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Autore: LunaBlu89    18/07/2008    0 recensioni
Due ragazzi nella realizzazione di un sogno, una donna e... una stella.
Rialzò gli occhi al cielo. Le stelle erano ben visibili, stranamente, quella notte. Una brillava più di tutte, e sperò che il suo nome fosse uno dei loro.
“Tu hai talento. Non vuoi far vedere a tutti che sei bravo in quello che ami? Che non sei un fallito?”
Alex guardò in basso e si accorse, più o meno consciamente, che stavano percorrendo il marciapiede delle star. “Io voglio solo far conoscere la mia musica. La nostra musica.”
Aaron gli strinse la spalla. “E vedrai che ce la faremo, amico mio.”
Alex alzò il volto, sperando di rivedere quella stella. La trovò e sorrise. Sì, quella notte avrebbe avuto uno dei loro nomi. Anzi, tutti e due.
Rise. “Conosci qualcuno più azzardato di noi?”
Aaron ricambiò. “Solo i sogni, Alex. Solo i sogni.”

[I° classificata Contest "Calling All Bandits!" di all_the_love, ST Ufficiale Italiano Alex Band]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Ed ora che gli dico?” Alex faceva avanti e indietro nervosamente. Davanti a lui, piccoli gradini di marmo che portavano ad una porta bianca con campanello dorato, e tutto intorno, fresca erbetta verde appena curata.
“Allora…” Diede un paio di colpi di tosse per schiarirsi la voce, poi abbassò il suo tono naturale. Gesticolava come un dittatore davanti al suo popolo. “Aaron, anche questa volta abbiamo subito perdite, ma resisteremo anche oggi!” Sì girò e cambio nuovamente espressione. “Aaron…” colpo di tosse. “Sì, Aaron, mi dispiace…” si mise una mano sul viso facendo finta di piangere e dando pacche all’aria, “mi dispiace amico mio, non ce l’abbiamo fatta…!” Sbuffò e si rigirò. “No Aaron, non fare così! Dai, non è una cosa così grave!” Si voltò, cambiando tono ed espressione. Alzò il dito indice contro un presunto fantasma. “E’ tutta colpa tua, Alex! L’avessi incontrato io, avrei sicuramente fatto meglio di te!” Si voltò. “Ma Aaron, sii comprensivo, insomma… ho fatto quel che potevo!” – “Ah sì?! Allora sei un incapace!”

Da dentro, un ragazzo, avendo sentito rumori insoliti, si stava dirigendo verso la porta.
Aaron aprì mentre ancora Alex stava facendo il suo discorsetto. Lui si girò con la mano alzata e stette a fissarlo per un paio di secondi, poi fece un sorriso timido e si mise le mani in tasca, alzando le spalle. “Mi fai entrare?”

A giudicare dalla canottiera metà dentro e metà fuori i suoi boxer blu, i capelli riccioluti all’aria e il numero di sbadigli che riusciva a mettere in serie, Aaron si era appena svegliato. Entrarono nel salone e si sedette sul divano.
“Dimmi che c’è.”
Alex abbassò gli occhi. “Ciao comunque, eh.”
Aaron stette in silenzio. “Non è andata, vero?”
Nessuna risposta. Aaron espirò e si mise le mani sulla faccia. “Capisco. Non è colpa tua.”
Alex alzò la testa al soffitto e inspirò. “A volte mi chiedo se sia stato conveniente per te scegliere di suonare con me invece di continuare a stare con mia sorella. Anzi, ora mi chiedo anche il perché l’hai fatto.”
Aaron lo guardò. “Ovvio, perché sei più figo tu.”
Si guardarono e iniziarono a ridere. Alex si stravaccò sul divano come se fosse a casa sua, e in effetti, ci mancava poco. Prese il telecomando e accese la tv, iniziando a fare zapping.
“Tanto lo sai, che non smetteremo fino a quando non troveremo qualcuno che capisce la nostra musica.” Aaron strabuzzava gli occhi davanti allo schermo.
Alex continuava la ricerca. “Sicuro? Sicuro che… che ne so, la nostra musica debba essere capita?”
Aaron si spinse in avanti e mise i gomiti sulle ginocchia. “Tutta la musica ha bisogno di essere capita, perché sono le note che meglio esprimono l’anima.”
Alex smise un attimo di fare zapping e lo guardò. Sogghignò e rimise il dito sui tasti. “Ti escono certe robe dalla bocca, appena sveglio…”
L’altro gli tirò uno schiaffo sulla testa. “A me escono sempre ‘certe robe’, sai.”
Alex si mise a ridere. “Almeno ho sognato.”
”Cosa?”
“Una donna.”
Aaron alzò le sopracciglia. “Ma dai.”
Alex lo guardò. “Non intendo un sogno porno! L’ho vista… l’ho vista in giro, dopo aver parlato con quell’imbecille. Credo di aver avuto un’allucinazione.”
Aaron si alzò e andò in cucina. Cercava pane e mostarda. La sua voce si sentiva a fatica, tra i vari cambi di canale. “Mai pensato che possa essere vera, eh?”
“Una donna così non esiste.”
Aaron ritornò con fette di pane, coltello e un barattolo quasi vuoto. “Se è per questo, nemmeno io credevo che potesse esistere una voce come la tua. Magari è reale.”
“Bah, mi sento troppo sfigato oggi per sperarci.”
“Ok, ma almeno smettila di cambiare canale, mi stai facendo venire già il mal di testa.”
“…Su MTV stanno facendo un servizio sulla musica house… meglio lasciar perdere.” Premette un pulsante a caso. Una donna bionda e bellissima recitava in un film. Alex smammò.
Aaron si mise a ridere, mentre spalmava la mostarda sul pane. “Non mi dire che è quella.”
Lui mantenne la stessa espressione. “Sì.”
Aaron ritornò serio. “Davvero?”
“Sì, è la donna dei miei sogni.”
Aaron mise una mano sul volto e fece una risata. “Quella è Jennifer.”
Alex si girò. “Jennifer…?”
Aaron mantenne il sorriso. “Jennifer. Jennifer Wacha.”
Alex sgranò gli occhi. “La tua amica attrice?”
L’altro annuì con la testa. “Esatto.”

   
 
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