“Legolas?”
“Che c'è?” Quella domanda quasi urlata avrebbe spaventato chiunque. Chiunque, fatta eccezione per chi lo conosceva bene. Aragorn era tra questi. La sua voce si abbasso al livello di un sussurro.
“So bene che cosa ti passa per la testa e credimi quando ti dico che non hai sbagliato. Con vostro padre sarà più al sicuro.”
Lui sembrò calmarsi. “Lo so, il problema non è questo. Il problema è che probabilmente mi odierà per quello che le ho detto.”
“E se anche fosse?”
“Come?”
“Andiamo, Legolas, sai che avete tutta l'eternità per chiarirvi!”
“Si, ma se...”
“Niente ma e niente se! Almeno tu potrai rivederla...” l'elfo colse una sfumatura di malinconia nella voce dell'amico.
“Stai pensando ad Arwen.”
“Se fossi al mio posto capiresti...”
Intanto, molto lontano da lì, Elìn stava attraversando la Porta degli Elfi. Faticava a riconoscere il bosco. I tronchi erano secchi e contorti, non c'era più verde in quella foresta. Decise di non lasciarsi abbattere dalla strana sensazione che la stava percorrendo da capo a piedi e proseguire in quella foresta dove era così facile perdersi...
Persa nei suoi tristi pensieri, non si accorse del sottile rametto che serpeggiava dietro di lei. Si sentì stringere il polso. Lo guardò terrorizzata: un ramoscello si stava avvolgendo rapidamente intorno al suo avambraccio. Uno, due, tre giri. La sua natura di Elfo Silvano la aiutò. Veloce come un fulmine, estrasse il pugnale e lo recise. Il cavallo, spaventato, la disarcionò. Lei si rialzò e corse come non aveva mai fatto. Gli alberi allungavano i loro rami contorti, ma erano troppo lenti. Finalmente riuscì a raggiungere la reggia. Sei o sette guardie tentavano di respingere gli attacchi degli alberi. Arretrarono lentamente verso il portone. Si aprì uno spiraglio. Se lo fecero bastare. Si infilarono dentro di traverso, senza accorgersi che anche Elìn era entrata. Per un attimo la ragazza ebbe sei lance puntate addosso. Ma fu un attimo, appunto. Elros, il capo delle guardie, sgranò gli occhi. Erano passati anni da quando aveva visto la sua migliore amica, ma non aveva dimenticato nemmeno un dettaglio del suo volto. Si abbracciarono. “Che succede, Elros?” chiese qualcuno. Elìn si irrigidì. Quel timbro freddo era comune da quelle parti, ma avrebbe riconosciuto il re tra mille.
*Angolino dell'autrice*
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