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Autore: Mirchino94    23/04/2014    1 recensioni
Quello è stato il giorno più bello di tutti.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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9

DANGER


Marco

La valigia pronta è appoggiata al battiscopa della stanza dell'ospedale.

Odio le valigie. Perché quando si parla di valigie si parla anche di partire. E quando si parte, di solito si lascia anche qualcuno. E io in questo ospedale sto lasciando un pezzo di cuore.

Seduto sul letto, con le gambe incrociate, con le mani l'una sull'altra, con lo sguardo basso, dovevo alzarmi per raggiungere mia madre all'ingresso.

E lei?

Non posso andarmene senza salutare la mia migliore amica, senza dirle 'ci vediamo a casa', senza dirle 'ti telefono domani', senza abbracciarla. Telefoni rotti, un ipod scassato, reparti separati... Insomma tutto ci ha tenuti abbastanza lontani.

Per fortuna stava tutto finendo.

E saremo ritornati a casa, proprio nel bel mezzo dell'estate. E l'avremo vissuta al meglio, io e lei. Non ne posso più di stare rinchiuso in questa stanza d'ospedale ad annusare quell'odore insopportabile di alcol misto a sangue. Per non parlare poi di quei pasti che ti portano: esigui e disgustosi. E poi la noia. Le ore che non passano mai, solo riviste e qualche programma demente alla televisione. Nemmeno un compagno di stanza! Adesso tutto stava finendo.


Busso leggermente alla porta della stanza di Luisa.

Nessuna risposta.

"Lou!" dico io ribattendo due colpi, ma ancora sembra che non ci sia nessuno

A questo punto apro la porta e mi giro subito verso i due lettini. Quello di sinistra vuoto, sull'altro era adagiata una vecchia signora che se ne stava in panciolle a leggere Novella 2000. Non appena si accorge che sono entrato, alza leggermente gli occhi e mi scruta da sopra gli occhiali.

"Oh, mi scusi. Cercavo una ragazza di nome Luisa... Mi hanno detto che questa è la sua stanza"

"Non c'è" mi risponde in tono secco

"Ah. E lei sa dove possa essere?" le faccio perplesso

"Ha detto che è andata a fare una passeggiata con un ragazzo" risponde come se l'avessi disturbata e poi se ne ritorna a leggere la sua rivista

"Ah... Grazie" faccio io uscendo

Non ho bisogno di chiedere a nessun altro dove sia Luisa. So benissimo che sta con Niall.

E in questo momento dentro di me è scattato qualcosa, un brutto sentimento, che mi abbatte, mi butta giù, mi scuote dalla testa ai piedi e mi dice che lui mi sta portando via la mia Luisa.

Le chiacchierate di mezzanotte che abbiamo fatto io e Niall adesso perdono tutte di senso, l'incontro alla panchina e i suoi discorsi sul motorino adesso sono solo cazzate, solo parole. Ora non vedo altro che lui con la mia migliore amica, ed io, invece, da solo.

Eppure non dovrebbe essere così.

Dovrei uscire a salutarla, a darle un bacio e a dirle ci vediamo a casa.

Ma questo pensiero che si sta agitando dentro di me mi fa sbattere la porta con violenza, correre via da questo corridoio e andarmene da questo ospedale. E' quello che voglio fare, infatti. Voglio lasciare questo posto, e con lui anche tutto ciò che vi è successo.

Qua è finito tutto.

E se anche si tratta di un malinteso, adesso non riesco a pensare ad altro.

Hai scelto lui. Adesso stai con lui.

Sono perso, deluso, arrabbiato. Come quando sai che ciò che stai pensando probabilmente non è vero, però fa male lo stesso. Non so nemmeno che cosa sia tutto questo. Perché mi sto agitando tanto se Luisa è con il suo cantante preferito, con la persona per la quale si agita di più, con il suo idolo? Perché la cosa che prima desideravo accadesse, adesso mi manda fuori di testa?

Quella era gelosia?

Non ho proprio niente da invidiare a Niall, ma adesso, improvvisamente, lo odio con tutto il cuore. Un odio improvviso, che ha preso fuoco in poco tempo e mi sta bruciando piano piano.

Proprio quando sento la porta che dava sul giardino sbattere e due risate avvicinarsi, esco dal corridoio, scendo velocemente le scale e, girandomi un attimo indietro, capisco che quella era proprio gelosia.



Niall

So perfettamente chi è il Liam della telefonata. Quel Liam è Liam Payne.

Sembra tutto fuori dal normale. Non riesco a capacitarmi che io possa aver sentito quello che ho appena sentito.

Liam Payne solista.

Cosa vorrebbe dire?

Voglio chiamare qualcuno dei ragazzi. Zayn, Harry, Louis. Qualcuno devo chiamare. Loro sapranno qualcosa sicuramente. Tiro fuori dalla tasca il mio iphone...

La mia faccia diventa bianca quando vedo il vetro in frantumi.

Come diavolo si è rotto? mi dico dentro di me, mentre guardo se riesco a combinare qualcosa, ma il vetro è completamente rotto. Una tragedia.

Dopo qualche secondo di smarrimento totale, mi accorgo che ero caduto nel giardino dell'ospedale pochi minuti fa. Sicuramente in quel momento si deve essere rotto. Un sasso, qualche cosa deve aver percosso lo schermo!

Porca puttana!

Sono le sei e mezza e Luisa deve essere alla visita di controllo. Da chi posso andare? Cerco di pensare a qualcuno che abbia un telefono, ma che non sia interessato alla faccenda. Insomma, stiamo parlando di un probabile scioglimento della band...

Marco!

Scendo le scale cercando di non inciampare, vista la mia ingessatura alla tibia. Mi ricordo ancora il reparto dove stava Marco. E non appena sono nel giusto corridoio arrivo alla sua stanza. Senza bussare, mi precipito dentro mentre lui sta per uscire con una valigia in mano.

"Marco, scusa, è successo un casino. Potresti prestarmi il telefono?"

Gli occhi azzurri di Marco mi squadrano lentamente il viso con un'aria delusa e allo stesso tempo arrabbiata. Deve essergli successo qualcosa. Tutto quello che mi dice è:

"Non si usa bussare?"

"Scusa, ma è che..."

"Non me ne frega niente dei tuoi problemi e per di più non ho un telefono"

Rimango un attimo fermo sulla soglia della porta, mentre lui mi passa davanti.

"Si può sapere che hai fatto?"

"Non ho fatto proprio niente. Tu, invece, com'è andata la passeggiata?" e sottolinea alzando la voce quella maledetta parola. E io capisco subito a cosa si riferisce.

"Marco, io..."

"Tu cosa? Lo sai quante volte ho visto Luisa da quando è stata qua in ospedale? Due volte! Hai capito? Due volte!" e la sua voce si fa alta

Esito a rispondere.

"Ieri era con te e allora vi ho lasciato stare, stamani era a fare gli analisi e ho lasciato stare. Oggi pomeriggio, visto che me ne devo andare, volevo salutarla, ma era occupata. Sarà un sollievo per te che me ne vada da questo ospedale"

Quelle parole mi colpiscono profondamente, come migliaia di frecce lanciate tutte insieme.

"Marco..." faccio io mentre se ne sta andando

Ma lui non si gira, non risponde, se ne va verso il corridoio.

Mi sento un vero schifo.

Liam Payne solista e Marco che mi accusa di averle preso la sua migliore amica.

Oggi ho avuto una vera giornataccia. Voglio tornarmene in albergo, stare da solo e basta.



Zayn

Un concerto pazzesco.

Dusseldorf in delirio.

Il sudore che cola sotto i vestiti.

Il suono degli applausi e delle urla.


Tre luglio. Arrivati a Berna durante la notte, mi sto gustando un cappuccino al bar dell'hotel insieme a Harry e a Louis. Liam non è ancora sceso per la colazione.

"Una grande serata!" esclama Harry con la voce rotta e ancora assonnato

"Pazzesca!" continua Louis scompigliandosi i capelli con entrambe le mani

I ragazzi vedono che guardo in continuazione l'ora del telefono. Prima si scambiano un'occhiata dubbia e poi mi fanno tutti e due:

"Zayn, c'è qualcosa che non va?" mi dice Harry

"No, perché?" faccio io

"No, niente. Ma non fai altro che sbloccare e bloccare il telefono..." mi fa Louis

"No... niente" cerco di aggirare l'argomento

"Perrie?" mi fa Louis, sapendo che sicuramente si tratta di quello

"Beh, in effetti sì" faccio io desolato

"Non avrete mica litigato?" continua Harry

"L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo discusso un po'... di cazzate. E' che vorrei fare una cosa, ma non so come farla, quando farla..."

"Cosa?" fa Louis guardando Harry

A questo punto tiro fuori dalla tasca dei pantaloni il cofanetto con l'anello.

"Non ci credo!" se ne esce Harry

"Matrimonio?" fa Louis incredulo

Annuisco girando il cucchiaino nella tazza vuota.

"E quando vi sposate?" fa Harry tutto eccitato

"Harold, non sa nemmeno come darle l'anello..." fa Louis inarcando le sopracciglia

Io faccio una risata trattenuta.

"Non è semplice, Zayn, ma tu e Perrie state così bene insieme..." fa Louis esortandomi

"Sì, è vero. Ma se dicesse che non è il momento, che non è pronta, insomma tutte quelle cose che tirano fuori le donne quando devono dirti di no" faccio io perplesso

"Macché dici, Zayn?" dice Harry "Perrie?"

"Zayn, Harry ha ragione" fa Louis

"Oggi la vedrò e mi ha detto di chiamarla verso le dieci..."

"Perfetto! Andate a farvi un bel giro, ché sono quaranta gradi, poi un bel caffè e infine tadà!" dice Harry mentre divora un cornetto alla crema

"Una cosa semplice, dite?"

"Ma certo Zayn!" fa Louis "che volevi portarla in una carrozza trainata da cavalli bianchi? Basta una cosa semplicissima"

"Chiaro e tondo?" faccio ancora più confuso

"Beh, magari qualche parolina messa per bene, niente parolacce, piccole cose insomma" fa Harry

Il mio sguardo si fa sempre più incredulo e dubbioso.

Ecco che Louis inizia a recitare per prendermi in giro.

"Perrie, Perrie. Vuoi tu, dolce Perrie, prendere come sposo me, Zayn Malik, e coronare il nostro sogno d'amore?" mi guarda con fare ammiccante

"No, no!" fa Harry, mentre addenta un'altra brioche "deve essere più shakespeariano! Dovrei paragonarti a una dolce giornata di primavera? Oh no, tu sei molto più calda e temperata. Sposiamoci, mia dolce Perrie, e annienteremo le fauci maligne del reo tempo"

"Decisamente sì!" fa Louis battendo la mano sul tavolo

E scoppiano a ridere tutti e due, mentre Harry si sta affogando con la brioche e Louis mi sta dando due pacche sulla spalla.

"Dimentica ciò che abbiamo detto, Zayn" dice Louis dicendo seriamente

"Provo a cercare qualcosa su internet?" faccio io

"Potresti. Ma c'è un posto dove le cose sono più vere di internet" mi fa Louis e mi indica la parte sinistra del petto.

Il cuore.


Sorrido e vorrei rispondere qualcosa. Ma mi accorgo che sono le dieci e cinque minuti. Chiamo immediatamente Perrie.

"Amore, sono Zayn"


E intanto vedo che Louis sta facendo un gesto a Harry di andare e lasciarmi solo. E mentre loro si incamminano su nelle camere, io sto iniziando già a sudare.



Luisa

"Tieniti forte!" mi fa Marco mentre mette in moto il motorino

"Non fare lo scemo e vai piano" gli rispondo io

"Premo play" e inizia la canzone. La nostra canzone.


'Cause we got all night.

We're going nowhere.

Why don't you stay

Why don't you go there with me.


La vespa di Marco sfreccia tra le macchine del viale. Continua a fare gli slalom attorno alle auto e poi arriva in cima alla strada, dove c'è un incrocio.

"Marco fermati!" gli urlo vedendo che non ha intenzione di fermarsi

"Cosa? Non ti sento" mi fa lui sorridendo e continuando a cantare

"Marco fermati!" urlo ancora più forte, ma lui non mi sente proprio

La sua vespa si spinge ancora più in là e viene colpita in pieno da un'auto che sta arrivando da sinistra. Un colpo forte mi getta a terra.

Ma mi rialzo velocemente. Non sento dolore. Non ci sono più le macchine. E' tutto bianco intorno a me. C'è solo un casco per terra. E poi più in là...

"Marco!" urlo io avvicinandomi al suo corpo per terra inerme

"Marco, svegliati, di' qualcosa! Marco! Marco!"


Mi alzo sudata dal letto. E con il fiatone mi asciugo la fronte con le mani.

Solo un brutto sogno, sono un incubo.

Guardo la sveglia accanto al comodino e noto che sono le nove in punto del tre di luglio.

L'unico pensiero che mi assilla è Marco.

Devo vederlo.

Faccio per alzarmi quando entra il medico.

"Buongiorno Luisa" mi fa guardando probabilmente i risultati dei miei esami

"Buongiorno" gli rispondo ancora con il fiatone, come se fossi di ritorno da una maratona

"Tutto bene?" mi fa scrutandomi da sopra gli occhiali

"Sì, solo un brutto sogno"

"Oh, beh, quelli capitano a tutti" mi sorride dolcemente

Se ne sta in silenzio per qualche secondo e poi così mi dice:

"I suoi analisi vanno più che bene. Non ci sono danni celebrali, nemmeno lussazioni articolari. Vedo che anche i graffi in fronte stanno scomparendo"

"Sì..."

"Possiamo dimetterti oggi stesso. Quando verrà tua madre?"

"Oggi stesso?" faccio io perplessa

"Sì, signorina. Non è felice?" mi dice più perplesso di me

"Oh, felicissima. Mia madre dovrebbe arrivare a momenti..."

"Benissimo. Le dispiacerebbe avvertirmi non appena arriva?"

"Certo che no. La chiamerò senz'altro" e faccio per alzarmi

"Deve andare da qualche parte?"

"In effetti sì, devo vedere Marco, il mio migliore amico"

"Oh, questo è impossibile" mi fa sorridendo il dottore

"Impossibile?" faccio io cambiando subito faccia

"L'hanno dimesso ieri, signorina, e ieri sera ha lasciato l'ospedale" mi fa tutto tranquillo

"Oh no, ci deve essere un errore. Non può essersene andato senza salutarmi" faccio io rattristata

"Non so cosa dirle, signorina" mi fa uscendo "la saluto e la invito a fare una bella colazione al bar"

"Ma..."

Marco se n'è andato senza salutarmi, senza darmi un bacio sulla guancia, senza dirmi 'ci vediamo a casa'.

Perché Marco non mi ha salutata?

Improvvisamente è come se il mondo mi fosse crollato addosso. Il mio migliore amico, la persona con cui ho condiviso quasi tutta la mia vita, se n'è andato senza dirmi nemmeno un ciao.

Mi risiedo con calma sul letto, con la testa bassa, cercando di trovare una spiegazione, ma non trovandone nemmeno una. Mi sembra così impossibile...


Ecco che bussano alla porta e io, avvilita e con un filo di voce, dico di entrare.

Mamma.

"Amore mio! Come stai?" entra, chiudendo la porta, e mi abbraccia forte

"Male, mamma. Non potrei stare peggio"



Niall

Ieri sera mi sono addormentato tardi e sono rimasto a pensare alla giornata trascorsa.

Con il telefono rotto, senza twitter, senza i messaggi dei ragazzi, da solo ho pensato. Perché in fondo sono stato con Luisa, quasi tutto il pomeriggio. Ed è stato davvero bello, come tutte le volte che sto con lei. Marco deve averci visti sicuramente, o forse è venuto a salutarla, ma non l'ha trovata. E questo mi ha fatto sospirare parecchie volte.

Poi ho pensato al concerto a Dusseldorf, alla nostra band, e alla fine anche a Liam. Ho cercato di ricordarmi della telefonata, di quell'uomo che parlava al telefono con Liam. Doveva per forza essere un produttore discografico. E non ho potuto avvertire i ragazzi col cellulare e poi non l'ho fatto nemmeno dopo in albergo: la sera del concerto non potevo certo dire loro certe cose!


Mancano venti minuti alle dieci. Vado da Luisa. Ho bisogno di parlare con lei.

Mi metto il cappuccio della felpa in testa, nonostante faccia un caldo atroce, gli occhiali da sole e mi dirigo verso l'entrata posteriore per entrare nel taxi che ho appena chiamato.

Giro la maniglia e non faccio in tempo a chiudere la porta dietro di me che vengo assalito da centinaia di fan che urlano, strillano e si precipitano addosso a me.

"Niall!"

"Un autografo! Un autografo!!"

"Ommioddio è lui!"

"Niall!"

"L'ho toccatto!!"

Urla confuse mi riempiono le orecchie, mentre alcune braccia mi spingono a sinistra, altri a destra. Cerco di svincolarmi dalla presa e di rientrare, ma la porta dietro si è chiusa.

Merda!

Trattengo con tutta la forza le stampelle, visto la mia gamba ancora ingessata. Se perdo quelle, sono fottuto.

Sento all'improvviso arrivare un'auto a tutta corsa sulla strada. L'auto la riconosco benissimo. E' quella di Paul. Immediatamente escono lui e altri due omoni vestiti di nero. Si fanno strada verso la folla di fan indemoniata e Paul mi prende per il braccio e mi trascina in macchina, senza rivolgermi la parola.

Nel mentre che sbatte lo sportello posteriore, la folla si accalca verso la macchina.

Conosco bene questa situazione. Mi ricorda benissimo la sera del ventinove giugno. E una strana sensazione mi dice che qualcosa di brutto sta per accadere, esattamente come quel maledetto giorno.

Gli altri uomini rimangono a tenere a bada la folla, mentre Paul entra davanti e parte a gran velocità senza fare parola. Capisco che sono nei guai, e so anche di meritarmelo.

"Questa idea di rimanere a Milano non è affatto una buona idea" mi dice in tono secco

"Paul... è solo che non ho calcolato bene"

"Niall, se non fossi arrivato io, tu adesso saresti di nuovo in ospedale!" mi fa ancora deciso e innervosito

"Io..."

"Tu cosa vuoi fare? Vuoi tornare con i tuoi ragazzi o no? O voi fare la bella vita a giro per il mondo?"

"..."

"Perché se è così, posso anche smetterla di venirti a prendere in auto ed essere il tuo manager! Sono stato chiaro?"

"Chiaro" faccio io abbassando la testa

"Allora ti consiglio di preparare le valigie che domani parti per Londra" mi fa deciso

"Ma... Paul"

"Niall, non accetto obiezioni. Mi dispiace, ma finché io sono il tuo manager, tu fai quello che dico io!"

Non ho seguito il tragitto dell'auto, ma non appena si ferma, affacciandomi dal finestrino, vedo l'ospedale di Milano.

"Perché mi hai portato qua?"

"Perché sapevo che era qua che volevi andare" e lo dice con il tono con cui si concede un'ultima grazia

Mi giro verso di lui e sorrido. So che Paul mi vuole bene, ma so anche che la decisione di restare a Milano è stata troppo affrettata e troppo infattibile.



Liam

Sono le nove del mattino e scorro la tl di twitter. I fan sono tutti entusiasti del concerto di ieri sera. Anch'io lo sono stato e lo sono tutt'ora. Robert mi ha mandato un messaggio ieri sera, verso mezzanotte.


So che domani sei a Berna. Chiamami domattina verso le dieci.


Stanotte ho dormito poco. Ho pensato alla risposta che avevo dato a Paul, ho pensato a cosa significasse lasciare una band e andare avanti da solo, ho pensato alla reazione dei miei compagni. Perché, in fondo, prima o poi glielo dovrò dire. Non voglio che lo vengano a sapere così, dal nulla.

E allora cosa diranno?

So che mi odieranno con tutto il cuore.


Dopo essermi fatto una doccia, mi siedo con l'accappatoio sul letto e guardo insistentemente l'ora del telefono.

9.20

9.26

9.33

9.40

9.44

9.52

Mi sembra di sentire i secondi ticchettare nella mia mente. Lo chiamo. Il telefono squilla.

"Pronto?"

"Robert, sono Liam"

"Liam! Mio caro Liam! Hai fatto bene a chiamarmi. Ti sento stanco, tutto bene?"

"Solo per ieri sera, abbiamo fatto una grande serata a Dusseldorf"

"Vedrai quante ne farai tu di serate...!"


Niall

"E' permesso?" dico io bussando e abbassando la maniglia

"Chi è?" mi risponde la sua voce, però cambiata, come se... stesse piangendo.

Infatti è a gambe incrociate sul letto, con un fazzoletto tra le mani e gli occhi lucidi.

"Lou..." faccio io cercando di capire cosa possa essere successo

"Niall!" e non appena mi avvicino al letto mi stringe le braccia al collo e mi abbraccia.

Sento le sue lacrime sulle mie guance e sul mio collo, calde, mentre stanno scendendo. Sento le sue mani, una sulla schiena, l'altra che mi prende i capelli.

Lentamente anch'io la abbraccio, cingendole il busto con le braccia.

In questo momento anche a me viene da piangere, non so perché, ma vederla così mi fa stare male, parecchio male.

E quando lei toglie il viso dalla mia spalle, con le mani le prendo le sue guance e le asciugo le lacrime dagli occhi.

"Lou, cos'è successo?" le dico dolcemente

"Marco..." mi risponde lei guardandomi negli occhio

E io so subito che cosa le è successo. Lui se n'è andato senza salutarla. E so anche che la colpa è solo mia.

"Se n'è andato, lo sai? E non mi ha nemmeno salutato. Non mi ha detto niente!" così mi dice disperata

"..."

"Il mio migliore amico! E' uno stronzo!" mi dice alzando la voce

E adesso dovrei dirle che l'ho incontrato qualche minuto prima che se ne andasse, dovrei dirle cosa mi ha detto riguardo a lei e riguardo a me, ma non ce l'ho fatta. Qualcosa dentro di me mi ha sussurrato di mentirle, di dirle una bugia, non con cattiveria, però di mentirle.

"Non lo sapevo..." faccio io abbassando lo sguardo dai suoi occhi lucidi e volgendo lo sguardo al suo comodino.

Proprio sopra vedo i risultati dei suoi analisi. E così, cercando di aggirare l'argomento, le chiedo:

"Le analisi?"

"Vanne tutte bene. Mi rimandano oggi, Niall"

La giornata non è iniziata bene, adesso sta continuando ancora peggio.

"Come te ne vai?" faccio io subito disperato, sgranando gli occhi e prendendole le mani.

Non appena le nostre mani si toccano, anche i nostri occhi si incrociano.

"Non ho per niente voglia di tornare a casa, Niall" mi confessa lei scuotendo leggermente la testa

Avvicino il mio viso al suo, così da sentire il suo respiro, così da vedere i suoi occhi da vicino. Prendo una sua mano e dolcemente l'avvicino al mio petto, alla parte sinistra, dove batte il cuore. Il suo sguardo prima segue la mia mano, poi dopo aver sentito battere il mio cuore così velocemente, mi guarda negli occhi e mi accenna un sorriso, un lieve sorriso, forse nascondendo qualcosa.

"Quando sto con te, Lou, non so cosa mi succede, ma il mio cuore batte forte. Ho conosciuto tante fan e tante ragazze, ma tu sei diversa da tutte le altre. E ti sembrerà stupido, ma non vorrei mai staccarmi da te. Mai"

E chiudendo gli occhi, le mie labbra si fondono con le sue.

Io e lei, in una stanza d'ospedale, mano nella mano, labbra contro labbra, e tutto il resto non conta più un cazzo.



Harry

"Ma scusa, Lou, tu come chiederesti a una donna di sposarti?" faccio io salendo le scale, insieme a Louis

"Io non chiederei mai a una donna si sposarmi. Io lo chiederei a te, Harold" mi dice sussurrando

Sorrido e gli do una pacca sulla spalla.

Arriviamo al primo piano, Louis mi passa davanti.

"Prendiamo l'ascensore, Lou?" gli faccio con cesso ammiccante

Lui preme il pulsante e mi invita a entrare.

Mi spinge sullo specchio, mentre le nostre labbra sono incatenate, le sue mani si stanno infilando sotto la mia maglietta e le mie che gli stanno graffiando la schiena.

Il suono dell'ascensore arrivata ci interrompe. Dodicesimo piano.

"Peccato, Harold, poteva essere un bel momento" mi fa scherzano e prendendomi in giro

"Chi ti ha detto che è finito?" faccio io appoggiandomi alla mia suite

Sento all'improvviso la voce di qualcuno che sta parlando al telefono nella stanza di fronte alla mia.

"Allora..." inizia Louis, ma lo interrompo con un sh!

"Che c'è?" mi fa stizzito

"E' Liam!" gli dico e faccio segno di ascoltare

"Con chi sta parlando?" mi fa, mentre ci avviciniamo entrambi alla sua porta

"E' al telefono" faccio io


"Oggi abbiamo il pomeriggio libero, possiamo vederci quando vuoi" fa Liam


"Una nuova fiamma?" mi fa Louis con fare ammiccante

Con aria scettica scuoto la testa.


"Il contratto?" continua Liam


Io e Louis ci guardiamo con aria interrogativa.


"Perfetto! Alle quattro in punto allo studio R&B"

"Grazie mille Robert!"


"Robert???" mi fa stupito Louis "Pensavo che Liam fosse..."

"Etero?" finisco la domanda io

"Sì" fa Louis dubbioso

"Un appuntamento allo studio R&B di Berna... Un posto insolito per un appuntamento" suggerisco io

"Magari è un nome in codice..."

"No, Louis. Noi oggi, alle quattro in punto, saremo allo studio R&B. Questa storia di Liam che fa il misterioso deve finire, in un modo o nell'altro"














Buonasera a tutti i miei lettori.

Mi devo ancora una volta scusare per il mio ritardo, ma ce l'ho sempre fatta. E di nuovo vi lascio sulle spine!

Il nostro Marco è davvero geloso! E decide di andarsene senza salutare la sua migliore amica. Purtroppo la situazione si capovolge e anche Luisa si offende perché Marco non le ha detto niente. Ecco che arriva il nostro Niall a consolarla e finalmente il momento tanto atteso: il BACIO!

Purtroppo Luisa è stata dimessa e anche Niall, dopo il brutto episodio, è costretto a tornarsene a Londra. Che cosa succederà? I nostri protagonisti si separeranno?

I nostri Larry cercano di aiutare Zayn con Perrie e finiscono per scoprire Liam al telefono. Vogliono assolutamente scoprire che cosa nasconde Liam e decidono di seguirlo.

Un capitolo in sospeso, pieno di domande aperte e di nodi ancora da sciogliere. Tutto dipende dal capitolo successivo... Vedrete come tutto cambierà!


Un grandissimo bacio ai miei lettori e a tutti quelli che hanno recensito.


Grazie a tutti. MIRCO

  
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