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Autore: Kruaxi    28/04/2014    0 recensioni
[Spazio 1999]
[Spazio 1999]Per molti della mia età, me compreso, Spazio 1999 è stata la prima serie TV ad introdurci nel meraviglioso universo dello sci-fi televisivo. 'Star Trek' era ancora sconosciuto nell'Italia del 1976, con solo due canali RAI e la tv in bianco e nero. Riguardandola oggi è una serie sempre affascinante, ma scientificamente non ha il minimo senso, quando non affoga nel ridicolo. Vorrei provare a spiegare quello che, chissà, gli autori si son dimenticati di dire...
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Inizio a capire...

-Mi fa piacere per te, Victor, non posso dire altrettanto.

Koenig era frustrato, lui era sempre stato un uomo d’azione e quanto stava accadendo lo paralizzava, lasciandolo senza iniziativa.

-Forse, comandante, anche lei dovrebbe vedere...

-No !- John scandì bene la risposta alla volta della voce: -Non mi interessano i tuoi giochi di prestigio, puoi farmi vedere quel che vuoi, non saprò mai se è la verità o meno !

-La verità,- Ivan sembrò rattristito, -è che ‘Luna’, mentre stavo morendo di inedia molti giorni dopo l’incidente, mi propose di unirmi a lei. Mentre spiravo, lei copiò ogni singolo meccanismo della mia mente e mi ritrovai incorporeo... Tenuto in vita a tempo indeterminato dentro di lei. Non in simbiosi, autonomo, con una minuscola possibilità di accesso al suo pensiero. Del me fisico rimane solo quello scafandro... Buono per delle apparizioni a sorpresa, a dire il vero...

-Si, questo è molto moscovita.- Ridacchiò Ilyushin.

-Ma allora lei ci parla con... ‘Luna’, lei può chiedergli di invertire la rotta, di riportarci sulla Terra.

Bergman sapeva già che nella sua domanda c’era qualcosa di fallace.

-‘Luna’ mi trattava come un cucciolo, potevo davvero ben poco capire del suo pensiero... Me ne concedeva brevi sprazzi, edulcorati, semplificati al massimo. So che il suo ‘essere’ sta nel nucleo... sono metalli fusi, pensanti, direttamente partoriti da una stella...

-Ivan, è assolutamente incredibile, eppure ha una sua logica... ma come fa ad avere questa incredibile energia, come... ?

-Professore,- la voce era franca e diretta, -posso cantarle poemi su di lei ma non sono in grado di tradurgliela in matematica... Posso soltanto dirle che si era rimessa in attesa di un Uomo più evoluto, oppure dei rappresentanti di una nuova razza dopo l’Uomo... Non aveva problemi di tempo, non si annoiava, non viveva in modo lineare... Poi è arrivato il 13 settembre.

-L’esplosione... l’ha danneggiata ? E’ questo il punto ?

-Si, professore.- Ivan rimase a lungo in silenzio: -Qualcosa le fece abbandonare l’orbita, ma non prima di aver contenuto gli effetti delle esplosioni, che vi avrebbero ucciso, ed ugualmente senza dimenticare di attivare il campo di smorzamento che, tutt’ora, vi salva la vita... Però...

-Cosa, Ivan, cosa ?- Era Koenig stavolta.

-Però smise di parlarmi, i suoi pensieri non mi giunsero più... Rimasi solo, e la verità finale non vi piacerà affatto.

-Credo di saperla ormai.- Disse Bergman abbassando lo sguardo.

-Si professore, io non posso nulla sulla volontà di ‘Luna’, ammesso che ancora ne abbia, e non sono assolutamente in grado ne di capire ne di interagire con il suo erratico vagare.

-Si, sta dicendo la verità.- Le parole di Koenig suonarono definitive.

 

Ivan viaggiava solo ed impotente, trasportato come gli alphani senza apparente meta in un territorio incognito, molto più strano ed alieno di quanto le fantasie più scatenate avessero disegnato.

Si era dato come unico scopo il monitoraggio di quello che gli alphani avevano chiamato ‘sito rosso’, l’ombelico scoperto di ‘Luna’. Quando gli abitanti della base si erano fatti curiosi, il panico l’aveva assalito. Pur vivendo dentro una specie di macchina, nulla dell’originale equazione umana era andata perduta, neppure le debolezze e l’irrazionale. Sperando di trovarsi davanti degli esseri sufficientemente empatici, li aveva affrontati di petto, con onestà, mostrandosi senza censure ed utilizzando quelle poche memorie di ‘Luna’  che era in grado di far percepire agli altri.

Aveva avuto fortuna.

 

La stanza era tutto quello che gli alphani avrebbero mai potuto vedere di ‘Luna’, ora come in futuro.

Bergman non avrebbe avuto nulla da studiare, la coscienza del satellite, sempre se ancora esisteva, rimaneva nel campo della metafisica e delle illazioni.

Non parlarono molto tornando alla base; avevano finalmente risolto il grande mistero legato all’odissea dell’ex satellite, ma questo era servito soltanto a rendere ancora più oscuro il loro destino.

-Vorrei chiederti che farai adesso, ma realizzo che sembrerebbe una presa in giro...

Bergman si attardò a parlare con Ivan prima di abbandonare, ultimo, la stanza.

-Le solite cose... Veglierò, passerò il tempo in migliaia di ambienti virtuali, vi spierò ogni tanto... Peccato che lei impedisca un collegamento diretto fra di noi, mi piacerebbe parlare con te, Victor, qualche volta.

-Non credo che Koenig abbia obiezioni se, ogni tanto, farò una ricognizione presso il ‘segretissimo’ e ‘vietatissimo’ sito rosso...

-Ed aspetterò che lei torni.

-Potrebbe non farlo.

-Ho tutto il tempo dell’Universo.

 

Il comandante stava sprofondando nel divano dei suoi alloggi, la dottoressa Russell era appena andata via e Koenig provava a mettere a fuoco le pagine di un vecchio romanzo.

Suonarono alla porta.

-Avanti Victor !

-Come facevi a sapere che ero io,- disse lo scienziato entrando, con una borsa sottobraccio, 

-ho l’interfono spento.

-Potevi essere soltanto tu a quest’ora... cosa hai in mano ?

-Eh, dobbiamo festeggiare... Ora conosciamo il più incredibile segreto mai scoperto finora dall’Uomo... No ?

Bergman tirò fuori dalla borsa una bottiglia di Cognac vecchia di cent’anni.

-Ma, Victor... è l’ennesima bottiglia rarissima ‘da aprire una volta nella vita’... mi spieghi quante ne hai ? Le produci in laboratorio ?

Lo scienziato ridacchiò: -Fu facile farle passare di contrabbando sotto il naso del vecchio comandante, più difficile nasconderle all’ira funesta di Helena !

-Dai Victor, lei tiene al tuo fegato molto più di te.

-E’ il problema delle donne, vogliono controllare tutto... 

-Già, Victor... Anche ‘Luna’ se ci pensi... ci ha cresciuti e controllati ma senza toglierci il libero arbitrio.

Bergman sorrise: -La miglior divinità possibile !

 

...e gli alphani continuano il loro viaggio...

 
   
 
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