Come promesso eccomi qui, con un nuovo capitolo!
Scusatemi per il ritardo, ma purtroppo questi giorni sono stati un po' caotici.
Detto ciò vi lascio con il capitolo 35, siamo in dirittura di arrivo!
Buona lettura!
35.
Era passato un giorno da quando Finn era morto
tra le mie braccia. Non avevo più parlato da allora.
Rachel – le dissi –
Siediti!
Santana, cosa è quella
faccia? – disse guardandomi stranita.
È successa una cosa
grave! – dissi sedendomi a mia volta – Al McKinley c’è stata una sparatoria!
Alle parole di Santana,
mi si gelò il sangue nelle vene, il mio pensiero corse immediatamente a Quinn.
Dimmi che Quinn sta
bene! – le chiesi supplichevole e lei scoppiò a piangere. E lì mi cadde il
mondo addosso, non poteva essere, non di nuovo, non adesso.
Santana, ti prego,
parlami! – dissi inginocchiandomi davanti a lei, afferrandole le mani.
Quinn sta bene, ma Finn
no! – disse tirando su con il naso – Lui, Finn, è morto, Rachel! – concluse e
nonostante stessi già piangendo, scoppiai in un pianto amaro. Sentì solo le
braccia di Santana intorno al mio corpo, e i nostri singhiozzi, scoppiare nel
petto.
Quinnie tesoro? – chiese mia madre entrando in camera mia- Amore non ti fa bene stare al buio.
Non ero più tornata a Yale, non avevo più sentito nessuno, neppure Rachel, non
ce la facevo. Sapevo che dovevo starle vicino, ma non riuscivo a smettere di pensare a
quello che era successo.
Quinn, avanti mettiti
su, mangia un po’, ti prego mi fai preoccupare! – disse ancora mia madre.
Mamma, va via ti prego,
tanto non ho fame! – dissi tirando su con il naso.
Quinn amore, non è
colpa tua! Smettila ti prego! – disse accarezzandomi la testa.
Mamma è colpa mia! Quel
proiettile doveva colpire me! Finn è morto a causa mia! – dissi scoppiando a
piangere, ormai non facevo altro. Quella pallottola avrebbe dovuto colpire me,
ero io la destinataria di quel colpo! Soffocai il mio pianto nel cuscino. Ogni minimo
rumore mi faceva scattare come se fosse di nuovo quella fottutissima pistola a
sparare.
Quinn, basta, ti prego
smettila, Finn ti ha salvato e non gli sarò mai grata abbastanza! – tentò ancora
mia madre.
Mamma ti prego lasciami
sola, per favore! – dissi ormai arresa, avevo un mal di testa infernale e volevo
solo dormire.
Ehi va tutto bene? – mi
chiese Kurt, tenendomi per mano, mentre percorrevamo il corridoio del McKinley.
Mi ero fatta tanta di quella violenza psicologica per tornare a Lima, che non
capivo ancora come avessi fatto. Finn era stato tutto per me, tutto! E lo
sarebbe stato sempre. Si sarebbe beccato una pallottola per uno qualsiasi dei suoi
amici, ma non riuscivo ancora ad accettare tutto quello. La violenza c’era
sempre stata nel McKinley ma non fino a quel punto.
Sì, Kurt, penso solo
che Finn mi mancherà da impazzire! Era il nostro gigante buono! – dissi singhiozzando.
Quando arrivammo all’altezza del vecchio armadietto di Finn, vidi i ragazzi del
Glee che si occupavano di un piccolo angolo commemorativo per lui. Per il
funerale di Finn erano tornati tutti, mancavano solo Quinn e Brittany! Quinn
dal giorno della morte di Finn, era sparita, non rispondeva ai messaggi alle
chiamate ed erano giorni che aveva il cellulare spento.
Ehi – mi disse Santana
abbracciandomi stretta a sé – come ti senti? – continuò tenendomi la mano.
Non lo so, San! – dico guardando
i ragazzi. Mr Shue aveva indetto il compito della settimana: una canzone per
Finn! Ero stata la prima a cantare per lui, ovviamente, aveva cantato anche Santana,
che durante la canzone era scoppiata a piangere ed era corsa dall’aula in
lacrime. Kurt l’aveva seguita e con lui si era confidata.
Percorsi i corridoi del
McKinley con un senso di nausea allo stomaco. Avevo giurato a me stessa che non
ci avrei più messo piede, dopo quello che era successo a Finn, ma quel giorno
Santana si era scaraventata in camera mia e mi avevo buttato letteralmente giù
dal letto.
Lucy
Quinn Fabray, alza il tuo culo da quel fottutissimo letto, ora! – urlò – Lo so
che è difficile superare quello che è successo, ma Finn, si, lui, non avrebbe
voluto vederci così! – disse fissandomi negli occhi, dopo aver sventolato le
mie coperte per aria. Vestiti, andiamo al McKinley per il compito di Mr Shue! –
continuò.
Santana
non mi va di cantare! – dissi raggomitolandomi su me stessa.
Fallo
per Finn, per Rachel! – disse e raggelai a sentire il suo nome – Sei una
fottuta egoista Fabray, Rachel ti ha cercata per tutto questo tempo e tu non ti
sei degnata neppure di venire al funerale di Finn! – disse e lì scoppiai.
C’ero
al funerale! – dissi alzandomi di scatto dal letto.
Ah
ma davvero, sai non ti avevo vista? – mi disse allusiva.
Non
voglio fare giochetti con te Santana! – dissi infilandomi in bagno.
Quinn,
se Finn si è beccato quelle pallottole per te, e perché doveva andare così!
Smettila di darti la colpa, l’unica che ha colpa è quella – la interruppi.
È
colpa mia Santana, solo mia, e so che Rachel mi odia per questo! – dissi a voce
bassa.
Rachel
ti ama, e avrebbe bisogno solo di te adesso e tu cosa fai? Ti piangi addosso?
Dove è finita la Fabray che conoscevo io? – mi provocò.
In
questo momento non c’è molto da avere a che fare con la stronzaggine, Santana! –
risposi.
Ti
aspetto in aula canto oggi pomeriggio! Manchi solo tu per dare l’ultimo saluto
a Finn! – disse uscendo dalla mia camera.
Entrai in aula canto e
cercai con lo sguardo Santana, che mi sorrise. Poi vidi Rachel pronunciare il
mio nome e mi si riempirono gli occhi di lacrime. Ero stata un egoista, quando
Finn per me si era sacrificato, quando per Rachel, si era fatto scudo per me,
per non farle perdere il suo amore.
Mi misi al centro della
stanza e cantai quella canzone, che una volta avevo sentito canticchiare a
Finn.
The
sun will still shine tomorrow
So
it’s time for moving on
There’s
not a second for sorrow
Even
though the moments gone
The
puzzle has so many pieces
But
you can’t, you can’t hide
‘Cause
life just keeps on living
And
sooner or later you’ll find
This is not the end
Ho pensato solo di inserire questa canzone, per il resto il capitolo è uguale all'episodio!
Non vi chiedo se vi è piaciuto, perchè è un capitolo triste!
Alla prossima!