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Autore: Riddge    25/04/2014    1 recensioni
Max e Billy partono, come ogni anno, a fare le vacanze estive su nella cittadina di Bethel, in Alaska. Sono convinte di passarle in serenità, lontane dagli studi ed il caos di Anchorage, insieme come hanno sempre fatto... e non immerse in una faccenda ancora più grande di loro.
Esse andranno a contatto con il soprannaturale attraverso due ragazzi che, apparentemente, vivono nel mezzo del bosco. Angoscia e felicità coroneranno le loro vacanze, così diverse e così speciali, che lascerà un marchio profondo nel cuore di entrambe.
Ps. Questa è una storia a quattro mani.
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Dal capitolo due:
[...]– Ehi Max –
– Uh? –
– Esiste la super velocità? –
– Certo – le risponde l’amica, e Billy le guarda le ciocche rosse dei capelli, prima di spalancare gli occhi per guardarla confusa.
– Davvero? –
– Certo che sì… nei fumetti – scuote la testa Max.[...]
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Dal capitolo tre:
[...]Intravede da lontano una figura non appartenente ad un essere umano, ma ad un animale.
Si blocca immediatamente e cerca di capire di quale si tratta.
Sente un altro ululato e, stavolta, è più vicino.
[...]
La percorrono, per tutto il corpo, delle ondate di brividi al solo pensiero di avere un lupo a pochi passi da lei.[...]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due

Il mattino s'infiltra in quel piccolo sprazzo tra una tenda pesante all'altra. La linea di luce corre piano lungo il parquet, dopo minuti, poi risale sul letto a poca distanza e si ferma sul piumone verde scuro, superando la metà del letto matrimoniale.

C'è una gobbetta lì nel mezzo che la luce colpisce, e questa si muove improvvisamente, cambiando dimensione.

Il rialzo continua per la lunghezza del letto, nel buio della stanza, sempre più grande, fino all'altezza dei cuscini dalla quale ciocche disordinate fuoriescono sparpagliate per il guanciale.

Il cruscotto vicino al letto segna le 6 e 59, ed i secondi vanno svelti nella loro corsa, superando la decina.

Ai piedi del letto vi sono scarpe sporche, un po' più lontano si intravvedono dei jeans sul pavimento e altro ancora: dal giaccone buttato nei pressi della porta chiusa, ai calzettoni penzolanti su una sedia. Il disordine regna nella stanza da letto di piccole dimensioni, mentre il resto degli oggetti presenti sembrano irrigiditi sotto un sottile strato di polvere.

Da sotto proviene un tonfo ed uno strillo, ma Billy si limita a rigirarsi, non svegliandosi.

L'ora da le 6 e 59 minuti e 57… 58… 59 secondi.

Un suono assordante scoppia improvvisamente nella stanza, acuto e scocciante, ma tanto è bastato a far destare la ragazza dai sogni che ha già allungato una mano a spegnere l'affare: la sveglia.

Dalla mano si estende al braccio, che va su verso la spalla resa nuda dalla maglietta scivolata sull'avambraccio, poi il collo roseo ed infine tutta la faccia.

Il processo dura un paio di secondi, poi Billy spalanca gli occhi scuri.

La prima cosa che vede è la lampada appesa al soffitto, appena scorgibile nell'oscurità che avvolge il tutto.

Sbadiglia.

– Secondo giorno, pulizie – sussurra come buongiorno, poi percepisce imprecazioni dal piano di sotto. Sbuffa, – Perfetto, colazione preparata da Max. Chissà che combina quella –.

In poco tempo Billy si ritrova in piedi ad infilarsi calzettoni puliti ed i pantaloni del pigiama, dopo aver scostato letteralmente le tende, rendendo la stanza luminosa anche grazie al vivace arancione delle pareti.

– Max! – urla scendendo le scale della casa di corsa, ma a metà mette un piede in fallo e rovina giù, con un grido acuto.

I passi dell'amica accorrono pesanti, mentre grida il nome della ragazza assieme ad un – Ch'è successo? – preoccupato. Arrivata ai piedi delle scale, ad occhi sgranati vede una Billy a terra, che si massaggia il fondoschiena urtato, con una smorfia dipinta sul viso.

– Che giornata del cavolo! – sbotta la ragazza caduta, lacrimando dagli occhi. E anche Max lacrima… dal ridere, guadagnandosi un'occhiataccia dalla mora. Poi si ricompone e le porge la mano, per tirarla su.

– Mattina superba – ghigna la ragazza con le mesh rosse.

– Taci – le ringhia contro Billy, ma un odore sgradevole le fa arricciare il naso; l'odore proviene dalla cucina, dalla quale fumo non del tutto grigio fluttua ed attraversa la porta. Allarmata, salta su e scuote l'amica in modo convulso, da sballottolarle la testa avanti ed indietro.

– Max la colazione, la colazione! – strilla affrettandosi ad entrare nella stanza, aprendo le finestre.

Max impreca facendo rimbalzare i capelli neri in preda al panico, poi tira un urlo lancinante non appena la padella prende fuoco.

– Fuoco… FUOCO! –

– L'estintore, Max, l'estintore! –, ma l'amica è troppo paralizzata, mordendosi le mani con la fronte aggrottata, tremando da capo a piedi. Dunque Billy scatta e fa una scivolata sul pavimento, frugando sotto il lavandino per estrarre l'estintore rosso.

Lo aziona e tutto il fuoco cessa, lasciando del bacon carbonizzato sulla padella.

Le due ragazze ansimano, una con l'estintore in mano, l'altra con i guanti per la cucina, con le guance arrossate e gli occhi aperti e pieni di panico. Poi essi si incontrano, gli occhi blu di Billy con quelli insolitamente viola di Max, mentre il fumo esce dalle finestre aperte ed il sudore solca la loro fronte.

Gli occhi di Billy s'induriscono in un primo istante, contraendo la mascella.

– Sei una cretina! – la rimprovera, con i capelli di un rosso mogano sconvolti, e sembrano voler prendere il posto dell'incendio appena domato.

Un attimo dopo il suo viso si addolcisce, mentre le labbra di Max s'incurvano in un sorriso.

Dapprima entrambe cercano di contenersi, ma l'assurdità di quella mattina (e forse anche alimentato dal caos di ieri, durante il tragitto) le fa scoppiare in una risata sguainata, al che si piegarono in due per le convulsioni.

Ridono e ridono, prendendo l'evento positivamente anche per un solo secondo e, in accordo, decidono di vestirsi ed uscire alla luce del sole per prendersi un cappuccino alla prima tavola calda che avrebbero trovato, non abbandonando il sorriso e parlando di tutto.

Il mattino iniziato male invece continua per il verso giusto, e una volta a casa ad accoglierle c’è il casino e le valige che avrebbero reclamato di essere sistemate.

Le due si rimboccano le maniche e, mettendo l'iPod sulle casse e facendo partire la loro band rock preferita, si danno da fare tutto il giorno, pronte a crollare nuovamente a letto, la sera.

 

* * *

 

Billy si guarda intorno, lanciando più volte uno sguardo alla lista che tiene nella mano sinistra. Più parole sono già state cancellate con una riga netta, indicano gli alimenti o gli oggetti che già vengono trascinati col carrello tra gli scompartimenti del mini market.

Spesso si ferma davanti a quegli specchi posti casualmente, e ancora una volta eccola a contemplare la sua immagine riflessa, con un cipiglio critico ed accigliato.

Lo specchio la riflette identica a come è: con i lunghi capelli mori solitamente tendenti al rosso e che esplodono in un’infinità di onde, gli occhi blu così scuri - che a volte le parevano diventare completamente neri -, il naso leggermente all'insù e quel viso reso infantile dalle guance piene che le ha ereditato dalla zia da parte paterna, che detesta con tutta sé stessa. E poi c’è anche il problema della sua altezza, così piccola a dispetto dei suoi quasi diciott’anni, che la tormenta ogni volta che si trova in pubblico, oppure quando va a comprare le sigarette, e continuamente viene costretta a mostrare la sua carta d’identità e gli anni effettivi. Fortunatamente Max la supera di solo pochi centimetri, se non di appena uno, e quindi con lei si sente più a suo agio. Spesso addirittura prendono in giro quelli alti, che per loro sembrano sempre troppo affusolati.

– Il pane, manca il pane – sussurra tra sé, muovendosi goffamente con il carrello. Un momento dopo questo s’impiglia in qualche tegola e lei ci va contro bruscamente, tossendo, – Accidenti –.

Pian piano il carrello si riempie, e le parole nella lista vengono tutte sbarrate.

– Maledetta Max, poteva venire anche lei ad aiutarmi – sospira, guardando dolente il carrello pieno, che oltretutto è anche pesante.

– Vai a fare la spesa da sola per favore? Io continuo a pulire casa –, le aveva detto con un sorrisone, brandendo uno swiffer impolverato, – così ci dividiamo il lavoro e facciamo prima –.

Billy si era trattenuta dal imprecare, cosa che comunque faceva quasi mai, dopo che - sempre insieme - avevano stilato la lista di cose da comprare che riempì un foglio da circa venti centimetri buoni.

– Lo stai facendo apposta, lo so che non vuoi faticare a portare la roba. E per cosa poi? Tanto prendo la macchina – le aveva risposto seccata, ma alla fine si era rassegnata ed era corsa in camera sua a prepararsi, dato che i vestiti utilizzati poc’anzi erano fradici per le palle di neve ricevuti dall’amica.

Ansimando, Billy porta le grosse buste sino alla macchina, caricandole assieme ad altre quattro, facendo oscillare l’auto per un secondo.

Entra dentro e, guardando a mala pena lo stato pessimo in cui la macchina è conciata - e per il vetro sostituito temporaneamente da della plastica trasparente apposita - mette in moto ed ingrana la marcia per uscire dal piccolo parcheggio.

Sospira per l’ennesima volta, pregando che non le succeda altro e che la giornata continui a filare liscia come l’olio ma, come tante altre volte, Billy sbaglia sempre a parlare così presto dato che, durante la via del ritorno, si ritrova costretta a pigiare il freno all’improvviso: un grosso labrador albino le ha appena tagliato la strada e si ferma, cocciuto, in mezzo posando il fondoschiena peloso sulla neve ghiacciata.

– Accidenti, accidenti e ancora accidenti! Possibile che ogni cavolo di animale debba prostrarsi ai piedi della mia stupida macchina! Cavolo! – sbotta spazientita, pigiando con forza il clacson nella speranza che l’animale scappi via spaventato. Ma questo continua nella sua posa stantuaria, con il muso diretto verso la boscaglia affianco alla strada, la coda ferma per terra e gli occhi scuri completamente spalancati. Poi apre la bocca e tira fuori la lingua, cominciando a scodinzolare come un ossesso.

Billy si porta una mano sulla fronte, cominciando a massaggiarsi le tempie, ma un’ombra scura le passa davanti e, alzando gli occhi, guarda esterrefatta l’uomo che ha appena affiancato il cane, e che allunga una mano ad accarezzargli la testa. Questo scodinzola ancora più forte.

Billy li guarda esterrefatta, poi cala il finestrino.

– Scusi –

L’uomo si volta a guardarla, ma gli occhi sono celati dagli occhiali da sole. Billy se ne accorge e lo guarda perplessa: come può qualcuno portare degli occhiali da sole quando di sole non si vede nemmeno l’ombra?

– Prego? – le chiede lo sconosciuto.

– Avrei bisogno di passare, se non le dispiace, sono un po’ di fretta – risponde allora, educata, ma si sente l’impazienza nella sua voce, quel pizzico di durezza che fa voltare la testa al cane.

– Sì, scusi –.

Qualcosa la sorprende, inchiodandola per vari secondi al sedile della macchina, con l’aria gelata che entra attraverso il finestrino calato. Il tempo di battere le ciglia ed il cane con il suo padrone con gli occhiali da sole sono già spariti, troppo in fretta.

Spalanca la bocca.

– Che cavolo!… –.

Scuotendo la testa torna in marcia, e per poco non sbanda per via del ghiaccio, che le è servito per svegliarsi ed indirizzare i suoi pensieri alla guida. Arrivata chiama Max, che accorre infagottata, aiutandola a portare dentro la spesa.

– Ehi Max –

– Uh? –

– Esiste la super velocità? –

– Certo – le risponde l’amica, e Billy le guarda le ciocche rosse dei capelli, prima di spalancare gli occhi per guardarla confusa.

– Davvero? –

– Certo che sì… nei fumetti – scuote la testa Max, – Cosa succede? –

– Ho visto un uomo sparire all’improvviso – sussurra Billy, aiutandola a sistemare il cibo che va messo nel frigo.

– Sei allucinata? – le chiede allora la corvina, scrutandola divertita con gli occhi viola, – Oppure hai fumato troppo? Te lo dico sempre che il fumo fa male –

Si becca la solita occhiataccia da Billy, che subito dopo rivolge l’attenzione sulla confezione di latte che ha in mano. L’espressione cambia, ed aggrotta la fronte.

– Può darsi –.

Guarda un secondo fuori dalla finestra, poi sistema il latte nel frigo e sente borbottare qualcosa da Max, che guarda i piselli surgelati, e alle sue orecchie arrivano parole come ‘zuppa’, ‘cena’, ‘calderone’.

– Eh no, cara mia, questa sera cucino io. Con il disastro di stamattina, fidati che ti lascio cucinare – le strappa di mano i piselli, che infila nel freezer.

Max la guarda supplichevole, ma la fulminata di Billy le fa cambiare idea e dice qualcosa a proposito del tempo, poi dello scantinato e dello sgabuzzino.

Billy l’ascolta con solo un orecchio, immersa nei suoi pensieri, anche quando le due si avviano in cantina pronte per fare un resoconto di tutto il ciarpame lasciato dentro.

Le domande affiorano prepotenti, nonostante è evidente che non dovrebbero essere affari suoi, e quegli occhiali da sole ancora la lasciano perplessa.

 

Cos’era realmente successo prima?

 
 



 








 

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Angolino autrice:
Ehmm, sì! Sono (mooolto) in anticipo! Avevo detto che avrei aggiornato settimana prossima (se, come no), ma... eccomi qui! ^__^" ero, come dire, troppo impaziente di pubblicare il secondo capitolo. Il computer mi guardava con occhietti dolci e... non ho resistito. Che ragazza debole ed influezabile!
Coooomunque, tornando alla storia, qui finalmente si viene a conoscenza dell'altra protagonista e (meraviglie delle meraviglie!) fa la sua prima apparizione uno dei due ragazzi! Ed il suo adorabile cagnolone (ho una specie di adorazione per quel cagnolone... okay, per tutti i cani in generale). Okay sì, non è molto, ma ci tenevo XD
Bene, commenti, critiche? Vi lascio alle recensioni :) ci tengo anche a ringraziare LovingLove per averci messo nelle preferite e per la sua recensione, e ringrazio anche tutti voi altri lettori silenziosi che siete venuti a dare un'occhiata!
Buon proseguimento a tutti e a presto,

Dess

 

  
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