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Autore: LittleSmile    27/04/2014    0 recensioni
Due sconosciute…
Alison e Ella.
Ella una bellissima ragazza dai capelli biondi e occhi azzurri, alta e magra, sorridente e amichevole.
Alison una bellissima ragazza dai capelli mori e occhi verdi, alta e magra, sorridente e amichevole.
Vi starete chiedendo cosa hanno in comune?
Tante cose, l’amore per Harry Potter, per gli stessi film, la nutella, il colore preferito, stessi idoli 5 Second Of Summer, cantante preferito, il modo di vestire, i gusti sui i ragazzi ma…
...Un segreto, diverso ma un segreto che le lega…
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Ti salvi solo se hai qualcuno che ti ama…
-Cit.
Tu pensi che vuoi morire, ma in realtà vuoi solo essere salvato.
-Cit.
Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità.
-Cit.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 3

*il giorno dopo*

Pov Alison

Louis era entrato in coma, non si sa se si sarebbe più ripreso, ma io ho tanta paura così ho chiesto hai medici se potevo entrare, così sono qui a stringergli la mano, non so se mi sente ma sto piangendo ancora credo che non smetterò mai di piangere è troppo doloroso tutto questo, lui era l’unica persona che conosce il mio segreto e che in qualche modo mi sta aiutando.
Nella stanza entra anche l’amica di Harry di cui non conosco ancora  il nome, mi sorride mentre io non la guarda nemmeno, e mi asciugo qualche lacrima.
-Alison.-dice avvicinandosi.
-Senti io non so chi sei, non so come ti chiami, non so cosa vuoi, ma una cosa la so mi stai antipatica.-affermo a lei che turbata dalle mie parole si siede sulla sedia davanti.-non ti ho detto di sederti, voglio restare sola.-le dico guardando la mia mano intrecciata a quella di Louis.
-Sai, anche io ero proprio come te, uguale stesso carattere acido testardo credevo di poterci riuscire da sola, potevo credere che io sarei stata capace di poter affrontare il mondo senza l’aiuto di nessuno, ma sai mi sono resa conto di una cosa, nessuno c’è la fa da sola in questo inferno, nessuno ne può uscire da solo.-la guardai stranita, era molto più matura e comprensiva di quanto potessi credere era cresciuta prima del previsto forse erano i capelli biondi che la facevano credere un po’ stupida.
-Tu non sai che io indosso una maschera, io non sono così-le dico sottovoce quasi per non farle sentire niente, ma lei sorride.
-Non ho mai raccontato la mia storia a nessuno, ma sono davanti al mio fratellastro in coma e una ragazza in lacrime credo che nessuno mi possa ascoltare davvero.-dice lei, già Louis era il suo fratellastro, ma non ho capito come l’ha scoperto non mi fregava molto ieri ero troppo preoccupata.-Allora inizio dall’inizio, Io sono Ella Fiennes  sono nata il 12 Febbraio del 1994 nella cittadina di Dublino in Irlanda, da quello che so quella notte nevicava molto, mia madre mi diete alla luce ma nulla filò liscio come l’olio fin dalla nascita dovevo soffrire mia madre mi ha dato alla luce, ma è morta io sono nata morta ma mi hanno rianimato, facevano meglio a lasciarmi morta credo che a nessuno importasse molto, sicuramente non avrei vissuto questa vita di merda.-una lacrima le corre lungo la sua guancia-beh poi sono passati gli anni e sono finita in orfanotrofio all’età di 10 anni una famiglia mi adottato, ma all’età di 13 anni a questa famiglia è finalmente nato un figlio così mi hanno “abbandonato”-dice facendo le virgolette-poi all’età di 14 anni è iniziato il mio inferno una famiglia Londinese mi adotta fino a qui tutto ok, dopo un mese colui che doveva essere mio “padre”-dice facendo di nuovo le virogolette-ha abusato di me.-le parole gli si bloccano nella gola si ferma e guarda il vuoto più totale, un punto impreciso della stanza con gli occhi sbarrati ne un filo di dolore ne un filo di felicità nessuna emozione le scorre addosso ma i suoi occhi troppo fermi sono ancora più scuri e più tenebrosi tristi  impauriti la vedo come svegliarsi da questo trans.- da lì ho iniziato ad essere bulimica, era come per pulirmi da una macchia lasciata da lui, una macchia che non si toglie dal corpo nemmeno con il vomito, insulti dei compagni come sei grassa o sei orribile o ancora meglio zitta puttana tutto questo mi aveva distrutto, nessuno sapeva che avevo due segreti ovvero che ero una bulimica e che un uomo ha abusato di me cinque volte, ma tanto non sarebbe importato a nessuno di Ella Fiennes  tanto lei non ha sentimenti distruggiamole la vita, non è nessuno ridiamo di lei, tanto non ha un cuore, uccidiamola di parole tanto lei non esiste e poi a noi che ci frega se lei piange non è mica un nostro problema…-la vedo perdere il controllo e iniziare a stringere il braccio della sedia e alzare il tono della voce-poi ho incontrato Harry,-appena nomina il suo nome come se fosse un calmante si calma e riprende a parlare con la testa china sulle scarpe e con la voce calma e pacata di prima- lui sa tutto della mia vita, sa ogni mio piccolo segreto e io so tutto di lui o almeno spero di sapere tutto di lui, so cosa significa isolarsi dal mondo, ma come ti ho detto prima ci si salva solo se si ha qualcuno io, prima quando Harry era con me a Londra, vomitavo meno ero più felice avevo qualcuno, poi lui ha cambiato famiglia è partito se ne andato, certo ci sentivamo ogni giorno ma io non ho mai smesso di essere una bulimica, poi anche io ho cambiato famiglia ed eccomi qui ritrovo la mia vera nonna, e scopro che mio nonno è morto che la madre di Louis e la mia sono la stessa persona e che lui non sa niente lui sa di essere nato dall’attuale madre e tutto il resto, e soffro di bulimia nervosa incontrollabile. –dice alzando il viso pieno di lacrime non so per quale motivo, per istinto per voglia non lo so, ma mi alzo e l’abbraccio un abbraccio che ricambia a pieno anche lei e insieme iniziamo a piangere, passano alcuni minuti di silenzio rotto solo dalle nostre lacrime non ci muoviamo prima che una porta si apri e entri Harry.
-Scusate ma Helena, la signora Swan ti cerca.-lei annuisce.
-Arrivo subito Harry.-lui esce e io silenziosa e imbarazzata mi risiedo sulla sedia.
-Perché mi hai raccontato tutto questo?-le chiedo capendone poco il senso.
-Sono una persona che entra sempre nei problemi degli altri sempre,-dice alzandosi dalla sedia e avvicinarsi.-e sai ho degli occhi infallibili, non sbagliano mai quando vedono i tagli.-dice tirando su la mia manica, rimango impietrita.
-Solo una cosa perdonami per averti annoiato con la mia inutile storia, scusa se ho visto i tagli e scusa se ho pianto, ma tutto questo ti vuole far solo capire che non sono una puttanella come posso apparire ma una persona molto diverse e soprattutto io ci sono, io ti ho detto la mia storia quando vorrai sarò pronta a sapere la tua, so cosa si prova nel piacere di sentirsi in qualche modo liberi, ma cerca di smettere, in questo momento capisco che sarà ancora più difficile visto che lui è entrato in coma, ma sorridi alla vita, ricorda è solo un brutto giorno non una brutta vita.-mi dice prima di uscire dalla stanza, l’ammirazione verso di lei è piena, è così forte e matura ed ha una storia molto triste…
Penso alla mia vita così diversa ma piena di sofferenze uguali alle sue,
Una persona NON si taglia per attirare l'attenzione e per avere tutti intorno che preoccupati chiedono "Che hai fatto?"
La gente si taglia perché non ha nessuno che la capisce, tutti che la prendono in giro.
La gente si taglia quando capisce di non essere mai all'altezza di ogni cosa. Quando si accorge di quanto sia inutile.
Quando vede che non vale niente e quanto sia terribilmente brutta e grassa.
Una volta che si comincia si crea una dipendenza, è facile dire "Devi smettere", voi non avete mai provato un simile dolore.

Pov Ella

-Harry dove è Cher?-chiedo ad Harry seduto sulla sedia qui davanti, si alza e mi abbraccia.-Ma che ti prende?-gli chiedo abbracciandolo.
-Posso darti l’oscar per il discorso?-sorrido-Cosa ti a spinto a farlo?
-Una cosa, che non so se scoprirai mai.-dico riferendomi hai tagli.
-Ed dai sai che odio i segreti.-mi implora.
-E sai che alcuni segreti devono restare tale come il tuo-dico sferrandogli uno sguardo gelido.
-Non puoi guardami con uno sguardo gelido già hai gli occhi di ghiaccio mi guardi in quel modo qui tra poco nevica-dice ironico, che battute davvero pessime.
-Simpatico.-dico facendo una finta risata.
-Nervosa?-mi chiede lo fulmino di nuovo.-Cher ti aspetta qui fuori ha detto che ti deve parlare.-annuisco.-Quando hai fatto torna qui tanto io so quello che ti deve dire-lo guardo storto e annuisco, scendo le scale non ho voglia di perdere l’ascensore che puzza di medicine poi mi ricorda il centro dove ero rinchiusa quando ero in Inghilterra per la mia bulimia.
 Tutto è partito da quei tagli visti mentre si torturava aspettando una risposta dello stato di salute di Louis, tutto gli si è complicato, povera, la capisco la mia condizione è molto simile, sono arrivata a piano terra, non so per quale motivo abbraccio Cher, che sorridente mi accoglie tra le sue braccia è come una mamma per me, lei è molto dolce e sola visto che David è molto spesso in ufficio fino a tardi.
-Tesoro, devo partire per due settimane a Los Angeles e non ho voglia che rimani da sola a casa visto che David lavora ho pensato che lasciarti da Harry sia la cosa migliore, so che sei molto legata a lui.-mi dice sorridente.
-Grazie-dico abbracciandola di nuovo, lei sapeva alcune piccole cose della mia vita.
-Hai le chiavi di casa le valigie lo già preparate, basta che vai a casa e le prendi, magari ogni tanto vai a trovare David se è da solo a casa.-mi dice sorridendo.
-Tranquilla baderò io ha lui-dico in tono scherzoso.
-Ci vediamo tra due settimane tesoro ciao-mi dice baciandomi una guancia.
-Ciao Mamma.-mi lascio sfuggire, mentre lei è girata per andarsene si gira  e sbalordita mi abbraccia.
-Mi hia chiamato mamma? Davvero?-annuisco, le escono qualche lacrima di emozione.
-Non vuoi?-le chiedo dolcemente imbarazzata.
-Stai scherzando è una cosa bellissima, sognavo da tempo sentirmi chiamare Mamma.-le sorrido, ci abbracciamo e poi lei deve andare, purtroppo lei e David non possono avere figli, ma lei non sa che è la prima che chiamo mamma, perché è anche la prima che mi ha dato vero amore e che mi ha sostenuta sempre in qualsiasi situazione, lei c’è sempre stata per me. L’anziana signora che mi ha confessato di essere mia nonna mi passa accanto.
-Signora Finnes!-urlo all’anziana che mi sorride mi avvicino a lei.
-Cara, stavo proprio cercando te sapevo che saresti rimasta da quel ragazzo.-dice sorridente.
-Dopo ieri non mi ha finito di spiegare la mia storia.-affermo, lei sorride.
-Oh giusto cielo, posso raccontartela da capo se no mi dimentico delle cose?-annuisco non mi aveva detto molto ieri so solo che è una donna molto forte dopo tutto che gli è morto il marito viene a cercarmi capisco che sono sua nipote ma il dolore per lui le si legge in faccia.
Allora sediamoci sulla panchina davanti hai giardini staremo più comode. Appena sedute estrae alcune foto.

TO BE CONTINUED…

  
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