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Autore: De33y    24/04/2014    2 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: No, non ho ancora acquisito i diritti di Hawaii Five-0, purtroppo, questa storia è scritta senza alcun scopo di lucro e se i legittimi proprietari decidessero che non possiamo più divertirci in questo modo, se ne tornerà in un angolino del mio computer dove troverà degna conclusione entro qualche decina d'anni.

 

A.N.: No, non mi sono dimenticata di voi, sono solo sommersa di cose da fare. E con la stanchezza e il poco tempo arriva anche la crisi da pagina bianca purtroppo.

Per chi fosse interessato a fondo pagina i dettagli.

Questo è il nuovo capitolo, i prossimi aggiornamenti seguiranno a distanza di un mese o due uno dall'altro.

 

 

Steve non aveva dubbi, voleva chiudere quel circolo vizioso una volta per tutte e voleva farlo in fretta.

Due ore dopo erano attrezzati per l'assalto e fuori dall'albergo dove alloggiavano Janet e Brandon.

Scoprire il numero delle loro stanze non era stato un problema.

La pianificazione aveva richiesto quasi mezz'ora, ma alla fine Steve aveva imposto la sua posizione: Danny e Kono avrebbero fatto irruzione nella stanza di Janet, contemporaneamente lui avrebbe fatto irruzione nella stanza di Brandon, mentre Chin sarebbe rimasto nell'ufficio della sicurezza dell'hotel, pronto a coordinare gli inseguimenti in caso di fuga. La soluzione aveva lasciato tutti scontenti, ma il comandante aveva respinto le obiezioni.

 

«Sono nelle rispettive camere- aveva confermato Chin via radio -Janet si trova sul terrazzo, da le spalle alla porta. Brandon è sul pavimento accanto al lato del letto più vicino alla porta si sta allenando.»

«Non vale capo, il tuo è già a terra!» aveva scherzato Kono per smorzare un po' la tensione.

Steve aveva sorriso silenziosamente, sapevano tutti che Brandon era di gran lunga più pericoloso:

«D'accordo al mio tre. Uno...Due...TRE!»

Le due porte si aprirono in contemporanea: «Five-0! Non ti muovere!»

«Ha una pistola! Ha una pistola!» Le grida di Chin nell'auricolare si sovrapposero ai loro ordini.

Danny e Kono irrigidirono la presa sulle loro armi pronti a fare fuoco.

Janet alzò le mani evidentemente libere e si voltò. Contemporaneamente due colpi di arma da fuoco echeggiarono nell'auricolare e dalla stanza accanto, scuotendo tutti.

«Danny, Kono. Cosa sta succedendo?» domandò la federale sorpresa e preoccupata, domandandosi se quella non fosse un'esecuzione.

Danny lanciò un'occhiata disperata a Kono, la giovane poliziotta si avvicinò in fretta alla loro sospettata e l'ammanettò.

«Va ci penso io!» ordinò a Danny, poi rivolgendosi alla donna che aveva appena preso in custodia spiegò: «Abbiamo un bel po' di domande da farti.»

Un istante dopo dalla stessa porta da dove era uscito il detective entrò Chin.

 

«...TRE!»

Steve spalancò la porta.

Il battente gli copriva la visuale su Brandon. L'adrenalina a mille sembrava rallentare tutto.

Vide l'ombra agitarsi, ma aveva bisogno di un altro passo per riuscire a vederlo.

«Ha una pistola! Ha una pistola!» le urla frenetiche di Chin nell'auricolare, ma era troppo tardi. Appena Steve ebbe la visuale libera, Brandon lo batté sul tempo.

Due colpi in pieno petto e Steve cadde a terra.

Il giubbotto fermò i colpi, ma non era abbastanza, il comandante finì a terra senza fiato e il federale gli fu addosso.

Un calcio al polso e la pistola di Steve volò chissà dove nella stanza. Due calci alla testa per stordirlo e poi se ne andò in direzione del balcone.

Danny arrivò nella stanza in quel momento, vide Brandon calarsi dal terrazzo, e il corpo del collega a terra con un rivolo di sangue all'altezza della tempia.

Steve gli fece segno di seguirlo e Danny si precipitò a sua volta sul terrazzo, pronto a gettarsi dal quinto piano nella piscina sottostante per inseguire il sospetto. Nonostante l'ora tarda il bordo piscina era animato e popolato, ma quando si affacciò si rese conto che tutto era tranquillo, non lo scompiglio che si sarebbe creato se qualcuno fosse appena precipitato dal quinto piano. Brandon sembrava essere svanito nel nulla.

«Si è volatilizzato. Stai bene?» chiese vedendo il collega che cercava di rialzarsi e porgendogli la mano per aiutarlo.

«Ce la faccio da solo grazie, perché te lo sei lasciato scappare?»

«Qual è la parte di volatilizzato che non hai ben chiara? Si è calato giù dal balcone del quinto piano ed è sparito.»

Steve andò di persona fino al balcone per affacciarsi a sua volta.

«Chiama il direttore, fai chiudere tutte le entrate e le uscite.» Ordinò il moro mentre partiva a corsa verso le scale, come se non fosse stato a terra stordito solo pochi istanti prima. Danny dovette corrergli dietro per ascoltare il resto: «È entrato dal piano di sotto se siamo fortunati non ha ancora fatto in tempo ad uscire.»

Danny chiamò il direttore e chiamò l'HPD a dar loro man forte. In pochi minuti si creò un cordone di polizia attorno all'hotel di media categoria. Il direttore acconsentì alle loro richieste, ma domandò che non andassero camera per camera disturbando e spaventando tutti i clienti. I quattro si ritrovarono a esaminare i filmati della sicurezza disponibili, finché non videro Brandon con addosso la divisa della sicurezza privata dell'albergo, l'uomo dava il cambio a uno dei veri addetti e usciva con nonchalance dall'uscita d'emergenza delle cucine.

Vista l'inutilità di rimanere all'albergo, Steve dette l'ordine di andare tutti a riposare e lasciare Janet ad attenderli nella stanza degli interrogatori fino all'indomani. L'ordine fu accettato di buon grado con la sola condizione che prima il comandante si facesse visitare.

Cinque punti sulla tempia e un bendaggio per le costole contuse più tardi, tutti andarono a dormire.

Il mattino seguente il SEAL fu svegliato da una telefonata del governatore, che affermava a sua volta di essere stato 'buttato giù dal letto', da una telefonata da Quantico:

«A quanto pare la mia squadra d'élite durante la notte avrebbe preso in custodia un federale e aggredito un secondo senza che io ne sapessi niente.» spiegò infuriato nell'apparecchio.

«Sì, signore è così in parte. Abbiamo motivo di credere che l'agente Teagan non sia chi dice di essere, visto che sembrano essere abbastanza legati abbiamo estesi i nostri sospetti all'agente Shellye.»

«Quindi è Teagan quello che avete in custodia ora?»

«No, Shelley signore, l'agente Teagan ha evaso l'arresto, signore.»

Il governatore si infuriò sia per la mancata cattura di Teagan, sia per essere dovuto venire a conoscenza dell'accaduto da una telefonata del bureau, invece che dai propri agenti.

Steve rispose a tutte le domande dirette e spiegò che avrebbero fatto tutto il possibile per trovare Brandon, ma che non avevano indizi su dove fosse al momento. Si scusò per non aver avvertito il governatore prima dell'accaduto e che sarebbe stata sua intenzione fare rapporto in mattinata vista l'ora tarda dell'intervento.

A conclusione della telefonata aggiunse, come ormai il governatore si era stufato di sentir ripetere, che si assumeva la piena responsabilità dell'operato della sua squadra e che gli altri stavano solo eseguendo i suoi ordini.
 

A.N.2: 15 Febbraio, capitolo pronto, esame in corso, corso di laboratorio super-impegnativo alle porte... Arriva mia mamma e annuncia di aver finalmente trovato lo stabile per aprire un doposcuola.
Entriamo dentro... scenario post-apocalittico... giochi abbandonati sul pavimento coperto di tappeti, documenti e materiale sparsi ovunque, librerie, cassetti, pavimento; avanzi di cibo che spuntano da mobili mezzi aperti... e un anno di polvere a coprire tutto.

Le pareti di un accesissimo rosso-arancione, soffitti giallo ocra e l'annuncio:

«Il 15 Marzo facciamo l'inaugurazione!»

C'era un sacco di lavoro da fare e poco tempo, per cui non che avessi molta scelta su cosa fare nel mio tempo libero.

Devo essere onesta ci sono un sacco di persone a cui dobbiamo dire grazie, perché al 13 Marzo nell'incredulità generale quel posto era tornato bianco, pulito e ordinato a livello che nessuno avrebbe mai potuto immaginare vedendolo nei primi giorni.

...

Bene è tutto pronto, due giorni all'inaugurazione, quando una mattina si entra e sorpresa delle sorprese, finestra aperta a forza e tutta la spesa per il buffet inaugurale sparita insieme a qualche attrezzo, detersivi vari e la carta igienica.

Un po' come nei film dopotutto o no?

 

Comunque alla fine è andato tutto bene e ora continuiamo a lavorare ininterrottamente per approntare l'esterno per l'estate, quindi le energie per scrivere rimangono molto, ma molto limitate.

 

A presto!
 

Deborah

  
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