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Autore: Death_    25/04/2014    1 recensioni
Una magica notte. L'orgoglio messo da parte, e la nascita di un atteso amore. Passano 50 anni, Sesshomaru ha due splendidi figli ma Rin, essendo un'umana, è morta da ormai 6 anni... O forse no?
Salve a tutti! Sono una ragazza di 15 anni che sogna sempre ad occhi aperti e ho deciso finalmente di condividere con voi il mio mondo! Ho appena iniziato a scrivere quindi non sono molto brava a descrivere trame contorte, paesaggi perfetti e quant'altro... quindi abbiate pietà di una povera babbana!
Divertitevi!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17: Tanto spesso, troppo bene uguale al male è.
 
 
La giornata proseguì senza interessanti sviluppi e arrivarono alla base delle rovine del monte Hakurei al tramonto. Decisero di accamparsi e di proseguire il giorno successivo, quando la luce permetteva di vedere dove mettevano i piedi. Accesero un fuoco e distesero due futon vicino al calore. Prepararono qualcosa da mangiare che fosse commestibile anche per la piccola fata.
ARCADIA: Grazie mille! Non avevo mai assaggiato questo…riso?
GAYA: Si, si chiama riso ahahahahahahhah!
NATHAN: Allora, piccola Arcadia, come sei finita inseguita da quel demone?
ARCADIA: Volete sapere la mia storia, dunque.
GAYA: Non sei obbligata a raccontarcela…
ARCADIA: No, anzi, però devo avvertirvi che non è una bella storia. Noi fate guaritrici un tempo vivevamo sulla sommità del monte Hakurei. Era un posto talmente puro, che nessuno poteva metterci piede. Noi eravamo al sicuro e ogni tanto scendevamo nei villaggi umani per curare i bisognosi e avevamo una vita pacifica. Ma un giorno arrivò un mezzodemone. I venti gridavano il loro nome e apprendemmo che lo chiamavano Naraku, che era un umano, il bandito Onigumo, che per un desiderio carnale aveva offerto la sua anima ai demoni. Si nascose all’interno della montagna portando con se un buddha vivente che erse una barriera molto potente. Fummo costrette a nasconderci per evitare di morire, e mano a mano ci disperdemmo. Alcune di noi furono uccise, altre scapparono nei villaggi che avevano aiutato. Altre ancora decisero di combattere. Che cosa divertente vero? Esserini piccoli come noi, votate alle arti curative, che si mettono a combattere. Ovviamente le mie sorelle furono sconfitte. Arrivarono poi un gruppo di amici, che aveva l’intenzione di sconfiggere Naraku. Un mezzodemone chiamato Inuyasha, una sacerdotessa chiamata Kagome, un monaco chiamato Miroku e una sterminatrice di demoni chiamata Sango. Poi c’era anche un buffo cucciolo di demone volte chiamato Shippou. Loro riuscirono a scacciare Naraku, ma il monte Hakurei fu distrutto. Le poche di noi rimaste, da allora vagano nella foresta. Io sono l’ultima rimasta.
GAYA: Mi dispiace molto…
NATHAN: E’ una storia davvero orribile.
GAYA: Noi conosciamo quel gruppo di amici che dicevi. Inuyasha e Kagome sono i miei zii.
ARCADIA: Sei dunque la figlia di Sesshomaru?
GAYA: Si, ma come fai a conoscerlo?
ARCADIA: No, io conoscevo tua madre. Rin.
Un sorriso malinconico prese posto sul volto di Gaya. Gli faceva ancora male pensare alla madre, nonostante tutto questo tempo. Il discorso finì lì, senza ulteriori spiegazioni. I tre compagni si addormentarono, un po’ ansiosi per quello che l’indomani li aspettava. Il sole stava sorgendo e un raggio colpì in faccia Nathan, destandolo. Era il primo che si era svegliato e stava ammirando il volto della sua amata. Dopo un po’ anche Arcadia si svegliò.
ARCADIA: E’ molto bella, vero?
NATHAN: La più bella che io abbia mai visto…
ARCADIA: La ami molto, non è vero?
NATHAN: Darei la mia stessa vita per lei.
ARCADIA: Sai, oltre ai poteri curativi, io posso vedere dentro l’anima di una persona. E posso dirti che il suo cuore batte solo per te. Anche lei ti ama molto…
NATHAN: Niente può rendermi più felice…
GAYA: Avete finito di confabulare tra di voi?
ARCADIA: Gaya-chan! Ti sei svegliata!
NATHAN: Alla buon’ora, dormigliona.
GAYA: Tu non voi vivere a lungo vero?
Detto questo la mezzodemone gli diede un bacio a fior di labbra, lasciando di sasso Nathan e facendo arrossire Arcadia.
GAYA: Forza! Dobbiamo trovare la tomba di Izayoi prima di sera!
ARCADIA: Oh! Io so dove si trova! Seguitemi!
NATHAN: Finalmente la fortuna è dalla nostra parte!
I due compagni cominciarono ad arrampicarsi agilmente, saltando tra un masso e l’altro, mentre Arcadia si era appollaiata sulla testa di Gaya. Li stava guidando verso il centro di quelle macerie e ogni tanto il suo tono diventava triste e malinconico. Sicuramente rammentava quando lei e la sua stirpe giocavano felici tra le pareti scoscese di quella che un tempo era una montagna veramente maestosa. Ad un certo punto Gaya e Nathan si bloccarono tesero le orecchio in ascolto e annusarono l’aria.
GAYA: Demoni…
Sia Gaya che Nathan sfoderarono le loro spade, preparandosi al combattimento. Dopo un po’, un enorme ammasso di miasma si alzò, costringendo i due ad indietreggiare per evitare di respirare il veleno. La nuvola nera piano piano si diradò, mostrando un demone deforme con gli occhi rosso sangue e dall’aria poco pacifica.
GAYA: Finalmente un po’ di allenamento! KONGOSOHA!
ARCADIA: Ma quella spada…
NATHAN: Si, non dirlo. Ti assicuro che averla puntata contro di sé non è una bella esperienza! Tu ora però vai a nasconderti dietro qualche roccia, altrimenti rischi di essere coinvolta nello scontro.
Poi anche il principe si buttò nella mischia. Non sembravano neanche combattere. Sembrava che danzassero intorno al demone. Erano perfettamente coordinati, ed evitavano i colpi di quel mostro con tale maestria…Era ovvia che erano guerrieri con un livello di combattimento avanzato. Ebbero qualche difficoltà con il miasma, ma alla fine riuscirono a sconfiggere il demone.
ARCADIA: Ora tocca a me! Vi rigenerò la forza e guarirò le vostre ferite.
GAYA: Grazie mille, piccola Arcadia…
NATHAN: Ehi, ragazzi… quella a voi non sembra una lapide?
GAYA: Si! Hai ragione! Forse è quella di Izayoi!
ARCADIA: Si, il posto è questo! Siamo arrivati!
I tre corsero verso la lapide. Arrivati davanti, Gaya si inginocchiò e accarezzò la scritta incisa sulla tomba. Era quasi fatta, ora dovevano solo togliere il sigillo.
GAYA: Ehm, qualcuno ha la più pallida idea di come si toglie un sigillo?
ARCADIA: Possiamo chiederlo direttamente a Izayoi! Se come dite è stata sigillata, la sua anima deve essere ancora sulla Terra!
NATHAN: Si ma non possiamo metterci a urlare il suo nome per chiamarla!
GAYA: Bhe, perché no? Magari funziona! IZAYOIIII! Izayoi vorremmo parlarti! Vogliamo aiutarti a togliere il sigillo!
IZAYOI: Davvero fareste questo per me?
La voce ovatta proveniva da dietro di loro. Contemporaneamente si voltarono e si ritrovarono davanti una bellissima donna, vestita con abiti regali e con lunghi capelli neri. Aveva i lineamenti delicati del volto rilassati, ma aveva uno sguardo vuoto e assente. Era semitrasparente, evidente segno che era solo un’anima e non un corpo fatto di carne e ossa. Gaya annuì con il capo.
IZAYOI: Tanto spesso, troppo bene uguale al male è…
Dopo aver detto quelle parole, Nathan, Gaya e Arcadia giurarono di aver visto l’anima di Izayoi piangere lacrime nere. 
  
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