#10 - il riposo del guerriero
È passato tanto tempo e Selina socchiude gli occhi al pallido sole primaverile.
Bruce è una presenza calda e rocciosa al suo fianco, un leggero russare e un braccio buttato sul suo addome.
Reclina il capo contro i cuscini e sorride ai ricordi, perché adesso non pungono - lacerano - più.
Sorride e le sembra strano come alcune verità abbiano trovato spazio solo sui tetti, tra un pugno e l'altro, e nelle lenzuola di letti fatti e poi disfatti e che sapevano immancabilmente di loro.
Si fissa le mani - un po' meno agili, un po' meno veloci - e scendono le ciglia su occhi che hanno vissuto fin troppe vite.
Bruce si muove tra le coperte e Selina sa benissimo che è già sveglio, spirito di guerriero e cuore di pipistrello.
"Che ore sono?"
"Alfred ha già urlato due volte che il pranzo è pronto; tu cosa dici?"
"Che Alfred non urla, se non quando lo faccio davvero incazzare."
E ride allora Selina, perché il presente è così fragile e fugace che le fa male persino guardarlo, ma senza sarebbe nulla.
Bruce la fissa quieto, forse persino felice, e fruga nei suoi occhi con una forza inquietante.
"Almeno l'anello ti è piaciuto."
"Ovviamente." e nel dirlo Selina si tocca istintivamente l'anulare sinistro "Bellissimo."
Una smorfia divertita gli attraversa le labbra, seguita da un mormorio un po' piccato.
"Potevi almeno aspettare che te lo regalassi, prima di rubarlo dalla gioielleria."
"Ma ho lasciato i soldi sul bancone." replica innocentemente "È una vendita a tutti gli effetti."
"Selina..."
"E il divertimento dove lo metti, pipistrello?"
Quando la bacia, è un amore che ha finalmente trovato il suo domani quello che raccontano le sue labbra.