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Autore: SaraJLaw    26/04/2014    4 recensioni
Peeta continuava ancora a combattere contro se stesso e Katniss contro i propri incubi. Tuttavia, continuavano a proteggersi a vicenda. I due giovani ormai si appartenevano e chissà, potrebbe bastare un dente di leone per permettere loro di amarsi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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They grew up together


Pioveva ormai da giorni e la morsa del freddo si faceva sentire. Le finestre illuminate dalla luce delle candele indicavano che gli abitanti del Distretto 12 trascorrevano il tempo in casa, al riparo dalla furia del cielo. I negozi erano tutti chiusi, i commercianti non si aspettavano certo di poter vendere qualcosa, visto che in giro non c'era anima viva.

Katniss sorseggiava il suo tè alla menta seduta sulla poltrona, fissando con sguardo assente il fuoco appena acceso. Non amava la pioggia: le impediva di uscire per andare a caccia, di trascorrere il tempo nei boschi, dove si sentiva più viva. Non essendo più considerata un'attività illegale, la giovane trascorreva giornate intere a uccidere selvaggina e a volte riusciva ad accumularne così tanta da dover fare più di un viaggio per portarla a casa.

I quei momenti riusciva a non pensare al peso che si portava sulle spalle, a ciò che tutti immediatamente pensavano quando la vedevano: Katniss Everdeen, la ghiandaia imitatrice, la ragazza ribellatasi alla tirannia di Capitol City. Sapeva che la gente la considerava un'eroina, e questo non lo sopportava. Come se non bastasse, non tenere la mente occupata rendeva tristemente facile pensare alla morte di sua sorella Prim.

Due leggeri colpi alla porta la svegliarono da quella sorta di torpore in cui era scivolata, riportandola nel presente. Appena vide chi era venuto a farle visita, subito sentì una sensazione di calore nel petto.

Peeta Mellark era sulla soglia, i capelli biondi resi più scuri dalla pioggia e il solito sorriso dolce e timido sulle labbra. Lo invitò a entrare e gli tolse la giacca fradicia. Peeta si voltò verso di lei, porgendole una sacca.


  • Tieni, ne ho impastato un po' questa mattina e ho pensato che potesse servirti. - disse il ragazzo, camminando verso il camino per asciugarsi i vestiti.

  • Il solito vizio di darmi da mangiare, vero? - rispose Katniss con un mezzo sorriso, aprendo la sacca e assaporando il profumo del pane.

  • Cosa posso farci se mi preoccupo per te?- ribatté il giovane con tono divertito.

  • Grazie Peeta. - disse lei a bassa voce, quasi per timore di essere sentita.


Il ragazzo riuscì a udire quel sussurro ma improvvisamente sentì le sue mani tremare e la fronte imperlarsi di sudore. Strinse gli occhi, abituato ormai a quelle crisi che lo coglievano di punto in bianco quasi tutti i giorni. Si costrinse a fare dei respiri profondi e a cercare di rimanere lucido ma, come sempre, gli riusciva incredibilmente difficile. Mentre lottava contro quell'orribile e familiare sensazione, sentì le mani fredde di Katniss sul viso e quando aprì gli occhi, vide la ragazza davanti a lui, il volto preoccupato e per nulla spaventato.


  • Per l'amor del cielo Katniss, allontanati! - disse voltandosi, sentendo la preoccupazione che lo divorava.

  • No, guardami negli occhi. Maledizione Peeta, guardami! - gli urlò di rimando la ragazza, strattonandolo per la manica.


Peeta si girò lentamente, continuando a tremare e la guardò: i suoi occhi grigi erano dello stesso colore del piombo in quelle giornate di pioggia, e vi poteva leggere determinazione, preoccupazione, rabbia, ma di certo non vi era traccia di paura.


  • Fa' respiri profondi, tu non mi farai del male. -

  • E come fai a dirlo? Chi ti dice che non proverò a strangolarti come quella volta nel 13?!- disse con un filo di voce.

  • Nessuno Peeta. Ma io lo so e non ti lascerò solo un'altra volta. - gli rispose Katniss, che per dimostrargli di non aver timore di lui, lo abbracciò poggiando la testa contro il suo petto.

Peeta si irrigidì subito a quel contatto improvviso e inaspettato, ma riuscì a respirare come gli aveva detto di fare la ragazza e, lentamente, il tremolio nelle mani scomparve e il cuore smise di battere all'impazzata. Le sue braccia, che fino a quel momento erano rimaste lungo i fianchi, ora cingevano Katniss, ed entrambi rimasero così per qualche minuto.


  • Tutto bene? - chiese la giovane.

  • Sì, è finita. - rispose Peeta.


Il resto della giornata passò senza altre crisi e quando giunse l'ora di andare a letto, Katniss chiese al ragazzo di rimanere con lei, per aiutarla ad affrontare gli incubi che sapeva sarebbero arrivati.


Trascorsero tre settimane e la primavera era alle porte. La pioggia aveva lasciato il posto a delle bellissime giornate soleggiate, l'ideale per passare il tempo all'aria aperta.

Katniss camminava lungo la strada che portava al quartiere dei commercianti. Aveva intenzione di chiedere a Peeta di accompagnarla nel bosco, sentiva di voler condividere con lui quella parte del suo essere.

Il ragazzo del pane stava stava sistemando dei sacchi di farina quando vide la ragazza che amava ai piedi degli scalini del negozio. Aveva un sorriso che le illuminava il volto altrimenti sempre imbronciato, ma che lui trovava adorabile.


  • Ciao Katniss- la salutò allora Peeta.

  • Ciao. Mi chiedevo se ti andava di accompagnarmi nel bosco oggi. Vorrei farti vedere una cosa. Però se hai da fare non ti preoccupare, possiamo fare un'altra volta. - disse lei guardandosi la punta delle scarpe per non fargli vedere il suo volto sicuramente arrossito.


Peeta sorrise, si avvicinò e alzandole il volto, la osservò per qualche secondo.


  • Fammi strada.- disse semplicemente.


I ragazzi si inoltrarono nel bosco, mangiando qualche bacca che raccoglievano dai cespugli e parlando del più e del meno.

Giunsero a un piccolo lago, circondato da un prato pieno di fiori dai colori vivaci e Peeta rimase affascinato da quell'angolo di paradiso di cui non conosceva l'esistenza, pur trovandosi vicino a casa sua.

Si avvicinò all'acqua e cominciò a lanciarvi dei sassi, cercando di farli rimbalzare sulla superficie cristallina.

Katniss si era seduta poco distante, sul prato e guardandosi intorno, notò di essere circondata da bellissimi fiori gialli, i denti di leone.

Ne raccolse uno e l'osservò per qualche istante prima di alzare lo sguardo verso Peeta. Cominciò a pensare a tutto quello che avevano passato insieme, le mietiture, i primi giochi, l'edizione della memoria, la guerra, la perdita delle persone che amavano, e capì che Peeta la conosceva come nessun altro era mai stato capace di fare, l'aveva amata praticamente per tutta la vita. Eppure non le faceva pressione, non toccava mai l'argomento. No. Gli bastava semplicemente starle accanto. Katniss sapeva che ormai il ragazzo del pane era entrato nella sua vita e nel suo cuore e che mai ne sarebbe uscito. Per questo l'aveva portato al lago, un luogo che era da sempre appartenuto solo a lei e suo padre. Perché nonostante il dolore, la sofferenza e le difficoltà, lui era riuscito a farla tornare alla vita, a farle desiderare di amare ed essere amata.


  • A cosa devo quel sorriso?- chiese Peeta, sdraiandosi accanto a lei.

  • Niente, pensavo. - rispose Katniss, i cui occhi brillavano, e non per il sole.

  • Posso sapere a cosa? - disse ridendo il ragazzo.

  • A questo. - mormorò lei, abbassandosi verso di lui e baciandolo dolcemente sulle labbra. Peeta all'inizio rimase sorpreso dal gesto di Katniss, che raramente prendeva questo tipo di iniziative, ma subito ricambiò il bacio, passandole un braccio intorno al corpo per avvicinarla ancora di più a sé.

Quando si separarono, l'azzurro e il grigio dei loro occhi si incontrarono, non riuscendo a separarsi.


  • Katniss, ricordi quel metodo che tu e gli altri usavate per aiutarmi a capire cosa fosse reale o meno?- chiese Peeta.

  • Lo ricordo. - gli rispose lei, sfiorando la punta naso del ragazzo con la propria.

  • Ne ho bisogno. - disse Peeta, accarezzando la guancia della ragazza che amava.

  • Dimmi.- lo incoraggiò lei.


Peeta la osservò ancora per qualche istante, le baciò delicatamente le labbra e tornò a guardarla negli occhi.


  • Tu mi ami. Vero o falso?- sussurrò.


Udendo quelle parole, Katniss sorrise e con il cuore pieno di gioia, gli rispose nel modo più semplice che esistesse.


- Vero.







  
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