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Autore: Eerin    19/12/2004    1 recensioni
Ascoltami bene ragazzo: lei deve morire. Attendiamo da anni la sua morte e tu sai cosa questa morte significa per noi. Vuoi davvero buttare all'aria tutto per una cosa così piccola e sciocca... l'amore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre due righe prima di iniziare... intanto grazie Cordelia per avermi segnalato gli errori di ortografia. Molto spesso pubblico la sera e mi sfuggono errori grammaticali o di battitura. Cercherò di stare più attenta!
Grazie anche a Mucchilla!

***************

Poco dopo mezzanotte Margaret Meebs fece un breve discorso, ringraziando tutti perché la festa era riuscita davvero bene. Probabilmente aveva un po’ esagerato con gli alcolici perché aveva il naso rosso e gli occhi un po’ lucidi, comunque nessuno lo fece notare. La musica riprese. La gente ballava, si sedeva ai tavoli a bere qualcosa. Varie coppiette, durature o appena formate si scambiavano baci in mezzo alla confusione. Margaret girava insieme a un drappello di amici, scherzava, ringraziava tutti e arrossiva ai complimenti. Era al settimo cielo.
Verso l’una la gente iniziò a diminuire, finchè alle due il locale fu nuovamente sgombro. Elizabeth se ne sarebbe andata volentieri anche prima, però non aveva trovato nessuno che andasse nella sua direzione e l’idea di farsi mezzora di tragitto da sola era troppo deprimente. Così era rimasta con Jennifer e pochi altri a vedere la festa piano piano spegnersi.
Le due ragazze raggiunsero ancora una volta il palco, dove la band aveva ormai finito di suonare. Lee stava amorevolmente passando uno straccio di flanella candida sulla chitarra elettrica, mentre Simon si affaccendava attorno alla batteria che, immaginava Jennifer, doveva essere piuttosto complicata da smontare. Howard, l’ultimo componente del gruppo, provava alcuni accordi alla testiera. William non c’era, l’avevano visto prima andare nel retrolocale.
_ Allora ragazze, com’è andata la festa?
Chiese Lee, appoggiando con cura la chitarra e sedendosi vicino a Jennifer.
_ Bene! Proprio un bel party!
Rispose Jen, portandosi dietro le orecchie i capelli ormai abbastanza in disordine. Liz annuì:
_Già… sono piuttosto stanca però ora…
Simon, da dietro la batteria, osservò Liz con attenzione:
_ In effetti hai l’aria di quella che sta sognando un letto e un cuscino… non vi conviene andare a casa? Qui non c’è più niente di interessante.
Elizabeth annuì stancamente, mentre Jen guardò Lee:
_ Pensavo di restare a farti compagnia…
Spiegò. Il ragazzo sorrise.
_ Amore… noi dobbiamo restare a sistemare gli strumenti almeno un'altra mezzora. E poi Margaret..
Indicò la festeggiata che stava ridendo con altre due ragazze dall’altra parte delle sala, ormai quasi vuota.
_...dobbiamo aiutarla a sistemare il locale e parlarle per il pagamento. Insomma… vi conviene andare. Non voglio avere sullo stomaco il peso delle tue occhiaie domattina Jen.
Jennifer acconsentì un po’ delusa.
_ Sarà meglio se andiamo e recuperare le giacche allora Liz…, ehi Liz, ci sei?
Elizabeth si era incantata per un secondo a guardare Lee.
Era davvero un bel ragazzo: occhi scuri ma grandi ed espressivi, capelli biondo oro un po’ spettinati, fisico invidiabile… secondo Liz sembrava un divo del cinema. Ovviamente erano considerazioni del tutto caste: a lei Lee non piaceva ed era felicissima che la sua storia con Jen, iniziata quattro mesi prima, andasse a gonfie vele. Eppure, quando prima l’aveva osservato parlare, le era sembrato di avvertire qualcosa di strano… un sentimento che non era proprio falsità, però ci somigliava. Decise di ignorare la questione, tanto più che era stanca e poteva essersi sbagliata.
_ Si Jen.. scusa.. andiamo allora!
In quel momento ricomparve William, con le custodie degli strumenti.
_ Ehi! Qualcuno se ne sta andando senza salutare!
Esclamò, vedendo le due ragazze scendere dal palco. Buttò le custodie a Howard e le raggiunse.
_ Ladies.. è stato un piacere conoscervi!
Improvvisò un buffo e scherzoso inchino. Le due amiche risero.
_ Piacere nostro! Meglio se andiamo ora, Liz non si regge più in piedi…
_ Già stanca? ..E’ ancora presto!
_ Non fateci caso!..
Urlò Lee dal palco.
_ … è un nottambulo lui! Buonanotte Liz! Notte amore!
I ragazzi si salutarono. Liz e Jen, dopo essere passate a fare ancora una volta gli auguri a Margaret, lasciarono finalmente il locale.
Rabbrividendo un po’ per il freddo raggiunsero la fermata del metro. C’era una ragazza che aspettava. Era sola. Lunghi capelli scuri, liscissimi, le incorniciavano il viso. L’espressione era assente, quasi innaturale. Aveva la giacca aperta, eppure sembrava indifferente al freddo. Non ebbe alcuna reazione quando le due ragazze si avvicinarono. Eppure si conoscevano, e anche bene.
_ Lilli?? Come mai qui da sola?
Chiese stupita Jennifer, quando fu abbastanza vicina per riconoscere Lillian Gres. Elizabeth a sua volta la fissò sorpresa.
Lillian le osservò per qualche secondo, come per capire chi fossero.
_ Jennifer…Elizabeth?
_ No, il lupo mangia frutta!
Disse Jen, forse con troppa enfasi. Liz le diede un colpetto sul braccio. Probabilmente Lillian aveva bevuto e non era molto in sé.
_ Siamo noi Lilli. Come mai sei da sola?
_ Nessuno veniva di qua.
Jennifer alzò gli occhi al cielo.
_ Potevi aspettare noi.
_ Pensavo foste già andate via.
La ragazza parlava senza nessuna sfumatura, in modo incolore. Anche Jen iniziò a pensare che non fosse molto in sé.
_ Sei riuscita a raccogliere tutti i nomi per Margaret?
Chiese Elizabeth, per rompere il silenzio che si stava creando.
_ Si… certo che sì!
Rispose in fretta Lillian. Nel frattempo il metro arrivò. Jen e Liz continuarono a chiacchierare durante il viaggio. All’inizio tentarono di coinvolgere l’altra ragazza, ma questa rispondeva a monosillabi e sembrava quasi infastidita, così rinunciarono. Non c’era bisogno di avere i poteri di Liz per accorgersi che più i minuti passavano, più Lillian sembrava inquieta, come se rimuginasse su qualche problema e non trovasse soluzione. Dopo una mezz’oretta arrivarono alla fermata di Liz.
_ Jen, ci sentiamo domani! Ciao Lillian!
Elizabeth scese. Lillian fissò Jen:
_ Ciao. Jennifer, tu non vai con lei?
La ragazza dai capelli ricci la guardò stranita.
_ Scusa, perché dovrei? Lo sai dove abito!
Anche Liz dalla banchina guardò strano Lillian finchè le porte del treno si richiusero e la metro ripartì.
Lillian battè nervosamente il piede per terra.
_ Pensavo solo…
_ Non importa, non importa. Ma si può sapere quanto hai bevuto?
Sbottò Jen. In realtà non voleva mettere la domanda in modo così diretto, le sembrava un po’ scortese, ma le era uscito di getto.
_ Non ho bevuto!
_ Ma ti sei vista? Non sei in te.
_ Sentimi bene Jennifer! Io sono PERFETTAMENTE in me! E’ chiaro??!
Urlò Lillian. Jen e le altre quattro persone sul metro la fissarono allibite.
_ Stavamo parlando tranquillamente.. che ti ha preso?
Lillian si guardò le scarpe e si morse il labbro.
_ Scusa…
_ Lo vedi? Non stai molto bene. Dai, due fermate e siamo a casa.
_ Non voglio che mi accompagni a casa!
_ Non ti sto accompagnando a casa. Abitiamo di fronte!
Lillian non rispose altro, serrò le labbra e si guardò in torno in preda a una forte agitazione. Nessuno parlò più finchè non scesero alla loro fermata. In religioso silenzio fecero cinque minuti fra le strade immerse nel buio, e stavano per girare l’angolo della loro via quando Lillian si fermò. Jen si voltò a guardarla.
_ Che succede adesso?
_ NIENTE! Devo.. devo fare una telefonata…
Disse Lillian in tono vagamente isterico, e iniziò a frugare nella borsa. Jen scosse la testa, anche perchè in metro l’aveva vista tirar fuori il cellulare e metterlo nella tasca della giacca.
_ Se cerchi il cellulare, l’hai messo in tasca prima.. comunque, a chi devi telefonare a quest’ora?
_ Non ti riguarda! Non devi impicciarti! La smetti di farti i cazzi miei??
Urlò Lillian, smettendo di frugare nella borsa ma senza recuperare il cellulare dalla tasca.
_ Abbassa la voce! Vuoi svegliare tutto il quartiere? Non mi sto facendo i cazzi tuoi! Tu non sei in te! Ora vieni, prima arrivi a casa e ti metti a dormire, meglio è!
Disse Jennifer, sconcertata perché Lillian di solito era una persona allegra e sempre gentile con cui andava molto d’accordo. Per dare più enfasi alla sua ultima frase la prese sottobraccio e fece per girare l’angolo insieme a lei.
_ LASCIAMI STARE!!!
Gridò Lillian, strattonò Jennifer e le tirò una forte spinta, facendola cadere per terra.
_ Ma che cazzo ti ha preso?? Si può sapere???
Disse Jen esasperata massaggiandosi la spalla.
Stava per rialzarsi quando qualcuno comparve da dietro l’angolo. Lillian lo fissò allucinata, era evidente che sapeva chi era, e allargò le braccia. Jennifer sbattè le palpebre e mise a fuoco la figura di un ragazzo che non aveva mai visto prima.
Doveva avere più o meno vent’anni. La sua figura era alta e snella, però aveva delle belle spalle. I capelli sembravano neri col buio, ma Jen immaginò che fossero di una qualche gradazione di castano. Gli occhi erano in ombra così che era impossibile identificare il colore, eppure in un certo senso brillavano. Il naso era dritto, il taglio delle sopracciglia deciso. Le labbra stirate in un piccolo sorriso, finchè non chiese cosa fosse successo.
_ Non volevo colpirla!
Disse semplicemente Lillian, senza smettere di fissare il ragazzo. Lui le passò oltre e porse la mano a Jennifer per aiutarla ad alzarsi. Lei la prese, si tirò su:
_ Grazie. Scusa…Chi sei?
_Un amico di Lillian. Cos’è successo?
Ripetè lui. Aveva una voce profonda, rassicurante e inquietante al tempo stesso.
_ Ah, vorrei saperlo! Mi ha tirato una spinta senza motivo! Si sfogò Jennifer guardando torva Lillian. Poi continuò:
_ …Vuoi spiegarmelo tu cos’ha stasera la tua amica? A proposito.. com'è che passavi di qui?
_ Abito nello stesso condominio di Lillian.
_ Ah… strano non averti mai incontrato prima. Io sto nel condominio di fronte.
Osservò Jennifer. Non che fosse molto interessata. Voleva solo andare a casa, fra l’altro si era accorta di una piccola abrasione alla mano destra. Ricordino della caduta. Quel tizio la stava fissando, come se stesse valutando qualcosa. Infine disse:
_ Mi sono trasferito da poco. Ero uscito a prendere una boccata d’aria. Comunque se è tutto a posto, riaccompagno Lillian a casa. Hai ragione, non mi sembra molto in sé.
Jennifer scrutò il ragazzo un po’ stranita. Ci mancava solo il nuovo vicino sbucato dal nulla. Ormai erano quasi le tre e lei voleva solo buttarsi sul letto e dormire.
_ Giriamo questo stupido angolo e andiamo a casa.
Disse massaggiandosi la testa. Lo sconosciuto annuì e Lillian si affrettò a fare lo stesso subito dopo di lui.
Un quarto d’ora più tardi Jennifer Silverleaf stava dormendo dolcemente.
Anche Lillian Gres andò a dormire presto.
Al contrario, il ragazzo dagli occhi brillanti era ben sveglio.
Nonostante quella fastidiosa complicazione ora ciò che gli serviva.
Ma quella notte aveva un sacco di altre cose da fare.
  
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