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Autore: LifeIsAMovie    26/04/2014    0 recensioni
DAL LORO PRIMO INCONTRO, HARRY E LOUIS, SONO IN PIENA LOTTA CONTRO SE STESSI E GLI ALTRI MENTRE VENGONO INGHIOTTITI DAL MONDO DELLA MUSICA.
Due gocce si rincorrono nel freddo di un corta e inutile vita, due gocce si incontrano a metà strada, quasi a deciderlo, percorrono gli ultimi istanti insieme lottando contro il vento e lasciandosi aiutare dalla gravità, dietro di loro solo una silenziosa scia destinata a sparire senza essere ricordata. Avranno due scelte davanti: concludere la loro vita insieme e rischiare il tutto e per tutto, rischiare di schiantarsi, oppure prendere strade diverse ma consapevoli che ormai dentro di loro ci sarà per sempre qualcosa dell’altra.
Tutto dipendeva da Harry, io la mia scelta l’ho fatta.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                              What's your name?


Buona lettura!


Ma che ore sono?
Uffa non voglio svegliarmi. No non voglio nemmeno andare a quello stupido provino! A che servirebbe? Tanto non passerei e la mia vita resterà sempre lo stesso schifo.
Vorrei che tornasse l’estate...no anzi, non voglio più nessuna estate.
Mi è bastata quella passata.
Se solo rivedessi quel riccio...lo tratterei così male da farlo sentire una merda come mi sono sentito io.
Si ho esagerato con quella storia, ne sono consapevole.
Ma non è forse vero che per stare meglio bisogna prima torturarsi per bene?
Non era amore, io non amavo lui e lui non amava me e poi non mi ha fatto così male quella separazione. Infondo era la storia di una notte. Non aveva alcun valore anche se avrebbe potuto averne...ma quel ragazzo non glie ne ha dato il tempo.
-Louis!- ma che vuole ora mia madre?
Entra di corsa in camera.
-Ma allora sei sveglio? Dai sbrigati vestiti! Non vorrai arrivare tardi vero?- sembra più nervosa di me.
-Tranquilla mamma- vado in bagno per lavarmi.
Mi vesto in fretta e furia e poi di nuovo mia madre che mi chiama per farmi scendere.
Prendo qualcosa al volo da mangiare prima di salire in macchina per andare a fare quell’inutile provino.
Canticchio la canzone che canterò davanti ai giudici.
Mia madre parla e riparla ma io non l’ascolto...non è cattiveria, solo non mi va.
Arriviamo e facciamo una fila immane.
Conosco persone, ci scherzo e ci parlo tranquillamente.
Un ragazzo si avvicina non appena mia madre va a comprare una bottiglietta d’acqua nello stand vicino e mi sorride timidamente.
-Ciao- faccio un cenno con la testa ma non gli do troppa confidenza. Lui sembra incoraggiato dal mio gesto e si fa più vicino.
-Ciao, io sono Anthony, tu?- si sposta il ciuffo biondo da un lato...ma ha i capelli corti...perché lo fa?
-Piacere, Louis- gli sorrido debolmente.
-Anche tu qui eh?- si mette le mani nelle tasche dei jeans esageratamente stretti.
-Già. Senti se vuoi il mio numero devi solo chiedere- lo vedo arrossire, ma io mi sono già scocciato di vedermelo davanti.
-Me lo daresti?- alza lo sguardo.
-Ti darei anche altro- ammicco, tanto devo stare qui ancora per molto...meglio divertirmi no?
-Io...io...- sorride ma è imbarazzato.
-Non devi imbarazzarti per così poco-
-Ti stavo guardando da prima- si fa più sicuro.
-Davvero? Cosa guardavi in particolare?-
-Gli occhi- si avvicina ancora.
-C’è mia madre...- lo informo per poi vederlo tirarsi indietro e abbassare lo sguardo.
Lo vedo sbuffare.
-Potremmo andare in bagno se vuoi- lo guardo divertito mentre arrossisce ancora.
-S si-
Vedo mia madre chiamarmi, è il mio turno.
-Mi dispiace, troppo tardi...ei ma ci rivediamo! Ciao- meno male appena in tempo, non sarei riuscito ad uscire da quella situazione.  
La tensione cresce mentre mi avvicino su quel palco.
Canto e ricevo i “si” necessari per andare avanti nella sfida.
Esulto con mia madre prima di correre a cercare un bagno.
È pulito per essere attraversato da una marea di gente. Faccio quello che devo fare e esco.
Appena fuori dalla porta del bagno mi accorgo di avere le scarpe slacciate e mi inginocchio per fare un nodo veloce.
Prima che io possa tirarmi su, la porta mi prende in pieno.
Brutti ricordi.
-Ops- spalanco gli occhi nel sentire quelle parole pronunciate da quella voce.
Io non...non contavo di rivederlo.
-Ti ho fatto male? Perché non ti alzi? Ei?- mi poggia una mano sulla spalla e io mi alzo lentamente continuando a dargli le spalle...ancora non ci posso credere.
-Sembra che noi non possiamo fare a meno di incontrarci in queste situazioni- sorrido.
-L...Louis?-
-Bravo, allora te lo ricordi- mi giro e lo guardo con aria superiore.
-Che ci fai qui?- sembra riprendersi dallo stupore mentre abbassa lo sguardo sui suoi piedi.
-Quello che ci fai tu-
-Non sapevo che tu...-
-e invece- alzo le spalle.
-Ok io devo andare- si sposta verso destra cercando poi di andarsene ma io lo afferro per la sciarpetta verde che ha larga sul collo e lo costringo a girarsi.
-Non mi saluti nemmeno?- faccio il finto offeso.  Voglio solo la mia rivincita.
-Ciao- mi fa un segno con la mano seguito da un sorriso tirato.
-Oh no, io so che puoi fare di meglio- lo spingo nel bagno con me e lo porto nella prima cabina libera che trovo.
-Louis che vuoi fare?- mi guarda curioso.
-Niente...voglio solo parlarti-
-Il bagno non è il posto più privato che esista sai?- mi fa notare e devo dargli retta.
-Tu non hai mai provato nulla per me vero?- stringo la mia mano a pugno sul muro dietro la sua testa costringendolo, con il mio corpo, ad indietreggiare fino ad esso.
-N...no- abbassa lo sguardo.
-Perfetto allora- la sua aria perplessa cade lasciando il posto a una faccia sorpresa non appena poggio una mano sui suoi pantaloni stringendo forte e avvicinando la mia bocca alla sua.
-Che fai Louis? Basta- parla ma non riesce nemmeno a muovere un muscolo per togliersi da quella situazione.
Inizio a baciarlo e non appena capisco che ormai è mio spingo la sua testa in basso fino a farlo inginocchiare, all’inizio fa resistenza ma quando vede che non serve a nulla mi slaccia i pantaloni facendoli scendere con tutti i boxer. Spingo la sua testa più vicina alle mie parti intime aspettando che faccia la stessa cosa che ha fatto quella notte in spiaggia. Non devo aspettare molto per sentire la sua lingua che si muove ovunque anticipando le labbra che si socchiudono lentamente per poi arrivare alla punta e succhiare. Con la mano che tiene stretti i ricci lo aiuto a tenere il ritmo.
Sta volta senza avvertirlo gli vengo in bocca e lui ingoia come quella notte.
Lo vedo tornare su sorridendo magari aspettandosi che io faccia lo stesso. Mi avvicino alle sue labbra e con un bacio levo tutti i residui rimasti.
-Com’è che ti chiamavi?- sussurro al suo orecchio in modo duro.
Lo vedo irrigidirsi mentre mi allontano con un sorrisetto alquanto maligno sul viso.
-Ha...Harry- sembra pietrificato quando poi apro la porta per andarmene.
Ora mi sento meglio.  
Troppo stronzo? Forse...ma lui mi ha lasciato in maniera peggiore quest’estate.
-Louis!- sento il mio nome urlato da quel ragazzino fermo sulla porta del bagno, sorrido ma non mi volto e continuo a camminare.
-Coglione che non sei altro!- sta letteralmente urlando in mezzo al corridoio.
Mi volto senza nemmeno volerlo e lo vedo col volto rosso e da quel poco che riesco a vedere i suoi occhi sono lucidi. 
Mi avvio verso di lui velocemente e lo obbligo ad alzare il viso con l’indice sotto il mento.
-Che hai detto?- in realtà so benissimo cosa ha detto.
-Che sei un coglione-
-Sono stato un coglione quella sera a crederti, questo è vero-
-No! Io dicevo davvero!  Stavo davvero bene con te e quella è stata davvero una delle mie estati migliori ma...sei un coglione- spinge via la mia mano da sotto il suo mento.
-Ti sei mai pentito di avermi incontrato?-
-Si, prima nel bagno. Tu?- la sua voce si calma.
-Sempre da quella sera- porto la mia mano sul suo collo e con il pollice accarezzo la sua mascella.
-Mi dispiace Louis, io non volevo- abbassa lo sguardo posando la sua mano sulla mia e trascinandomela lungo il fianco stretta alla sua.
-Il pivellino che ci fa cascare in pieno il ragazzo più grande, chi l’avrebbe mai detto eh?- sorrido ma sono quasi malinconico nel farlo, lui alza lo sguardo verso di me puntando i suoi occhi verdi sui miei.
-Volevi davvero che tra noi ci fosse qualcosa?- sembra stupito.
-sennò perché ti avrei detto quelle cose?- con la mano libera sposto dietro l’orecchio una ciocca riccia che gli era caduta davanti al viso dispiaciuto.
-Allora perché prima in bagno hai...- non gli faccio finire la frase perché preferisco interromperlo con un bacio, ma lui si tira indietro per poi guardarsi intorno per vedere se fosse passato qualcuno.
-Ovvio- alzo gli occhi al cielo e sorrido dispiaciuto.
Non è cambiato, non cambierà mai.
Meglio se me ne vado, sto solo perdendo tempo.
-No Louis aspetta!- sento la sua presa sul mio giacchetto.
-Cosa devo aspettare? Che ti passino quelle paure del cazzo o la vergogna che provi ogni volta che ti bacio in un luogo pubblico? Anche quest’estate al falò...davanti ai miei amici!- non so perché ma mi ritrovo ad urlargli contro. Lui abbassa solo lo sguardo.
-Scusa- mi sono stancato di rincorrere le persone, davvero.
Ho altri ragazzi che...no nessuno è bello come Harry.  Nessuno ha i suoi occhi, nessuno ha il suo sorriso, nessuno ha quella capacità di farmi eccitare con poco. Nessuno è come quel ragazzo riccio che ho incontrato nel bagno dello stadio...non è il migliore, questo è vero, ma è l’unico e l’ho capito quando altri ragazzi mi si avvicinavano e io continuavo a cercare in loro dei suoi tratti, persino la voce o i modi di fare.
Sono malato. Sono completamente impazzito per un ragazzino di 16 anni che si atteggia a più grande solo per qualche esperienza fatta...ma è così tenero quando vuole.
Prima che io possa andarmene davvero lontano, prima che possa sentire il suo sguardo cadere da sopra di me, una voce stridula mi blocca. Riconosco il biondino di prima.
-Ei Louis!-
-Ei Anthony, come va?- tiro fuori un sorriso forzato…sento ancora gli occhi di Harry addosso.
-Chi era quello? Il tuo ragazzo?-
-No nessuno, solo uno che ho usato per divertirmi un po’ dato che tu mi hai lasciato insoddisfatto così- spero che Harry mi senta.
-Oh mascalzone! Se andiamo in bagno sistemo tutto io-
-No ora devo andare, sarà per un’altra volta- faccio un cenno della mano ma prima di andarmene lui mi lascia il suo numero e vuole a tutti i costi il mio.
Mi allontano da lui, tanto prima o poi lo rivedrò.
 
Siamo stati rifiutati al bootcamp, sia io che Harry.
In questa seconda giornata non ci siamo parlati molto, sia io che lui eravamo un po’ distrutti.
Ci guardiamo da lontano ma nessuno dei due osa avvicinarsi all’altro.
...
Prima che io possa andarmene richiamano il gruppo dei scartati, tra loro ci sono io...ma anche Harry e due ragazzi con cui ho parlato prima.
Sento nominare il mio e il nome di Harry insieme ad altri tre...due di loro sono i ragazzi che ho conosciuto poco fa.
Ci chiedono di risalire sul palco.
...
 
Formare un gruppo? Noi? Io non so nemmeno da dove cominciare!
Tutti hanno accettato saltando di gioia, compreso me anche se non facevo altro che pensare a come sarebbe stato passare tutto quel tempo con Harry.
Ci conosciamo da pochissimo e già ci abbracciamo come fossimo amici...è un grande inizio.
...
 
Sorvoliamo la parte in cui per una stronzata mi faccio male al piede e devo stare qualche giorno in ospedale...ma non sorvoliamo affatto sul mio rientro.
Harry mi è corso incontro, insieme agli altri, abbracciandomi per poi aiutarmi a camminare dentro la casa.
È stato dolcissimo.
...
 
Per la casa dei giudici ci siamo dovuti preparare su un pezzo bellissimo di una cantante femminile. Il pezzo è Torn e è davvero bello...Harry canta da Dio.
Ci intervistano mentre Simon cerca di prendere una decisione.
Durante l’intervista mi fisso a guardare un Harry felice e speranzoso, non abbiamo avuto tempo per stare insieme  ma vorrei davvero tanto le sue labbra ora.
Veniamo invitati a raggiungere Simon che, dopo secondi di stressante attesa, ci avvisa che siamo passati e che andremo in onda nel programma serale.
Prima che Harry si stacchi dall’abbraccio di gruppo e corri verso Simon, ci guardiamo sorridenti.
Stiamo facendo tutto questo insieme...quando insieme non credevamo nemmeno di riuscire a parlare per un’ora di seguito.
 
  
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