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Autore: _ M i r a i _    25/04/2014    2 recensioni
[forse una long (ma quand-)][molti accenni di pairings][OOC][età vittoriana, Inghilterra]
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-stia attento: quegli occhi non hanno un'aura-
[...]
-ha ingannato me e ingannerà anche te, perché siamo uguali-
[...]
-facciamo un gioco, ti va?-
_________________________________________________________
...Now, find me.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Minamisawa Atsushi
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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I rami grigi e marroni incorniciavano il cielo, stranamente bianco e a tratti nero. Non c’erano più foglie, tutte ormai erano sul terreno e, ricordando ciò che era accaduto, ora anche lui era su di esso. Per un momento d’ironia pensò di immedesimarsi in una foglia, lasciandosi portare dal vento freddo, in quel momento assente.
Percepì la terra sotto le mani: le foglie cadute costruivano un pavimento bagnato e soffice, gelido, come un cadavere. Messe l’una sull’altra in modo sparso e allo stesso modo preciso sembravano una cosa sola, un’unica superficie.

Si mise a sedere; il dolore alla testa era cessato, forse da quando era svenuto. Ormai era giorno fatto, forse mezzogiorno. Spostò lo sguardo su di se: apparentemente nulla di rotto, solo un graffio appena sotto il ginocchio. La camicia da notte era sporca e aveva uno strappo proprio nel punto che scopriva la ferita, probabilmente la causa della caduta. Si toccò il capo, accertandosi di non aver subito gravi danni.
Tentò di rimettersi in piedi, fallendo miseramente. La ferita alla gamba era evidentemente più profonda di quanto pensasse, dolendogli appena poggiava il suo peso sull’arto. Riprovò ad alzarsi, riuscendo a stare in equilibrio principalmente su una gamba sola. Sospirò.

-finalmente sveglia, principessa?- la voce alle sue spalle non riusciva proprio a riconoscerla. Un timbro vocale non troppo basso, ma abbastanza vicino da farlo raggelare. Roteò la testa dietro di sé e vide il ragazzo, quel ragazzo, distante da lui poco più di due metri. La chioma celeste spiccava fra quella carnagione scura, facendo venire a Minamisawa il dubbio se esistesse un caso simile da qualche parte nel globo. Gli occhi neri ormai era abituato a vederli, quindi non ci fece molto caso. Era vestito di una camicia bianca, pantaloni verde muschio poco oltre il ginocchio e bretelle del medesimo colore sulle spalle. Aveva indosso scarpe nere lucide e delle calze corte bianche. Sorrideva.

Atsushi si avvicinò a lui, zoppicando lentamente. Quando gli fu a pochi centimetri di distanza constatò che il ragazzino era più basso di lui di una decina di centimetri; a metterli vicini il viola sembrava almeno di due anni più grande del turchese. Dopo averlo squadrato dalla testa ai piedi e dato un’occhiata nel territorio circostante, si decise a parlare.
-ragazzino, vi siete perso?- il sorriso sul viso dell’altro si spense, lasciando un mezzo broncio irritato.
-non si rivolga a me con quel tono, penso di avere più o meno la sua età. Mi chiamo Kurama Norihito e, no, non mi sono perso- rispose con una punta di acidità nella voce. Il viola rimase confuso dalla sua risposta.
-mi scusi, penso si sia sbagliato. Questo bosco è una proprietà della mia famiglia e, a meno che non siamo cugini lontani o lei tratti di affari con i miei genitori, io non penso che le guardie la abbiano lasciata entrare così facilmente qui. Ad ogni modo, il mio nome è Minamisawa Atsushi, e non sono contento di vederla, visto che da un po’ di tempo a questa parte il suo sguardo mi perseguita- dopo questo discorso Norihito rimase per un momento immobile, poi cambiò totalmente l’argomento della conversazione.

-lei è ferito al ginocchio, vero?- disse accennando con gli occhi al ginocchio di Atsushi, che cercò di mantenere, per quanto possibile, la calma.
-mi faccia la cortesia di non divagare. E poi, non è null- per sbaglio appoggiò la gamba e gemette di dolore, quasi cadendo. Il più basso rise di gusto e tirò fuori da una tasca un fazzoletto di tessuto azzurro. Si avviò verso un albero piuttosto basso i cui rami gocciolavano acqua, vista la pioggia che cadeva sempre. Avvicinò il fazzoletto ad un piccolo rametto e, a pochi centimetri da esso, fece cadere qualche goccia sul velo. Quando fu abbastanza imbevuto tornò da Minamisawa, il quale era rimasto a guardare in silenzio, e glielo avvolse attorno alla ferita.
-…grazie Norihito- riuscì a spiccicare, stupito dal gesto dell’altro. Il turchese alzò gli occhi verso Atsushi e fece un cenno di approvazione rivolto a lui. Era strano ma, per quanto quello sguardo inchiostro lo avesse perseguitato e inquietato fino a poche ore prima, ora non gli faceva alcun effetto.

Kurama si alzò in piedi, aiutando anche il viola a rimanere in piedi. Minamisawa provò a sostenersi da solo, riuscendo a camminare senza cadere.
-va meglio ora?- chiese e l’altro fece cenno di sì col capo, facendolo sorridere compiaciuto, come per vantarsi. D’un tratto parve come risvegliarsi, spalancando gli occhi, come se si fosse ricordato qualcosa di importante.
Afferrò Atsushi per il polso destro, iniziando a correre ancora più in profondità del bosco, non dando assolutamente peso alle proteste del viola. L’unica risposta che ottenne quest’ultimo fu:
-tranquillo, ci divertiremo- in un tono che non lasciava trasparire alcun’emozione, piatto. Continuò ad urlare di lasciarlo anche se, alla fine, si lasciò trascinare dalla curiosità e da Kurama.




-eccoci!- esclamò l’azzurro tutto eccitato, lo sguardo deciso e il sorriso sulle labbra. Minamisawa, poco dietro di lui, era appoggiato ad un albero, ansimante, con una mano sul torace, quasi come se i polmoni gli fossero esplosi da un momento all’altro. Non riuscì a calcolare per quanto tempo avevano corso ma doveva essere per forza molto tempo, visto che dopo un quarto d’ora non aveva più retto.
Come faceva a non essere stanco dopo quella estenuante corsa come non ci fosse un domani? Non lo sapeva, non gli interessava e non se lo continuò a chiedere.

Fatto sta che, dopo un periodo imprecisato di tempo, si erano addentrati nel vero e proprio cuore del bosco -per sfortuna di Atsushi. Le differenze non erano sostanziali: la vegetazione era meno curata rispetto al margine, visto che i giardinieri che raramente se ne occupavano non si addentravano mai così tanto, per paura di non uscirne più che altro. Gli stivali del viola scivolavano sull’erba bagnata mista a foglie, rendendo difficile muoversi velocemente. La cosa che lo colpì di più fu il grande pino al centro dello spiazzo in cui si trovavano: era alto, molto più alto di qualsiasi pino avesse mai visto, tanto da non sembrare nemmeno naturale e fece riflettere Minamisawa sul fatto se riuscisse a vederlo dalla sua finestra. Gli aghi erano verdi, stranamente striati di rosso, cosa davvero insolita per un sempreverde.

-qui è dove giocavo sempre-.
Gli occhi ambra di Atsushi si spostarono su Kurama, intento ad osservare l’albero “innaturale”. La sua espressione aveva un sorriso appena accennato, da cui non sembrava trasparire alcuna emozione evidente. Anche il volto dell’altro era indecifrabile, però non stava sorridendo; lo sguardo sembrava assente, anche se lui era concentrato sull’azzurro. Questo si voltò verso di lui, la stessa espressione e le braccia incrociate dietro la schiena, i piedi leggermente divaricati, come un soldato nella posizione “riposo”.

-e… giocavi da solo?- domandò Atsushi con nonchalance, senza nemmeno curarsi di dare del lei. Non lo ritenne strettamente necessario. Fece vagare lo sguardo senza vera attenzione, semplicemente non amava guardare le persone in faccia. Norihito emise un sospiro, solo dopo qualche secondo parlò, come se fosse difficile argomentare bene la risposta.
-beh, ho avuto tanti amici con cui giocare, sempre allo stesso gioco. Non credo di avere mai perso, sai?- mentre parlava si avvicinava sempre di più al viola, il quale rimaneva fermo a scrutarlo, ascoltando ogni singola parola.

-…facciamo un gioco, ti va?- se ne uscì all’improvviso, attirando la vera attenzione di Atsushi. Il viola assottigliò lo sguardo impercettibilmente.
-che genere di gioco?- fu la domanda che gli uscì dalle labbra screpolate. Il sorriso del turchese si allargò ancora un po’.
-hai presente il nascondino?-.











Ω Corri e salta dietro la Laura, finche non aggiornerà! Ω
Un mese. Mi ci è voluto un mese per aggiornare. Scusatemi  ._. ashtag si ammazza
Eh, non ho mai scusanti. È che il tempo ce lo avrei, le idee… più o meno, però mi perdo e non decido mai quando mettermi difronte al computer e scrivere seriamente >.<
Non vi prometto nulla perché so che non manterrò nulla di quello che prometterei (?), quindi spero solo che mi perdonerete.
Sto anche pensando di scrivere un libro, figurarsi -u- dovrò passare il resto dei miei giorni attaccata al computer.
So che seguite in pochissimi la fic (sui quaranta circa…) quindi, visto che siete pochi forgive me ^^”
Se rileggete l’angolo dello scorso capitolo e lo confrontate con questo vi fate tante risate. Sul serio, fatelo .
La trama si è sviluppata un po’ di più! Che succederà? Giocheranno a nascondino coi Teletubbies? (?)
Chi scommette su Tinkie Winkie?
Dunque, vi saluto e al prossimo aggiornamento :)
Aspettando la mia voglia di leggere l’otto di Death Note,
Lula







 
  
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