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Autore: CL_Kiki    26/04/2014    3 recensioni
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >
< Come ti chiami? >
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ilhoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! :D Eccoci con il secondo capitolo della FF! 
Questo capitolo è leggermente più forte (ma leggermente) quindi preparatevi (?).  Finalmente compare l'idol della storia, IlHoon, come scritto nella descrizione e vedremo un pò come si svilupperanno le cose :3
Volevo ringraziarvi perchè, anche se con un solo capitolo, la storia ha già 2 preferiti e ha superato le 70 visite ç^ç Sono commossa <3
Vi lascio al capitolo e vi ricordo la pagina su cui potete seguirmi, insieme a mia cugina, su facebook *^* Bye <3


https://www.facebook.com/pages/CL_Kiki-jex_b2st-EFP/337429203023783





< Ma io ti detto il mio nome completo. È mancanza di educazione anche questo, sai? >
< Non importa. Le tue amiche saranno in pensiero. Non vuoi andare da solo? >
< Sei bravo a cambiare discorso, sai? >
< Sono bravo in molte cose. >
Il ragazzo era davvero alto, almeno 15 cm in più di Min, aveva i capelli castani e i lineamenti del viso marcati. Aveva qualcosa che incuriosiva la ragazza, ma fece finta di niente e continuò con la ricerca delle amiche.
Nel locale erano arrivate davvero molte persone, i negozi erano affollatissimi e le piste da bowling tutte occupate. Si era riempito in così poco tempo ma, guardando in alto, verso l'uscita del centro, si accorse che l'orologio indicava le 8 di sera.
< È impossibile. Non sono stata così tanto tempo lontana da qua. >
< Lontana forse no ma è già un ora che cerchiamo le tue amiche. Perché non le chiami? >
< Un'ora...? >
Le avevano fatto un incantesimo per farle dimenticare l'ultima ora passata o avevano fatto andare avanti l'orologio? Era impossibile che avesse perso così la cognizione del tempo.
< Già, un'ora. Chiami le tue amiche o no? >
< Sarà meglio di si. >
Prese il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni e compose velocemente il numero di Ae Sook, sperando nella risposta dell'amica che, sfortunatamente non avvenne. Suonava ma non riceveva nessuna risposta. Provò con Eun Hee ma avvenne la stessa cosa. Non sapeva che fare, iniziava a preoccuparsi. Le amiche rispondevano sempre perché non staccavano mai le mani dal cellulare ma adesso... qualcosa non andava.
< Non rispondono. >
< Si staranno divertendo da qualche parte. Vuoi fare qualcosa? >
< Sono preoccupata. >
< Ma dai, staranno bene! O hai paura di restare con me? >
< Scherzi, vero? Loro rispondono sempre! >
< Per una volta può anche capitare che non possano rispondere! Calmati! >
In quel momento il telefono squillò.
< Yoboseyo? >
< Min? Perché chiami? >
< Come perché? Eun, dove siete? >
< Siamo andate via da un pezzo, tu non sei a casa? >
< No, sono qua da un ora che vi cerco! >
< Noi pensavamo che te ne fossi andata quando sei scappata via. Non sai che ti sei persa! Abbiamo incontrato dei rag... > non poté finire la frase che Min Jee la interruppe.
< Stai scherzando?! Mi è quasi preso un infarti quando non vi trovavo! Pensavo che potevate esservi messe in qualche guaio! >
< Esagerata! Ci sentiamo domani mattina, torna a casa sana e salva. Annyeong! >
Min era pronta a rispondere a tono ma l'amica le chiuse il telefono in faccia.
< Aishh. Meglio che torno a casa. È buio fuori e questa zona non mi piace per niente. Grazie di tutto. >
< Ferma! Dove abiti? >
< A Gangnam. >
< Allora non vai da sola! È lontanissimo. >
< Sono abituata a camminare da sola la sera quindi non... >
< Shh. Non voglio sentire discussioni. Andiamo >
Il ragazzo prese la sua mano e iniziò a camminare verso Gangnam.
< La mia mano e il mio polso non possono avere pace oggi? >
< Wae? >
< Oggi mi afferrate tutti e mi tirate via! Posso camminare anche da sola! >
< È più divertente così. >
< Smettila – bruscamente, tiro via la mano dalla sua – lasciami stare, ok? >
< Ok, tranquilla signorina. >
Continuarono a camminare per un bel po' senza parlare o rivolgersi uno sguardo. Per la maggior parte della strada Min fu abbastanza nervosa ma, appena uscirono dal quartiere di periferia del bowling, si calmò subito.
< Ok, ora posso andare anche da sola. >
< Non ti lascio. >
< Ma che te ne frega se vado da sola o no? >
< Mi preoccupo. Ti ho salvato una volta, può essere che ti cacci in un altro guaio e debba salvarti di nuovo. >
< Molto divertente. >
< Sono un comico, vero? Seguimi, conosco una scorciatoia. >
< Non ti seguo. >
< Non vuoi liberarti il prima possibile di me? Quindi seguimi. >
Aveva ragione. La ragazza voleva liberarsi il prima possibile di lui quindi lo seguì. La condusse in un vicolo stretto e buio, sembrava di essere tornata in periferia, non c'erano lampioni e l'unica luce che arrivava era della della luna che era comunque molto fiacca a causa delle palazzine alte che circondavano la stradina e che la facevano sembrare ancora più angusta. Le vennero i brividi, che doveva fare? Tornare indietro? E se sarebbe sbucato qualcuno da qualche stradina laterale che avevano superato? Si sarebbe trovata sola e senza difesa.
< P-Possiamo andare un po' più veloce? >
< Perché questa fretta? >
< Non mi piace questa strada... Non potevamo seguire quella normale? >
< Potevi anche non seguirmi. >
Non riusciva a vederlo in volto, camminava ad almeno un metro e mezzo da lei ed era quasi del tutto nascosto dall'ombra. Continuava a pensare che avere qualcosa di strano e, in quel momento, aveva davvero paura di capire cose fosse. Distratta da questi pensieri, non si era resa conto che il ragazzo si era fermato e ci era andata a sbattere.
Shin fissava avanti a lui e non si era mosso di un millimetro dopo lo scontro.
< Scusa. >
< Dovrei essere io a scusarmi... >
< Per cosa? Sono stata io a venire a sbattere contro di te. >
< Non mi scuso per una cosa che ho fatto, ma per ciò che farò... >
< Che vuoi... >
Il ragazzo si girò e, afferrandola per i polsi la portò con le spalle al muro, bloccandole le mani dietro la schiena.
< Lasciami stare! >
< Scherzi? Ti ho sopportato tutta la sera solo per questo! Vedi di non rompere le palle e sta ferma! >
< AAAAH! >
La spingeva con forza contro il muro in modo da non darle modo di muovere le braccia. Sentì il freddo passare da sotto il maglioncino e le mani del ragazzo contro i fianchi. Andava piano, forse per non far finire mai quell'attimo di panico e paura che sarebbe rimasto impresso nella sua memoria per la sua vita. Le lacrime iniziarono a scendere e a rigarle il viso nell'attimo in cui senti il ragazzo sbottonarle i pantaloni e iniziare ad abbassarli.
< Lasciami! Ti prego, basta! >
< Sta zitta! >
< Ti prego! - le parole venivano soffocate dai continui singhiozzi – Aiuto! AIUTO! >
Non si rese conto di cosa successe in quel momento ma si senti libera, stringendo le braccia al petto, cadde a terra, con la vista confusa per le lacrime che le riempivano gli occhi. Appena riuscì a liberarsene notò Shin a terra e un altro ragazzo che lo teneva per il colletto della maglietta.
< Vuoi essere picchiato ancora o te ne vai?! >
Lasciò con un colpo il colletto e Shin si alzò, scappando via di corsa.
< Stai bene? Ti ha fatto niente? >
Il ragazzo si inginocchiò davanti a lei, tendendole una mano. Aveva un'aspetto familiare. Indossava una giacca con sotto una felpa scollata con il cappuccio alzato e il ciuffo biondo che sbucava da esso.
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
Un po' diffidente, accetto comunque l'aiuto, era sull'orlo di una crisi di nervi e aveva davvero bisogno di una mano. Appena l'aiutò ad alzarsi, si girò per permettere alla ragazza di rimettersi in sesto e poi, con un braccio attorno alle spalle, l'accompagnò lontano dal quel posto.
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >

 

****


Dopo qualche decina di minuti, Min si sentì di nuovo tranquilla e si distaccò da quel braccio e iniziò a camminare a qualche metro da lui.
< Come ti chiami? > La colse di sorpresa. Pensava che se fosse andato, non aveva più controllato se la seguiva.
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
< Jung IlHoon? - tutt'un tratto si rese conto – Quel Jung IlHoon? >
< Ne conosci qualche altro? >
< Ringraziami di ricordare il tuo nome. Non mi piace la vostra musica, come quasi tutta quella pop. >
< E così che ringrazi chi ti ha salvato? >
< Avevi detto di non ringraziarti! >
< Ho cambiato idea. Come ti chiami? >
< Sang Min Jee... >
< Min Jee...? Beh, non sei proprio saggia eh¹. Non avresti dovuto seguire quel tizio. >
< Allora non dovrei seguire nemmeno te. >
< Teoricamente sono io che ti sto seguendo. >
< Dettagli... >
A IlHoon scappò una risata e poi, si rese conto che la ragazza stava tremando, quindi si tolse la giacca e la mise nelle spalle di Min, che rimase sorpresa dal gesto del ragazzo.
< Ti accompagno a casa. >
< E chi mi dice che non succederà la stessa cosa di prima? >
< Per prima cosa, prendiamo solo strade principali, secondo, non mi permetterei mai di fare una cosa del genere. >
< Uhm... >
< Dai, di me ti puoi fidare. E poi non vorrei mai rovinare la mia figura. Sai il mio nome completo e sai che sono un idol. Nulla ti impedirebbe di andare alla polizia. >
< Su questo hai ragione... Ecco perché quel ragazzo non mi ha detto il suo nome... >
< Sei una stupida, sai? >
< Ehi! >
< È vero. >
< Aishh. >
I due continuarono a bisticciare fino all'arrivo a casa di Min.
< Quindi abiti qua? >
< Ne... >
< Ok... Grazie? >
< Perché mi dici grazie? >
< Dovresti dirlo tu. >
< Dopo che mi hai dato della stupida? Non ci sperare >
< Che ingrata! - fece finta di darle un pugno nella spalla e Min chiuse gli occhi – Ehi, Sang Min Jee, sto facendo finta. >
< Eh? - Ne aprì uno e si rese conto che aveva la mano appoggiata nella sua spalla – Oh... Giusto. Annyeonghaesyo! - fece per andarsene ma si girò di scatto – Mi stavo portando la tua giacca. Tieni o morirai di freddo, tanto io sto entrando >
< Ah, me ne stavo dimenticando anche io. Allora, 'notte. >

 

****


Min rimase qualche minuto davanti la porta d'ingresso del palazzo osservando IlHoon, l'idol che l'aveva salvata, andarsene. Quando decise di entrare, una voce la colse di sorpresa.
< Chi era il ragazzo con cui stavi parlando? >
< Uhm? Oppa! Da quanto sei là? >
Il ragazzo era seduto in uno dei divanetti che si trovavano nella hall del palazzo.
< Da abbastanza tempo. Chi era? >
< Era un... - in realtà non sapeva come definirlo, non poteva raccontare tutta la storia a lui, si sarebbe preoccupato troppo – era solo un amico. >
< Non mi piace com'era vestito. Sembrava un poco di buono. >
Mentre si dirigevano verso l'ascensore, Min si fece sfuggire un “sapessi”, cosa che insospettì il fratello, perché notò che le aveva rivolto uno strano sguardo. Avevano appena varcato la porta d'ingresso che il ragazzo ricominciò a parlare.
< Per caso è il tuo ragazzo? >
< Chi? Quello? Scherzi? >
< Mai stato così serio. >
< Eh? Nono, per niente. E perché ti interessa? >
< Dovresti ricordarti che sono geloso. >
< E forse dovresti ricordarti che a New York hai una ragazza. >
< Eh dai! Sono tuo fratello! >
< Cosa che non ti porta a immischiarti nella mia vita privata. Buonanotte. >
Yong Shi non ebbe il tempo di ribattere che Min Jee aveva già salito le scale e sbatte la porta della propria camera alle sue spalle.




¹ Min Jee vuol dire rispettivamente luminosa e saggia.

   
 
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