La domanda di Beckett lasciò tutti senza parole.
Quel punto Castle non l’aveva saputo spiegare nella sua ricostruzione.
Ragionarono insieme per un po’ di tempo, ma senza esito. Ad un
tratto, il capitano Montgomery si affacciò nella stanzetta.
«Eccola qui, detective. Oh, la squadra al gran completo, meglio così. Mi
hanno telefonato dalla direzione dell’ospedale. Non so perché, ma si sono fatti
passare il mio ufficio. Susan Mack si è svegliata: è sempre in rianimazione, è
sempre molto grave, ma vuole rilasciare una dichiarazione.»
Mezz’ora più tardi, Castle e Beckett entravano nel reparto rianimazione. Un
infermiere il condusse al letto dove giaceva la signora Mack.
Lei aprì gli occhi. Aveva il volto tumefatto, bende ovunque ed era
attaccata ad un’infinità di macchinari ospedalieri.
«Detective Beckett…» iniziò. «È arrivata… forse sono ancora in tempo…»
«Mi hanno detto che voleva parlarmi.»
«Forse morirò presto… stavolta devo dirvi la verità…»
Kate si chinò sulla donna per ascoltare ogni parola.
«Io non volevo che andasse così. Glielo giuro, non volevo. Sono andata da
Paul per le pratiche del divorzio. Mi ha fatto entrare in casa sua. Mi ero
messa d’accordo con Michael Forrester. Un minuto dopo lui suona alla porta e io
gli apro.»
«Perché il costume da alieno?»
«Ci sembrava una buona idea per una rapina, dato che Paul era un
appassionato di stelle. Un astrofilo rapinato da un alieno. E nel frattempo
Michael non sarebbe stato riconoscibile.»
«Volevate rapinarlo?»
«Sì. Sapevo che Paul aveva nascosto una pietra lunare, un’autentica pietra
del suolo della Luna… vale una fortuna…»
«Sappiamo tutto, signora.»
«Volevamo rubargliela. Michael avrebbe fatto il lavoro sporco, mentre io
avrei detto di non sapere niente. Poi avremmo diviso il ricavato.»
«Invece Paul è morto.»
«Non doveva andare così! Non era previsto! Ma Paul non voleva dire dove
aveva nascosto la pietra, allora Michael ha perso la pazienza. Hanno iniziato a
litigare. Io me ne sono andata. Lo giuro, ho sentito i colpi che ero già uscita
dall’appartamento!»
I monitor iniziarono a emettere dei suoni preoccupanti. Il tranquillo
bip-bip degli strumenti medici si trasformò in un allarme intermittente. Era la
migliore conferma che Susan stava dicendo la verità. Due infermieri della
rianimazione si avvicinarono.
«Detective, la signora deve riposare.»
Kate fece cenno che aveva capito.
«Un momento» disse ancora Susan. «Un’ultima cosa. Io e Michael… È stato
Lewis.»
I monitor impazzirono e gli infermieri allontanarono Castle e Beckett dal
letto mentre accorrevano anche alcuni medici.
Non potevano chiedere nient’altro. Le condizioni di salute di Susan erano
talmente precarie che un ulteriore interrogatorio sarebbe stato possibile solo
se si fosse ristabilita. Nonché se avesse superato quell’ennesima crisi.
Castle e Beckett uscirono dal reparto rianimazione.
«Ha accusato Lewis, suo cognato.»
«Il quale sta per partire per il Giappone.»
«Smetti di completare le mie frasi, Castle!»
«Smetti di iniziare le frasi che vengono in mente a me!»
Lasciarono passare qualche secondo.
«Io ho un’idea» disse lo scrittore. «Ricordi il dettaglio mancante?
Stanotte non sono riuscito a ricostruirlo. Sembra non esserci nessun
collegamento tra tutti i pezzi del rompicapo. Susan ci ha parlato di una rapina
e non ha citato nessun furto su commissione. Lei e Forrester volevano rubare la
pietra per rivenderla e diventare ricchi.»
«Così ha detto. Ha anche accusato Lewis di aver ucciso Forrester e di aver
attentato alla sua vita.»
«Questo significa una sola cosa» iniziò Castle.
«Non c’è nessun amico collezionista ricco!» completò Beckett.
«L’unico che ha parlato di questo dettaglio è Lewis.»
«E il dettaglio non è stato confermato da nessun altro.»
«Per questa ragione…»
«…l’amico ricco è Lewis stesso!»
Meno di un’ora più tardi, la scorta accompagnò Lewis Mack nella sala
interrogatori.
«Perché sono qui, detective? Ho delle valigie da fare. Tra poche ore parto
per il Giappone.»
«Temo che dovrà rinviare i suoi viaggi.»
«Perché mai?»
«Perché lei è in arresto!»
L’altro rimase in silenzio.
«La capisco, signor Mack» iniziò Castle con tono pacato. «Non la
giustifico, ma la capisco. Hanno ucciso suo fratello per una pietra. Una
stupida preziosissima pietra di sua proprietà. Lei si è vendicato. Ha ucciso
gli assassini di suo fratello. È questo il movente, vero? Vendetta. Suo
fratello è morto per mantenere il suo segreto e lei lo ha vendicato. Paul non
ha rivelato a nessuno il nascondiglio della pietra, anzi è morto per
difenderlo.»
Lewis Mack si guardò intorno con apprensione.
«Non la lascerò partire per il Giappone» aggiunse Beckett. «La scorta che
le abbiamo assegnato – pensando che lei fosse in pericolo di vita, ma questo
non è vero, dato che è lei l’assassino – la accompagnerà in carcere
immediatamente. Quindi, se pensava di fuggire una volta arrivato in Giappone,
non potrà farlo. Quanto a noi, prima o poi troveremo le prove. Troveremo tracce
della sua presenza all’appartamento di Forrester e prima o poi scopriremo che
c’era lei alla guida dell’auto che ha investito Susan.»
«Le conviene confessare» riprese Castle. «Così potremo segnalare al
procuratore che ha collaborato e otterrà uno sconto di pena.»
Lo scrittore si appoggiò allo schienale della sedia. Beckett rimase in
silenzio.
«E va bene. Sì, sono stato io. Ho vendicato mio fratello. Quei due stupidi
l’hanno ucciso. Lo dovevo a Paul, era una brava persona, non meritava di essere
ucciso dalla cupidigia della sua ex moglie.»
«Da dove arrivava la pietra lunare?»
«Non era di mia proprietà. L’avevano solamente affidata a me. Io sono un
contrabbandiere. Un contrabbandiere di lusso. Sposto da un continente all’altro
oggetti rubati. È il mio lavoro. Quadri, statue, pezzi d’antiquariato e di
archeologia, gioielli. Ho molte coperture, viaggio molto e seguo molte
spedizioni, ma il mio lavoro è sempre questo. Spedire e consegnare in modo
efficiente e riservato. Quando mi hanno chiesto di trasportare in Giappone una
pietra lunare rubata, ho pensato che il mio fratellino appassionato di stelle
volesse darci un’occhiata. Vedere e toccare una pietra lunare era il suo santo
graal personale. Gliel’ho lasciata in consegna un paio di giorni, mentre finivo
un lavoro in Europa. Lui dev’essersi lasciato sfuggire qualcosa, magari preso
dall’entusiasmo. Di certo non si aspettava che la sua ex moglie fosse disposta
ad ucciderlo per quella pietra.»
«Non voleva ucciderlo.»
«Però l’ha fatto!»
«È stato Forrester a sparargli.»
«Adesso starà spiegando la situazione ai suoi colleghi all’inferno!»
«Signor Mack, lei è un omicida.»
«Sono un vendicatore. Ho rimediato ad un torto. Lo meritavano per aver
ucciso mio fratello.»
Beckett si alzò in piedi.
«La dichiaro in arresto per l’omicidio di Michael Forrester e il tentato
omicidio di Susan Mack. Ha il diritto di rimanere in silenzio…»
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«Un altro caso risolto» disse Castle sedendosi accanto alla scrivania di
Beckett.
«Non è stato facile.»
«Chi se l’aspettava? Siamo partiti inseguendo un alieno e abbiamo catturato
un contrabbandiere.»
«Di mezzo c’è stata una rapina finita male e un sacco di problemi.»
«Io sono uno scrittore, ma questa storia è oltre la mia immaginazione.»
«Allora non sei un bravo scrittore. Qualsiasi scrittore decente potrebbe
immaginare un caso simile!»
«Che vuoi dire, Beckett? Io ho venduto milioni di copie…»
Kate sorrise.
«Castle, non darti delle arie.»
«Stai scrivendo il rapporto sul caso?»
«Proprio così.»
«Allora sei una scrittrice anche tu.»
«Io non vendo milioni di copie.»
Restarono per un attimo a guardarsi.
«Questo è il punto in cui dovresti dirmi che anch’io sono un bravo
poliziotto.»
«Tu non sei un poliziotto.»
«E tu non sei una scrittrice! L’ho detto solo per farti un complimento.»
Beckett sospirò.
Castle sospirò.
Lei spostò la tastiera del computer.
«Forza, signor scrittore-poliziotto. Ti insegnerò come si compila un
rapporto della polizia. Sotto mia dettatura. E non sono accettabili modifiche!
Avanti, inizia a scrivere la data…»
NdA
Siamo arrivati alla fine.
Lo ammetto. Questa storia è costruita attorno ad un'idea: un alieno come assassino. Siccome non poteva essere un alieno vero, da lì sono nati tutti i problemi. Per seguire la mia idea di giallo (niente "scherzi" al lettore, non nascondere le soluzioni e non proporre soluzioni a sorpresa, ecc...), per seguire la struttura a colpi di scena continui che sono tipici della serie, per ambientare nella prima stagione e far bisticciare un po' Castle e Beckett, insomma per tutto questo ho incontrato un sacco di ostacoli narrativi che ho cercato di superare e/o nascondere come meglio potevo. Spero e mi auguro che la storia sia stata abbastanza chiara: io ho fatto tutto il possibile. Se qualcosa dovesse essere sfuggito alla lettura - dato che c'è molta trama - inviterei a cliccare il tasto "stampa storia" in modo da avere tutto sott'occhio e dare una scorsa generale o di rileggere da capo. Nel mio computer sono 19 pagine di word, niente che non si possa sbrigare in una mezz'oretta al massimo.
Grazie di cuore ai recensori, a chi a seguito e letto fin qui. Alla prossima!