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Autore: The Mind Of Ema    25/04/2014    3 recensioni
Sera a tutti!
Questa storia parla di un collegio molto speciale appunto il St.Bliss ,se vi chiedete il perchè del nome è la nave che cade dal cielo durante la saga di Skypiea, dove i personaggi di One Piece studieranno e vivranno la loro vita tra sogni,dolori,amicizie e amore.
"Degli improbabili capelli rossi sorretti da un paio di occhiali d'aviatore spiccavano in aria. -Non ci credo che c'è ancora quello per scienze applicate!- ringhio la mora battendo il piede a terra. -E di che ti preoccupi?! Ricomincerete le litigate epiche no?- rise il suo vicino che parò con destrezza un pugno da parte della ragazza."
"-Benvenuti a tutti alla prima ufficiale assemblea d'istituto di quest'anno scolastico! Mi permetto di presentarmi ai nuovi arrivati- pronunciò a quel punto piegandosi un po più avanti sul microfono -Io sono Shanks “il rosso” il vostro preside! Benvenuti nella scuola più rinomata di questo paese il collegio misto St.Bliss- Un boato d' applausi scaturì per la stanza. Era iniziato ufficialmente anche quell'anno scolastico."
Spero che che vi piaccia e vi faccia ridere! Arrivederci!
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartolomeo, Eustass Kidd, Nico Robin, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sei e quarantacinque di una mattina grigia nel Istituto collegiale misto St.Bliss. Era un istituto grande di forma circolare che spiccava in mezzo alla radura isolata e innevata di quel posto. La scuola non era ne privata ne esclusiva. Era stata pensata inizialmente come un orfanotrofio,e ancora oggi,in fondo lo era. Ogni persona capace in un determinato campo poteva entrarci superando un facile e veloce esame di ammissione. Era una scuola unica nel suo genere e da lì si pensava uscissero le più rinomate menti dei giorni nostri. In mensa, che forse era quasi più igienica dei bagni, il candore delle pareti, del liscio marmoreo, dei tavoli e delle panche si mescolava alla luminosità incredibile fornita da ampie finestre a muro prive di tende, dalle quali i ghiacci invernali rendevano l'atmosfera ancora più asettica. Il bancone, solitamente gremito, era vuoto visto l'orario,troppo presto perché qualcosa fosse pronto. Un infinito numero di tavoli rendevano il luogo incredibilmente caotico, sebbene l'ordine fosse maniacale. Due ragazzi chiaramente dell'indirizzo psicologico sociale sedevano ad un tavolo. Si riconoscevano subito, oltre alla classica pezza di pelle sulle maniche, si notava dalla postura e dal tono di voce. Erano rilassati ma si osservavano con un fare manicale che sembravano studiarsi e a ogni movimento insicuro dell'altro si sarebbero aggiudicati la diagnosi perfetta. Frequentavano la terza,e si notava,non potevano avere più di diciassette anni. Il primo era un giovane ragazzo dai capelli neri corti quasi rasati con un sorriso da ebete stampato in viso e l'altra era una ragazza dai lunghi capelli ricci color del cioccolato fondente, lei invece non sorrideva stava seduta tranquilla tenendo tra le mani un monetina doro legata a un filo bianco che risplendeva e la faceva dondolare avanti e indietro davanti agli occhi,neri anch'essi, del ragazzo.
-Ipnotizzati,ipnotizzati, ipnotizzati..- continuava a ripetere, con la sua voce limpida e speranzosa lei. Gli occhi dolci come quelli di un cerbiatto erano puntati sul viso del ragazzo che da sorridente era passato a ghignante.
-Non ce la faresti neanche tra cent'anni- rise lui, la sua voce dal tono basso risuonò in tutta la mensa. La ragazza fece per rispondere ma un forte tonfo fece scattare in piedi i due che si girarono verso le scale marmoree appena lucidate. Una ragazzina ,sui quindici anni, dai capelli castano chiaro spettinati si alzò da terra massaggiandosi il sedere con la faccia corrugata in una completa espressione di dolore. Non era molto alta ma aveva il corpo di una ragazza con le curve giuste al punto giusto. La bruna scoppiò in una sonora risata.
-Oh Luna ciao..Sei arrivata in ritardo ma per la tua caduta epica te l'abbuono per sta volta- commentò tra una risata e l'altra. Il ragazzo sbuffò e andò a darle una mano.
-Sei proprio rimbambita- proferì con tono quasi glaciale il corvino controllando che stesse bene. -Da che pulpito Ema- disse la più grande andando verso di loro. La divisa invernale le copriva per bene il corpo non permettendo al freddo anche solo di sfiorarla. La gonna cenere che le copriva le cosce svolazzava di qua e di la a ogni suo passo e le calze arancioni pastello le coprivano metà polpaccio. Gli stivaletti bassi ticchettavano a ogni passo che faceva. La camicia nera ,a maniche lunghe e larghe ma stretta sul busto, le faceva le risaltare le floride curve. Non portava stranamente il fiocco arancio d'ordinanza. Anche Luna era vestita uguale visto che la divisa era l'unico vestito che si poteva usare durante il corso della mattinata e nei club. La bionda si differenziava solo per i polsini con lo stemma ufficiale della scuola. Quello era il segno che il suo indirizzo era scientifico. Alzandosi si sistemò il fiocco arancione,che aveva intorno al collo, che si intonava alla sua pelle chiara e puntò gli occhi azzurro grigiastri su Beatrice che camminava verso di lei con un ghigno strafottente.
- Abbuonarmi cosa?! Tu e i tuoi orari improponibili- le urlò contro la ragazza dagli occhi azzurri
-Non mi sembrano così improponibili visto che un quarto d'ora per prepararsi basta e avanza decisamente!- rispose prontamente lei squadrandola. Emanuele assisteva a tutto questo appoggiato a una finestra per sentire il vetro freddo sulla pelle. Lui invece indossa enormi pantaloni neri con i risvolti in azzurro e una camicia grigiastra, con le maniche larghe e il corpo stretto anch'essa,con il colletto alto e una cravatta azzurra con tre righe nere. Il fisico magro ma allenato non risaltava molto ma si capiva che aveva un corpo segnato da incessanti allenamenti di qualche sport. Il ragazzo sbuffò.
- Ragazze se volete arrivare precise in riunione siamo in ritardo- commentò iniziando a salire le scale bianche con i corrimano bianchi ornati da piccoli rilievi a fiori. Le due lo seguirono senza esitare.

I tre ragazzi decisero che per arrivare nella grande sala delle riunioni sarebbero passati per il corridoio principale che li avrebbe portati all'ascensore rotondo dove facilmente sarebbero arrivati al primo piano dell'edificio. I portoni blindati ad apertura automatica li fecero passare dalla sala mensa a una graziosa saletta d'aspetto, il cuore della loro scuola, in stile sobrio ed elegante. Infondo ad un ampio corridoio costeggiato da altissimi acquari popolosi di qualsiasi pesce o animale marino, l'ascensore in vetro, circondato da una semi luna d'acqua e delle graziose piante. Il pavimento era piastrellato di bianco e le panche erano del medesimo colore. Era tardi si dissero e probabilmente erano già tutti in riunione. Luna chiamò l'ascensore che arrivò in un lampo e i tre ragazzi ci salirono. Quando furono al primo piano i tre scesero e iniziarono a superare le aule , le sale insegnanti e le svariate sale ricreative dei club fino ad arrivare alla grande sala riunioni. Per l'occasione, le porte d'ingresso erano state foderate da cuscinetti in velluto; solo un ovaleggiante vetro all'altezza della testa separa l'Accademia dalla sua assemblea più importante.
A coprire pudicamente gli ingressi, incredibili panneggi di tende scarlatte, vellutate e pesanti. Ai lati della stanza erno stati meticolosamente riposti divanetti, poltroncine, sedie e tavolini ricoperti da ampie tovaglie fino a terra, drappeggianti e vaporose. Naturalmente l'accesso a quella comodità assoluta era rivolto solo ai professori.
Alla parete nord, comodamente su spalti decorati, sedevano il preside e i cinque rappresentati degli studenti. Sotto di loro un marmo liscio e bianco si estendeva a perdita d'occhio, regalando all'ambiente una elegante, genuina luminosità. I lampadari a cinque piani in cristallo, perfetti per una simile ricorrenza illuminavano la stanza già stra colma di studenti.
-Io vado al mio settore- disse gesticolando Luna e indicando delle graziose poltroncine azzurre. I due ragazzi la salutarono e si andarono a sedere sulle poltroncine ricoperte da del velluto rosso sangue. Cinque colori per cinque indirizzi. L'indirizzo psicologico sociale il rosso, l'indirizzo scientifico l'azzurro, l'area artistica di un bel colore giallo accesso, l'area delle scienze applicate il grigio e l'indirizzo linguistico il verde.
Beatrice e Emanuele guardarono dalla loro posizione,che sembrava quasi avere dei favoritismi come quella scientifica, i cinque rappresentanti degli studenti. Per il loro indirizzo c'era Marco soprannominato “La Fenicie” un ragazzo di quinta molto bravo nello studio ma dall'aspetto ridicolo.La sua testa sembrava un ananas. Poi gli occhi si spostarono su un altro ragazzo di quinta Trafalgar Law che era lì per l'indirizzo scientifico, la mora si ricordava che Luna parlava spesso di lui e di quanto fosse intelligente e furbo e poco dopo si ricordò anche che la sua migliore amica lo odiava. Aveva degli splendidi capelli neri coperti da un cappello a macchie bianche e nere e due occhi grigi il tutto completato da uno strano ghigno in volto. Quel ragazzo li metteva abbastanza in soggezione quindi cambiarono area. Gli occhi di Emanuele si scontrarono con quelli azzurri dell'unica ragazza presente sul palco e subito il corvino arrossì. Nico Robin una delle più belle ragazze della scuola lo aveva degnato uno sguardo sorridendogli. Se non fosse stato per Beatrice il ragazzo si sarebbe messo a sbavare. Seduto accanto a lei un ragazzo riccio degli occhi neri i due non si ricordavano bene il nome, Usop gli sembrava. E infine quello che Beatrice classificò come il suo incubo peggiore, per un'intera estate aveva sperato di non rivederlo più e eccolo là Eustass Kidd. Degli improbabili capelli rossi sorretti da un paio di occhiali d'aviatore spiccavano in aria.
-Non ci credo che c'è ancora quello per scienze applicate!- ringhio la mora battendo il piede a terra.
-E di che ti preoccupi?! Ricomincerete le litigate epiche no?- rise il suo vicino che parò con destrezza un pugno da parte della ragazza. Si creò un brusio insistente nella sala quando tutti gli alunni furono seduti. Ormai erano le nove passate ed erano già in grande ritardo visto che l'assemblea sarebbe dovuta incominciare alle otto. Il preside si alzò dal suo posto e si avvicinò al microfono. Guardò i ragazzi, le matricole mormorarono vedendo l'uomo vestito in un modo veramente particolare e informale per un preside una camicia bianca,pantaloni marroni e sandali. Ma non fu quello che colpì i ragazzi come non furono neanche le tre cicatrici sull'occhio sinistro ma al contrario i capelli rosso acceso.
-Benvenuti a tutti alla prima ufficiale assemblea d'istituto di quest'anno scolastico! Mi permetto di presentarmi ai nuovi arrivati- pronunciò a quel punto piegandosi un po più avanti sul microfono -Io sono Shanks “il rosso” il vostro preside! Benvenuti nella scuola più rinomata di questo paese il collegio misto St.Bliss- Un boato d' applausi scaturì per la stanza. Era iniziato ufficialmente anche quell'anno scolastico.

Angolo Autore

Benvenuti nella mia nuova storia, come vedete io descrivo molto per questo capitolo sono stato un po pedante ma non preoccupatevi nel prossimo le descrizzioni saranno minori e meno dettagliate. Questi saranno gli unici OC presenti in tutta la storia quindi avrete pochi nomi da ricordare. Beh spero solo che vi piaccia e se vi piace la continuo..
Saluti da The Mind Of Ema 

 

  
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