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Autore: LifeIsAMovie    20/04/2014    1 recensioni
DAL LORO PRIMO INCONTRO, HARRY E LOUIS, SONO IN PIENA LOTTA CONTRO SE STESSI E GLI ALTRI MENTRE VENGONO INGHIOTTITI DAL MONDO DELLA MUSICA.
Due gocce si rincorrono nel freddo di un corta e inutile vita, due gocce si incontrano a metà strada, quasi a deciderlo, percorrono gli ultimi istanti insieme lottando contro il vento e lasciandosi aiutare dalla gravità, dietro di loro solo una silenziosa scia destinata a sparire senza essere ricordata. Avranno due scelte davanti: concludere la loro vita insieme e rischiare il tutto e per tutto, rischiare di schiantarsi, oppure prendere strade diverse ma consapevoli che ormai dentro di loro ci sarà per sempre qualcosa dell’altra.
Tutto dipendeva da Harry, io la mia scelta l’ho fatta.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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                              For the first time


Avete mai immaginato il loro primo incontro?
Spero vi piaccia!




Il concerto migliore di sempre!
È stata una grande idea partire per l’estate con i miei amici e andare a vedere i The Script.
Amo questo pezzo ma...devo andare in bagno. Cazzo troppa birra.
-Ei Fin io devo andare in bagno- do una botta sul braccio a uno dei miei amici che annuisce per poi tornare alla canzone...secondo me non ha nemmeno capito cosa gli ho detto.
Esco dalla folla e mi incammino verso i corridoi dello stadio, non appena vedo un bagno mi ci fiondo.
Sono tutti occupati porca troia! Se non mi sbrigo rischio di farmela sotto.
Faccio avanti e indietro sul perimetro che va dalla porta del bagno al muro davanti...magari così mi deconcentro e penso ad altro.
Dai dai dai.
Mentre mi giro per riavviarmi verso il muro la porta del bagno si apre colpendomi in pieno.
-Aih!- sussulto. Anzi che non ho imprecato.
-ops- una voce roca proviene da dietro la porta, gli do un volto solo dopo che un ragazzo riccio, occhi verdi e dai lineamenti dolci sbuca fuori con aria  dispiaciuta.
-ti ho fatto molto male?- si avvicina.
-N...no- sarà stupido ma cazzo che occhi.
-però non dovresti stare dietro le porte...e queste non  sono nemmeno a norma di sicurezza- ma ora cosa dice? La colpa sarebbe mia? Bello si ma anche un po’ rompipalle.
-ma dove ti ho preso?-  senza pensarci indico le labbra...anche se in realtà mi ha preso sulla spalla.
-proprio in faccia? Oddio scusa...credevo solo...un po’ più giù- abbassa lo sguardo, forse in soggezione dato che lo sto guardando come si guarda un tramonto.
Inaspettatamente si avvicina e, vicinissimo, guarda le mie labbra in cerca di qualche livido...solo io so che lividi vorrei ora sulle mie labbra...i suoi morsi... ok basta, l’ho appena visto.
Allunga una mano e sfiora il labbro inferiore, mi tiro indietro per la sorpresa.
-ma cosa fai?-  sono un po’ sulla difensiva perché...beh...cazzo se è bello, scommetto che è etero.
-stavo solo controllando scusa- alza le mani e si tira indietro, allontanandosi ancora un po’ da me  sorride lasciando vedere delle adorabili fossette che solcano il suo viso da bambino innocente.
-quanti anni hai?- sembro un maniaco se glie lo chiedo?
-16, tu?-  cazzo è piccolo.
-18-  ma in fondo sono solo due anni.
-ti piace il concerto?- sembra impacciato, che tenero.
-si, ho sempre amato questa band...te sei solo?-
-no sono con una mia amica...tu?-
Vorrei sapere tutto di lui...anche...beh...il suo orientamento sessuale ad esempio.
-ah sei fidanzato. Con dei miei amici- metto le mani nelle tasche posando lo sguardo a terra.
-cosa? No no è solo una mia amica...ecco io...non mi fidanzo spesso- è sconveniente che io perdi il filo del discorso per guardare le sue labbra?
-beh allora meno male...cioè meno male per le ragazze che possono avere la tua attenzione...no cioè io intendevo- ok mi sono sotterrato da solo e ora è meglio stare zitto. Lui scoppia in una risatina leggera.
All’improvviso una porta si apre e un bagno si libera, aspettando che l’uomo di troppo esca da qui ci guardiamo intorno evitando lo sguardo dell’altro.
-il bagno è libero se vuoi- mi fa notare sorridente.
-si ho...ho visto. Se vuoi puoi andare prima tu- non è il momento di fare il gentil’uomo...mi sto pisciando sotto cazzo! Anche se devo dire che quelle labbra un po’ mi hanno distratto.
-no stai qui da prima di me e poi mi devo far perdonare della botta sulla spalla- tira fuori un sorriso complice. Cazzo ma allora se ne era accorto? Che figura di merda! Credo di essere arrossito, beh fatto sta che non riesco a guardarlo in faccia.
-ok allora io entro- mi precipito dentro la cabina e mi chiudo dentro.
Ma porca troia! Ma tutte io ste figure di merda?! Speriamo che la prenda a ridere.
Esco dal bagno sperando di non ritrovarlo più.
Non c’è, meno male.
Mi lavo le mani e poi torno dai miei amici, devo sbrigarmi...non voglio perdermi  altri minuti del concerto.
Ma il riccio dove sarà? Mmm però mi farebbe molto piacere rivederlo.
Mi allontano un po’ dallo specchio per specchiarmi. Mentre fisso la mia immagine per vedere come stanno i vestiti e i capelli si apre la porta e mi becca...di nuovo.
-Ma allora è un vizio!- il riccio esce ridendo dal bagno. Lo guardo dall’alto al basso.
-Non è che mi piaccia ricevere portate eh- gli faccio notare, ma sono troppo preso dalle sue labbra, dalle sue fossette e dai suoi denti perfetti per sembrare acido.
-Dipende da chi te le da no?- sorride avvicinandosi al lavandino.
-Non sei un po’ troppo impertinente per un ragazzino di 16 anni?- mi avvicino a lui.
-dici? In effetti nessuno è mai riuscito a farmi stare zitto e...a farmi chiudere la bocca- sorride...forse malizioso.
-Io ho un modo infallibile per far star zitti i ragazzini come te- sorrido anch’io poggiandomi al muro vicino al lavandino dove è lui.
-Un giorno potresti mostrarmelo-  si gira per guardarmi e sorride ancora...stavolta giuro di vederci un pizzico di malizia.
-Un giorno? Cosa ti fa pensare che io voglia rivederti?- alzo un sopracciglio e lui scoppia a ridere.
-Come va il labro?- fa un cenno delle testa verso di me, ancora con il suo sorriso.
-Vuoi controllare?- mi tiro su dal muro e mi avvicino a lui.
-Magari più tardi- si asciuga le mani sui pantaloni.
Si sistema i capelli.
-più tardi ho paura che avrò da fare- faccio la faccia pensierosa.
-io dico che troverai il tempo se tieni davvero alle tue labbra- sta volta si avvicina lui.
-e se tu tenessi almeno un po’ alle tue non ti avvicineresti così tanto-
-ci avrei scommesso- è praticamente a un centimetro di distanza da me...non me lo sarei mai aspettato da uno come lui.
-cosa?-
-che sei gay- sorride ancora.
-io non l’avrei mai detto di te- indietreggio mentre si avvicina.
-l’apparenza inganna- guardò per un attimo da un’altra parte per poi tornare a me con quel sorriso malizioso e arrogante. Per essere uno di 16 anni ha le idee chiare il ragazzino.
-hai solo 16 anni, non sei un po’ troppo piccolo per capire cosa vuoi davvero nella vita?-
-ho già provato entrambe le parti e posso assicurarti di essere gay-
-meglio per me allora. Scusa ma tutta l’innocenza di prima?- lo dico con tale naturalezza da farlo scoppiare a ridere.
Ormai sono arrivato al muro e se lui continua ad avvicinarsi io...
Sentiamo la maniglia cigolare e la porta aprirsi, lui si tira indietro sorridendo al pavimento e io mi incammino verso la porta.
Sento i suoi passi raggiungermi con una corsetta leggera per il corridoio affollato e poi la sua mano sfiorare la mia. Mi volto a guardarlo.
-che hai?- lo guardo confuso.
-non dovevi trovare il modo per farmi tenere la bocca chiusa?- sorride.
-no, ti ho detto che saresti stato zitto...non che ti avrei fatto tenere la bocca chiusa- ghigno vedendo il rossore appena nato sulle sue guance.
-fallo no?- ma che fa? Mi sfida?
-e perdermi il concerto?- lo guardo pensieroso.
-ti perderesti una delle migliori esperienze della tua vita-
-come fai a dire che lo sarà?-
-come fai a dire che non lo sarà? Almeno provaci- alza le spalle. Mi viene da ridere...è adorabile mentre cerca la sua avventura estiva.
-E la tua amica? La lasci da sola?- alzo un sopracciglio girandomi completamente verso di lui.
-L’ho lasciata che si limonava uno- alza le spalle continuando a sorridere.
-Invidioso?- faccio un cenno con la testa e lui scoppia a ridere.
-Perché dovrei? Guarda chi ho davanti-
Sorrido imbarazzato, ok ci sa fare il ragazzino.
Ci penso un po’ su prima di afferrare la sua mano e portarlo appena fuori dallo stadio.
-Non voglio perdermi il concerto...ma adoro fare nuove esperienze- gli spiego il perché non sono uscito dai cancelli dello stadio ma sono rimasto vicino alla struttura, da dove era possibile ascoltare ancora la voce del cantante.
-Che intendi per nuove esperienze? Tu non hai mai...- il riccio si blocca.
-Cosa? No con uno più piccolo di me non l’ho mai fatto. E se è per questo nemmeno con uno riccio- lo trascino nel posto più buio e isolato che sono riuscito a trovare e lo metto con le spalle al muro.
Ora non ha più quel suo sorriso tra lo strafottente e il divertito.
-Non parli più ora?- lo fisso mentre lui trattiene un sorriso imbarazzato, forse non si era mai trovato in una situazione dove un ragazzo lo teneva praticamente incastrato al muro con le mani poggiate vicino alla sua testa.
-Potrei farlo ma tanto tu mi faresti stare zitto no?- porta le sue mani dietro la schiena e si poggia al muro.
-Prima mi convinci dicendomi che mi sarei perso una delle migliori esperienze della mia vita...e poi hai paura di parlare- sorrido scuotendo la testa. –Io torno a vedere il concerto- tolgo le mani dal muro lasciandolo libero di muoversi, ma resta fermo li.
Sbatto le mani tra loro per togliere i residui di muro e la polvere. Ho perso solo tempo, ma sorrido...infondo non è così sveglio il ragazzino.
Mi giro per andarmene ma prima di girarmi del tutto sento le sue mani sulle mie guancie e la sua bocca sulla mia. È poco più basso di me quindi ha tirato solo su le spalle. Sorrido lasciandomi andare.
Ha le labbra davvero morbide.
Torno alla posizione precedente lasciandolo poggiare al muro, non lascia la mia faccia.
Sento una sua mano scendere sul collo e l’altra andare tra i capelli. C’è qualcosa di dolce nei suoi movimenti.
-ti sei deciso- sorrido vittorioso spostandomi di qualche millimetro.
-stai zitto- torna a baciarmi spingendomi verso di lui con la mano che stringeva i miei capelli.
Quel qualcosa di dolce finisce non appena sento la sua coscia strofinarsi in mezzo alle mie.  Non trattenni la risata.
-Sei sempre così diretto?-
-Solo quando ne vale la pena- sta volta è lui a sorridere e ad alzare un sopracciglio.
Scendo con le labbra e dalla mascella passo al suo collo, lo sento sospirare quando gli passo delicatamente la lingua nel punto in cui prima ho succhiato delicatamente un lembo di pelle.
-Ops, forse i tuoi non vogliono che torni a casa con...- forse sono un po’ stronzo, ma lui sorride e fa la stessa cosa che ho fatto io.
-ora siamo pari- mi guarda sorridente e io scuoto la testa. Già lo adoro.
-Che ne dici di andare via di qua?- gli sorrido ammiccando.
-Non ti dispiacerà per il concerto?- alza un sopracciglio.
-è già la seconda volta che vedo un loro concerto- alzo le spalle e lui sorride, passa sotto il mio braccio e afferrandomi per la maglietta mi trascina via.
Usciamo dai cancelli tra gli sguardi curiosi delle guardie. Mi avvicino a uno di loro per chiedergli tra quanto passerà la prossima navetta.
Torno dal ragazzo riccio seduto su una panchina ad aspettarmi, ora che ci penso non so nemmeno il suo nome.
-Come ti chiami?-
-Non è più eccitante non saperlo?- mi guarda con la coda dell’occhio e col suo solito sorrisetto.
-decisamente- alzo la testa per guardare il cielo, non mi ero accorto ci fossero tutte queste stelle.
Dopo pochissimo, come mi aveva detto l’uomo in divisa, passa una navetta, non so dove porti ma costringo il sedicenne a salirci con me. Non c’è molta gente.
Prendo posto vicino al riccio che si è messo seduto sul primo sedile libero che ha trovato.
Non voglio che sbollisca, devo trovare il modo per non perdere l’eccitazione di prima.
Sorrido pensando a cosa posso fare.
Faccio scivolare una mano dietro la sua schiena, mi guarda confuso ma non appena inizio a scendere lui capisce le mie intenzioni e si irrigidisce, sorrido soddisfatto.
Inizio a giocare con l’elastico dei suoi boxer.
-C’è gente- sussurra a mezza bocca.
-Non se ne accorgono nemmeno- sorrido.
Lascio entrare la mano e in quel momento lui si spinge tutto contro lo schienale del sedile schiacciandomi la mano.
Riesco a muoverla ma non potendo andare più giù mi vedo costretto ad accarezzarlo fino al fianco opposto, lui arrossisce.  Con la mano riesco ad arrivare solo fino all’inguine.
-Ti prego smettila- sussurra rosso.
-Sei così tenero quando arrossisci- non lo guardo e lui non guarda me ma sorrido.
-Si può giocare in due a questo gioco- non capisco cosa voglia fare ma si toglie il cardigan leggero che indossava e me lo mette sulle cosce.  Capisco tutto quando sento la sua mano passare da sotto e accarezzarmi la coscia fino ad arrivare vicino alla mia erezione, anche se leggera per il momento.
-Almeno io lo faccio da dietro- serro i denti e lui sorride soddisfatto.
-Devo avvicinarmi di più?- porta la sua mano dove non volevo arrivasse e stringe delicatamente. Trattengo il respiro per qualche secondo.
Maledetto riccio.
Tolgo la mano dai suoi boxer e premo il pulsante rosso per chiamare la fermata. Poi tolgo la sua mano con decisione e senza lasciarlo lo trascino fuori da quell’auto.
-Dove siamo?- si guarda intorno divertito.
-Guarda qui! ma ti pare normale? Io non ti ho...- indico la mia erezione ormai evidente e lui scoppia a ridere.
-Hai iniziato tu- non trattiene le risate.
-Già mi dai ai nervi- mi volto per capire dove siamo...è tutto buio e isolato ma si sente il rumore del mare in vicinanza
Sento i suoi passi e improvvisamente due mani calde e morbide mi sfiorano i fianchi da sotto la maglietta.
-Ti do ai nervi? Davvero?- sento la sua risatina dietro la mia schiena mentre le sue mani scendono, le lascia entrare entrambe nei miei pantaloni, spalanco gli occhi non appena sento una stretta sicura sui miei testicoli.
-Ma...ma che fai?- non riesco a parlare bene dal momento in cui si è messo a massaggiare.
-Non volevi questo? Ammettilo, lo volevi dal momento in cui mi hai visto nel bagno- sembra sicuro di se, ma forse sta solo buttando a caso sperando di non fare figure di merda.
-E...e tu...tu cosa...cos’hai voluto...non appena mi hai visto?-
-Non vuoi realmente saperlo- inizia a baciarmi il collo.
Toglie le sue mani da sopra le mie parti intime e io non so se essere sollevato o se arrabbiarmi.
-Vieni- mi afferra una mano, con la luce della luna riesco a vedere la spiaggia dove mi sta trascinando.
Con il cardigan che ha in mano crea una specie di asciugamano dove poterci sdraiare, ma quando si rende conto che è troppo piccolo si sfila la maglietta.
-Dai toglila e mettila qua- indica la mia di maglietta.
-No, è nuova- alza un sopracciglio e sorridendo si avvicina lentamente a me.
-tanto dovrai toglierla lo stesso- è così malizioso che anche solo il tono di voce basta per farmi eccitare, lo odio.
Lo attiro a me prendendolo dal collo e inizio a baciarlo con foga, lui si lascia subito andare.
-Sai cosa ho pensato in bagno?- sussurro  tra un bacio e l’altro.
-Cosa?- porta le sue mani sui miei fianchi per avvicinare di più le nostre erezioni.
-le mie labbra con i lividi...i tuoi lividi- ci guardiamo per un istante, lui sembra avermi capito perché prende subito il mio labbro inferiore tra i denti prima di succhiarlo con le sue labbra.
-esattamente- sussurro lasciandomi andare un sorriso.
-Sai io cosa ho pensato?- interviene dopo essersi lasciato leccare il contorno delle labbra.
-dimmi tutto- afferro le sue natiche da dentro i boxer e lui sussulta.
-esattamente questo- sorridiamo.
Mi sfila la maglietta non appena gli è possibile...infondo aveva ragione, prima o poi andava tolta.
Riprende a baciarmi il collo.
Porto la mia gamba in mezzo alle sue e lo costringo a sedersi sull’asciugamano improvvisato.
Mi guarda dal basso e sorride...l’ho già detto che ha un sorriso perfetto?
Mi abbasso su di lui mettendo una gamba tra le sue.
Sembro più esperto di quanto io lo sia davvero mentre mordo il suo capezzolo per poi passarci sopra la mia lingua e chiudere le mie labbra su di esso. Sospira cercando di trattenersi e di non far uscire gridolini troppo acuti per un ragazzo con la voce roca, mi viene da sorridere.
-Cosa...?- mi guarda per sapere chi dei due deve soddisfare l’altro per prima.
-Decidi tu- mi blocco per guardarlo negli occhi...capisce che ne ho più bisogno di lui adesso come adesso.
Si tira su costringendomi ad andare su con lui.
Sono sicuro che non andremo oltre i preliminari per questa notte.
Mi fa sdraiare sotto di lui. Sento la sua lingua scendere fino all’elastico dei boxer.
-Questi però vanno tolti- sorridiamo mentre lui mi slaccia i pantaloni  ormai troppo stretti. Una volta levati inizia a massaggiarmi le parti intime con tutti i boxer.
-Ti decidi?- non riesco a trattenermi ancora per molto.
Lui scoppia a ridere prima di togliermi anche i boxer.
-Bocca o mani?- mi chiede guardandomi.
-Come vuoi basta che ti sbrighi-
Fa un sorrisetto maligno quando si china e lascia strusciare il mio pene su tutto il suo petto e sui suoi pantaloni  per raggiungere le mie labbra.
-Sei uno stronzo lo sai?- sospiro stringendo il suo cardigan sotto di me.
-sii più gentile- mi  morde il lobo per poi leccarlo.
-Ti prego-
-così va meglio- scende di nuovo questa volta riempiendomi il petto di umidi baci lenti e caldi.
Lo afferra con naturalezza e con il pollice sfiora la punta. Non so se amarlo od odiarlo.
Quando inizia davvero sento l’impulso di stringere ancora più forte il cardigan.
-Di-dimmi...il...tuo...n-nome-
È semplicemente magnifico.
-Harry-
-Ha-Harry...- sospiro.
La mano si ferma ma non lascia la presa quando sento una nuova piacevole sensazione data dalla sua lingua. Sfiora la punta per poi andare giù, stringe le labbra come quando si gode un lecca-lecca, cerca di farlo andare il più possibile in profondità  e io ormai sono praticamente ai suoi piedi quando afferro i suoi ricci e lo spingo per aiutarlo, forse in modo troppo egoista non pensando a quanto io possa davvero aiutarlo.
-Dio...Harry sto per...sto per venire-
Io l’ho avvertito  quindi se si è preso tutto non è colpa mia.
-complimenti, sei arrivato a portarmi all’orgasmo ragazzino- ho un sorriso enorme mentre mi rilasso sdraiato sulla spiaggia. Alzo la testa per guardarlo mentre si lecca le labbra...ha...ha ingoiato.
-Ora tocca a me- mi tiro su, lo bacio delicatamente...ha fatto un ottimo lavoro.
-Non sei costretto- sorride, mi accorgo che ha ancora qualche schizzo sulle labbra e con una piccola leccata lo pulisco del tutto. Arrossisce.
-zitto- riprendo a baciarlo. –io farò qualcosa di diverso- sorrido malizioso, credo abbia capito dato che ho di nuovo le mani sul suo sedere.
Lo faccio piegare in avanti dopo avergli tolto tutto ciò che mi impediva di poter fare quello che gli avevo promesso.
Quando feci entrare due dita lui si irrigidì ma si rilassò subito dopo averle mosse.
Ha iniziato a farsi una sega? Dio è così...così...
Cerca di trattenersi ma alla fine viene con un rumore gutturale strozzato in gola.
-Tieni, rimettili- gli lancio i suoi boxer bianchi...aderenti.
Dopo aver rimesso i miei mi sdraio vicino a lui.
-Non ti credevo così in gamba pivellino- ghigno.
-Tu invece hai tutta l’aria di essere un esperto- dal tono sembra offeso.
Ma mi ha per caso dato della mignotta? No cioè...fammi capire.  Lo guardo accigliato.
-Che vorresti dire?-
-Quello che ho detto- continua a guardare il cielo.
-Mi hai dato del gigolò per caso?- mi metto seduto per guardarlo meglio e lui scoppia a ridere, ma ancora non mi guarda.
-puoi dire benissimo troia- mi guarda con la coda dell’occhio, dal suo sorriso capisco che non lo pensa davvero.
Mi metto a cavalcioni sopra di lui e inizio a fargli il solletico.
-Ripetilo se hai il coraggio- sembro minaccioso mentre lui ride e si contorce.
-Ok ok scusa- smetto e lui si riprende dalle troppe risate.
-Ti sei arreso in fretta però- mi chino per dargli un bacio...dolce. Sento la sua fatica a staccarsi quando mi tiro di nuovo su.
Sorridente capovolge la situazione senza che io me ne renda conto.
-Non è giusto però- si fa serio.
-Cosa?- sorrido accarezzandogli una ciocca riccia che gli ricade davanti al viso.
-Io non so il tuo nome-
-Indovinalo- lo lascio sdraiare sopra il mio petto, mi accorgo di una sfumatura che prima non ho colto...è così piccolo da aver bisogno di protezione e di un posto caldo in cui passare la notte, spero le mie braccia bastino a fargli da rifugio.
-Dammi un indizio- borbotta contro il mio petto.
-Inizia con la L- non so perché ma mi piace accarezzargli i capelli e lisciare inutilmente qui piccoli boccoli.
-mmm Lizzy-
-Ma è da femmina!- scoppio a ridere.
-Ei non ridere! È l’unico che mi è venuto in mente- mi da una leggera botta sul fianco per farmi smettere.
-Dai riprova-
-Lucas-
-Bello ma no-
-Liam?-
-No-
-Leon-
-Ma è un nome?- sorrido e lui sbuffa.
-Mi arrendo-
-Dai è facilissimo-
-Dai dimmelo- poggia il mento sul mio petto e mi fissa con i suoi occhioni verdi smeraldo.
-Louis- gli sorrido.
-alla francese senza dire la S?- si illumina.
-credo di si...non so se sia alla francese- sembro confuso? Non ho mai sentito il mio nome pronunciato da un francese.
-Mi piace- si gira di nuovo per poggiare la guancia.
-Anche a me piace molto Harry sai?- cerco di guardarlo, lo vedo sorridere.
Sembra più tenero, non lo capirò mai. Prima sembra impacciato, poi strafottente, poi timido e ora...è così tenero. 
-Sai, sto così bene qui con te.  È bastata una nottata per rendere questa la migliore estate di sempre- sorride mentre si stringe di più a me. Forse sono arrossito, ma sorrido perché nessuno mi aveva mai detto una cosa simile.
-Ricorderai per sempre l’estate del 2009 come l’estate in cui mi hai conosciuto?-  non smetto di sorridere mentre con il dito disegna cerchi immaginari intorno al mio capezzolo.
-Harry dovresti smetterla sai?- lo metto all’erta e lui sussurra un “ops” spostando il suo dito un po’ più giù.
-Ma che ore sono?- si tira su mettendosi a cavalcioni. Mi accorgo solo adesso dei miei tre succhiotti sul collo.  Tiro fuori il telefono dai Jeans lasciati incustoditi sulla sabbia.
-un quarto all’una- riposo il telefono sui pantaloni.
-Devo chiamare Linz – si porta una mano dietro la nuca grattandosi pensieroso.
-La tua amica?- chiedo curioso.
-Si- scende da sopra di me per cercare il suo telefono.
-Lei sa che sei gay?- lo guardo, è girato di schiena.
-Si, è l’unica...a parte te- si gira sorridendomi. Compone il numero e lascia squillare il telefono.
-Ei Linz sono io...si sto bene...lo so avrei dovuto avvertirti...- lo vedo andare in giro per la spiaggia con l’unghia del pollice in bocca.
-Non sono solo...si chiama Louis...- scommetto che è arrossito, io sorrido. –Si è bello...no dai basta...si ti dico tutto dopo...cosa? dove sono? Non so dove sono...- mentre lui continua a parlare con la sua amica sento il mio telefono squillare. Rispondo subito. È Fin.
-Ei-
-Louis ma dove diamine sei?- sembra preoccupato.
-Ho incontrato una persona e...-
-E bravo il nostro play boy! Chi è?- già gli è passata la preoccupazione?
-Uno che ho incontrato nel bagno dello stadio- alzo le spalle.
-Sei incredibile...hai la stessa capacità di attrarre i maschi come con le femmine- scoppia a ridere.
-Sono doti- mi do non poche arie.
-Ti dobbiamo lasciare solo per caso?-
-Si grazie- mi volto e vedo che Harry mi guarda aspettando che concluda la chiamata.
-Ciao Tommo-
-Ciao, ti faccio uno squillo quando torno-
Riattacco.
-Quindi i tuoi amici lo sanno?- mi chiede fissandomi curioso.
-Si, l’hanno scoperto quando mi hanno visto con uno...ma non si sono fatti problemi- alzo le spalle.
-Se era importante per te questo ragazzo magari lo hanno capito e...- abbassa lo sguardo.
-Non ho nessun ragazzo importante nella mia vita se vuoi saperlo- lo guardo divertito e lui arrossisce.
-Non...non dicevo questo...-
-Si certo, come no- mi alzo in piedi e mi stiracchio, la schiena che mi scrocchia.
Sento addosso lo sguardo curioso di Harry mentre mi incammino verso il mare.
Un’onda mi raggiunge i piedi, l’acqua non è molto fredda...potrei anche...
Inizio ad andare sempre più dentro.
-Louis?- mi volto sentendo quella voce roca chiamarmi. –dove vai?-
-Vieni? L’acqua non è tanto fredda- lo aspetto e in poco tempo mi raggiunge sorridente.
Gli prendo la mano e lo trascino in acqua con me.
-Aspetta- si blocca improvvisamente.  Lo guardo perplesso  -ho i boxer bianchi...- si guarda le mutande e io scoppio a ridere.
-Non credo sia più un problema farsi vedere no?-
-No ma...-
-Dai vieni, ci sono solo io- mi avvicino a lui senza lasciargli la mano.
Gli alzo il viso prendendo il suo mento con la mano libera. Lo costringo a guardarmi.
-Questa non è l’estate più bella che tu abbia mai vissuto?- lo vedo annuire e gli sorrido prima di lasciargli un bacio sulle labbra. Ricordo della difficoltà che aveva avuto prima a lasciare la mia bocca  e credo che la sfrutterò a mio favore.
Inizio a baciarlo e a fare piccoli passi indietro per andare più a largo e lui, quasi come i pulcini seguono la madre, inizia a seguirmi per baciarmi di nuovo. La cosa viene facilitata dai suoi occhi chiusi e dalle nostre mani intrecciate.
-Sei uno stronzo- sussurra sorridendo prima di tornare a baciarmi con più foga buttandomi le braccia al collo. Sorrido ricambiando i baci e sfruttando la leggerezza che da l’acqua gli prendo le cosce e lo tiro su.
Stringe le sue gambe sui miei fianchi e fa aderire meglio il suo petto al mio anche se è costretto ad abbassare il viso per baciarmi.
Usciamo dopo un quarto d’ora.  
Sarebbe meglio tornare dai nostri amici...ormai è tardi.
-torniamo?- gli chiedo sorridendo.
-Si sarebbe meglio- sorride a sua volta.
Ci rivestiamo e torniamo sul lungo mare isolato per trovare qualcosa che ci riporti a casa.
-I taxi a quest’ora non li troviamo, le navette nemmeno a pagarle oro...dovremmo farcela a piedi ma non ho idea di dove siamo- mi butto su una panchina.
-Io so dove siamo- mi volto per guardarlo speranzoso. –nella merda- scoppiamo a ridere e lui si mette seduto vicino a me.
-Ti va di fare una cosa illegale?- chiedo puntando gli occhi su un vecchio motorino.
-Cosa?- mi guarda curioso ma appena capisce dove voglio andare a parare si fa testo. –no no no. Tu sei pazzo! E poi come hai intenzione di metterlo in moto?-
-Trucchi del mestiere, un mio amico fa il meccanico e è un fottuto genio...basta solo collegare i fili giusti- alzo le spalle e mi avvio al motorino.
Dopo vari tentativi sento il motore partire e il mio viso si illumina di un sorriso soddisfatto mentre Harry mi guarda sbigottito, ormai aveva perso le speranze.
-Aspetta tu però non puoi tornare con...quelli- indico i succhiotti sul collo.
-cazzo è vero i miei mi si inculano!- porta una mano sul collo per coprire i segni rossi.
-Aspetta- corro verso un bar con le serrande abbassate, su un palo li vicino c’è un foulard grigio e nero e in basso un cartello con scritte parole tipo “NON TI DIMENTICHEREMO MAI”. Mi fa impressione pensare che forse apparteneva ad un morto ma...a me ora serve. Sfilo il pezzo di tessuto liscio e faccio il segno della croce. Quando torno da Harry mi chiede dove l’ho preso e gli dico una piccola bugia.
Glie lo allaccio al collo in modo da non far vedere i succhiotti e poi salgo in sella al motorino invitandolo a salire.
-Ma lo sai guidare?- mi chiede stringendosi al mio bacino.
-Ovvio che si. Dai tieniti che parto- do gas e seguo i cartelli per cercare di tornare da dove eravamo venuti.
Dopo un’oretta scorgo il mio hotel ma pria devo portare a casa Harry.
Mi da la via di dove alloggia e in qualche minuto arriviamo. Lo faccio scendere ma io non posso spegnere il mezzo sennò mi lascia a piedi e per saluto ricevo solo un piccolo bacio.
Torno veloce in Hotel, lascio il motorino spento davanti all’entrata.
Quando entro in camera tutti mi saltano addosso per chiedermi le peggio spiegazioni che a me non va di dare...domani gli dirò tutto.
Per ora voglio solo mettermi il pigiama e dormire.  
Ma nel letto mi ritrovo a rigirarmi e a pensare a quei ricci e a quel verde così intenso.
Spero di rivederlo domani.
 
Che confusione...ma cos’è?
Apro gli occhi e vedo i miei amici fare battute e ridere guardando un pezzo di carta.
Mi alzo ancora insonnolito.
-Cos’è successo?- chiedo prima di sbadigliare.
-Chi è Harry? Il ragazzo di ieri?- Fin si avvicina a me ammiccando. Gli strappo di mano il pezzo di carta e sopra ci leggo scritto un numero con il nome del  ragazzo di ieri. Sorrido scuotendo la testa...ecco perché ieri ci ha messo tanto a scendere dal motorino e cos’era quella pressione sulla mia schiena...ma dove l’avrà presa la penna e il foglio? Forse contava di farsi fare un autografo allora si è munito di materiale...che tenero.
-Allora? Com’è?- Kurt si avvicina sedendosi sul letto.
-Molto meglio di voi- ghigno.
-Vuoi del tempo per chiamarlo?-
-Grazie Christopher- l’ultimo che ha posto quella domanda caccia fuori gli altri due lasciandomi solo con il numero di Harry in mano. Prendo coraggio e lo chiamo.
-Pronto?- la sua voce è perfettamente roca anche da dietro una cornetta.
-Ei- sorrido da ebete.
-Louis? Sei tu?- la sua voce si riduce ad un sussurro.
-Si, mi sono accorto solo adesso di avere il tuo numero-
-Si ieri...non avevo il coraggio di dartelo così te l’ho nascosto nella tasca posteriore dei jeans- sorrido divertito.
-Ci vediamo oggi?-
-Louis non so quanto tu abbia dormito ma...sono le cinque e mezza...di pomeriggio-
-cazzo ma che davvero? Ho dormito così tanto?- mi guardo intorno e fuori dalla finestra.
-dopo che hai lasciato me non so cosa tu abbia fatto- si fa pensieroso.
-sono tornato in albergo e mi sono messo a dormire- lo rassicuro dolcemente.
-allora devi proprio esserti stancato ieri notte- scoppia a ridere.
-ho fatto di peggio- dico per farlo smettere di ridere e ci riesco. Lo sento bofonchiare qualcosa.
-Allora ci vediamo sta sera?-  la sua voce si avviva di nuovo.
-Sta sera io e i miei amici abbiamo intenzione di fare un falò, ti va di venire? Puoi portare anche la tua amica se vuoi-
Ti prego dimmi di si. Ti prego dimmi di si. Ti prego. Ti prego. Ti prego.
-Si, ma i tuoi amici come l’hanno presa per ieri?- sembra preoccupato.
-Bene, già vogliono la tua descrizione completa- alzo gli occhi al cielo sorridendo.
-Quindi non sarà un problema...-
-No tranquillo-
-Ok allora a sta sera...a che ora?- 
-Vi passiamo a prendere alle 8.-
-Ok...ora devo andare, ciao Lou-  credo che quello sia il mio nuovo soprannome...lo pronuncia in modo così dolce.
-Ciao Harry-
Riattacco e mi alzo dal letto per andare in bagno.
-Potete entrare! Tanto lo so che stavate origliando!- passo davanti alla porta e la apro di scatto per vedere poi i miei amici cadere a terra come pere cotte.
-Quindi verrà anche lui sta sera? Con una sua amica?-
-Si Fin, sei proprio un malato di fica oh- prendo il mio spazzolino e ci metto il dentifricio dell’hotel.
-Ti ricordo che prima anche tu...-
-La gente cambia- dico con la bocca piena di dentifricio alla menta.
 
Decidiamo di andare direttamente in spiaggia e ci mettiamo a giocare a palla e a racchettoni .
Quando sono le otto prendo la macchina di Christopher e mi avvio nello stesso posto in cui avevo lasciato Harry ieri notte.
Mi accosto al marciapiede per aspettare i due. Mi accordo che non li devo aspettare perché sono già qui e si stanno avvicinando...Harry ha un sorriso mozzafiato.
-Ciao- forse in modo troppo dolce...ma lui sorride e appena chiude lo sportello mi bacia velocemente.
-Ciao- sorride baciandomi ancora una volta. –lei è Linz- si stacca del tutto poggiando la schiena sul sedile per presentarmi l’amica nei posti dietro. Gli tendo la mano e con un sorriso gentile mi presento. Lei fa altrettanto...sembra simpatica. Metto in moto e torno dai miei amici che stanno già iniziando ad accendere il fuoco e ad arrostire qualcosa. Con loro ci sono anche altre due tipe rimorchiate oggi in spiaggia.
-Ragazzi- richiamo la loro attenzione mentre mi tolgo la maglietta. –Lei è Linz e lui è Harry-
Li lascio presentare meglio intanto mi prendo una birra fresca.
Sento un braccio sulle spalle.
-Ei che acchiappo! Non male il signorino!- Fin sorride prendendo anche lui da bere.
-Visto si? Ma non fare battute...lui non...non ne parla facilmente come faccio io- lo metto allerta puntandogli il dito contro.
-Certo, cercherò di avere più tatto- annuisce e capisco di potermi fidare di lui.
Tutti hanno da bere, tutti hanno da mangiare...tutti hanno qualcuno con cui trescare.
Tutti tranne me perché Harry non se la sente davanti ai miei amici. Non capisco che problemi abbia. Gli ho già detto che è tutto a posto e loro si sono anche dimostrati gentili e non hanno fatto nemmeno una battuta.
Comunque mi costringono a suonare qualche pezzo con la chitarra e li scopriamo la grande voce di Harry. Non credevo fosse bravo a cantare.
Che poi quando lo fa mi attizza in una maniera assurda perché nelle note alte si sforza e esce quella vena sul collo che...dio che darei per stare solo con lui anche questa notte.
Verso l’alba lo invito a fare una passeggiata e lui accetta.
Finalmente lontano da tutti posso baciarlo quanto voglio.
Lui continua a mordermi le labbra e io a stringergli i ricci tra le dita.
-Cosa ti hanno detto i tuoi dei succhiotti?-
-Si sono arrabbiati ma poi hanno decretato che alla mia età è normale avere una ragazza che...-
-Come scusa? Una ragazza?- chiedo sorridendo.
-Si insomma lo sai che non lo sanno...- abbassa lo sguardo.
-tranquillo, lo so- gli stringo la mano con la mia e mi fermo per farlo girare.
-So che ci conosciamo solo da un giorno ma...io già non vorrei lasciarti più- ammetto facendomi serio.
-Louis io...io non...mi dispiace ma...io non posso-  dai suoi occhi capisco le sue intenzioni e gli lascio la mano.
-Lascia stare, è stato bello finche è durato giusto? Allora addio- sono davvero deluso, voglio solo andarmene lontano. Sono stato un idiota a pensare che questo potesse essere l’inizio di qualcosa di migliore per me. Mi incammino per tornare dagli altri.
-Prima fammi spiegare!- lo sento urlare nella mia direzione.
Non ho intenzione di fermarmi.
-Non sono pronto a dire a tutti che sono gay e stare con te lo renderebbe ufficiale e è una cosa così bella da non poterla tenere nascosta quindi...non voglio stare con te per non dirlo a tutti. Non so se riesci a capirlo-
Mi giro, ho un’espressione alquanto dura mentre lo guardo.
-Ho capito che sei solo un ragazzino-  mi volto di nuovo e inizio a correre nella direzione opposta alla sua.
Ho deciso, non lo rivedrò più.
Voglio correre via, scappare da questa vergogna che ho per aver creduto anche per un solo istante ad una storia di una notte.
Sarà stupido ma io a quegli occhi c’ho creduto veramente.
 
  
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