Elleboro - Forza e Rinascita
Comunemente chiamato rosa di Natale,
l’Elleboro è il fiore da regalare a chi si appresta
a iniziare una nuova avventura o ha voglia di cambiamento.
Il suo significato è quello di liberazione:
liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita.
l’Elleboro è il fiore da regalare a chi si appresta
a iniziare una nuova avventura o ha voglia di cambiamento.
Il suo significato è quello di liberazione:
liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita.
Capitolo 8, E fuori nevica.
Nonostante fosse stanco, dopo una giornata di duro lavoro, aveva atteso a letto il ritorno di sua moglie, rivedendo intanto alcuni documenti. Lei era tornata tardi da una riunione con il Clan, si era fatta una doccia veloce e, da qualche minuto, si era seduta davanti allo specchio e aveva preso a spazzolarsi i capelli con cura.
I capelli lunghi, setosi, risplendevano d’un blu notte particolare; le sue mani sottili e affusolate a tratti emergevano dalla folta capigliatura; le sue spalle si muovevano candide sotto movimenti e gesti familiari; il corpo, candido e puro, accennava a brevi movimenti coperti da un sottile baby doll rosa antico; le gambe, lunghe e flessuose, erano abbandonate nude e composte su un lato della sedia.
Amava guardarla, anzi, l’amava e basta. Ogni giorno non faceva che pensare a lei, a quanto desiderasse tornare a casa da lei, a quanto bello fosse trovare lei, le sue braccia bianche, il suo corpo marmoreo, i suoi occhi dolci attenderlo.
La donna posò la spazzola al suo posto, si voltò e, sentendosi osservata, arrossì come da ragazza, regalandogli un sorriso. Lo raggiunse sul letto e si sistemò accanto a lui, con il capo sul suo petto, in un tenero abbraccio.
<< E’ stata una giornata dura. >> sospirò, stanca << Non dovevi aspettarmi sveglio. >>
Lui giocò con la sua guancia, evitando di risponderle. Le bacio i capelli, poi il naso, sfiorandole infine le labbra con un sorriso. La strinse a sé, baciandola all’improvviso passionale. Le baciò la guancia, il collo, la spalla, mentre con una mano accarezzava le sue morbide forme, facendola gemere.
Si accostò alla sua gota, che trovò accaldata, per sussurrargli un ti amo all’orecchio, scostandole intanto una spallina. Ripensò a ciò che lo aveva attanagliato tutto il giorno e si decise a dirlo.
<< Voglio una femmina. >> affermò dopo un istante, stupendola << Si chiamerà Yukiko, ovvero figlia della neve, e sarà bella come te. >>
Hinata annuì, con un gran sorriso, lasciandosi spogliare e lambire dal suo Naruto.
Fuori nevicava.
Imploro perdono!
Sono in ritardissimo, lo so! E torno pure con un capitolo corto!
Però ho avuto davvero trooooppo da fare! E ho scritto così tanto
(per vari contest) che adesso ho i calli! Chiedo venia!
Quanti punti esclamativi! Quanto siete belli!
Scusatemi!
Sparisco!
Puff!
Ok, sto diventando matta!