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Autore: Rinalamisteriosa    20/07/2008    2 recensioni
Questa è la storia di Lavinia e di suo fratello Maurizio, che grazie a uno “strano” incidente riusciranno a capirsi e a volersi bene.
La prima a urlare per la sorpresa fu Lavinia, ma l'urlo che le uscì di bocca non era il suo.
Era identico a quello del fratello maggiore.

[REVISIONATA]
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cambiamento

 

 

“Hai capito? Adesso mi tocca disputare anche la partita! È terribile, se ne accorgeranno!” sbottò rivolta al fratello, camminando avanti e indietro, girandosi i pollici in modo agitato.

“Su, non prenderla così male, vedrai che ti piacerà! E poi non dimenticare che io la mia promessa l'ho mantenuta, sulla pagella avrai un bel nove in latino. Adesso tocca a te... caro”, le fece, incoraggiandola e prendendola in giro al tempo stesso.

“D'accordo. Domani però noi due andiamo da uno psicologo... comincio a credere di essere davvero folle...” le venne da dire.

“Guarda che anch'io sono nella tua stessa condizione e non sto qui a lamentarmi. Inoltre pensa che presto capirai perché adoro tanto il calcio, così come io ho compreso l'importanza dello studio”, riferì lui, apparentemente sereno.

“Non l'avrei mai creduto possibile, tu che dici una cosa simile...” disse piano.

“Non sto scherzando! Ed è tutto merito tuo. Grazie sorellina!” esclamò con un sorriso sincero, cogliendola di sorpresa con un abbraccio e sussurrando al suo orecchio: “Non sei affatto folle”.

Rassicurata, Lavinia si lasciò andare a un momento di tenerezza, dandogli un bacio sulla tempia e stringendo a sé il suo stesso corpo. I suoi capelli profumavano di fragola... decise che avrebbe comprato ancora quello shampoo, le piaceva.

E che, una volta in sé, sarebbe stata una sorellina migliore - ci avrebbe provato.

 

 

*

 

 

Dopo aver assistito agli allenamenti senza potervi partecipare e aver dispensato consigli e incoraggiamenti a Lavinia, senza farsi notare dagli altri ovviamente, occupò un posto decente sugli spalti laterali.

Si rese conto che il suo desiderio si era concretizzato, anche se non esattamente nel modo che avrebbe voluto. Ma l’aveva convinta a esserci, tutto il resto poteva passare in secondo piano, al confronto.

E Maurizio, nei panni dell’altra, avrebbe fatto il tifo con entusiasmo.

 

 

Era incredibile, ma Lavinia in poco tempo aveva davvero imparato a giocare a calcio.

Quando giunse il momento di disputare la partita, si sentiva sicura di poter segnare almeno un goal. Certo, i primi minuti era impacciata, non sapeva coordinare i suoi movimenti e fare gioco di squadra al meglio, ma ci mise tutta se stessa.

Riuscì persino a divertirsi.

Alla fine la squadra vinse, mantenendo il vantaggio per una sola rete.

Come aveva fatto il fratello il giorno prima, nella sua mente Lavinia gli dedicò la vittoria; una cosa ancora più incredibile fu che esultò assieme agli amici di Maurizio, quegli stessi compagni di scuola che riteneva stupidi, rozzi e insolenti.

Capì che a loro piaceva scherzare, per questo la prendevano spesso in giro.

Forse stava cambiando interiormente, si sentiva una persona nuova ed era strano che tutto ciò fosse da attribuire unicamente all'incidente della sera prima... l'incidente...

“Ci sono! Dov'è Maurizio? Devo trovarlo subito…” disse tra sé, mentre si allontanava dagli spogliatoi maschili per cercare il fratello, restando in tenuta sportiva.

Lo trovò seduto su una panchina, a pochi metri di distanza dal campo in cui lui giocava sempre, mentre lei soltanto in quell’occasione.

“Complimenti! Sei stato bravissimo. Anzi, bravissima!” si congratulò, alzandosi in piedi.

“Maurizio... forse ho capito! Ho capito come tornare normali!” lo informò fiduciosa. “E se il mio piano dovesse funzionare, nessuno di noi andrà dallo psicologo!” fece lei, per poi concedersi una pausa per respirare, dopo la folle corsa fatta.

“Spiegati meglio...” la esortò a continuare, attento.

Dopo attimi di silenzio, Lavinia riprese.

“Il nostro cambiamento di persona è avvenuto nel momento in cui abbiamo sbattuto la testa l'uno contro l'altra, giusto? Quindi penso... penso che se lo rifacciamo, forse... Mi segui?”.

Maurizio annuì.

“Tentar non nuoce. Pronta a ritornare nel tuo corpo, sorellina?” chiese, in perfetto accordo con il suo piano.

“Quando vuoi”, confermò con un sorriso complice.

Contarono uno, due e tre prima di tentare di riprodurre lo stesso urto, senza però ottenere il risultato sperato, a parte un’ovvia botta in testa.

“E no, uffa! Perché adesso non funziona?!” domandò disperata, le mani tra i corti capelli.

“Forse non era abbastanza forte... Ahi! Che male...” rispose lui, toccandosi la testa dolorante.

“Però io sono cambiata... e anche tu! Accidenti! Perché non possiamo tornare nei nostri legittimi corpi?” borbottò, strizzando gli occhi e facendo una smorfia quasi affranta.

“Lavinia…” mormorò l’altro a capo chino,“mi dispiace. È tutta colpa mia. Se non avessi fatto cadere il tuo braccialetto a terra-”.

“No, non è vero!” lo interruppe di colpo, facendolo trasalire. “È colpa mia, Maurizio. Solo colpa mia. Dovevo essere più buona e comprensiva con te... e se ieri non avessimo cominciato a litigare come al solito...”

Forse inconsciamente, forse per volontà loro, fratello e sorella, dopo essersi pentiti a vicenda, si strinsero forte forte.

Lavinia, nei panni di Maurizio, scoppiò a piangere e continuò a scusarsi, a darsi della stupida viziata.

Maurizio, nei panni di Lavinia, sussurrò parole dolci per calmarla, carezzandole delicatamente le spalle e la schiena.

Avrebbero continuato a stare lì, fermi nelle loro posizioni, se l'incanto improvvisamente non fosse svanito.

Dapprima udirono distintamente una strana musichetta, poi, proprio nel momento in cui questa sembrava più chiara e riconoscibile, Lavinia spalancò gli occhi.

 

Continua…

 

 

 

  
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