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Autore: LaraPink777    24/04/2014    5 recensioni
Una corsa contro il tempo. Fino all’ultimo respiro.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Typhoon, The Honest Truth


Donatello ha guardato nuovamente l’orario sul telefono. Erano passate ormai cinque ore. Aveva acceso il segnalatore che aveva costruito, ma dubitava fortemente che potesse servire a qualcosa, dato che all’interno di quella cella frigorifera non poteva passare alcun segnale. La loro unica speranza era che i fratelli li trovassero. Sì, ma come? La struttura era grande, ci sarebbe voluto moltissimo tempo per ispezionarla tutta. Ed era piena di criminali male intenzionati.
Inoltre, iniziava a temere che i fratelli li avessero già cercati senza trovarli. Non aveva sentito i rumori di un attacco, quindi forse avevano fatto una ricognizione veloce, ed adesso erano tornati a casa ad aspettare il loro ritorno.
Saranno preoccupati per noi…
Se avessero fatto passare troppe ore prima di tornare a cercarli, magari aspettando la notte successiva, sarebbe stato troppo tardi.
Donatello si è massaggiato le tempie, chiudendo gli occhi. Il suo cervello razionale ha valutato troppo bene la situazione.
Molto probabilmente non ce l’avrebbero fatta. Avrebbero finito l’aria.
Inoltre, Michelangelo era ferito. Per fortuna non sanguinava più, ma aveva perso parecchio sangue. E la ferita iniziava ad essere troppo infiammata. Se non gli avesse estratto al più presto il proiettile, rischiava la setticemia.
Donatello ha guardato il fratello che dormiva sulla sua spalla, la bocca leggermente socchiusa. Aveva un’aria così indifesa. Per fortuna era riuscito a dormire un po’, nonostante il dolore. Invece Donatello non aveva chiuso occhio. Era preoccupato, spaventato, ed inoltre una parte di sé gli diceva che se quelle dovevano essere le sue ultime ore, le voleva passare da sveglio.
Certo, che morte stupida. Non per mano di un nemico, ma per mancanza di aria, in una lunga, tediosa agonia…
“Donnie?”
Grandi occhi azzurri lo guardavano.
“Non dormi, Mikey?”
“Mhm, ho dormicchiato un po’, ma…”
“Fa male il braccio?”
“Eh, sì.”
“Coraggio, tra poco verranno a prenderci.”
Michelangelo si è tirato su, ha sorriso. “Certo. Solo che se facessero un po’ prima non sarebbe male. Magari a quest’ora sono a casa a papparsi la mia pizza.”
Donatello ha sorriso. Mikey stava facendo il Mikey a suo beneficio. Era sicuro che anche il fratellino avesse valutato la possibilità di non farcela, ma adesso stava cercando di trasmettergli un po’ di ottimismo. Gli era grato per questo.
“Sai a cosa stavo pensando prima, Donnie?”
“Dimmi.”
“Al retromutageno sul quale stai lavorando. Noi non potremmo usarlo, giusto?”
“Noi-”
“Sì sì, lo so. Potrebbe usarlo Splinter, ma noi torneremmo ad essere normali tartarughe, e anche se Raph dice che per me sarebbe un passo avanti, una vita dedicata a mangiare foglie d’insalata non sembra il massimo, eh!”
“Eh, eh, effettivamente no…”
“Ma poniamo il caso che potessimo trasformarci anche noi in umani, così, solo per dire, poof e diventiamo quattro ragazzi ninja superfighi e tutto… A te cosa piacerebbe fare? Se diventassi un ragazzo… normale, dico.”
Donatello ha sorriso ancora. Ci aveva pensato spesso.
“Beh, credo che mi piacerebbe iscrivermi in una buona università. Magari Harvard o il Massachusetts Institute of Technology…”
“Pfuh, lo sapevo, il solito sogno da secchione!”
“Eh sì… e tu? A te cosa piacerebbe fare? No no aspetta non me lo dire: ti piacerebbe andare da Angelo’s Pizza ed ordinare tutti i gusti possibili!”
“Ah ah, vero! Era facile! Ma non solo questo…” Michelangelo si è fatto un po’ più serio, si è guardato le mani. “C’è una cosa che mi piacerebbe fare più di tutto.”
“E sarebbe?”
“Mi piacerebbe… -  si è toccato la parte dietro del collo, improvvisamente imbarazzato – mi piacerebbe invitare ad uscire una ragazza.”
A Donatello è andata di traverso la sua stessa saliva.
“Tu… cof… ti piacerebbe… cof…” per un attimo ha guardato l’alieno verde accanto a lui e stava per chiedergli chi fosse e cosa avesse fatto del suo piccolo, infantile ed innocente fratellino.
“Sì Donnie, una ragazza della mia età; uscire, prendere una pizza o un gelato, meglio una pizza più un gelato e poi…”
Donatello ha spalancato gli occhi. Non sapeva se voleva che quella conversazione continuasse. Solo in quel momento si stava rendendo conto che il suo “piccolo” fratellino, aveva in verità sedici anni, come lui. Iniziava a fare un po’ caldo, in quella cella.
“Ho recepito il concetto Mikey. Ok.”
Ma Michelangelo ormai chi lo fermava più. “Una bella ragazza bionda. O bruna. Magra. O formosa. Alta. O bassa…”
Per la barba di Darwin.
“E… Donnie?”
“Sì. Mikey.”
“Devo farti una confessione. Giura di non arrabbiarti.”
Donatello improvvisamente ha sentito l’aria ancora più soffocante. Cos’altro?
“Dai, dimmi.”
“Giura.”
“Giuro.”
“Conosco la password del tuo portatile.”
Sicuramente ho capito male.
“Tu cosa?”
“Ricorda che hai giurato!”
Donatello ha valutato le inimmaginabili conseguenze… Lui conosceva… Lui aveva visto…
“Ci sei entrato, Mikey?”
“Sì.”
“Ed hai… hai visto qualcosa?”
“Sì.”
Oh no…
Adesso Donatello aveva le guance in fiamme.
“Mikey! Io… insomma… tu non dovevi sbirciare nelle mie cose! E poi io… sai… quelli erano… sono… per curiosità scientifica!”
“Certo, fratello. Curiosità scientifica. Anch’io.”
Un silenzio imbarazzante è sceso per qualche secondo tra i due adolescenti.
“Donnie, ma secondo te anche April-”
“Basta Mikey!” Donatello ha quasi gridato, la voce un po’ stridula. “Adesso riposiamo.”
Michelangelo ha poggiato nuovamente la testa sulla spalla del fratello, ridacchiando a bassa voce.
“Donnie?” adesso aveva gli occhi chiusi.
“Uh?”
“Non conosco nessuna password.”
Donatello ha sentito salire dal suo petto una bellissima, deliziosa risata. Ha iniziato a ridere, ed era così bello, dopo tutta quell’angoscia, e si sentiva adesso così bene, ed ha stretto di più a sé il fratellino che ridacchiava ancora.
E quando le risate si sono calmate, il suo animo era adesso più tranquillo, e ha pensato che forse sì, ce la potevano fare, che niente è perduto fino alla fine, e che non bisogna mai darsi per vinti.
“Grazie, Mikey.”
  
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