Capitolo
terzo - Speranza
Aveva smesso
di sventolare la mano ai suoi genitori che, come ogni anno, la
salutavano in
lacrime mentre partiva per la scuola; quest’anno avrebbe
trascorso il sesto
anno ad Hogwarts. L’espresso per Hogwarts aveva appena
svoltato l’angolo.
Sospirò. Doveva trovare uno scompartimento, e doveva farlo
da sola dato che
ancora non aveva visto né Mary né tantomeno le
altre.
Iniziò
a
camminare per lo stretto corridoio e non fu facile trovare uno
scompartimento
vuoto. Era sfinita, il suo baule era troppo pesante e desiderava
davvero trovarne
uno. Finalmente, giunta al penultimo vagone trovò
l’oggetto dei suoi desideri.
Subito entrò, scaraventando con poca grazia il suo baule
sotto al sedile su cui
dopo si sedette sfinita.
Si era appena
sistemata sul sedile e, mentre aveva volto lo sguardo fuori dal
finestrino per
ammirare il paesaggio, sentì un gran fracasso fuori in
corridoio. Sbuffò e
imprecò, non le andava proprio di alzarsi. Subito dopo,
contro ogni sua volontà
si alzò e sfoderò la bacchetta; era un prefetto,
doveva controllare cosa
diavolo era successo.
Non lui, ti
prego, non lui.
La scena che
le si parò davanti non fu gradevole ai suoi occhi anche se,
parecchi che si
erano affacciati dagli scompartimenti di quel vagone, ridevano a
crepapelle.
C’entrava proprio lui, assurdo! Quell’idiota di
Potter stava spiaccicato sulla
moquette a terra, sopra di lui il povero Peter e il suo baule
sembravano
schiacciarlo. Sirius rideva di gusto salutando con un cenno solenne del
capo
tutte quelle galline che gli facevano gli occhi dolci, a quanto pare
tutto quel
baccano era opera sua e loro, piuttosto che infastidirsi dato che prima
di quel
baccano regnava un gran magnifico silenzio e chiunque si sarebbe
spaventato per
il gran botto, continuavano a starnazzare. Ah, che razza di idiote!
«Dieci
punti in meno a Grifondoro
Black, per aver creato tutta questa confusione dopo SOLI quindici
minuti dalla
partenza. Credo tu abbia battuto il record dell’anno scorso.
Su, Pet, rimettiti
in piedi. Potter, alzati immediatamente. Non voglio ripeterlo
un’altra volta… Oh,
Rem! vieni qui, fatti abbracciare»
Il
povero Remus stava appostato proprio dietro
di loro già disperato e con una vena pulsante sulla tempia.
Lo avevano già
fatto infuriare. Il tono di Lily
cambiò durante quel dialogo un mare di volte. Prima fu
furiosa con Black, poi
gentile con Peter e poi nuovamente severa e stufa con Potter. Infine
divenne dolce
e sorridente, grazie a Remus.
Remus
appena udì la voce di Lily corse ad abbracciarla,
scavalcando agilmente i corpi
dei suoi amici che giacevano ancora a terra, furenti per il gesto di
indifferenza di Remus, che aveva, nell’intento di andare a
salutare più in
fretta possibile la sua amica, schiacciato la mano di James che ora
imprecava.
«Lils, come stai?» le sussurrò Remus
all’orecchio mentre era stretto nel suo
abbraccio. «Adesso va meglio, Rem, grazie. » gli
sorrise sinceramente lei, e
lui per tutta risposta, fece uno dei suoi sorrisi a trentadue denti.
«E tu come
stai?»
«Oh
io bene, grazie Lily. Hai per caso visto uno scompartimento vuoto? Non
riusciamo a trovarne uno, giriamo da quando siamo partiti.»
Lei,
gentile com’era, disse che aveva occupato uno scompartimento
poco prima e che
se lui voleva, poteva stare con lei dato che era sola. Non pensando
però che
era in compagnia dei due scalmanati e di quella povera vittima, Peter.
Prima
che la voce di Remus potesse risponderle che magari si, avrebbe
accettato il
suo invito, una voce meno gradevole alla rossa giunse alle sue orecchie.
«Lily
cara, molto gentile da parte tua! Hai sentito Sirius? Lils ci
ospita!»
«Non
mi pare di aver invitato te, Potter. E poi io per te sono Evans, solo
E-V-A-N-S.
Capito?»
Un’alta
ed elegante figura spinse a lato James e con passo baldanzoso si
parò davanti
al viso di Lily, facendola arrossire per la troppa vicinanza. I loro
nasi quasi
si sfioravano.
«Evans,
noi siamo un pacchetto completo. Siamo i malandrini,
comprendi?»
Potter
sembrò infastidito da quel gesto ma cercava di non darlo a
vedere, Remus
sospirò, notando la vena pulsante alla tempia di Lily. Stava
per scoppiare ed
erano ancora le undici e venti. Era sicuro che a breve li avrebbe
schiantati,
avrebbe ucciso chiunque l’avrebbe ostacolata
nell’intento, oltretutto. Remus
deglutì e si fece coraggio, prima di provare a calmarla.
«Lils,
abbi pietà di lui, ti prego. Tanto noi
tra dieci minuti dobbiamo andare nello scompartimento dei prefetti,
ricordi?
Dieci minuti. Solo dieci minuti, passeranno in fretta,
vedrai.» Remus sorrise
rassicurante e speranzoso e Lily, alla vista dell’amico, non
poté rifiutare. Si
scostò e fece entrare Remus e Peter e, mentre i due si
stavano sedendo nello
scompartimento, Lily fulminò con lo sguardo Black e Potter
che stavano ancora
fuori in corridoio. I due sorrisero come due veri angioletti e Sirius
disse,
cercando di adularla
«Sta tranquilla,
vedrai! Si faranno
vedere!»
Erano appena
usciti dal vagone dei prefetti e Lily, mentre
pattugliava i corridoi insieme a Remus, ne approfittò per
cercare le ragazze.
Inutile dire che non le aveva trovate, chissà dove si erano
cacciate quelle
quattro!
Finito il giro
di pattugliamento, ritornarono al loro
scompartimento.
La vista di Lily
quando aprì la porta scorrevole, fu
offuscata da una cascata di riccioli biondo grano. Sentì
delle urla e pian
piano distinse delle voci. Mary le era praticamente saltata addosso e
anche
Alice poco dopo. Emmeline e Marlene squittivano eccitate dietro di
loro,
aspettavano di poterla abbracciare.
«LIIIILSSS!!!
Ciao splendore, come
stai? Sono così tanto felice di rivederti finalmente!»
Esclamò Mary molto velocemente dopo averla lasciata andare.
Lily assunse un cipiglio severo, era ancora arrabbiata, erano
praticamente
scomparse fino ad allora!
Si mise a
braccia conserte e aggrottò le sopracciglia «
Finalmente, hai detto bene! Si
può sapere dove diavolo vi siete
cacciate? Vi ho cercate per un sacco di tempo! Sono stata davvero
preoccupata
per voi!»
urlò la rossa.
A quel punto
giunse alle sue orecchie la voce rassicurante di
Alice «Tesoro, ci
dispiace. E’ stata colpa mia! Mi sono sentita male
e così appena siamo salite sul treno le ragazze mi hanno
accompagnato nel
vagone dell’infermeria, scusami! Non appena mi hanno rifilato
una pozione
rigenerante la mia nausea è svanita e siamo corse a cercarti
ma eri già nel
vagone dei prefetti, non ti abbiamo voluta disturbare! Sai che soffro
molto i
viaggi in treno…»
Oh, ma certo!
Non aveva controllato in quel vagone… Che
sciocca, ripensandoci si era dimenticata delle crisi che Alice aveva
ogni volta
che salivano sul treno o su qualsiasi altro mezzo. Una volta, mentre
erano in
giro per la Londra babbana, avevano preso tutte insieme un taxi ed
erano dovute
scendere immediatamente, dato che dopo pochi metri di viaggio a bordo
dell’auto
il viso di Alice si era già fatto verde per il malessere.
Mentre era immersa
nei suoi pensieri, scorse i visi dispiaciuti delle sue amiche Emmeline
e
Marlene, che si erano tirate indietro per la reazione furente di Lily.
«Oh,
beh… questo è il vostro giorno
fortunato, suppongo. Su, Lene, Em! Non volete più
abbracciarmi? fatevi
stritolare per benino!»
«AHIA!» Con passo poco
felpato, Lily era
saltata addosso alle ragazze che erano sedute sul sedile destro dello
scompartimento. Dopo l’urlo di dolore di Emmeline erano
scoppiate tutte a
ridere e si abbracciavano affettuosamente.
I
ragazzi, di fronte a loro, sorridevano. Remus guardò fuori
dal finestrino. Forse quell’anno non sarebbe stato
così male come il
precedente.