- Bene cosa ne dici di fare sul serio? – chiese Edward attivando lo Sharingan ipnotico.
- Ok – rispose l’altro che per l’eccitazione dello scontro aveva quasi scordato la sua priorità di salvare Naruto.
Due palle di fuoco roventi si scontrarono e senza che nessuna riuscisse ad avere il sopravvento sull’altra, esplosero causando un tremendo boato e alzando una nube di fumo che impediva ai contendenti di vedere e anticipare le mosse dall’avversario. Sasuke si riparò dietro un albero ma venne immediatamente bersagliato da tre shuriken e fu costretto ad evocare il morso della serpe, una vecchia tecnica imparata tempo prima da Orocimaru.

Sayo si asciugò la fronte dal sudore e si guardò con circospezione intorno.
- L’ho trovato! È laggiù – disse affacciandosi dal muro di cinta che sovrastava il luogo del combattimento.
- Chi è il tipo con cui sta combattendo? Stiamo un po’ a guardare! –
Fu il turno delle tecniche illusorie, gli sharingan si scontrarono materializzando immagini talmente verosimili da sembrare reali. Sasuke doveva ammetterlo: quel moccioso era proprio forte, non per nulla era suo nipote, era ancora così giovane e riusciva a tenergli testa. Cosa sarebbe successo se fosse cresciuto? Nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo? L’unica soluzione era estirpare il problema alla radice e ciò significava una cosa sola:
“Devo eliminarlo ora” Anche quest’ultima impresa sembrava complessa: il corpo di Edward era avvolto da una strana aura nera mentre il Mangekyou Sharingan sembrava scintillare d’ un rosso vivo dal quale traspirava tutta la sete di sangue che i suoi giovani occhi bramavano.
- Amaterasu! – gridò il ragazzino intrappolando il suo avversario tra le fiamme oscure di quella tecnica letale. Il ragazzo cercò di divincolarsi e agitando le mani provò a sfuggire da quella morsa. Il suo tentativo fu vano, quel fuoco color odio bruciava inesorabilmente le sue giovani carni costringendolo a patire un dolore immane, perpetuo che lo logorava dentro e che lo avrebbe condotto alla morte. Urlò ancora alcuni secondi finche, privato di qualsiasi energia, cadde a terra.  Del fumo denso saliva dal corpo bruciato mentre Edward guardava soddisfatto il suo operato. Si avvicinò e diede un calcio al suo avversario, nessuna reazione, Sasuke era là, immobile con i denti serrati e le labbra violacee. Vendetta era fatta!????

****

Un ninja entrò correndo nello studio dell’hokaghe:
- Signora mi ha cercato? –
- Si, raduna tutti i jonin del villaggio, li voglio qui tra meno di dieci minuti chiaro? –
- Ma è impossibile in così poco tem..-
- La situazione è gravissima, siamo tutti in pericolo, muoviti!!-
- Agli ordini signora –
I ninja ascoltarono atterriti le parole della donna; qualcuno ebbe il coraggio di commentare qualcosa del tipo “è impossibile” “è uno scherzo” eppure era tutto vero. 43 Jonin seguiti dalle rispettive squadre di chunin furono inviati per dare supporto militare agli altri villaggi, i ninja restanti sarebbero rimasti a Konoa e avrebbero protetto il paese con tutte le loro forze.

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- Ci siamo tutti? – chiese Pein alterato e impaziente di giungere al rifugio segreto e di estrarre la volpe a nove code dal corpo di Naruto. Si guardò intorno, Sayo non c’era, sicuramente aveva disobbedito ai suoi ordini ed era andata a cercare Edward, in fondo se lo aspettava. Oltre lei, però, mancava qualcun altro.
Come un brivido freddo gli attraversò la schiena e una terribile idea prese forma nella sua mente. Come immaginava: le catene che tenevano Naruto erano state tagliate e il ragazzino non c’era più;
- Dannazione chi può essere stato? – esclamò mentre la rabbia si stava impossessando del suo corpo. Improvvisamente, venne assalito da un altro tremendo dubbio, perfino peggiore del precedente e si catapultò nella tenda che aveva costruito nel pressi dell’accampamento. Rovisto come un pazzo tra le varie scartoffie disposte disordinatamente su una superficie adibita a scrivania. Cercò nei cassetti, nell’armadio, tra le coperte del letto ma niente, ora erano davvero nei guai.
Dopo aver trovato e catturato la forza portante, il demone viene estratto mediante un rituale e sigillato in una statua, il re dell’inferno, dotata di nove occhi ognuno dei quali corrisponde ad un cercoterio. Una volta sigillati, i demoni non possono più riacquistare la libertà o meglio ciò è possibile solo se si dispone di un particolare oggetto che unito ad una sofisticatissima tecnica ninja può liberare dalla sua prigionia il re dell’inferno e permettere così la fuoriuscita di quei mostri.
Pein diede un pugno sul pavimento freddo; avrebbe dovuto fare più attenzione, nascondere quell' oggetto, che solo lui possedeva, in un luogo appartato. Una tremenda scossa di terremoto fece tremare il suolo; quella era la conferma ai suoi sospetti:
I cercoteri erano stati liberati.







Eccomi tornata!
Scusate del ritardo ma sono stata un po’ impegnata e perdonatemi per il cap breve ma in realtà questa era la prima parte del cap 11 che ho dovuto dividere per non farlo troppo lungo.
Se le supposizioni di Pein sono corrette, sta per succedere un vero cataclisma (che bello) e lo scontro tra gli ultimi membri del clan Uchiha?
Ok, io mi sono impegnata ora ditemi voi e se la storia vi piace, sarei felice di leggere qualche vostro commentino.

Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto tra preferiti e che hanno commentato il cap precedente.

Ciao, a presto
Crystal alchemist