfogliavano distrattamente alcune riviste, spaparanzate
sull'erba soffice del parco.
Occhialoni enormi neri, smalto sulle unghie, zeppone ai piedi: il ritratto di
due perfette americane alla moda.
'Chi è questo pazzo?' chiese una di esse.
L'altra, infastidita, abbassò lievemente gli occhiali.
'Oh, no! E' il nostro pazzo'.
'Oh no! Mi pareva infatti d'aver riconosciuto la voce'.
'Larry' , all'unisono.
L'amico stava correndo a perdifiato lungo le stradine ciottolose del grande
parco di New York, facendosi largo tra maniaci della corsa e vecchie signore
pettegole, continuando a sbraitare, col risultato che la sua voce si sarebbe
potuta sentire tranquillamente anche in Giappone.
Purtroppo, oltre che chiassoso, Larry non era un tipo anonimo, tutt'altro: un
cespuglio di capelli ramati perennemente avvolti da una bandana multicolore, sia
in estate che in inverno.
Raggiunse le amiche completamente senza fiato.
'Larry, qual buon vento?'.
'Oh ragazze, vento di novità, novità interessantissime!!!'.
'Non mi dire che' delle ragazze si sfilò gli occhiali, scoprendo due
occhioni finto-spalancati dalla sorpresa: 'Che ti sei trovato la
ragazza!!!'.
'Nooooo' rincarò l'altra, stando al gioco: 'Nooooo!!! E chi
è???'.
'Ragazze...' esclamò Larry.
'Ma come chi è, Ash! Sicuramente deve trattarsi di Desireè Double
Trouble!'.
'Chi? Quella persa per Harry Potter? Quella che dice d'aver conosciuto Harry
Potter in persona? Cioè, l'attore, ovvio!'.
'Hey...' riprovò, fallendo miseramente.
'Siii esatto!!'.
'Mah...io invece ero più propensa su Lex Lex sai...'.
'Uhm..ma no, non ce lo vedo mica il nostro Larry con una come
lei...'.
'Si, forse hai rag..'.
'RAGAZZEEEE!!!!'.
Dire che si girò mezza Central Park è poco.
E dire che mezza Central Park si ammutolì...beh, è superfluo.
'Ascoltatemi, invece di sparare le vostre solite cavolate!'.
Le due si zittirono in un attimo.
'Hey Larry! Credo che il vetraio, giù alla sedicesima, stia per venirti a
chiedere i danni!!'.
'Ha ha spiritoso Micha'.
'Michael!'.
'Ciao Michy'.
Il nuovo arrivato, un biondino decisamente molto carino, salutò il trio
allegramente.
Cassidy, Ashley, Michael e Larry.
Li chiamavano i fantastici quattro, a scuola, perchè, oltre ad essere molto
belli, insieme erano un gruppo che funzionava alla grande. Un gruppo che non si
sarebbe mai sciolto, anche adesso che frequentavano università diverse.
Si volevano un bene dell'anima, avrebbero dato e fatto di tutto l'uno per
l'altro, indissolubili e forti.
Cassidy, lunghi capelli neri con meches blu elettrico, bellissima, carattere
forte e deciso ed occhi da gatta, giallo ocra. Mai mettersi contro di lei.
Ashley, corti capelli biondo cenere, dal taglio strano, con due stupendi
occhi ghiaccio, dolce e gentile, ma nello stesso tempo forte e spavalda.
Larry, il cervellone: cespugliosi capelli ramati, con una bandana colorata
perennemente in testa per cercare di domarli, occhi neri come la pece.
Nonostante la descrizione, un mix che funzionava. Decisamente carino, con la
passione per i computer e tutto ciò che avesse un cuore collegato ad una
spina.
Ed, infine, Michael, il bello. Cugino di Ashley, stessi capelli biondi ma con
occhi azzurri, sguardo dolce. Gentile e disponibile, ma forte e deciso. Quasi da
sembrare irreale...
E Mimi era una di loro. L'avevano accolta subito tra loro, presentata da
Michael dopo aver scoperto di avere entrambi un digimon, poiché si integrava
perfettamente con l'armonia della squadra. Piaque subito a tutti, che con grande
facilità le si affezzionarono quasi fosse stata sempre una del gruppo.
Divennero quindi i fantastici cinque.
I due ragazzi si accomodarono sull'erba, entrambi assaporando l'essenza del
nuovissimo Burberry delle amiche.
'Dunque'cominciò Larry:'
Prima che voi due vi metteste come al vostro solito a fare le sceme, oggi ho
ricevuto una proposta da mio padre. Sapete che lui è un fotografo professionista
e che è tornato un paio di giorni fa dal Messico'.
Le due annuirono, curiose.
'Ebbene, oggi a pranzo mi ha fatto una proposta: tra una settimana dovrà
partire per lavoro, in un altro stato, e mi ha chiesto se mi andava di
andare...assieme a tutti voi'.
Michael annuì. Probabilmente era già stato informato.
'Fiquo!' ò Cassy, gettando nell'erba la copia di
Cosmopolitan.
'E dove si andrebbe?' Ashley.
I due ragazzi si gettarono un'occhiata divertita.
'Provate ad indovinare'.
Le due si fissarono confuse.
'Ma che vuoi che ne sappiamo!! Diccelo e basta, no??'.
'A meno che...' mormorò la biondina, riflettendo
veloce.
Poi alzò il viso, illuminandosi.
'Larry...Larry...non vorrai dirmi che...'.
Il sorriso in risposta dell'amico le fece emettere un gridolino di
gioia.
'Oh ma insomma!' ò Cassidy. 'Qualcuno vorrebbe illuminare anche me,
per favore?'.
I tre risero di cuore.
'Pensaci un attimo Cassy! Qual'è il posto in cui desidereresti andare in
questo momento?'.
'Mah...adesso da Beauty Star a farmi una lampada che mi sento bianca
come...'.
'Cassy, dai!!'l'ammonì divertito Larry.
La mora ci pensò su, poi, d'improvviso, alzò lo sguardo, incrociando quello
degli amici.
Non ci fu bisogno di parole, di spiegazioni.
'Si parte lunedi prossimo, alle sei di mattina. Puntuali a casa mia. Ora
devo scappare, ho un computer da sistemare' si affrettò Larry,
alzandosi.
'Si, anche io devo andare!'aggiunse Michael,
imitandolo.
Rimasero le due amiche, troppo impegnate a metabolizzare la notizia.
Sarebbero andate in Giappone, in Giappone da Mimi!!
Cassy sorrise di cuore, mentre la gioia le invadeva il corpo: 'Stiamo
arrivando Mimi!'.
Ciao a tutti!!
Ho appena concluso le tre settimane più impegnative e stressanti del mese,
ora sono più tranquilla!!
Nel mio paese, ogni estate, si organizzano tre settimane di GrEst, ovvero
Gruppo Estivo per i bambini, dove si fanno fare loro diversi lavoretti. Io ero
la responsabile del laboratorio di Giornalismo, abbiamo creato un bellissimo
giornalino di questa esperienza.
Credevo seriamente di non farcelaXD. Tra lavoro alla mattina e due pomeriggi,
e GrEst tutti i pomeriggi...stavo scoppiando!!
L'altro giorno mi sono messa a rileggere la fiction in un momento di
tranquillità e subito ho risentito l'ispirazione crescere a dismisura...e son
partita a scrivere!!!
Ho convenuto inserire delle note tecniche ad inizio pagina, legate ad i
personaggi, così per avere il quadro chiaro.
Ho invecchiato tutti, perchè secondo me venti anni rispecchiano meglio le
situazioni della storia.Ho cercato su internet la differenza di fuso orario tra
Tokyo e New York, e se non ho sbagliato è di tredici ore.
Speriam bene!!!
In questo capitolo c'è molta Yamamimi, nonostante l'argomento sia Sora.
Si stanno avvicinando piano piano, sono arrivata al meraviglioso punto in cui
si rispecchiano molti scrittori: i personaggi si muovono da soli.
Ebbene è vero: è una stranissima sensazione, ma davvero non sono io a guidare
Mimi e Yamato, fanno tutto loroXD.
Ho ideato il finale, l'ho immaginato e sono quasi sicura di utilizzarlo. A
meno che i miei protagonisti non me lo facciano cambiare!!!
Dal prossimo capitolo, o da quello dopo vediamo, entreranno in scena i
fantastici quattro ^_^...se ne vedranno delle belle!! Non vedo l'ora!!
Spero che i ragazzi americani vi piacciano, sto cercando di caratterizzarli
come immagino io degli amici di Mimi, ovvero pazzi, eccentrici, alla moda e...un
po' che se la tirano, per dirla in parole nostre. Forse un po' troppo perfetti,
lo ammetto, però...Mimi non lo è forse? O almeno...lo sembra!!!!
Wai coi saluti:
ROXY: la mia super lettrice, ti ho mandato l'avviso via msn che sto
aggiornando...ti ringrazio per continuare a seguirmi e per incitarmi, sei
davvero adorabile*_*.
Se non abitassimo così lontane verrei sicuramente a trovarti!!!
Baciottoli carissima*_*
VAMPIROSOLITARIO: il discorso di chi sia il padre è stato molto difficile da affrontare, per ora sembra che il bimbo sia proprio del nostro biondino preferito...poi vedremo^_^ prima devo informarmi da chi sa dopo quanto si possano fare i test del dna per la paternità e per ora lascio Sora confusa!! Grazie per i complimenti*_*
SEM0305: come già dicevo sopra, è un bel dilemma di chi sia il figlio^_^
Spero di riuscirmela a cavare senza troppi problemi^^.
Grazie di seguirmi*_*
CASSIE AINSWORTH: ma benvenuta su questa fiction, carissima!! Sono contenta che ti sia piaciuta fin qua, spero continuerai a seguirmi^^
Baciottolo*_*