*Prompt: Ciocca
Lo ha scorto, a dire la verità, già quella mattina, lungo i corridoi della scuola. Non l'ha riconosciuto subito, nonostante l'altezza e la familiarità medesima che l'intera figura dell'altro gli ha comunicato, per quanto fugace immagine passeggera dietro un angolo buio.
Quando si è presentato all'allenamento quotidiano, quel pomeriggio, lo ha potuto guardare con tanto d'occhi per un paio di istanti, prima di riconoscere davvero il suo sorriso.
-Sei- chan!
Reo ha fatto un paio di palleggi contro il suolo della palestra, lucido di pulito, e lo ha salutato con il solito sorriso di sempre. Akashi si è permesso di guardare il suo nuovo taglio di capelli con una punta di scetticismo ancora per qualche istante.
Reo lo ha notato subito.
-Ti piaccio, così?
Seijuro non ha voluto rispondere, a quel punto, preferendo cominciare gli esercizi di sempre. Così, si è ritrovato di fronte il ragazzo, di nuovo, verso sera, ad allenamento finito.
-Questo è per te.
Gli porge un fazzoletto piegato, bianchissimo, e comprendendo che Akashi non capisce, esplicita il contenuto del dono.
-Una ciocca dei miei capelli.
Akashi spalanca gli occhi, e questo già basta per allarmare l'altro.
-Si faceva così, nell'Europa antica.
Non dice nulla, non si azzarda a fiatare per non far trasparire il proprio disappunto e il proprio sconcerto; Reo rimane fermo nel proprio sorriso, così tanto ottimista nell'espressione che quasi fa male.
Seijuro si comporta come dovrebbe un uomo dell'Europa antica che ha appena ricevuto un dono: lo accetta con gratitudine, espressa rigorosamente alla maniera giapponese – ovvero con un silenzio religioso, seguito quindi da un movimento di spalle e un allontanamento veloce.